martedì 30 marzo 2010

L’agire dei “Promotori della Libertà”

SOLIDARIETÀ SUSSIDIARIETÀ
VALORI PER GLI ITALIANI
“La libertà non è sinonimo di individualismo – scrive in una nota
Berlusconi, in occasione del ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino – non significa libertà di fare ciò che più ci aggrada e ciò che è possibile fare grazie ai progressi della scienza e della tecnica. La libertà è vera libertà quando è relazione con gli altri, cioè rivendica non solo i legittimi diritti, ma si fa carico dei doveri anche nei confronti degli altri popoli. Questo è il nostro sentimento di libertà”.
Per il leader del PdL, la libertà è l’essenza dell’uomo, l’essenza della nostra intelligenza e del nostro cuore, l’essenza della capacità di amare, l’essenza della nostra capacità di operare.
“Accanto al bene individuale – scrive Benedetto XVI nella lettera enciclica “Caritas in Veritate”- c’è un bene legato al vivere sociale delle persone che è il bene comune. È il bene di quel “noi tutti”, formato da individui, famiglie e gruppi intermedi che si uniscono in comunità sociale. Volere il bene comune e adoperarsi per esso è esigenza di giustizia e di amore”.
La società politica è destinata essenzialmente allo sviluppo delle condizioni di ambiente che portino tutti i cittadini a un grado di vita materiale, intellettuale e morale conveniente al bene e alla pace sociale.
La comunità politica contribuisce, così come la comunità familiare, a procurare nella persona gli inizi di quella crescita che la persona conduce al suo termine. Occorre che la società abbia un'anima fatta di buona volontà, di relazione, di rispetto e di amore amore da persona a persona e tra persona e comunità che possono dare alla vita del corpo politico un carattere veramente umano.
Si tratta di costruire una società il cui centro non è l'individuo, ma la persona che si realizza liberamente nella comunità civile.
L'idea dinamica dominante in questo ideale concreto è quella della libertà e della realizzazione della dignità umana.
I Promotori della Libertà si impegnano a realizzare questo ideale di società civile fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, sulla fede nel progresso interno della vita e della storia del popolo italiano e sulla forza della libertà.
La libertà per Berlusconi deve essere anche libertà nell'economia che deve svilupparsi secondo i principi della libera iniziativa, del libero mercato, della competizione.
Il mercato deve tener conto di tutti, perché così può essere non solo morale ma anche efficiente. in quanto non si può escludere dal benessere, abbandonare nell’emarginazione, nella malattia e nella miseria una parte importante dei cittadini.
La libertà è anche quella di far valere il principio di sussidiarietà che sprona i cittadini a controllare lo Stato per farlo intervenire soltanto quando essi non possono raggiungere con le loro forze e istituzioni i beni e servizi a cui tengono. L'applicazione significa che lo Stato non deve togliere alla famiglia quei compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantirle il suo sostegno, assicurando l’aiuto di cui ha bisogno per assumere le sue responsabilità.
Soltanto la costituzione di una società a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualistiche perché la persona e i suoi bisogni sono al centro dell’attenzione delle autorità politiche.
La missione per i testimoni del popolo è quella di agire per poter partecipare alla costruzione di un Paese dove non ci siano cittadini di serie B, un Paese dove nessuno possa avere paura se al governo c’è il suo avversario politico, cioè un Paese dove ciascuno possa seguire la propria vocazione, possa realizzarsi e dare il meglio di sé, dove lo Stato non espropri i cittadini di ciò che sono riusciti a conquistare attraverso il lavoro e sacrifici di una vita. Si tratta di realizzare uno Stato dove ciascuno possa tenere aperta la porta della speranza e tenere alta la bandiera della libertà.
I testimoni della libertà agiscono per una società fondata sulla libertà, sullo sviluppo economico, sulla solidarietà, cioè una società basata sui valori del cristianesimo, sulla famiglia naturale fondata sul matrimonio, formata dall’unione di un uomo e di una donna, nella quale far nascere e far crescere i figli.
Si tratta di promuovere una Patria nella quale tutti gli Italiani si riconoscono e che tutti amino, perché è la casa comune di tutti, senza distinzioni.
I cittadini con il loro voto riconoscono l'agire di Silvio Berlusconi per una società politica in cui vince l’amore e gli manifestano la loro fiducia affinché possa “realizzare le riforme necessarie per l’ammodernamento e lo sviluppo del Paese".

