martedì 31 gennaio 2017

Un Paese allo sbando senza trasparenza politica

CITTADINI ONESTI PER PROTEGGERE 
UNA COMUNITÀ CIVILE DALLA CORRUZIONE 
L'Italia ha bisogno di cittadini onesti garanti della "vita buona" per tutti. Si tratta di ascoltare le vere istanze del popolo che chiede l'applicazione del principio di sussidiarietà per impedire il dilagare dell'indigenza nella cittadinanza italiana. La partitocrazia invade lo spazio pubblico e in Parlamento domina la volontà generale del PD renziano.

Quale partito è in grado oggi di far emergere quei valori insiti nello spirito di ogni uomo e donna che offrono le ragioni di vivere anche se la lotta richiede sofferenza e sacrificio per far emergere le energie positive della nostra società? 

Si tratta di scegliere persone in grado di risvegliare nel popolo i valori che sono alla base di ogni comunità civile. 

Sul terreno politico, la lotta consiste nell'opporsi al male politico sotto forma di soprusi e di ingiustizie sociali. 

Occorre puntare sulle risorse del coraggio e delle energie di coloro che vogliono lottare affinché la politica stessa sia orientata al suo vero fine che è quello della solidarietà perché la società civile si fonda sulla coesione tra le persone e la solidarietà costituisce forza che tiene unità ogni comunità politica.

I candidati al governo delle città devono essere in grado di ridestare la tensione morale nella società civile per far esprimere ai cittadini la propria identità con l'impegno di tutti coloro che credono nei seguenti valori: dignità della persona, centralità della famiglia, libertà, responsabilità, uguaglianza, giustizia sociale, legalità, solidarietà e sussidiarietà. 
Si tratta di scegliere cittadini che presentano un programma di idee, realizzabili con la condivisione dell'etica del popolo, per far funzionare in modo corretto l'economia locale e concorrere all'economia di tutto il Paese.

Gli elettori vogliono cose concrete: migliorare i servizi alla persona basandoli sulla libertà di iniziativa e di scelta; saper rispondere ai bisogni dei meno abbienti e dei malati; riequilibrare aree produttive, abitative e aree verdi fruibili; garantire trasporti senza inquinamento; garantire servizi di buona qualità sostenibili a riguardo di gas, acqua, energia e raccolta rifiuti; garantire servizi educativi, ricreativi e sportivi. 

Occorre che sia applicata la sussidiarietà solidale con un'alleanza tra enti pubblici, privati ed entità sociali, valorizzando l'iniziativa di tutti i cittadini per la "vita buona" per tutti.

Francesco Liparulo - Venezia

Patrizi veneziani nel palazzo del basileus Manuele II Paleologo.

I patrizi di San Marco, scortati dalla Guardia Variaga, lasciano il porto e si dirigono al Sacro Palazzo dell’imperatore, situato nel distretto delle Blacherne all’estremità Nord occidentale della città. I cavalieri percorrono la strada interna alle mura marittime lungo il porto del Corno d’Oro ed entrano nella reggia imperiale, costituita da alcuni edifici. 
Il corteo si ferma davanti al palazzo, sede degli appartamenti imperiali.

Nel piazzale, antistante alla residenza dell’imperatore, è presente il bailo con il suo segretario, ser Francesco Filelfo, esperto non solo di diritto e di letteratura, ma anche della lingua greca.
I nobili veneziani, scortati dai funzionari del palazzo, vengono portati nella sala del trono, dove i principi della famiglia imperiale e alcune nobildonne sono in attesa di accogliere il basileus.
Tra i presenti ci sono alcuni che portano vistosi copricapi e sono oggetto degli sguardi furtivi delle nobildonne. Si tratta di musulmani accreditati alla corte paleologa ed appartenenti alle famiglie regnanti dell’Oriente: Arabi, Turchi seleucidi e ottomani, Mori dell’Africa, principi del Vicino, del Medio e dell’Estremo Oriente.
Ogni credente religioso ha nella città il luogo di preghiera inserito nel suo quartiere. Tutti sono mercanti e rispettano le leggi imperiali: il basileus è per tutti il giudice supremo e il legislatore unico della città.
All’improvviso si interrompe il brusio degli astanti e il silenzio domina nella sala.
Il responsabile del cerimoniale di corte, capo degli eunuchi di palazzo, fa sentire la sua voce: “Onore al basileus Manuele II ed al coimperatore Giovanni VIII”.
“Ho interrotto il mio ritiro dalla vita pubblica – dice l’imperatore rivolgendosi agli ospiti – la mia età non mi consente di dedicarmi alla difesa della città, affidata al mio figlio Giovanni che ha respinto nello scorso mese di agosto un sanguinoso attacco dei nemici della città. Alcuni degli assalitori bivaccano fuori le mura terrestri e impediscono l’apertura delle porte. Sono venuto per accogliere gli inviati del Serenissimo Doge che mi ha sempre accolto con tutti gli onori quando sono stato in Occidente, per chiedere aiuto ai regnanti e al venerabilissimo papa che ci sostiene con la sua opera mediatrice. Invoco sempre la Vergine Blachernissa, che ha sempre salvato la città, affinché continui a tenere le braccia alzate per tutti noi.
Nel convento, dedicato a Santa Maria Peribleptos, trascorro i miei giorni di silenzio e di preghiera. Venezia ha custodito da anni un pegno in gioielli che appartenevano alla basilissa Anna, di Casa Savoia e consorte di mio nonno, Andronico III.
La mia riconoscenza al Serenissimo Governo Veneto per la restituzione di questo scrigno. La famiglia imperiale sarà sempre riconoscente a chi difende l’imperatore dei Romani e la città consacrata alla Vergine, Madre della Santa Sapienza.
Io, che rappresento sulla Terra l’Onnipotente, dichiaro che Venezia ha il diritto di custodire e difendere per sempre il Sacro Palazzo”. 
Francesco Liparulo - Venezia
PS: Brano tratto da “Mercanti veneziani a Costantinopoli” di Francesco Liparulo in “Storie venete” di Francesco Liparulo. Vedigaleaveneta.blogspot.com su yahoo.it

lunedì 30 gennaio 2017

A Venezia la maggioranza di Brugnaro scricchiola

PER IL CONSIGLIERE RENZO SCARPA CI SONO PERSONE 
CHE  TEMONO  PER  IL  VALORE  DELLA  LORO  ATTIVITÀ
Sessione straordinaria del Consiglio Comunale in Ca’ Loredan giovedì 22 dicembre per la discussione e definizione delle linee di indirizzo per uno sviluppo armonico e condiviso dei pianini, ed in generale per l’utilizzo degli spazi pubblici.

