L’OMBRA DEL TAR OFFUSCA L’ORIZZONTE
DELLA DELIBERA CONSILIARE VENEZIANA
La V Commissione del Consiglio Comunale di Venezia si è riunita lunedì 3 ottobre 2016 nella Sala Giunta Grande di Ca’ Farsetti con all’ordine del giorno l’esame della proposta di deliberazione P.D. 356 del 25 agosto 2016 - Permesso di costruire in deroga alle norme del Piano regolatore generale per la realizzazione di opere di nuova costruzione di edificio commerciale con spazi di parcheggio e verde attrezzato nell’isola del Lido di Venezia, Via Sandro Gallo (foglio 38 mapp. 1002 -1031 -978).
La seduta è stata presieduta da Lorenza Lavini con la partecipazione dell’assessore Massimiliano De Martin (Urbanistica, Edilizia privata, Edilizia convenzionata, Ambiente, Città sostenibile), del dirigente Stefania Battaggia (Servizi al cittadino e Imprese) e dell’architetto Emanuele Paolo Ferronato.
Per Battaggia si applica la Legge Regionale n. 50 del 28 dicembre 2012 (Politiche per lo sviluppo commerciale nella Regione Veneto) in quanto trattasi di edificio commerciale medio maggiore tra 1501 e 2500 metri quadri.
L’architetto Ferronato illustra la nuova convenzione, i vincoli e il progetto per la realizzazione dell’opera. Nel 1970 c’era una convenzione con la Congregazione armeno mechitarista proprietaria dell’area che si era impegnata a mantenere l’area come un giardino mentre ora risulta in stato di abbandono.
Oggi per l’Amministrazione comunale c’è interesse pubblico per la costruzione del supermercato. “C’è verifica - sostiene l’architetto - rispetto ai vincoli urbanistici. Il privato rispetta quanto previsto dal Piano regolatore.
Sono passati più di 5 anni dalla data dei vincoli precedenti. L’Amministrazione che ha imposto i vincoli può intervenire. Il Comune può attuare l’esproprio di aree per progetto di opera pubblica oppure il privato può realizzare opere di pubblica utilità. L’intervento in deroga supera quello stabilito nel 1970”.
“La delibera - si evince dai quotidiani locali - prevede il permesso "in deroga" per la creazione nell'area di via Sandro Gallo, in località Ca' Bianca del Lido di Venezia, di un supermercato della Alì Alimentari Spa e di un parco giochi attrezzato (che verrà ceduto al Comune). Il permesso di costruire sarà in deroga alle norme del vigente Piano regolatore. Il progetto presentato prevede 2.181 metri quadri di superficie edificata ad uso commerciale, 1.780 mq di area verde attrezzata da cedere al Comune, 1.041 mq di parcheggio ad uso pubblico, 945 metri quadrati di parcheggio privato standard e 200 di parcheggio privato extra-standard. Altri 1.522 mq metri quadri di aree sono per la movimentazione merci. Il progetto - si legge sul quotidiano “la Nuova di Venezia e Mestre” - porterà benefici pubblici per 331 mila euro in contanti, oneri di costruzione per 172 mila euro, la realizzazione di un parco giochi del valore di 140 mila euro e 40 assunzioni di cui 30 a tempo indeterminato”.
Alle 15.01 si apre il dibattito.
Monica Sambo del Partito Democratico chiede all’architetto “se è stato dato comunicato, avviso agli interessati”.
Il dirigente risponde: “No”. “Io mi occupo di edilizia privata”.
“Ci sono - replica Sambo - forme di pubblicità di vario tipo”.
“I Titoli edilizi - afferma Ferronato - vengono pubblicati in “Albo Pretorio”.
“È successo - sostiene la consigliera - accade, dove ci sono impegni di privati e gli impegni non vengono fatti”.
“Il consiglio Comunale approva - risponde il dirigente - c’è confronto davanti a un notaio, trascrizione con terzi, c’è impegno”.
“Non si stanno facendo interessi privati - dice Sambo - l’Amministrazione avrà un profitto, non c’è collusione, si è trascurato un bene e reso l’area degradata. Soggetto privato che aveva obbligo di fare non ha fatto. È evidente, si poteva intervenire, questo era obbligo del privato e si è scelta altra strada. Adesso l’area è edificabile. Ribadisco che non è presente l’assessore al Commercio, né quello del Lido. Chiarire almeno questione del vincolo, del libero mercato. Una deroga non è libera concorrenza. Dove c’era un vincolo, privato ha lasciato degradare area.
“L’assessore Guzzon - dice la Presidente - era stata invitata ed ha giustificato l’assenza. Sarà presente in Consiglio per le domande”.
