giovedì 26 luglio 2012

Cambio di passo dell'Italia

UNA LEGISLAZIONE GARANTE
DELLA CONVIVENZA SOCIALE
“Tra tante difficoltà e tensioni - ha affermato Giorgio Napolitano – è essenziale che ciascun soggetto istituzionale, economico e sociale faccia più che mai la sua parte e il suo dovere e che continui ad operare bene nell'interesse del Paese”. Per il Capo dello Stato l’Italia deve “sentirsi nazione unita e solidale”. “Sentirsi Italiani significa riconoscere come problemi di tutti quelli che preoccupano le famiglie in difficoltà, quelli che nei giovani suscitano, per effetto della precarietà e incertezza, pesanti interrogativi per il futuro”.

La crisi economico - finanziaria ha prodotto una diminuzione dei posti di lavoro. A perdere il posto di lavoro sono state soprattutto le nuove generazioni. Ci sono 2 milioni di giovani tra i 25 e i 34 anni senza lavoro. Occorrono misure per favorire lavoro non precario per i giovani – ha sostenuto Mario Monti - e iniziative per lo sviluppo economico e infrastrutturale, ricerca, formazione del capitale umano e coesione territoriale”. Si tratta di emanare una legislazione che garantisca un’ordinata convivenza sociale nella vera giustizia perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa.
Il lavoro è una dimensione fondamentale dell’esistenza dell’uomo che rimane sempre il soggetto della sua attività. “Siamo profondamente persuasi – ha detto Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana – che i giovani di oggi siano in grado di dare una spinta decisiva al cambio di passo del nostro Paese. Le loro mortificazioni e la loro rabbia ci inducono a ricordare che non si possono tradire. Stenta ad emergere una disponibilità al riequilibrio delle risorse che sono in campo. Nonostante la precarietà che sta segnando la loro giovinezza, non possono rinunciare “all’edificazione di una società che renda possibile anche per loro una vita buona”.
La realtà economica italiana è al 98% composta da micro e piccole aziende – ha affermato Giorgio Guerrini, presidente nazionale di Confartigianato – e occorre creare un ambiente adatto allo sviluppo di questa dimensione d’impresa”.

Quello che manca oggi all'Italia - ha evidenziato Mauro Colombo, presidente dei giovani imprenditori di Confartigianato - è un “Progetto per le nuove generazioni”. Per riprendere a crescere bisogna riportare l’attenzione sui giovani, tornando alla cultura del rischio e del talento, del merito e della libera iniziativa con uno spirito di concorrenza e di innovazione”. Si tratta di ridurre gli sprechi, avviare le riforme che mirino a dare certezza a chi fa impresa e crtea posti di lavoro.
C'è bisogno di lavorare per l'Italia senza polemiche – ha ripetuto più volte Pier Ferdinando Casini – ed esercitare un ruolo di responsabilità, individuando modalità organizzative e priorità programmatiche su cui si auspica un positivo confronto con il governo per il bene dell’Italia e per una autentica coesione nazionale. C’è bisogno di abbassarer il tasso di litigiosità, di pacificare l’Italia e riunificare il Paese. Basta polemiche, guardiamo avanti, guardiamo all’Italia che con le speculazioni internazionali in agguato ha bisogno del concorso di tutti senza confusione né distinzione di ruoli”.

Il fine delle Istituzioni politiche è quello di aiutare le persone per il loro sviluppo. L’azione morale di ogni persona si realizza nella costituzione del bene comune, cioè nell’agire sociale attraverso varie forme espressive che sono la famiglia, i gruppi sociali intermedi, le associazioni e le imprese di carattere economico.
Gli ordinamenti democratici dello Stato non possono essere soggiogati dal relativismo etico di coloro che non considerano essenziali, per il bene comune della società, i veri valori del popolo italiano che sono la dignità della persona che lavora, il mantenimento della sua famiglia, la sussidiarietà nel controllo dell’applicazione delle norme e la solidarietà sociale. Si tratta per gli esperti di generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati. La coesione tra le persone richiede la forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società civile.
La realizzazione del compimento della democrazia, nell’ordine sociale e politico, non è pienamente soddisfatta con l'esistenza di uomini e donne che vivono nella precarietà e nell'indigenza, perché l’economia è stata fondata sulla produttività del denaro e l’egoismo di alcuni politici. Il superamento degli egoismi, cioè il trionfo della giustizia sociale, costituisce il fine dell’agire politico per eliminare gli ostacoli dei cittadini che hanno diritto a una “vita buona”.