Il 10 novembre scorso il Consiglio ha già approvato le proposte di deliberazione P.D. 334/2016 e P.D. 411/2016: Riordino dei Pianini e Chioschi - approvazione dell’Intesa fra Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto - Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna, Regione e Comune.



















“Le dimostrazioni di banco tipo - aveva affermato Boraso - saranno oggetto di discussione per evitare inutili speculazioni su tema delicato, rinviamo tema discussione alla specifica delibera; le dimostrazioni saranno oggetto di delibera alla specifica seduta”. 

Alle 18.32 si apriva il dibattito generale sulle delibere.

Il problema - sosteneva Giovanni Giusto di Lega Veneta Lega Nord - è lo Stato; 3 interlocutori: Soprintendenza, Regione e Comune di Venezia con 3 luoghi distinti. Voglio distinguere i luoghi di Stato e Amministrazione comunale. L’Amministrazione comunale e il Consiglio comunale rappresentano i cittadini che li hanno eletti per difendere i diritti dei plateatici e la cultura cittadina. Lo Stato applica le imposizioni senza andare a leggere il problema che crea con le comunità. Lo Stato ci impone la rielaborazione, l’adeguamento dell’attività commerciale che per i cittadini è unica risorsa di sopravvivenza e non gli frega se perdono tutto o in parte. Molti si sono indebitati; alcuni hanno fatto il mutuo. Lui decide, impone, ti obbliga. Noi siamo unica garanzia nei confronti nostra comunità. Seduta imposta da Stato per avere un riordino garantito entro il prossimo gennaio, non si può sforare. Come affrontare la contrapposizione avversaria, lo Stato? Se poi deve essere fatto rielaborazione, un riordino, mi sento di difendere un criterio in difesa della comunità, per il loro interesse. Considerare la meritevolezza di chi fa vero commercio, abilitato nella città e chi fa commercio abusivo. Conosciamo chi sono, sono schedati, arriveranno anche i vigili e li andiamo a beccare a casa. L’irregolare fruitore è l’abusivo, è gente che arriva da tutte le parti del mondo”.

Il pubblico gridava: “Bravo!”  

“Non ho capito il senso - affermava Giorgia Pea di Lista Brugnaro Sindaco - la città di Venezia sta a cuore a tutti noi. Lavoriamo tutti in modo intenso. Io non permetto di ridere sul nostro lavoro”.

“Se non ci permettete di continuare - diceva alle 18.40 la presidente del Consiglio -  sarò costretta a farvi allontanare dall’aula”.

Paolo Pellegrini sosteneva le parole di Pea

Renzo Scarpa della Lista Brugnaro Sindaco diceva: “Ho già detto in Commissione quello che penso”. 

Il consigliere aveva sostenuto il 24 ottobre che “il governo ha emanato leggi ed occorre muoversi nelle leggi e un riordino  della città è necessario”. L’attività turistica per Scarpa costituisce "la maggiore attività economica” in quanto a Venezia trovano lavoro molte persone che abitano fuori del Comune. “Si sta andando verso situazione che potrebbe impoverire la città - ha detto il consigliere - e nel riordino della città, chiarire alcuni elementi: quale città vogliamo? Monumenti, attività economiche o abitanti? Probabilmente l’insieme delle tre macro motivazioni però con il riferimento che questa città ha esigenze particolari secondo i periodi. Le attività di vendita nel passato contribuivano alla floridezza della città; oggi per contro abbiamo una legislazione che cerca di spostare i banchi che impediscono la visione dei palazzi. Questa legislazione culturale privilegia i monumenti e crea problemi alle attività economiche? NO! A un chiosco di questa città è stata imposta la cessazione; cessa l’attività. Non credo che possa ripetersi questo, la morte delle attività che oggi sono attive”.

Per Scarpa “se ci sono persone che protestano vuol dire che temono per il valore della loro attività”. “Ci sono questioni - sosteneva Scarpa - che non riguardano lo Stato. Il riordino  è esigenza di viabilità e questo è gestione locale. Non è vero che dobbiamo scaricare sullo Stato. La Sovrintendenza ha compito diverso. Si tratta di contemperare le esigenze dell’attività commerciale con le esigenze paesaggistiche e culturali”.

Si votava l’emendamento Scarpa con parere negativo di Giunta. 
Presenti 28, votanti 27, favorevoli 12, contrari 15, astenuti 1. Il Consiglio non approva. 

Si votava per la delibera n. 334 che interessa il riordino dei pianini di Campo Santa Margherita, Campo San Lio e Campo Santa Maria Formosa.
Presenti 29, votanti 21, favorevoli 20, contrari 1, astenuti 7, non votanti 1.  Il consiglio approva

Si discuteva la delibera n. 411 per il riordino dei panini di Campo Santa Maria del Giglio, Campo Sant’Angelo, Campo San Polo, campo Santo Stefano, San Vidal, San Leonardo e chioschi Fondamenta del Monastero.

Si votava la delibera n. 411.
Presenti 26, votanti 21, favorevoli 20, contrari 1, astenuti 4, non votanti1. Il Consiglio approva.


Francesco Liparulo - Venezia

L’agire sociale per la cittadinanza

AZIONE MORALE DI OGNI CITTADINO
CON LA COSTRUZIONE DEL BENE COMUNE
L'azione morale di ogni persona si realizza nella costituzione del bene comune, cioè nell'agire sociale attraverso varie forme espressive che sono la famiglia, i gruppi sociali intermedi, le associazioni, le imprese di carattere economico, le città, le regioni, lo stato e la comunità di un popolo.

L'Italia ha bisogno di un governo garante della "vita buona" per tutti i cittadini. Si tratta di ascoltare le vere istanze del popolo che chiede l'applicazione del principio di sussidiarietà per impedire il dilagare dell'indigenza nella cittadinanza italiana. La partitocrazia invade lo spazio pubblico e toglie al Parlamento il compito istituzionale di scegliere il primo cittadino della Repubblica italiana. Si tratta di scegliere un Capo dello Stato per salvare l'identità degli Italiani.

"In un periodo di perdurante crisi economica e sociale - ha affermato Raffaele Squitieri della Corte dei conti – forte è l’esigenza di un radicale ripensamento delle politiche pubbliche: dalla revisione della spesa pubblica all’eliminazione degli sprechi, dal potenziamento dei controlli alla semplificazione di norme e procedure, alla prevenzione e alla lotta alla corruzione".

Le maggioranze governative, dominate da una concezione individualistica della politica, non tengono conto del valore sociale della famiglia. Il fine delle Istituzioni politiche è quello di aiutare le persone per il loro pieno sviluppo, cioè di garantire ad ogni uomo o donna l’accesso ai beni materiali, culturali, morali e spirituali che sono patrimonio di tutto il popolo.