“Liberiamoci dagli equivoci - afferma Rocco Fiano della Lista Civica Casson - hanno sbagliato prima e si continua a sbagliare ancora”.
“Tre volte la cantilena - afferma Paolo Pellegrini della Lista Brugnaro Sindaco - il buono, il cattivo. Noi siamo cattivi”.
“Siete stati eletti - risponde Fiano - per non fare gli stessi errori. Si vuole deviare dal discorso. Nel 1970 si è fatta convenzione con la Congregazione armena. Un sopralluogo del Comune ha rilevato che dentro il mappale dell’area esiste un fabbricato di proprietà del demanio, un bunker.
Veniamo incontro a residenti e facciamo costruire. Chi trae vantaggio? La Congregazione che aveva 7.000 mq e vende per fare costruire un supermercato? Perché cedere? In positivo c’è supermercato Alì.
Nella zona c’è una fermata ACTV, si chiede il parere per spostare la fermata, che serve per un asilo, una biblioteca e una sede di Associazione Canottieri, è stato fatto? Poi l’avvio, come rilevato da Sambo, del procedimento della comunicazione. Il bunker è coperto con terra ed è manufatto che necessita anche di verifica militare”.
“Per il supermercato, non vedo - sostiene Maurizio Crovato della Lista Brugnaro Sindaco - invasività totale e incongruenza di fare deroga, è nostro regolamento”.
“Se diamo superficie commerciale in deroga - afferma Davide Scano del Movimento 5 Stelle - siamo finiti. Non è interesse pubblico, non è sufficiente”.
Il consigliere manifesta “vari dubbi” sulla Convenzione del 1970: “1000 e passa metri quadri di strada ceduti di proprietà e si dice che si dava autorizzazione anche per il catasto. 1000 mq per strada sono stati accatastati a favore Comune? Ceduto? Convenzione del ceduto. Vedi rogito per trascrizione di accatastamento. Si vincola la Congregazione a non edificare. Vincolo di non edificare. Area degradata? Che cos’è? Viene da chiedersi se sia utile ragionamento assolutorio. La competenza è del Consiglio comunale. È autoassoluzione che si dà maggioranza che per 46 anni non è stato fatto. Farloccamente area degradata. Mi chiedo se pensate di andare avanti con questi argomenti che non reggono”.
Deborah Onisto di Forza Italia alle 15.40 chiede chiarimenti sulla convenzione in merito al “meccanismo per procedimento in deroga”.
“In delibera - risponde Ferronato - va fatta precisazione”.
“Parcheggio: Per cicli e motocicli - continua Onisto - abbiamo chiesto la copertura?
“Manca qualche dettaglio - risponde il dirigente - ed è aperta per il progettista qualsiasi modifica per copertura o meno. Il comune decide con il Consiglio di quartiere dove porre i parcheggi. Si tratta di parcheggio pubblico - precisa il tecnico comunale - sempre aperto agli interessati.
“Ci sono - sostiene alle 16.15 l’avvocato Andrea Grigoletto, tesoriere della Sezione Veneto dell’Istituto italiano dei castelli - interessi di storia militare legati all’area. La Batteria Ca’ Bianca fa parte del sistema difensivo della Laguna veneziana ed è confinante con l’area oggetto della edificazione. La batteria, della 1^ metà dell’Ottocento, ha 200 anni. È stata chiesta l’Autorizzazione paesaggistica alla Soprintendenza per l’interesse della Batteria come patrimonio storico? Procedimento di verifica di interesse culturale. Chiedo di sospendere la delibera in attesa dell’esito della verifica. Il bene è tutelabile indipendentemente dalla proprietà. Durante il procedimento di verifica subentra procedimento di vincolo. Interesse legittimo nei confronti dei cittadini che devono essere avvisati, cioè notiziati. Ci troviamo davanti delibera che sarà analizzata dal TAR”.
Il progetto - sostiene Ferronato - è stato discusso in Soprintendenza.
“Qui - afferma l’assessore all’Urbanistica Massimiliano De Martin - c’è una cosa ben definita in un posto ben definito. Se c’è un utile si fa. Qui si crea attività utile. Redditività in cambio di occupazione. Se non ci fosse privato, l’area rimane così come è. Da tempo ci chiedono di approvare questa cosa. Doveva arrivare a dicembre ed è arrivata un anno dopo. Abbiamo analizzato il territorio. Ci sono 22 - 23 punti vendita in tutto il Lido, 85 compresi i bar. L’Amministrazione ha già ponderato il beneficio pubblico; un soggetto interviene e mette a disposizione area attrezzata. Questo spazio deve essere manutenzionato qui per la costruzione del supermercato. Ognuno poi, per quello che rappresenta, sarà libero per motivare il voto”.
Alle 16.45 chiude la Commissione.
Francesco Liparulo - Venezia
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