Il bene comune comprende non solo i servizi di utilità pubblica o di interesse nazionale , ma anche l’integrazione sociologica di tutto ciò che vi è di coscienza civica, virtù pubbliche senso de del diritto e della libertà, rettitudine morale, amicizia, felicità e virtù nelle vite individuali dei membri della società civile.

martedì 24 luglio 2012

Una nuova legge elettorale

DEMOCRATICISMO STRISCIANTE
NELLE MAGGIORANZE POLITICHE

Uno stato di pace sociale non dipende solo dagli accordi politici, economici, finanziari conclusi dagli esponenti della maggioranza parlamentare, ma dipenderà anche dall’adesione profonda della coscienza di tutti i parlamentari e dalla coerenza delle loro azioni.

La coesione tra le persone richiede la forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società. L’accostamento tra le persone deve esprimersi in una “cooperazione per cose concrete e determinate” a beneficio di tutti, senza alcuna distinzione che crei ingiustizie e soprusi.

Si auspica una società fondata sul rispetto dell'uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, sulla “fede nel progresso interno della vita e della storia” del popolo italiano, sulla forza della sua libertà e sul sacrificio di tutti i suoi martiri che hanno donato il sangue per la loro patria.

Gli elettori sono oggi di fronte al “male” del politico rappresentato dal "democraticismo strisciante": le maggioranze parlamentari manifestano prevaricazione nelle decisioni delle Camere parlamentari per nuove leggi non rispondenti ai veri bisogni del popolo italiano.

Il “mito del governo del popolo” con il continuo richiamo al “dogma” della sua sovranità, alla sua “volontà” o all’applicazione della “legge del numero” soffocano la democrazia.

La società politica necessita di rappresentanti non violenti che cercano di dare un senso all’esistenza concreta del cittadino che è soprattutto aspirazione alla libertà di realizzarsi nell’ambito di una comunità civile.

L'azione dell'eletto dal popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne.Le virtù del politico devono basarsi sul coraggio, la disciplina, il senso dell’onore, lo spirito di giustizia e lo spirito di sacrificio. Gli eletti devono essere in grado di mobilitare le forze morali e spirituali del popolo che conferisce loro la piena e autonoma rappresentanza democratica.

Si rivendica una discussione dentro il Parlamento per una maggiore aderenza alle istanze del popolo. I problemi legati alla perdita dei posti di lavoro, del precariato giovanile, della diffusione della povertà (5 milioni di famiglie stentano a vivere quotidianamente) sembrano non aver spazio nelle proposte del potere legislativo.

I parlamentari e gli amministratori non dovrebbero perdere il contatto con il sentire reale del popolo e con le sue istanze. Si tratta di eliminare gli sprechi, risolvere il problema dei giovani senza lavoro, promuovere la libertà di iniziativa dei cittadini, rispondere ai bisogni dei poveri e dei malati, far fronte alla mancanza di abitazioni per le giovani coppie, garantire a un prezzo equo il gas, i carburanti, l’acqua, la raccolta dei rifiuti.

Le maggioranze in Parlamento non dovrebbero comportarsi capricciosamente” e non dovrebbero far cadere le garanzie di autonomia delle persone.

La società civile è legata alla legge morale, cioè i semplici individui si ricollegano alla morale, alla eticità in quanto l’individuo è persona con una sua dignità. L'etica deve stare dentro la politica perché etica è fine della politica. La politica funziona se toglie gli ostacoli che il cittadino ha nella ricerca dell’appagamento dei suoi bisogni spirituali e materiali.

Lo Stato, avendo le sue radici nella società politica, è strumento del corpo politico in quanto è espressione al servizio dei cittadini e deve curarsi del bene pubblico, inteso come sicurezza, istruzione e universalità della legge.

L'attuale crescita degli indigenti, per la crisi economico-finanziaria e per la perdita dei posti di lavoro, evidenzia una forte diseguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale che deve essere affrontato ed eliminato dalle Amministrazioni governative e locali.