Tutti coloro che lottano per il bene del proprio Paese devono testimoniare che la famiglia naturale, fondata sul matrimonio di un uomo e una donna, è una vera comunità in cui le persone si scambiano gratuitamente amore e solidarietà. Questa opera fondamentale della società garantisce la trasmissione integrale dei valori culturali, etici, sociali e spirituali, essenziali per lo sviluppo e il benessere di tutto il popolo italiano.

La comunità civile potrà durare nel tempo se la libertà sociale è ben salda sulla giustizia e sul senso dell’amicizia civica. Il ruolo della giustizia è quello di eliminare gli ostacoli alle pacifiche relazioni tra le persone, cioè eliminare le ingiustizie sociali che creano odio e risentimenti tra chi gode di benefici e chi non dispone nemmeno dell’essenziale per vivere.

Francesco Liparulo - Venezia

L’indigenza dilaga nel Bel Paese

GLI ITALIANI VOGLIONO NUOVI GOVERNANTI
ADERENTI ALLE ASPETTATIVE DELLE FAMIGLIE
“Non più solo disoccupati, anziani o famiglie numerose: oggi vivono al di sotto della soglia di povertà anche i lavoratori, le famiglie non necessariamente numerose, i giovani. È quanto emerge dal rapporto per il 2016 su povertà ed esclusione sociale in Italia intitolato Vasi comunicanti, pubblicato il 17 ottobre dalla Caritas italiana. Dal 2007, anno che anticipa l’inizio della crisi economica, la percentuale di persone povere è più che raddoppiata, passando dal 3,1 per cento al 7,6 per cento”.

Qual è il problema? 
Gli elettori sono oggi di fronte al “male” del politico rappresentato dal "democraticismo strisciante": le maggioranze parlamentari manifestano prevaricazione nelle decisioni delle Camere parlamentari per nuove leggi non rispondenti ai veri bisogni del popolo italiano.

Il “mito del governo del popolo” con il continuo richiamo al “dogma” della sua sovranità, alla sua “volontà” o all’applicazione della “legge del numero” soffocano la democrazia.

La società politica necessita di rappresentanti non violenti che cercano di dare un senso all’esistenza concreta del cittadino che è soprattutto aspirazione alla libertà di realizzarsi nell’ambito di una comunità civile.

L'azione dell'eletto dal popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne. Le virtù del politico devono basarsi sul coraggio, la disciplina, il senso dell’onore, lo spirito di giustizia e lo spirito di sacrificio. Gli eletti devono essere in grado di mobilitare le forze morali e spirituali del popolo che conferisce loro la piena e autonoma rappresentanza democratica.

Si rivendica una discussione dentro il Parlamento per una maggiore aderenza alle istanze del popolo. I problemi legati alla perdita dei posti di lavoro, del precariato giovanile, della diffusione della povertà (6 milioni di italiani poveri stentano a vivere quotidianamente) sembrano non aver spazio nelle proposte del potere legislativo.

I parlamentari e gli amministratori non dovrebbero perdere il contatto con il sentire reale del popolo e con le sue istanze. Si tratta di eliminare gli sprechi, risolvere il problema dei giovani senza lavoro, promuovere la libertà di iniziativa dei cittadini, rispondere ai bisogni dei poveri e dei malati, far fronte alla mancanza di abitazioni per le giovani coppie, garantire a un prezzo equo il gas, i carburanti, l’acqua, la raccolta dei rifiuti.

Le maggioranze in Parlamento non dovrebbero “comportarsi capricciosamente” e non dovrebbero far cadere le garanzie di autonomia delle persone.

La società civile è legata alla legge morale, cioè i semplici individui si ricollegano alla morale, alla eticità in quanto l’individuo è persona con una sua dignità. 

L'etica deve stare dentro la politica perché etica è fine della politica. La politica funziona se toglie gli ostacoli che il cittadino ha nella ricerca dell’appagamento dei suoi bisogni spirituali e materiali.
Lo Stato, avendo le sue radici nella società politica, è strumento del corpo politico in quanto è espressione al servizio dei cittadini e deve curarsi del bene pubblico, inteso come sicurezza, istruzione e universalità della legge.

L'attuale crescita degli indigenti, per la crisi economico-finanziaria e per la perdita dei posti di lavoro, evidenzia una forte diseguaglianza tra ricchi e poveri.

Francesco Liparulo - Venezi

domenica 29 gennaio 2017

Ci sono questioni che non riguardano lo Stato


PER IL CONSIGLIERE RENZO SCARPA CI SONO PERSONE 
CHE  TEMONO  PER  IL  VALORE  DELLA  LORO  ATTIVITÀ
Sessione straordinaria del Consiglio Comunale in Ca’ Loredan giovedì 22 dicembre per la discussione e definizione delle linee di indirizzo per uno sviluppo armonico e condiviso dei pianini, ed in generale per l’utilizzo degli spazi pubblici.

Il 10 novembre scorso il Consiglio ha già approvato le proposte di deliberazione P.D. 334/2016 e P.D. 411/2016: Riordino dei Pianini e Chioschi - approvazione dell’Intesa fra Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto - Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna, Regione e Comune.

“Manca - affermava il mese scorso Giovanni Pelizzato della Lista Civica Casson - un quadro di insieme, una valutazione generale, la nostra idea sul futuro della città storica. Riflettere, se non è il caso di cambiare l’ordine dei fattori. Chiedo di non votare in questo Consiglio le delibere, sospendere la votazione e passare a discussione”.

“È previsto - diceva la dott.ssa Ermelinda Damiano, presidente del Consiglio Comunale, prima di passare al voto, un parere favorevole o contrario”.

“Dobbiamo inquadrare la situazione - affermava Paolo Pellegrini di Lista Luigi Brugnaro Sindaco - in prospetti di tempi. Siamo in situazione indipendente dal Consiglio Comunale. È urgente approvare le delibere per dar campo, per bandire il concorso per le concessioni, per regolarizzare. Sarei contrario ad approvare la Mozione di Pelizzato perché i tempi incalzano in maniera drastica”.

Monica Sambo del Partito Democratico sosteneva la Mozione Pelizzato e si appellava ai principi di “eguaglianza e imparzialità” invitando i consiglieri ad “avere visione di insieme. “Non abbiamo - evidenziava la consigliera - un Piano Generale della città. Ci sono criteri più o meno restrittivi in queste delibere per i Pianini. Credo rinviare a visione generale sia scelta migliore per evitare disparità”.

Si votava alle 17.42 la proposta di Pelizzato. 

Presenti 30, votanti 30, favorevoli 8, contrari 22. Il Consiglio non approva.