domenica 28 marzo 2010

I testimoni "Promotori della Libertà"

PER LA SOCIETÀ CIVILE
FORTI NELLA LIBERTÀ
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del Convegno Internazionale al Centro Congressuale “Le Ciminiere” di Catania, per le celebrazioni del 50° anniversario della morte di Don Luigi Sturzo, ha inviato il 2 ottobre 2009 ai partecipanti il seguente messaggio: “Il Convegno rappresenta una significativa occasione di riflessione sul pensiero di uno dei principali artefici dell'impegno dei cattolici nella vita politica del Paese.
La viva attualità del pensiero di Sturzo e il patrimonio di idee scaturite dalla concezione cristiana della storia, insita nella sua visione religiosa e da una esperienza di vita improntata alla strenua difesa dei principi della democrazia, sono ancora oggi, a cinquanta anni dalla scomparsa, indiscussa testimonianza di una lezione morale ed intellettuale ispirata ai valori di libertà, solidarietà e coesione sociale”.
Il neo Presidente del Parlamento Europeo, Jerzy Buzek, presente al Convegno, ha detto: “Don Sturzo ci ha insegnato che i valori religiosi sono importantissimi e ancora attuali. È nostro dovere metterli in pratica e dare seguito alla loro attualità.
L'Europa deve occuparsi dei diritti umani fondamentali: oggi è necessario prendere coscienza dei veri problemi, anche quelli che temiamo. Le vere sfide da affrontare sono quelle dell’energia e dell’ambiente: soltanto avendo fiducia nel pensiero cristiano possiamo ricostruire il tessuto sociale della nostra Europa”.
Wilfried Martens, presidente del Partito Popolare Europeo, citando Don Sturzo, ha affermato: “…I padri fondatori del PPE avevano convinzioni radicali di libertà, responsabilità e dignità dell'essere umano, considerato come soggetto e non come oggetto della storia… Con le buone idee stimoleremo le linee economiche per la sicurezza dei cittadini...Siamo pronti ad affrontare le sfide von i valori comuni del PPE … per un mercato sociale ... Siamo forti e uniti per l’Europa”.
La “rettitudine intellettuale e morale”, la “testimonianza di amore, libertà e di servizio al popolo" del prete di Caltagirone, fondatore nel 1919 del Partito Popolare Italiano, costituiscono valori fondamentali per tutti gli Italiani. Il suo appello “A tutti gli uomini liberi e forti” di combattere per difendere nella loro interezza “gli ideali di giustizia e libertà” scuote gli animi e sprona i cuori generosi per affrontare le sfide della globalizzazione e dell’immigrazione.
La comunità politica ha bisogno di testimoni che le insegnino la razionalizzazione morale della vita sociale. Si avverte la necessità di uomini che mantengano la tensione morale nei cittadini e li aiutino a ritrovare la propria identità.
Le prove del riconoscimento dei fini essenzialmente umani della vita politica e delle sue istanze più profonde sono essenziali per affrontare le “male bestie” di Sturzo che sono, ancora oggi, lo statalismo, la partitocrazia e lo sperpero del denaro pubblico.
Lo Stato, espressione e strumento del corpo politico, deve essere “veramente popolare”, riconoscere i “limiti della sua attività”, rispettare gli organismi naturali e sociali intermedi, applicare il principio di sussidiarietà, cioè aiutare economicamente, istituzionalmente e legislativamente tutte le entità sociali più piccole, iniziando dalla famiglia.
La famiglia italiana di oggi deve affrontare l’attuale crisi finanziaria, economica e valoriale. Si tratta di recuperare “le radici della crescita delle Regioni per promuovere le loro qualità produttive che fanno vincere le sfide della globalizzazione. Milioni di Italiani vivono, secondo le recenti statistiche, con la metà del reddito medio nazionale (circa 600 euro al mese) . La crescita degli indigenti evidenzia una forte disuguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale.
La famiglia genera legami di appartenenza, dà forma sociale alle persone, trasmette valori culturali, etici, sociali, spirituali, essenziali per lo sviluppo della società civile.