Etica è trasparenza dei rapporti sociali

UN PARTITO DELLA NAZIONE

PER LE PATOLOGIE SOCIALI
Il popolo italiano, come società politica costituita, cioè come insieme di coscienze personali che, avendo una storia in comune, attestata dall’unità di linguaggio, avendo scelto di vivere insieme con giustizia e cultura civica, ha deciso di autogovernarsi, di eleggere i propri governanti. Nella società civile, prodotto di ragione e forza morale, la priorità è data dalla coscienza personale. Il popolo è fatto di persone umane che si riuniscono sotto giuste leggi e reciproca amicizia per il bene comune della loro esistenza.
Ogni comunità, dalla famiglia alla città, si costituisce in vista di un bene, cioè guardando verso un fine. La comunità più alta è la comunità politica che tende al bene più alto, il vivere bene di tutti. Il fine delle Istituzioni politiche è quello di aiutare le persone per il loro pieno sviluppo, cioè di garantire ad ogni uomo o donna l’accesso ai beni materiali, culturali, morali e spirituali che sono patrimonio di tutto il popolo.
Nella città ci sono anche “patologie politiche da curare”. Il sistema politico è come un organismo. Le Istituzioni, se non vengono sottoposte a terapia, subiscono le stesse vicende dell’organismo umano. Quando trionfano le passioni, la democrazia degenera e porta alla demagogia. Il testimone del popolo chiamato a gestire il bene comune deve osservare e ascoltare i concittadini. Gli elettori sanno esprimere ciò che è giusto e ingiusto, perché hanno percezione del bene e del male. Non c’è famiglia e città se non c’è comunanza di ciò che è bene e male.
“Occorre impegnarsi - ha detto Giorgio Napolitano – perché dove si è creato del marcio, venga estirpato. I partiti ritrovino slancio ideale, tensione morale, capacità nuova di proposta e di governo”. Si tratta, per il Presidente della Repubblica, di essere accomunati nella stessa visione di libertà, di democrazia, di patria, di persona, di famiglia, di lavoro e di impresa nella realizzazione di un Paese in cui i partiti si confrontano sulla base di valori condivisi da tutti i cittadini.
Un “Partito della nazione” deve essere in grado di proporre agli Italiani una società fondata sulla libertà e sullo sviluppo economico. La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento. La politica raggiunge il suo fine più profondo quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza dei rapporti sociali.
"Chi ha fatto esperienza - ha detto Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia - bisognerebbe che continuasse a contribuire con il bagaglio che si è fatto ma che avesse la lungimiranza di lanciare volti nuovi. Il volto nuovo, se è stato preparato e aiutato anche da chi ha deciso di cedere il passo, fa instaurare un meccanismo virtuoso anche nell'agire politico".
Si tratta di costituire un "Partito della nazione" i cui componenti sanno essere "liberi e forti" per opporsi allo statalismo e alla demagogia, cioè sappiano valorizzare la dimensione del locale, agendo a livelli capillari, senza sfociare nel localismo che è pura retorica. Si tratta di valorizzare l'individuo nella comunità civile, cioè il diritto della persona deve essere integrato nel diritto di tutto il popolo.
Le "male bestie" di Luigi Sturzo sono ancora lo statalismo, la partitocrazia e lo sperpero del denaro pubblico. I valori cristiani del popolo italiano (dignità della persona umana, famiglia, solidarietà e sussidiarietà) sono indispensabili ad una valida democrazia, perché promuovono un sentimento della vita ancorato alla centralità dell'uomo e permettono una “convivenza ordinata e feconda”.
Gli Italiani con la loro ragione e volontà sapranno attingere alla loro fede nel progresso interno della vita e della loro storia, alla forza della loro libertà, posta al centro della cittadinanza, quale apertura di fini e di senso del loro futuro per superare le difficoltà del vivere quotidiano.