“Ritenuto che si possono verificare diseguaglianze di zone in esame rispetto a quelle già esaminate - affermava Sara Visman del Movimento 5 Stelle - chiedo sospensione delle richieste ex novo per evitare diseguaglianze per chi fa domanda su zona già esaminata e chi fa domanda su zona non esaminata”.

Paolo Pellegrini esprimeva “parere contrario” alla proposta della consigliera.

“Chiediamo che il Consiglio - diceva Rocco Fiano della Lista Civica Casson - sia in condizione  di definire il Quadro generale senza danneggiare nessuno.  Ci troviamo sempre a sentire cose già confezionate. Siamo il Consiglio per definire le linee guida di questa materia importante. Il Consiglio è artefice e decide indicazioni per gli Uffici. Siamo disponibili”.

Si votava la proposta Visman.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 6, contrari 21. Il Consiglio non approva. 


L’architetto Leo Schubert veniva invitato a intervenire in qualità di rappresentante delle zone interessate dalle delibere. “Voi qui decidete - sosteneva Schubert - su una piccola porzione che non è nemmeno il 20% ; sono aree di maggior pregio della città, siamo apolitici. Vogliamo la pianificazione. Non incentivare trasformazione di varie attività, inserire aree ludiche e lasciamo aree libere”.

Alle 17.55 veniva sospesa la seduta per una riunione dei capigruppo. Si riprende la discussione alle 18.20.  

Damiano La Rocca della Associazione (ambulanti) veniva invitato quale rappresentante di categoria. 

“Necessità mantenere - affermava La Rocca - la specificità dimensionale del mercato per i posteggi. Non sappiamo nulla di  come si vuol procedere sui banchi tipo, sulle loro misure reali. Non è vero che la Soprintendenza può intervenire in maniera autoritaria”.

Con queste delibere - affermava l’assessore Renato Boraso - l’Amministrazione porta il riordino delle aree così descritte: Campo Santa Margherita, Campo San Lio, Campo Santa Maria Formosa, Campo Santa Maria del Giglio, Campo Sant'Angelo, Campo San Polo, Campo Santo Stefano, San Vidal, San Leonardo e chioschi Fondamenta del Monastero. In ogni singolo campo riordinati plateatici e banchi. Ci sono state 11  Conferenze di servizio dal mese di aprile fino ad oggi e altresì 7 incontri con Soprintendenza, Regione e Uffici comunali. Si è cercato di salvaguardare ogni singola attività”.

Il pubblico in Sala manifestava la sua contrarietà con grida nei confronti della dirigente comunale Battaggia e con l’esposizione di scritte e striscioni: “Abbiamo mutui da pagare”, “Dacci spiegazione su singola delibera”, Battaggia a casa tua, verremo a mangiare tutti i giorni”. 

La dott.ssa Stefania Battaggia (Direzione Servizi al cittadino e Imprese) il 24 ottobre nella IX Commissione aveva illustrato le delibere con la proiezione di slide ed ha spiegato il lavoro dei tecnici per la mappatura nel centro storico di Venezia, indicando i plateatici già esistenti in Campo Santa Margherita. “Si vedono i plateatici già concessi - sosteneva Battaggia - e poi ci sono tratteggiamenti per quelli possibili. Si sono svolte 10 Conferenze di Servizi per fare le planimetrie e incontri con i tecnici per capire la posizione della Sovrintendenza per un punto di raggiungimento finale. Ci sono alcune modifiche. Dall’analisi paesaggistica con la Sovrintendenza, c’è posizione nel riordinare e ridimensionare le occupazioni di suolo pubblico. Decisioni che non penalizzano nessuno. Modifiche per diverse collocazioni private e allineamento diurno. Abbiamo riordinamento per ricollocazione e spostamento di alcuni plateatici; c’erano occupazioni che si sovrapponevano. Per Campo Santa Margherita le richieste della Sovrintendenza erano più morbide. San Lio è il secondo Campo ed è particolarmente compresso, è Campo piccolo con chiesa e presenza di plateatici. Ci sono 2 banchetti addossati alla chiesa e vengono spostati in Santa Maria Formosa. La situazione si è risolta. Non vengono soppressi i due posteggi ma spostati e ricollocati in maniera significativa”. 

“Le dimostrazioni di banco tipo - aveva affermato Boraso - saranno oggetto di discussione per evitare inutili speculazioni su tema delicato, rinviamo tema discussione alla specifica delibera; le dimostrazioni saranno oggetto di delibera alla specifica seduta”. 

Alle 18.32 si apriva il dibattito generale sulle delibere.

“Il problema - sosteneva Giovanni Giusto di Lega Veneta Lega Nord - è lo Stato; 3 interlocutori: Soprintendenza, Regione e Comune di Venezia con 3 luoghi distinti. Voglio distinguere i luoghi di Stato e Amministrazione comunale. L’Amministrazione comunale e il Consiglio comunale rappresentano i cittadini che li hanno eletti per difendere i diritti dei plateatici e la cultura cittadina. Lo Stato applica le imposizioni senza andare a leggere il problema che crea con le comunità. Lo Stato ci impone la rielaborazione, l’adeguamento dell’attività commerciale che per i cittadini è unica risorsa di sopravvivenza e non gli frega se perdono tutto o in parte. Molti si sono indebitati; alcuni hanno fatto il mutuo. Lui decide, impone, ti obbliga. Noi siamo unica garanzia nei confronti nostra comunità. Seduta imposta da Stato per avere un riordino garantito entro il prossimo gennaio, non si può sforare. Come affrontare la contrapposizione avversaria, lo Stato? Se poi deve essere fatto rielaborazione, un riordino, mi sento di difendere un criterio in difesa della comunità, per il loro interesse. Considerare la meritevolezza di chi fa vero commercio, abilitato nella città e chi fa commercio abusivo. Conosciamo chi sono, sono schedati, arriveranno anche i vigili e li andiamo a beccare a casa. L’irregolare fruitore è l’abusivo, è gente che arriva da tutte le parti del mondo”.

Il pubblico gridava: “Bravo!”  

“Non ho capito il senso - affermava Giorgia Pea di Lista Brugnaro Sindaco - la città di Venezia sta a cuore a tutti noi. Lavoriamo tutti in modo intenso. Io non permetto di ridere sul nostro lavoro”.

“Se non ci permettete di continuare - diceva alle 18.40 la presidente del Consiglio -  sarò costretta a farvi allontanare dall’aula”.

Paolo Pellegrini sosteneva le parole di Pea. 