“I programmi di aiuto – scrive Benedetto XVI nella lettera enciclica “Caritas in Veritate” devono essere erogati coinvolgendo … anche gli attori economici e i soggetti della società civile portatori di cultura. I programmi di aiuto devono assumere in misura sempre maggiore le caratteristiche di programmi integrati e partecipati dal basso”.
La razionalizzazione morale dell'agire politico deve fondarsi sulla giustizia, la legge e la reciproca amicizia. Si tratta di sforzarsi per applicare le strutture politiche al servizio del bene comune, della dignità della persona e del senso dell’amore fraterno.
L'attività politica deve basarsi sui bisogni più intimi della vita delle persone e dell’esigenza della pace sociale, dell’amore, delle energie morali e spirituali. Occorre agire nella comunicazione e utilizzare mezzi morali per essere liberi.
La forza della società politica presuppone la giustizia perché si avvale delle energie dei cittadini in quanto energie di uomini liberi che sanno esprimersi con l’amore.
Il compito politico della società è un compito di civilizzazione e di cultura che si propone di aiutare i cittadini ad essere liberi. Questo compito è morale perché ha lo scopo di migliorare le condizioni della vita quotidiana. I mezzi devono essere proporzionati e appropriati al fine del corpo politico che è la giustizia e la libertà.
Lo slogan degli aderenti al Partito Popolare Europeo è “forte per i cittadini”.
La virtù della fortezza è il mezzo per il conseguimento dei fondamenti della vita della società. Si tratta di essere saldi nell'adesione al bene comune che deve riversarsi su tutti i cittadini, cioè sostenere e affrontare con pazienza, sofferenza e generosità le ingiustizie politiche ed economiche. L’uso della forza spirituale è regola di condotta per coloro che vogliono vivere conformemente alla dignità della persona umana.
L’attività politica non deve essere fondata sull’odio, l’avidità, la gelosia, l’egoismo, l’orgoglio e l’astuzia. La “forza dell’amore” significa amare il proprio avversario politico ed essere umani nei suoi confronti, cioè essere aderenti alla verità dell’uomo.
“Lo sviluppo, il benessere sociale, un’adeguata soluzione dei gravi problemi socio-economici che affliggono l’umanità – scrive il papa nell’opera sopracitata – hanno bisogno di questa verità”.
La politica della verità è basata sul coraggio personale e sulle energie di coloro che orientano la politica al suo vero fine, cioè aderire coscientemente con tutte le forze per l’affermazione della dignità di ogni uomo con spirito di carità. Questo modo di agire è politica di solidarietà e la comunità civile si mantiene tale se è coesa nell’amore fra tutti i cittadini.
La democrazia può vivere e svilupparsi se è ispirata dal principio essenziale della spiritualità cristiana che è la carità. I valori del popolo italiano sono cristiani e devono penetrare la cultura e promuovere il benessere della comunità civile. La politica, l’economia, la sociologia possono realizzare i loro fini attuando ciò che si deve fare oggi per il benessere di tutti.
La virtù dei forti in politica deve superare la potenza dell’egoismo e la cupidigia delle ambizioni, nell’interesse della giustizia, della libertà, della pace e dell’amicizia fraterna.
Nella lotta politica a cui è sottoposto un raggruppamento politico, l’etica cristiana chiede l'instaurazione integrale dei valori cristiani. Sul piano della vita politica e sociale, l’accostamento tra le persone deve esprimersi in attività comuni per il bene comune della città di appartenenza senza alcuna distinzione che generi ingiustizie e soprusi.
Una morale aperta, estesa ad ogni uomo, una morale del bene e del male e non solo dell’utile, del rapporto umano, della libertà solidale costituisce per i cattolici “la cornice più appropriata per incentivare la collaborazione fraterna tra credenti e non credenti”.