domenica 22 luglio 2012

I mercati finanziari esigono maggiore fiducia

SENSO DI RESPONSABILITÀ
PER GOVERNARE LA CRISI
“Più daremo ai mercati – ha sostenuto Giorgio Napolitano – l’immagine di un Paese dove le forze fondamentali politiche, ma anche sociali, hanno comune consapevolezza e senso di responsabilità, più ne potremo guadagnare anche in termini di fiducia da parte dei mercati finanziari. I venti dell’instabilità finanziaria internazionale hanno pesantemente soffiato, e soffiano, contro le nostre economie mettendo in ginocchio interi settori produttivi.
Per il Presidente della Repubblica, “c’è necessità del ricostituirsi di un cemento nazionale unitario che consenta la massima mobilitazione di grandi energie di cui potenzialmente l’Italia dispone, allo scopo di superare questa fase molto critica per l’Europa e, specificamente, per l’Italia”. Si tratta di affrontare “la crisi più grave da mezzo secolo che minaccia il futuro del Paese”.
Per affrontare la sfida della crescita economica, “occorre aumentare le risorse finanziarie – ha detto Fabrizio Onida, professore di Economia Internazionale all’università Bocconi di Milano – e cercare di orientarle lungo alcuni progetti specifici”. L’innovazione per la crescita economica “deve essere nel nostro Paese - ha evidenziato l’economista - più robusta, non deve essere solo con fondi europei, che devono essere comunque cofinanziati, ma anche fatta con risorse nazionali e regionali”.
Anche Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, ha detto, in una recente intervista al “Corriere della Sera”: “Il governo è sulla strada giusta. Non pregiudichiamo però il futuro. La lotta all’evasione fiscale è positiva, il sostegno all’innovazione delle imprese importante, la riforma del lavoro potrà avere effetti significativi. Intenti e misure condivisibili, ma risorse modeste”.
“Se non apriamo ai giovani - ha sostenuto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria – nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l’Italia”.
È allarmante il Rapporto 2012 dell’Istituto nazionale di statistica: il 41,9% degli Italiani compresi tra i 25 e i 34 anni vive ancora in casa con i genitori; il 45% di loro dichiara che non è in grado di mantenersi economicamente, pagare un affitto o accedere a un mutuo per acquistare la casa.
Negli ultimi 4 anni i nuovi poveri sono aumentati del 14%, percentuale che nel Sud (secondo la Caritas) arriva la 74%.
5 milioni di famiglie “vivono in povertà”. “È da 10 anni che salari e pensioni non sono state salvaguardate dall’aumento del costo della vita – ha evidenziato il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) – e questo ha impoverito le famiglie, costrette a intaccare i risparmi e a ridurre i consumi con effetti negativi per la crescita”.
“Il compito di ristabilire un’Italia capace di crescere – ha detto Mario Monti – è appena cominciato. Il futuro dell'Italia dipende dalla volontà riformatrice della politica in Italia. La crisi sta imponendo un prezzo altissimo alle famiglie, ai giovani, ai lavoratori, alle imprese. Ci battiamo ogni giorno per evitare il drammatico destino della Grecia”.
“Indispensabile l'impegno comune - ha sostenuto Napolitano - per far fronte alla difficile situazione economica e finanziaria”. Per il Presidente, la parola unità “si sposa con pluralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà. Sentirsi Italiani significa riconoscere come problemi di tutti quelli che preoccupano le famiglie in difficoltà”.
“Siamo ad un punto di disfunzione democratica pericolosissima – ha detto Marco Vitale al Centro Congressi della Fiera di Verona – dobbiamo ricostruire la democrazia del nostro Paese e mondialmente dobbiamo ricostruire il pensiero economico”. L’economista ha incitato i giovani a impegnarsi per una “Democrazia Sostanziale Coerente” in grado di consentire “un paziente lavoro coerente” da parte della società politica per “traghettare l'Italia fuori da questa situazione attraverso dismissioni, sviluppo del reddito e la diminuzione della macchina politica che è la più costosa del mondo”.
La prospettiva di coloro che credono nei principi della persona umana, della famiglia e della sussidiarietà è quella personalistica comunitaria. Si tratta di riconoscere l’importanza della libertà di scelta di ogni uomo e donna con l’organizzazione dal basso della società civile, cioè favorire la libertà delle persone che vogliono realizzare il bene comune. Il ruolo della giustizia è quello di eliminare gli ostacoli alle pacifiche relazioni tra le persone, eliminando le ingiustizie sociali che creano odio e risentimenti tra chi gode di benefici e chi non dispone nemmeno dell’essenziale per vivere.
Si tratta per gli esperti dell’economia di dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L’applicazione del principio di sussidiarietà significa che lo Stato non deve togliere alla famiglia quei compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantirle il suo sostegno, assicurando l’aiuto di cui ha bisogno per assumere le sue responsabilità. La solidità del nucleo familiare è risorsa per la qualità della convivenza sociale.
Insofferenza, disagio, protesta scaturiscono dai cittadini che vedono minacciata la loro esistenza sociale. Si chiede che non sia trascurata la famiglia che deve difendersi di fronte al potere economico e finanziario del mercato globalizzato che mira soltanto al profitto utilitaristico. La vita sociale richiede che la famiglia abbia un ruolo pubblico nella comunità perché è il perno di giunzione essenziale fra la persona, la società e lo Stato. Il suo carattere originario, antecedente allo Stato, richiede la promozione della sua funzione da parte delle Istituzioni.

Prima dell’impegno per i diritti dell’uomo c’è quello per il diritto ad essere uomini, cioè ad essere considerate persone che tendono a conquistare la piena autosufficienza nella comunicazione e nell’amicizia con altre persone. Senza il collegamento ai valori della vita, gli stessi diritti dell’uomo perdono il loro vigore, cioè divengono semplici enunciati che possono essere revocati in qualsiasi momento.

L'attività politica non deve essere fondata sull’odio, la gelosia, l’egoismo, l’orgoglio, l’astuzia, ma basarsi sulla “forza dell’amore”, cioè occorre amare il proprio avversario politico ed essere umano nei suoi confronti. La politica, l’economia, la sociologia possono realizzare i loro fini attuando una morale aperta, estesa ad ogni uomo, una morale del bene e del male e non solo dell’utile.

I componenti del "Partito della nazione" intendono creare una nuova forza che dia “centralità all'interesse generale nell’azione politica e speranza di crescita ad un Paese disilluso”. I politici moderati prevedono una riforma elettorale che consenta finalmente la nascita di partiti politici e schieramenti omogenei. Il sistema elettorale auspicato è quello proporzionale tedesco che prevede con uno sbarramento percentuale la riduzione dei partiti. Si auspica un centro politico (popolare, europeista, moderato e riformatore) che rappresenterà il partito della nazione distinto dal populismo demagogico e dal particolarismo territoriale degli interessi localistici.