“Noi - diceva Nicola Pellicani del Partito Democratico -  andiamo a regolamentare chi è già regolamentato e poi esiste un modo nel commercio abilitato che è libero commercio. Siamo in discussione su questioni importanti per la città. Andiamo a regolamentare ambito molto complesso, trovare equilibrio  tra le varie esigenze dei lavoratori come abbiamo ricordato in commissione. partito con piede sbagliato in commissione. È vero, stretti dalla legge Bolkestein, dobbiamo identificare il ruolo del Consiglio Comunale della città. Siamo partiti con il piede sbagliato. Noi prima definiamo i criteri per regolamentare e riorganizzare i campi. Ci sono conflitti come quelli dei ristoranti, banchi e plateatici. Dopo i criteri si decide per le questioni, andiamo forti con le decisioni. Dopo 11 Conferenze di servizio, dibattito con le categorie interessate, ci troviamo a dover ratificare decisioni già prese.  Non ci stiamo”. 

“Damiano La Rocca (dell’Associazione ambulanti) - diceva Maurizio Crovato di Lista Luigi Brugnaro Sindaco - chiedeva un altro consiglio comunale, di slittare fino al 2020. Lo Stato ci da direttive e lo slittamento non è possibile.  Come è stata trovata da Brugnaro la soluzione per Ruga degli Oresi, anche per voi il lavoro sarà rispettato. Noi ora abbiamo il compito di tutelare gli interessi generali. Il banco tipo è stato stralciato dalle delibere però non è stato toccato il posto di lavoro, più disponibilità di cosi!”.  

Sara Visman alle 18.58 riteneva che l’Amministrazione non abbia fatto “una discussione complessiva sull’attività della città”. “I posteggi - sostiene la consigliera - hanno criticità per l’estetica? Deve decidere su quale tipo di lavoro. I posteggi spostati per motivi paesaggistici, decretando la fine della città. Un ridimensionamento e questo è impossibile per certi operatori. Come diceva Pelizzato e Pellicani, dobbiamo fare qui discussione su ciò che si intende difendere, anche il tipo di lavoro. Non possiamo fare spostamenti per colpire gli abusivi, quando alla fine vengono colpite le attività veneziane. Bisogna partire dalla base e prendere la direzione che si vuole e non veleggiando a vista”.

Renzo Scarpa della Lista Brugnaro Sindaco diceva: “Ho già detto in Commissione quello che penso”. 

Il consigliere aveva sostenuto il 24 ottobre che “il governo ha emanato leggi ed occorre muoversi nelle leggi e un riordino  della città è necessario”. L’attività turistica per Scarpa costituisce "la maggiore attività economica” in quanto a Venezia trovano lavoro molte persone che abitano fuori del Comune. “Si sta andando verso situazione che potrebbe impoverire la città - ha detto il consigliere - e nel riordino della città, chiarire alcuni elementi: quale città vogliamo? Monumenti, attività economiche o abitanti? Probabilmente l’insieme delle tre macro motivazioni però con il riferimento che questa città ha esigenze particolari secondo i periodi. Le attività di vendita nel passato contribuivano alla floridezza della città; oggi per contro abbiamo una legislazione che cerca di spostare i banchi che impediscono la visione dei palazzi. Questa legislazione culturale privilegia i monumenti e crea problemi alle attività economiche? NO! A un chiosco di questa città è stata imposta la cessazione; cessa l’attività. Non credo che possa ripetersi questo, la morte delle attività che oggi sono attive”.

Per Scarpa “se ci sono persone che protestano vuol dire che temono per il valore della loro attività”. “Ci sono questioni - sosteneva Scarpa - che non riguardano lo Stato. Il riordino  è esigenza di viabilità e questo è gestione locale. Non è vero che dobbiamo scaricare sullo Stato. La Sovrintendenza ha compito diverso. Si tratta di contemperare le esigenze dell’attività commerciale con le esigenze paesaggistiche e culturali”.

Si votava l’emendamento Scarpa con parere negativo di Giunta. 
Presenti 28, votanti 27, favorevoli 12, contrari 15, astenuti 1. Il Consiglio non approva. 

Venivano discussi diversi emendamenti tra cui quello di Monica Sambo del PD che chiede di dare vivibilità  nei Campi ed evitare potenziali richieste evidenziate con il tratteggio delle planimetrie di zona.    

Si votava per la delibera n. 334 che interessa il riordino dei pianini di Campo Santa Margherita, Campo San Lio e Campo Santa Maria Formosa.
Presenti 29, votanti 21, favorevoli 20, contrari 1, astenuti 7, non votanti 1.  Il consiglio approva

Si discuteva la delibera n. 411 per il riordino dei panini di Campo Santa Maria del Giglio, Campo Sant’Angelo, Campo San Polo, campo Santo Stefano, San Vidal, San Leonardo e chioschi Fondamenta del Monastero.

Per Monica Sambo, lo spostamento dell’area banchetti dal centro strada all’area di fronte Sala San Leonardo andava a colpire l’attività dei residenti.  

Gli emendamenti proposti ottenevano parere negativo di Giunta e non vengono approvati dalla maggioranza del Consiglio. L’emendamento di Sambo, per la creazione di un’area ludica in Sant’Angelo, ottiene l’approvazione del Consiglio.  

Si chiedeva la dichiarazione di voto sulla delibera.

Sara Visman del Movimento 5 Stelle alle 20.44 diceva che il suo voto era “contrario” in quanto il Comune non aveva fatto nulla per preservare l’attività e che mettere a lavorare persone in condizioni precarie è deleterio. 

Si votava la delibera n. 411.
Presenti 26, votanti 21, favorevoli 20, contrari 1, astenuti 4, non votanti1. Il Consiglio approva.



Francesco Liparulo - Venezia

sabato 28 gennaio 2017

La colpa di uccidere l’innocente

PRETESA DEL DIRITTO POSITIVO 
CONTRO  LA   LEGGE   NATURALE
Lo Stato tedesco di Hitler è uno Stato di diritto e impone il suo diritto di guerra, il diritto di internare nei lager, il diritto dello sterminio e del genocidio.

Lo Stato sovietico di Stalin è uno Stato di diritto e impone il suo diritto di internare nei gulag e il suo diritto di eliminare i nemici politici.

Nel processo di Norimberga viene evocata la coscienza comune dell’umanità per i criminali della Seconda Guerra Mondiale. 
Gli accusati dicono: “Ho obbedito agli ordini”. Il tribunale tiene conto che al di sopra dell’ottica interna dello Stato nazista, cioè del diritto positivo nazista, c’è il diritto più alto che è la legge morale, cioè la coscienza che vieta di obbedire agli ordini ingiusti, immorali. 

Si assiste al trionfo del diritto naturale sul diritto positivo che pretende di emettere ordini anche contro la legge naturale, insita nella coscienza di ogni uomo.

La coscienza umana riconosce come male soprattutto quello di uccidere l’innocente. 