giovedì 25 marzo 2010

I cittadini decidono il loro futuro

IL POPOLO DELLA LIBERTÀ
PER I VALORI DELL'ITALIA

Silvio Berlusconi è “ottimista” per il risultato delle prossime elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2010.
Gli Italiani - dice il Presidente del Popolo della Libertà - sono cittadini di buon senso e andranno tutti a votare, perché sanno benissimo che se non si recheranno alle urne avvantaggeranno la sinistra”.
Il 24 marzo Silvio è a Bari per sostenere la campagna del candidato alla Regione Puglia. Il leader esorta gli elettori al voto utile: “Il PdL è un partito assolutamente democratico, dove le scelte vengono fatte dagli organi previsti per statuto a maggioranza, ascoltando la voce del popolo, cioè ascoltando la gente, per prendere decisioni dal basso”.
Il voto – dice Berlusconi - sarà una scelta di campo. Un voto che dia forza al governo nazionale per fare le riforme nei prossimi tre anni”.
I temi scanditi dal Presidente del Consiglio sono: “Intercettazioni, par condicio da cancellare, immigrazione, riforma della giustizia e del fisco, riduzione del numero dei parlamentari, l’elezione diretta del premier o del capo dello Stato”.
Il problema è il futuro degli Italiani, cioè se la società civile conserverà i valori tramandati attraverso le generazioni. Si tratta di pensare la cultura del popolo, cioè se sarà rispettata l’eredità migliore della comunità civile in merito allo stato di diritto, alla giustizia, alla solidarietà, alle libertà politiche, civili, sociali per tutte le persone.
Le basi della nostra nazione, come entità permanente, sono le regole immutabili della legge naturale, la continuità culturale, la tradizione, la consapevolezza storica, l’amore della patria . A questi valori sono ancorati i cuori di tutti gli uomini e le donne.
Insofferenza, disagio, protesta scaturiscono dai cittadini che vedono minacciata la loro esistenza sociale. Un grido di allarme si eleva da tutti quelli che avvertono il diffondersi dell’idea che non esistono beni personali e morali non negoziabili.
Il modello naturale di famiglia, lo sviluppo della persona, il rispetto del soggetto umano non ancora nato, l'illiceità dell'aborto, l'illiceità dell'eutanasia, l'illiceità degli interventi genetici manipolati e non a scopo terapeutico costituiscono un complesso di beni in cui si esprime la dignità della persona umana dal concepimento sino alla morte naturale. Questi valori per i cristiani non si possono modificare col tempo.
I cittadini chiedono che non sia trascurata la famiglia che deve difendersi di fronte al potere economico e finanziario del mercato globalizzato che mira soltanto al profitto utilitaristico.
La vita sociale richiede che la famiglia abbia un ruolo pubblico nella comunità perché è il perno di giunzione essenziale fra la persona, la società e lo Stato. Il suo carattere originario, antecedente allo Stato, richiede la promozione della sua funzione da parte delle Istituzioni .
Prima dell’impegno per i diritti dell’uomo c’è quello per il diritto ad essere uomini, cioè ad essere considerate persone che tendono a conquistare la piena autosufficienza nella comunicazione e nell’amicizia con le altre persone.
Senza il collegamento ai valori della vita, gli stessi diritti dell’uomo perdono il loro vigore, cioè divengono semplici enunciati che possono essere revocati in qualsiasi momento.
L'attività politica non deve essere fondata sull’odio, la gelosia, l’egoismo, l’orgoglio, l’astuzia ma basarsi sulla forza dell'amore”, cioè occorre amare il proprio avversario politico ed essere umano nei suoi confronti.
La politica, l’economia, la sociologia possono realizzare i loro fini attuando una morale aperta, estesa ad ogni uomo, una morale del bene e male e non solo dell’utile.