La società civile potrà durare nel tempo se la libertà sociale è ben salda sulla giustizia e sul senso dell’amicizia civica. Il ruolo della giustizia è quello di eliminare gli ostacoli alle pacifiche relazioni tra le persone, cioè eliminare le ingiustizie sociali che creano odio e risentimenti tra chi gode di benefici e chi non dispone nemmeno dell’essenziale per vivere. L’amicizia conferisce dinamicità alle relazioni interpersonali perché infonde entusiasmo che sprigiona le energie più profonde dell’animo umano.I politici devono conoscere i valori umani e morali coinvolti nella realizzazione del bene sociale, cioè conoscere ed applicare con responsabilità l’aspetto politico della giustizia sociale, dell’amicizia, del rispetto della persona umana dall’inizio del suo concepimento fino alla sua morte naturale.

giovedì 19 luglio 2012

Esigenza di solidarietà e sussidiarietà

IL POPOLO CHIEDE ALLO STATO
IMPEGNO PER LA SOCIETÀ CIVILE

Nella nostra storia – ha sostenuto Giorgio Napolitano – la parola unità si sposa con pluralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà. È il divario tra Nord e Sud, è la condizione del Mezzogiorno che si colloca al centro delle nostre preoccupazioni. Ed è rispetto a questa questione che ritardano a venire risposte adeguate. E non c’è dubbio che la risposta vada trovata in una nuova qualità e in un accresciuto dinamismo del nostro sviluppo economico, facendo leva sul ruolo di protagonisti che sono oggi chiamati ad assolvere il mondo dell’impresa e il mondo del lavoro. Sentirsi Italiani significa riconoscere come problemi di tutti quelli che preoccupano le famiglie in difficoltà, quelli che nei giovani suscitano, per effetto della precarietà e incertezza, pesanti interrogativi per il futuro”.

La produttività del sistema Paese - ha sostenuto Mario Draghi - ristagna perché il sistema non si è ancora adattato alle nuove tecnologie, alla globalizzazione”. La questione è la gestione dell'economia. Lo Stato ha anche il compito di promuovere la ripresa economica e l'occupazione con spesa pubblica, cioè consentire il finanziamento di opere pubbliche, strade, acquedotti, telecomunicazioni. Occorre dare uno slancio all'economia con la produzione di beni e consumo, dando ad organismi indipendenti la gestione della loro fase attuativa.

I rappresentanti del popolo che siedono in Parlamento sono investiti di autorità per valutare il benessere dei cittadini, cioè governare per il popolo ed avere come fine della loro attività politica l’interesse del “Bene comune” del popolo fatto di soggetti che sono persone umane. Lo Stato è per il popolo, cioè garanzia e promozione di “vita buona” per tutti i cittadini.

Oggi il controllo dell'autorità politica è diventato un problema perché chi è investito di potere tenta di sfuggire il controllo ed evitare la trasparenza. Il potere politico difficilmente accetta il controllo dal basso, cioè dalla società politica. L'autorità dei parlamentari sale dal basso e non può essere assoluta perché deve tener conto delle istanze che provengono dai cittadini.

La cellula vitale della società è ls famiglia e lo Stato non può disinteressarsi. C’è un basso tasso di natività in Italia perché non si promuove un’agevolazione di tipo fiscale ed economico per i nuclei familiari. La società politica deve perpetuare se stessa ed occorre introdurre più profondamente i criteri di solidarietà e sussidiarietà.

Soltanto la sussidiarietà, cioè la possibilità di permettere alle famiglie di trovare i giusti rimedi ai loro bisogni, può evitare le derive di tipo corporativistico e la formazione delle "lobby" che fanno eleggere deputati per i loro interessi e non per il bene di tutti i cittadini.

Il Partito della nazione chiama i testimoni del popolo per realizzare lo sviluppo economico, la libertà politica e civile, la coesione sociale. Occorre vincere la globalizzazione con un governo della globalizzazione economica e finanziaria, cioè attuare una economia sociale di mercato, evitando l’assistenzialismo statale che soffoca la libertà e promuovendo la solidarietà e la sussidiarietà.