Mentre vige questa concezione, si continua nel mondo a praticare il genocidio. In tutte le culture si ritiene colpa grave uccidere l’innocente, cioè in modo non motivato. 

L’assassinio priva l’uomo dell’impulso naturale di continuare nell’esistenza. 

Il concetto di genocidio è male grave ed è deduzione della ragione concettuale.

La legge naturale è iscritta nell’essenza umana, è legge morale, cioè è norma di funzionamento fondato nell’essere che è uomo. 

La legge naturale appare come ordine ideale che si riferisce alle azioni umane e stabilisce la linea di demarcazione tra ciò che è consono alla natura umana e ciò che è in contrasto

La legge naturale è principio che disciplina e rende più concreta la divisione: fare il bene e non fare il male. 

Il principio della ragione pratica di fare il bene ed evitare il male è una delle inclinazioni fondamentali dell’uomo. Le inclinazioni sono preesistenti fin dall’antichità nella cultura e questa garanzia è di tipo storico-empirico.

La legge positiva deve essere dichiarazione legata in modo contingente alla legge naturale

La legge positiva dice ciò che dobbiamo fare e ciò che non dobbiamo fare

La legge positiva non può andare contro la legge naturale ma muoversi nel solco della legge naturale. La legge dice che non si può danneggiare l’altro. La legge positiva non può mai stabilire qualcosa che è contraria alla legge naturale, altrimenti la legge positiva non è più valida. 
Si parla di diritti e doveri dell’uomo come facce di un’unica medaglia in quanto il diritto è ciò che è dovuto all’uomo in quanto tale, cioè è il suo dovuto ed è dovuto dagli altri come obbligo. 

Il diritto degli altri è mio dovere perché sono obbligato a riconoscere il diritto che accende in me il dovere. 

Il diritto delle persone a non essere assassinate significa dovere degli altri di non assassinare.

Francesco Liparulo Venezia

venerdì 27 gennaio 2017

Il corpo politico vuole governanti per la globalizzazione

LEGGE ELETTORALE CONDIVISA 
PER UN GOVERNO DEMOCRATICO
L'attività politica deve basarsi sui bisogni più intimi della vita delle persone. 
L’autorità risiede nel popolo che ne mantiene il diritto e ne dà il diritto a un certo numero di persone, cioè il popolo mantiene il diritto all’autogoverno e attribuisce per cinque anni l’esercizio del diritto a governare ai suoi delegati parlamentari e agli amministratori locali. Il diritto e il dovere di governare viene delegato.

Si tratta di governo democratico nel senso che è governo del popolo, da parte del popolo e per il popolo, secondo la formula dell'americano Abramo Lincoln.

Nel momento storico della globalizzazione occorre migliorare l’organizzazione economica mondiale che risulta scompensata con il movimento dei capitali e con l’utilizzazione delle conoscenze tecnologiche. Occorre affrontare i problemi della comunità facendo riferimento al cittadino come persona umana e alla società politica strutturata in grande quantità di società e comunità d'ordine inferiore.

La Costituzione della Repubblica italiana è elemento fondamentale di convivenza in cui sono elencati diritti e doveri per tutti i cittadini e per i rappresentanti del popolo.
Nella democrazia parlamentare, i cittadini eleggono i rappresentanti che sono deputati a decidere sui vari aspetti della vita politica. Essi mantengono il possesso del diritto all’autogoverno che è inalienabile e trasferiscono l’esercizio del diritto ai rappresentanti scelti.

I candidati al governo del Paese devono essere in grado di ridestare la tensione morale nella società civile per far esprimere ai cittadini la propria identità con l’impegno di tutti coloro che credono nei seguenti valori: dignità della persona, centralità della famiglia, libertà, responsabilità, uguaglianza, giustizia sociale, legalità, solidarietà e sussidiarietà. 

Si tratta di scegliere cittadini che presentano un programma di idee, realizzabili con la condivisione dell’etica del popolo, per far funzionare in modo corretto l’economia locale e concorrere all’economia di tutto il

La società democratica dovrebbe strutturasi come società pluralistica organizzata secondo livelli diversi, cioè ordinata da persone, cittadini che formano una rete intermedia fatta di famiglie, sindacati e associazioni che danno struttura alla società e forma politica allo Stato.

La Repubblica Italiana con l’art.2 della Costituzione ha adottato il modello di socialità pluralistica per garantire i diritti delle persone singole e delle persone delle organizzazioni sociali.
La socialità umana ha grande varietà di espressione associativa: famiglia, comunità di lavoro, sindacati, comunità religiose, associazioni sportive, economiche e culturali.

Nella società democratica c’è idea di socialità ascendente, cioè dalla formula più umile della socialità familiare si dovrebbe ascendere alla socialità politica.

Lo Stato, espressione della società politica, dovrebbe partire dal basso, cioè emergere come auto-organizzazione politica della società civile. Il suo compito primo è il bene pubblico, cioè l’amministrazione della giustizia nel senso che deve garantire il diritto penale, affinché nessuno sia leso, e anche risolvere i problemi sociali, economici, amministrativi senza amministrare direttamente ma ammaestrando, cioè dando direttive e fissando le regole del gioco. Si tratta di dare spazio alla iniziativa privata perché lo Stato è gestore sprecone e maldestro. La società politica è in grado di essere autosufficiente, cioè in grado di poter garantire la buona vita, il vivere bene dei cittadini.

Oggi lo Stato è in crisi perché troppo angusto per risolvere i problemi imposti dalla globalizzazione ed è troppo dilatato per rappresentare gli interessi elementari dei cittadini.

Il cittadino esige la libertà di partecipazione politica

Nella piazza pubblica è meno sentita la resistenza del relativismo etico, tramandato dalla Rivoluzione francese. 

Il rapporto civile diventa anche rapporto morale. 

Il popolo, esercitando il suo diritto naturale e inalienabile all’autonomia e all’autogoverno, si pone come sorgente di autorità dal basso e come fondamento di politica democratica. Il diritto di comandare è del popolo che ne trasmette l’esercizio per partecipazione ai governanti.

Le attuali democrazie devono fare i conti con le sfide del mondo globalizzato

Si auspica un diverso rapporto tra individui e società civile, un diverso modo di concepire la dignità della persona e la dignità del suo lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza.

L'azione dell'eletto dal popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne.

Le virtù del politico devono basarsi sul coraggio, la disciplina, il senso dell’onore, lo spirito di giustizia e lo spirito di sacrificio.

Gli eletti devono essere in grado di mobilitare le forze morali e spirituali del popolo che conferisce loro la piena e piena autonoma rappresentanza democratica.

Si rivendica una discussione dentro il Parlamento per una maggiore aderenza alle istanze del popolo. 