martedì 9 marzo 2010

La politica pratica del PdL

DEMOCRAZIA SOFFOCATA
DA NORME E BUROCRAZIA

Le irregolarità nella presentazione delle liste regionali di candidati del Popolo della Libertà, per le elezioni del 28 e 29 marzo, non permettono a tutti i cittadini della Lombardia e del Lazio di scegliere liberamente i propri rappresentanti, esclusi dalla competizione elettorale.
Renata Polverini, segretario generale del sindacato UGL (Unione Generale del Lavoro), candidata della Regione Lazio del centrodestra e dell’UdC (Unione di Centro), dice: “Credo che sia un problema burocratico e bisogna impedire che un eccesso di burocrazia uccida la democrazia”.
“Appare strano – dicono i coordinatori nazionali del Popolo della Libertà – che proprio nelle due principali città, Roma e Milano, si sono messi in moto meccanismi che hanno portato alla non accettazione dei listini regionali PdL e della lista provinciale di Roma”.
Giorgio Napolitano firma il decreto “interpretativo”, elaborato dal Ministero dell’Interno e dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, e precisa sul sito del Quirinale: “Erano in gioco due interessi o “beni” entrambi meritevoli di tutela; il rispetto delle norme e delle procedure previste dalla legge e il diritto dei cittadini scegliere col voto tra programmi e schieramenti alternativi”.
Il Capo dello Stato sa dove sta il popolo e tiene “ferma una linea di indipendente e imparziale svolgimento del ruolo che la Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica”. Egli agisce per tutti i cittadini e dimostra di esistere con tutti gli Italiani in “spirito di leale cooperazione istituzionale”.
Le opposizioni contestano il decreto e manifestano contrasti e divisioni.
Oscar Luigi Scalfaro afferma: “Sarebbe stata “una follianon permettere agli elettori del PdL di Lazio e Lombardia di votare per le prossime regionali perché sarebbe stato eletto un organismo che non avrebbe rappresentato la realtà”.
“Bisogna dire con nettezza - dice Franco Marini, ex presidente del Senato – che il Capo dello Stato ha agito nell’interesse del Paese”.
Il Pd di Bersani indice una manifestazione contro il decreto del governo per il 13 marzo a Roma.
“Anche questa volta - sostiene Silvio Berlusconi – gli elettori sono di fronte a una scelta di campo tra un governo e un PdL che risolvono le emergenze e una sinistra che sa solo insultare e criticare. Se tornasse al governo la sinistra rimetterebbe l’Ici sulla prima casa, aumenterebbe dal 12,50% al 25% le tasse su Bot e Cct e introdurrebbe la patrimoniale, perché è in questo modo che vuole ridurre il deficit pubblico”.
L'idea di alcuni partiti di poter gestire la società politica soltanto in base a regole di procedura e di forma, senza tener conto dei valori sostanziali che animano le persone, rappresenta un utopismo che mira a manipolare le coscienze per fini utilitaristici. La cooperazione sociale richiede anche la condivisione di scopi.
L’obiettivo fondamentale del decreto “interpretativo” è quello di “assicurare la partecipazione al voto del numero più alto possibile di cittadini”.
Il fine delle Istituzioni politiche è quello di aiutare le persone per il loro pieno sviluppo, cioè di garantire ad ogni uomo o donna l’accesso ai beni materiali, culturali, morali e spirituali che sono patrimonio di tutto il popolo.
La democrazia procedurale estesa, cioè il riconoscimento eccessivo dato alle regole nei confronti dei contenuti sostanziali, entra in crisi quando nella società nascono tensioni di un certo rilievo, perché comporta la neutralizzazione dei valori fondanti della vita civile.
Gli elettori sceglieranno coloro che danno importanza alla libertà di ogni uomo o donna, cioè voteranno coloro che favoriscono la libertà di autonomia delle persone che desiderano “la vita buona”, cioè il bene comune che si riversa indistintamente su ogni persona che vuole realizzare se stessa e sentirsi parte delle organizzazioni sociali entro cui può svolgere la propria esistenza.

domenica 7 marzo 2010

La voce dei testimoni del popolo


ACCOLTO IL RICORSO DELL'ITALIA SUL CROCIFISSO


La Corte Europea ha finalmente dato un preciso segnale in favore della nostra tradizione cristiana italiana ed europea. Il 2 marzo ha infatti accolto il ricorso dell’Italia che contestava la precedente sentenza che di fatto consentiva la rimozione dei crocifissi dalle aule scolastiche. Una sentenza, quella del 3 novembre scorso, inaccettabile, che ha scatenato le proteste non solo dei cattolici praticanti ma anche quelle della stragrande maggioranza dei laici che vedono nella difesa delle nostre tradizioni cattoliche un punto essenziale di unità e di identità culturale italiana.
L’accoglimento del ricorso, quindi, segna un primo passo verso la sconfitta di questa guerra dichiarata non solo contro il cattolicesimo ma anche contro le nostre stesse radici. Ovviamente è solo l’inizio di un iter che si concluderà con una sentenza che verrà emanata tra alcuni mesi e che auspichiamo possa definitivamente mettere la parola fine a questo attacco senza senso e frutto di una cieca avversione verso qualunque simbolo cristiano. I simboli e la cultura cristiani hanno accompagnato per millenni la storia del nostro Paese e dell'Europa intera, il tentativo di eliminare questo patrimonio umano è incomprensibile e dannoso per l'intera collettività.
Deputato PdL e Presidente dei Cristiano Riformisti
On. Avv. Antonio Mazzocchi