mercoledì 18 luglio 2012

Tensioni tra Stato e società civile

ALLARMANO I DATI STATISTICI
LA POVERTÀ È IN AUMENTO
È recessione. Gli Italiani apprendono che 5 milioni di famiglievivono in povertà”.
È allarmante il Rapporto 2012 dell'Istituto nazionale di statistica: il 20,3% dei figli degli operai si iscrivono all’Università contro il 61,9% delle famiglie agiate. Il 41,9% degli Italiani di età compresa tra i 25 e i 34 anni vive ancora in casa con i genitori; Il 45% di loro dichiara che non è in grado di mantenersi economicamente, pagare un affitto o accedere a un mutuo per acquistare la casa.
Negli ultimi 4 anni i nuovi poveri sono aumentati del 14%, percentuale che nel Sud (secondo la Caritas) arriva al 74%. Nel primo trimestre del 2012 la spesa delle famiglie italiane per l’Istat è diminuita del 2,4% rispetto al primo trimestre del 2011.
Le famiglie italiane risparmiano su tutto e si è verificato un calo dell’11,8% sui beni durevoli come auto, articoli di arredamento ed elettrodomestici. Inoltre sono calati anche gli acquisti di medicinali e prodotti per la cura delle persone.
Per il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori), è da 10 anni che salari e pensioni non sono state salvaguardate dall’aumento del costo della vita e questo ha impoverito le famiglie, prima costrette a intaccare i risparmi e poi a ridurre i consumi con effetti negativi sulla crescita del Paese. Le manovre governative hanno peggiorato una situazione già drammatica.
C'è recessione: il prodottto interno lordo italiano e sceso è sceso dell’1,2% e il deficit per l’Fmi ( Fondo monetario internazionale) è salito negli ultimi mesi dall’1,6% al 2,4%.
La crisi internazionale ha colpito tutti – ha detto Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea – ma in modo particolare i giovani. La iniqua distribuzione del peso della flessibilità solo sui giovani porta le imprese a non investire nei giovani il cui capitale umano spesso si deteriora in impieghi in scarso valore aggiunto. Oltre a ferire l’equità, costituisce uno spreco che l’Italia non può permettersi perché il sottoutilizzo delle risorse dei giovani riduce in vari modi la crescita”. Per Draghi crescita ed equità sono strettamente connesse occorre “riorientare il consolidamento verso un aumento dei tagli alla spesa e la riduzione della pressione fiscale”.
“Dobbiamo modernizzare e innovare Confindustria – ha detto Giorgio Squinzi, il neo presidente, all’Assemblea generale degli industriali. Siamo imprenditori, dobbiamo modernizzare e innovare la nostra Associazione. Dobbiamo farlo con equilibrio senza sconvolgere un sistema che è necessario e ha funzionato bene, senza uscire mai dal merito delle singole questioni. Se non apriamo ai giovani – ha esplicitato Squinzi – nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l’Italia. Lo Stato deve far fronte alle sue obbligazioni verso i “fornitori” ed acceleri i pagamenti sia per il debito pregresso sia per quello che riguarda le nuove forniture. Alle banche e allo Stato chiediamo uno sforzo aggiuntivo per il credito alle imprese”.
Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, in una recente intervista al “Corriere della Sera” ha affermato: “Il governo è sulla strada giusta. Va detta una verità. Il bilancio pubblico è rilevante, ma nella media europea se si pensa che ogni anno oltre il 5% finisce per pagare gli interessi sul debito. Non pregiudichiamo però il futuro: su scuola, formazione e ricerca bisogna investire di più. La terapia d’urto del governo è necessaria. La lotta all’evasione fiscale è positiva, il sostegno all’innovazione delle imprese importante, la riforma del lavoro potrà avere effetti significativi. Intenti e misure condivisibili, ma risorse modeste”.
La società politica è destinata essenzialmente allo sviluppo delle condizioni di ambiente che portino tutti i cittadini a un grado di vita materiale, intellettuale e morale conveniente al bene e alla pace sociale.
La comunità politica contribuisce, così come la comunità familiare, a procurare nella persona gli inizi di quella crescita che la persona conduce al suo termine. Occorre che la società abbia un'anima fatta di buona volontà, di relazione, di rispetto e di amore da persona a persona e tra persona e comunità che possono dare alla vita del corpo politico un carattere veramente umano.
Si tratta di costruire una società il cui centro non è l'individuo, ma la persona che si realizza liberamente nella vita quotidiana.
L'idea dinamica dominante in questo ideale concreto è quella della libertà e della realizzazione della dignità umana.
Il "Partito della nazione” si impegna a realizzare questo ideale di società civile fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, sulla fede nel progresso interno della vita e della storia del popolo italiano e sulla forza della libertà.
La libertà per i cittadini deve essere anche libertà nell'economia che deve svilupparsi secondo i principi della libera iniziativa, del libero mercato, della competizione.
Il mercato deve tener conto di tutti, perché così può essere non solo morale ma anche efficiente, in quanto non si può escludere dal benessere, abbandonare nell’emarginazione, nella malattia e nella miseria una parte importante dei cittadini.
La libertà è anche quella di far valere il principio din sussidiarietà che sprona i cittadini a controllare lo Stato per farlo intervenire soltanto quando essi non possono raggiungere con le loro forze e istituzioni i beni e servizi a cui tengono. L'applicazione significa che lo Stato non deve togliere alla famiglia quei compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantirle il suo sostegno, assicurando l’aiuto di cui ha bisogno per assumere le sue responsabilità.
Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualistiche perché la persona e i suoi bisogni sono al centro dell’attenzione delle autorità politiche.
La missione per gli aspiranti al “Partito della nazione” è quella di agire per poter partecipare alla costruzione di un Paese dove non ci siano cittadini di serie B, un Paese dove nessuno possa avere paura se al governo c’è il suo avversario politico, cioè un Paese dove ciascuno possa seguire la propria vocazione, possa realizzarsi e dare il meglio di sé, dove lo Stato non espropri i cittadini di ciò che sono riusciti a conquistare attraverso il lavoro e sacrifici di una vita. Si tratta di realizzare uno Stato dove ciascuno possa tenere aperta la porta della speranza e tenere alta la bandiera della libertà.
Occorre agire per una società fonfata sulla libertà, sullo sviluppo economico, sulla solidarietà, cioè una società basata sui valori del cristianesimo, sulla famiglia naturale fondata sul matrimonio, formata dall’unione di un uomo e di una donna, nella quale far nascere e far crescere i figli.
Si tratta di promuovere una Patria nella quale tutti gli Italiani si riconoscono e che tutti amano, perché è la casa comune di tutti, senza distinzioni.