I problemi dell’immigrazione, quelli legati alla perdita dei posti di lavoro, quelli del precariato giovanile sembrano non aver spazio nelle proposte del potere esecutivo.

Francesco Liparulo - Venezia

giovedì 26 gennaio 2017

La Costituzione italiana elemento fondamentale di convivenza

LEGGE ELETTORALE CONDIVISA
PER UN GOVERNO DEMOCRATICO

L'attività politica deve basarsi sui bisogni più intimi della vita delle persone.

L’autorità risiede nel popolo che ne mantiene il diritto e ne dà il diritto a un certo numero di persone, cioè il popolo mantiene il diritto all’autogoverno e attribuisce per cinque anni l’esercizio del diritto a governare ai suoi delegati parlamentari e agli amministratori locali.
Il diritto e il dovere di governare viene delegato.
Si tratta di governo democratico nel senso che è governo del popolo, da parte del popolo e per il popolo, secondo la formula dell'americano Abramo Lincoln.

Nel momento storico della globalizzazione occorre migliorare l’organizzazione economica mondiale che risulta scompensata con il movimento dei capitali e con l’utilizzazione delle conoscenze tecnologiche. Occorre affrontare i problemi della comunità facendo riferimento al cittadino come persona umana e alla società politica strutturata in grande quantità di società e comunità d'ordine inferiore.
La Costituzione della Repubblica italiana è elemento fondamentale di convivenza in cui sono elencati diritti e doveri per tutti i cittadini e per i rappresentanti del popolo.
Nella democrazia parlamentare, i cittadini eleggono i rappresentanti che sono deputati a decidere sui vari aspetti della vita politica. Essi mantengono il possesso del diritto all’autogoverno che è inalienabile e trasferiscono l’esercizio del diritto ai rappresentanti scelti.
I candidati al governo della città devono essere in grado di ridestare la tensione morale nella società civile per far esprimere ai cittadini la propria identità con l’impegno di tutti coloro che credono nei seguenti valori: dignità della persona, centralità della famiglia, libertà, responsabilità, uguaglianza, giustizia sociale, legalità, solidarietà e sussidiarietà.
Si tratta di scegliere cittadini che presentano un programma di idee, realizzabili con la condivisione dell’etica del popolo, per far funzionare in modo corretto l’economia locale e concorrere all’economia di tutto il
La società democratica dovrebbe strutturasi come società pluralistica organizzata secondo livelli diversi, cioè ordinata da persone, cittadini che formano una rete intermedia fatta di famiglie, sindacati e associazioni che danno struttura alla società e forma politica allo Stato.
La Repubblica Italiana con l’art.2 della Costituzione ha adottato il modello di socialità pluralistica per garantire i diritti delle persone singole e delle persone delle organizzazioni sociali.
La socialità umana ha grande varietà di espressione associativa: famiglia, comunità di lavoro, sindacati, comunità religiose, associazioni sportive, economiche e culturali.
Nella società democratica c’è idea di socialità ascendente, cioè dalla formula più umile della socialità familiare si dovrebbe ascendere alla socialità politica.
Lo Stato, espressione della società politica, dovrebbe partire dal basso, cioè emergere come auto-organizzazione politica della società civile. Il suo compito primo è il bene pubblico, cioè l’amministrazione della giustizia nel senso che deve garantire il diritto penale, affinché nessuno sia leso, e anche risolvere i problemi sociali, economici, amministrativi senza amministrare direttamente ma ammaestrando, cioè dando direttive e fissando le regole del gioco. Si tratta di dare spazio alla iniziativa privata perché lo Stato è gestore sprecone e maldestro.
La società politica è in grado di essere autosufficiente, cioè in grado di poter garantire la buona vita, il vivere bene dei cittadini.
Oggi lo Stato è in crisi perché troppo angusto per risolvere i problemi imposti dalla globalizzazione ed è troppo dilatato per rappresentare gli interessi elementari dei cittadini.
Il cittadino esige la libertà di partecipazione politica.
Nella piazza pubblica è meno sentita la resistenza del relativismo etico, tramandato dalla Rivoluzione francese. Il rapporto civile diventa anche rapporto morale.
Il popolo, esercitando il suo diritto naturale e inalienabile all’autonomia e all’autogoverno, si pone come sorgente di autorità dal basso e come fondamento di politica democratica. Il diritto di comandare è del popolo che ne trasmette l’esercizio per partecipazione ai governanti.
Le attuali democrazie devono fare i conti con le sfide del mondo globalizzato . Si auspica un diverso rapporto tra individui e società civile, un diverso modo di concepire la dignità della persona e la dignità del suo lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza.
L'azione dell'eletto dal popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne.
Le virtù del politico devono basarsi sul coraggio, la disciplina, il senso dell’onore, lo spirito di giustizia e lo spirito di sacrificio.

Gli eletti devono essere in grado di mobilitare le forze morali e spirituali del popolo che conferisce loro la piena e piena autonoma rappresentanza democratica.
Si rivendica una discussione dentro il Parlamento per una maggiore aderenza alle istanze del popolo. I problemi dell’immigrazione, quelli legati alla perdita dei posti di lavoro, quelli del precariato giovanile sembrano non aver spazio nelle proposte del potere esecutivo.
Francesco Liparulo - Venezia

La giustizia sociale per l'indigenza

LA DISAFFEZIONE VERSO LA POLITICA 
INDICE DI  DEMOCRAZIA  CARENTE
Qual è il problema?
Il compito dei governanti è quello di emanare una legislazione che garantisca un’ordinata convivenza sociale nella vera giustizia perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa. Si chiede di ritrovare il primato dell’economia reale su quella finanziaria governando la globalizzazione e risolvendo il problema del debito pubblico. I pilastri del popolo italiano rimangono “il senso della famiglia, il gusto della qualità della vita, la tradizione religiosa e l’amore del bello”.

Il compito della giustizia è quello di eliminare gli ostacoli alle pacifiche relazioni tra le persone, eliminando le ingiustizie sociali che creano odio e risentimenti tra chi gode di benefici e chi non dispone nemmeno dell’essenziale per vivere. I politici devono conoscere ed applicare con responsabilità l’aspetto politico della giustizia sociale, dell’amicizia e del rispetto della persona.
Impoverimento delle famiglie, crescente disaffezione verso la politica, peggioramento di alcune prospettive di stabilità per il lavoro dei giovani, aumento della ricchezza per pochi e indebitamento crescente per molti.
"Chi governa dovrebbe avere il coraggio di impostare le manovre economiche assicurando speranza ai giovani".
Si tratta per gli esperti dell’economia di dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L'applicazione del principio di sussidiarietà significa che lo Stato non deve togliere alla famiglia quei compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantirle il suo sostegno, assicurando l’aiuto di cui ha bisogno per assumere le sue responsabilità. La solidità del nucleo familiare è risorsa per la qualità della convivenza sociale.
Occorre vincere la globalizzazione con un governo della globalizzazione economica e finanziaria, cioè attuare una economia sociale di mercato e promuovendo la solidarietà e la sussidiarietà.
Francesco Liparulo - Venezia

La Costituzione italiana elemento fondamentale di convivenza

LEGGE ELETTORALE CONDIVISA
PER UN GOVERNO DEMOCRATICO
L'attività politica deve basarsi sui bisogni più intimi della vita delle persone.

