mercoledì 18 luglio 2012

Tensioni tra Stato e società civile

ALLARMANO I DATI STATISTICI
LA POVERTÀ È IN AUMENTO
È recessione. Gli Italiani apprendono che 5 milioni di famiglievivono in povertà”.
È allarmante il Rapporto 2012 dell'Istituto nazionale di statistica: il 20,3% dei figli degli operai si iscrivono all’Università contro il 61,9% delle famiglie agiate. Il 41,9% degli Italiani di età compresa tra i 25 e i 34 anni vive ancora in casa con i genitori; Il 45% di loro dichiara che non è in grado di mantenersi economicamente, pagare un affitto o accedere a un mutuo per acquistare la casa.
Negli ultimi 4 anni i nuovi poveri sono aumentati del 14%, percentuale che nel Sud (secondo la Caritas) arriva al 74%. Nel primo trimestre del 2012 la spesa delle famiglie italiane per l’Istat è diminuita del 2,4% rispetto al primo trimestre del 2011.
Le famiglie italiane risparmiano su tutto e si è verificato un calo dell’11,8% sui beni durevoli come auto, articoli di arredamento ed elettrodomestici. Inoltre sono calati anche gli acquisti di medicinali e prodotti per la cura delle persone.
Per il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori), è da 10 anni che salari e pensioni non sono state salvaguardate dall’aumento del costo della vita e questo ha impoverito le famiglie, prima costrette a intaccare i risparmi e poi a ridurre i consumi con effetti negativi sulla crescita del Paese. Le manovre governative hanno peggiorato una situazione già drammatica.
C'è recessione: il prodottto interno lordo italiano e sceso è sceso dell’1,2% e il deficit per l’Fmi ( Fondo monetario internazionale) è salito negli ultimi mesi dall’1,6% al 2,4%.
La crisi internazionale ha colpito tutti – ha detto Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea – ma in modo particolare i giovani. La iniqua distribuzione del peso della flessibilità solo sui giovani porta le imprese a non investire nei giovani il cui capitale umano spesso si deteriora in impieghi in scarso valore aggiunto. Oltre a ferire l’equità, costituisce uno spreco che l’Italia non può permettersi perché il sottoutilizzo delle risorse dei giovani riduce in vari modi la crescita”. Per Draghi crescita ed equità sono strettamente connesse occorre “riorientare il consolidamento verso un aumento dei tagli alla spesa e la riduzione della pressione fiscale”.
“Dobbiamo modernizzare e innovare Confindustria – ha detto Giorgio Squinzi, il neo presidente, all’Assemblea generale degli industriali. Siamo imprenditori, dobbiamo modernizzare e innovare la nostra Associazione. Dobbiamo farlo con equilibrio senza sconvolgere un sistema che è necessario e ha funzionato bene, senza uscire mai dal merito delle singole questioni. Se non apriamo ai giovani – ha esplicitato Squinzi – nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l’Italia. Lo Stato deve far fronte alle sue obbligazioni verso i “fornitori” ed acceleri i pagamenti sia per il debito pregresso sia per quello che riguarda le nuove forniture. Alle banche e allo Stato chiediamo uno sforzo aggiuntivo per il credito alle imprese”.
Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, in una recente intervista al “Corriere della Sera” ha affermato: “Il governo è sulla strada giusta. Va detta una verità. Il bilancio pubblico è rilevante, ma nella media europea se si pensa che ogni anno oltre il 5% finisce per pagare gli interessi sul debito. Non pregiudichiamo però il futuro: su scuola, formazione e ricerca bisogna investire di più. La terapia d’urto del governo è necessaria. La lotta all’evasione fiscale è positiva, il sostegno all’innovazione delle imprese importante, la riforma del lavoro potrà avere effetti significativi. Intenti e misure condivisibili, ma risorse modeste”.
La società politica è destinata essenzialmente allo sviluppo delle condizioni di ambiente che portino tutti i cittadini a un grado di vita materiale, intellettuale e morale conveniente al bene e alla pace sociale.
La comunità politica contribuisce, così come la comunità familiare, a procurare nella persona gli inizi di quella crescita che la persona conduce al suo termine. Occorre che la società abbia un'anima fatta di buona volontà, di relazione, di rispetto e di amore da persona a persona e tra persona e comunità che possono dare alla vita del corpo politico un carattere veramente umano.
Si tratta di costruire una società il cui centro non è l'individuo, ma la persona che si realizza liberamente nella vita quotidiana.
L'idea dinamica dominante in questo ideale concreto è quella della libertà e della realizzazione della dignità umana.
Il "Partito della nazione” si impegna a realizzare questo ideale di società civile fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, sulla fede nel progresso interno della vita e della storia del popolo italiano e sulla forza della libertà.
La libertà per i cittadini deve essere anche libertà nell'economia che deve svilupparsi secondo i principi della libera iniziativa, del libero mercato, della competizione.
Il mercato deve tener conto di tutti, perché così può essere non solo morale ma anche efficiente, in quanto non si può escludere dal benessere, abbandonare nell’emarginazione, nella malattia e nella miseria una parte importante dei cittadini.
La libertà è anche quella di far valere il principio din sussidiarietà che sprona i cittadini a controllare lo Stato per farlo intervenire soltanto quando essi non possono raggiungere con le loro forze e istituzioni i beni e servizi a cui tengono. L'applicazione significa che lo Stato non deve togliere alla famiglia quei compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantirle il suo sostegno, assicurando l’aiuto di cui ha bisogno per assumere le sue responsabilità.
Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualistiche perché la persona e i suoi bisogni sono al centro dell’attenzione delle autorità politiche.
La missione per gli aspiranti al “Partito della nazione” è quella di agire per poter partecipare alla costruzione di un Paese dove non ci siano cittadini di serie B, un Paese dove nessuno possa avere paura se al governo c’è il suo avversario politico, cioè un Paese dove ciascuno possa seguire la propria vocazione, possa realizzarsi e dare il meglio di sé, dove lo Stato non espropri i cittadini di ciò che sono riusciti a conquistare attraverso il lavoro e sacrifici di una vita. Si tratta di realizzare uno Stato dove ciascuno possa tenere aperta la porta della speranza e tenere alta la bandiera della libertà.
Occorre agire per una società fonfata sulla libertà, sullo sviluppo economico, sulla solidarietà, cioè una società basata sui valori del cristianesimo, sulla famiglia naturale fondata sul matrimonio, formata dall’unione di un uomo e di una donna, nella quale far nascere e far crescere i figli.
Si tratta di promuovere una Patria nella quale tutti gli Italiani si riconoscono e che tutti amano, perché è la casa comune di tutti, senza distinzioni.

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