mercoledì 11 luglio 2012

La crescita degli indigenti evidenzia ingiustizia sociale

IL TERREMOTO FINANZIARIO
CREA VORAGINI NELLA SOCIETÀ
Le gravi difficoltà che il Paese sta vivendo – ha scritto Giorgio Napolitano in un messaggio all’Assemblea generale 2012 di Confindustria – e che il governo sta affrontando nello sforzo di aprire nuove prospettive di sviluppo sostenibile, di crescita unitaria ed equilibrata dell’economia nazionale, pongono al centro dell’attenzione istituzionale e politica il sistema delle imprese. È qui una fondamentale ragione di forza dell’Italia, una leva decisiva per superare la crisi attuale, anche nei suoi più critici e preoccupanti aspetti sociali”.
Il Presidente della Repubblica è preoccupato per la crisi economica – finanziaria che crea tra le famiglie italiane continue disuguaglianze che mettono a rischio la civile convivenza. Nel Paese c’è “una persistente difficoltà di intraprendere nuove iniziative economiche e di conseguire una occupazione stabile e consona alle attitudini e capacità acquisite”.
È allarmante il Rapporto 2012 dell'Istituto nazionale di statistica: il 20,3% dei figli degli operai si iscrivono all’Università contro il 61,9% delle famiglie agiate. Il 41,9% degli Italiani di età compresa tra i 25 e i 34 anni vive ancora in casa con i genitori; Il 45% di loro dichiara che non è in grado di mantenersi economicamente, pagare un affitto o accedere a un mutuo per acquistare la casa. Il 33,7% delle donne in Italia tra i 25 e i 54 anni non percepiscono alcun reddito; in Francia sono il 10,9%, in Spagna il 22,8% e mediamente il 19,8% nei 27 Paesi dell’Unione europea. Aumentano le disparità nei servizi sociali tra Nord e Sud. La spesa sociale diminuisce in questi anni della crisi dell’1,5% nel Mezzogiorno ma aumenta del 6% nel Nord-Est, del 4,2% nel Nord-Ovest e del 5% al centro. Per i servizi sociali i comuni calabresi spendono 26 euro a persona e a Trento la cifra arriva a 295 euro.
Negli ultimi 4 anni i nuovi poveri sono aumentati del 14%, percentuale che nel Sud (secondo la Caritas) arriva al 74%. Nel primo trimestre del 2012 la spesa delle famiglie italiane per l’Istat è diminuita del 2,4% rispetto al primo trimestre del 2011. Le famiglie italiane risparmiano su tutto e si è verificato un calo dell’11,8% sui beni durevoli come auto, articoli di arredamento ed elettrodomestici. Inoltre sono calati anche gli acquisti di medicinali e prodotti per la cura delle persone. Per il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori), è da 10 anni che salari e pensioni non sono state salvaguardate dall’aumento del costo della vita e questo ha impoverito le famiglie, prima costrette a intaccare i risparmi e poi a ridurre i consumi con effetti negativi sulla crescita del Paese. Le manovre governative hanno peggiorato una situazione già drammatica. C'è recessione: il prodotto interno lordo italiano è sceso dell’1,2% e il deficit italiano per il Fondo monetario internazionale è salito negli ultimi mesi dall’1,6% al 2,4%.
La crisi internazionale ha colpito tutti – ha detto Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea – ma in modo particolare i giovani. La iniqua distribuzione del peso della flessibilità solo sui giovani porta le imprese a non investire nei giovani il cui capitale umano spesso si deteriora in impieghi in scarso valore aggiunto. Oltre a ferire l’equità, costituisce uno spreco che l’Italia non può permettersi perché il sottoutilizzo delle risorse dei giovani riduce in vari modi la crescita”. Per Draghi crescita ed equità sono strettamente connesse occorre “riorientare il consolidamento verso un aumento dei tagli alla spesa e la riduzione della pressione fiscale”.
Dobbiamo modernizzare e innovare Confindustria – ha detto Giorgio Squinzi, il neo presidente, all’Assemblea generale degli industriali. Siamo imprenditori, dobbiamo modernizzare e innovare la nostra Associazione. Dobbiamo farlo con equilibrio senza sconvolgere un sistema che è necessario e ha funzionato bene, senza uscire mai dal merito delle singole questioni. Se non apriamo ai giovani – ha esplicitato Squinzi – nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l’Italia. Lo Stato deve far fronte alle sue obbligazioni verso i “fornitori” ed acceleri i pagamenti sia per il debito pregresso sia per quello che riguarda le nuove forniture. Alle banche e allo Stato chiediamo uno sforzo aggiuntivo per il credito alle imprese”.
Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, in una recente intervista al “Corriere della Sera” ha affermato: “Il governo è sulla strada giusta. Va detta una verità. Il bilancio pubblico è rilevante, ma nella media europea se si pensa che ogni anno oltre il 5% finisce per pagare gli interessi sul debito. Non pregiudichiamo però il futuro: su scuola, formazione e ricerca bisogna investire di più. La terapia d’urto del governo è necessaria. La lotta all’evasione fiscale è positiva, il sostegno all’innovazione delle imprese importante, la riforma del lavoro potrà avere effetti significativi. Intenti e misure condivisibili, ma risorse modeste”.
Per Mario Monti, capo del governo, è fondamentale l’accento sull’importanza dell’investimento pubblico, nazionale ed europeo. Le prospettive di crescita dell’Europa e dell’Italia devono prendere le mosse dal triangolo istruzione - innovazione - ricerca. “Più si va a fondo – ha sostenuto a Bruxelles il Professore, durante la riunione del Consiglio economico e finanza dell’Unione europea (Ecofin) – per risolvere i problemi più immediati, più si vede che è difficile farlo senza andare verso più integrazione politica. La misura più urgente è l’unione finanziaria con un’autorità di vigilanza sulle banche”.
L'uscita dalla crisi per Monti richiede un rilancio della crescita a livello europeo per una decisa ripresa in Italia degli investimenti pubblici, in infrastrutture e in capitale umano, in ricerca e in innovazione, specie nelle regioni in ritardo di sviluppo. Si tratta di far ricorso a risorse europee e di mobilitare nuovi strumenti finanziari per progetti di crescita al fine di affrontare la competitività nell’attuale globalizzazione dei mercati.
In piena recessione si parla di moneta unica e di unione politica europea. La Banca centrale europea cerca di garantire la stabilità dell’euro e concede alle banche tassi di interesse agevolati che non vanno a beneficiare le imprese perché si riempiono i forzieri delle banche, ma l’ossigeno vitale non arriva agli imprenditori disperati senza il sostegno del credito e nemmeno alle famiglie monoreddito che assistono impotenti alla perdita di lavoro dei capifamiglia.
C'è l'esigenza di uno Stato che riconosca e sostenga le famiglie e le imprese secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo. L’esortazione è quella di realizzare una società giusta il cui centro è la persona.
“Al Paese – sostiene il Presidente della Repubblica – occorre ora stabilità e una nuova legge elettorale che consenta nuove elezioni per eliminare l’evidente scollamento dei cittadini dalla politica e per ridare slancio e capacità innovativa al sistema politico e istituzionale”.
Il “Partito della nazione” propone cittadini che hanno un programma di idee e vogliono realizzare cose concrete per far funzionare in modo efficace l’economia locale e concorrere all’economia di tutto il Paese. Si tratta di rispondere ai bisogni dei meno abbienti, di riequilibrare le aree produttive e abitative, di garantire lavoro ai capifamiglia e prospettive di impiego per i milioni di giovani che sperano nei loro governanti, di realizzare trasporti senza inquinamento, di garantire servizi sostenibili per gas, acqua, energia e raccolta rifiuti.
La realizzazione del compimento della democrazia, nell’ordine sociale e politico, non è pienamente soddisfatta con l’esistenza di uomini e donne che vivono quotidianamente nella precarietà e nell’indigenza. Il trionfo della giustizia sociale costituisce il fine dell’agire politico per eliminare gli ostacoli dei cittadini che hanno diritto a una “vita buona”. Il bene comune comprende non solo i servizi di utilità pubblica o di interesse nazionale, ma anche l’integrazione sociologica di tutto ciò che vi è di coscienza civica, virtù pubbliche, senso del diritto e della libertà, rettitudine morale, amicizia, felicità e virtù nelle vite individuali dei membri della società civile.