L’autorità risiede nel popolo che ne mantiene il diritto e ne dà il diritto a un certo numero di persone, cioè il popolo mantiene il diritto all’autogoverno e attribuisce per cinque anni l’esercizio del diritto a governare ai suoi delegati parlamentari e agli amministratori locali.
Il diritto e il dovere di governare viene delegato.
Si tratta di governo democratico nel senso che è governo del popolo, da parte del popolo e per il popolo, secondo la formula dell'americano Abramo Lincoln.

Nel momento storico della globalizzazione occorre migliorare l’organizzazione economica mondiale che risulta scompensata con il movimento dei capitali e con l’utilizzazione delle conoscenze tecnologiche. Occorre affrontare i problemi della comunità facendo riferimento al cittadino come persona umana e alla società politica strutturata in grande quantità di società e comunità d'ordine inferiore.
La Costituzione della Repubblica italiana è elemento fondamentale di convivenza in cui sono elencati diritti e doveri per tutti i cittadini e per i rappresentanti del popolo.
Nella democrazia parlamentare, i cittadini eleggono i rappresentanti che sono deputati a decidere sui vari aspetti della vita politica. Essi mantengono il possesso del diritto all’autogoverno che è inalienabile e trasferiscono l’esercizio del diritto ai rappresentanti scelti.
I candidati al governo della città devono essere in grado di ridestare la tensione morale nella società civile per far esprimere ai cittadini la propria identità con l’impegno di tutti coloro che credono nei seguenti valori: dignità della persona, centralità della famiglia, libertà, responsabilità, uguaglianza, giustizia sociale, legalità, solidarietà e sussidiarietà.
Si tratta di scegliere cittadini che presentano un programma di idee, realizzabili con la condivisione dell’etica del popolo, per far funzionare in modo corretto l’economia locale e concorrere all’economia di tutto il
La società democratica dovrebbe strutturasi come società pluralistica organizzata secondo livelli diversi, cioè ordinata da persone, cittadini che formano una rete intermedia fatta di famiglie, sindacati e associazioni che danno struttura alla società e forma politica allo Stato.
La Repubblica Italiana con l’art.2 della Costituzione ha adottato il modello di socialità pluralistica per garantire i diritti delle persone singole e delle persone delle organizzazioni sociali.
La socialità umana ha grande varietà di espressione associativa: famiglia, comunità di lavoro, sindacati, comunità religiose, associazioni sportive, economiche e culturali.
Nella società democratica c’è idea di socialità ascendente, cioè dalla formula più umile della socialità familiare si dovrebbe ascendere alla socialità politica.
Lo Stato, espressione della società politica, dovrebbe partire dal basso, cioè emergere come auto-organizzazione politica della società civile. Il suo compito primo è il bene pubblico, cioè l’amministrazione della giustizia nel senso che deve garantire il diritto penale, affinché nessuno sia leso, e anche risolvere i problemi sociali, economici, amministrativi senza amministrare direttamente ma ammaestrando, cioè dando direttive e fissando le regole del gioco. Si tratta di dare spazio alla iniziativa privata perché lo Stato è gestore sprecone e maldestro.
La società politica è in grado di essere autosufficiente, cioè in grado di poter garantire la buona vita, il vivere bene dei cittadini.
Oggi lo Stato è in crisi perché troppo angusto per risolvere i problemi imposti dalla globalizzazione ed è troppo dilatato per rappresentare gli interessi elementari dei cittadini.
Il cittadino esige la libertà di partecipazione politica.
Nella piazza pubblica è meno sentita la resistenza del relativismo etico, tramandato dalla Rivoluzione francese. Il rapporto civile diventa anche rapporto morale.
Il popolo, esercitando il suo diritto naturale e inalienabile all’autonomia e all’autogoverno, si pone come sorgente di autorità dal basso e come fondamento di politica democratica. Il diritto di comandare è del popolo che ne trasmette l’esercizio per partecipazione ai governanti.
Le attuali democrazie devono fare i conti con le sfide del mondo globalizzato . Si auspica un diverso rapporto tra individui e società civile, un diverso modo di concepire la dignità della persona e la dignità del suo lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza.
L'azione dell'eletto dal popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne.
Le virtù del politico devono basarsi sul coraggio, la disciplina, il senso dell’onore, lo spirito di giustizia e lo spirito di sacrificio.

Gli eletti devono essere in grado di mobilitare le forze morali e spirituali del popolo che conferisce loro la piena e piena autonoma rappresentanza democratica.
Si rivendica una discussione dentro il parlamento per una maggiore aderenza alle istanze del popolo. I problemi dell’immigrazione, quelli legati alla perdita dei posti di lavoro, quelli del precariato giovanile sembrano non aver spazio nelle proposte del potere esecutivo.
Francesco Liparulo - Venezia

mercoledì 25 gennaio 2017

TTIP e CETA: sei costretto ai prodotti stranieri

NEL PARLAMENTO EUROPEO PRESENTI
PER LE DECISIONI CHE CI RIGUARDANO
TTIP è un acronimo del nome in inglese “Transatlantic Trade and Investment Partnership”. È un accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziazione tra l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America. Il trattato è ancora in fase di discussione, non solo tra le parti: nella politica e tra i gruppi che ne stanno seguendo i negoziati, per alcuni «prevede che le legislazioni di Stati Uniti ed Europa si pieghino alle regole del libero scambio stabilite da e per le grandi aziende europee e statunitensi», per altri faciliterebbe i rapporti commerciali tra Europa e Stati Uniti portando opportunità economiche, sviluppo, un aumento delle esportazioni e anche dell’occupazione.

Il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement between the EU and Canada) in sintesi è un accordo economico globale tra l'UE e il Canada per rilanciare il commercio, rafforzare le relazioni economiche e creare posti di lavoro. 

Qual è il problema?
La politica viene stata sostituita dall’economia che amministra gli uomini soltanto come mezzi di produzione. L’economicismo ha spinto alle conseguenze di insicurezza della vita chi è costretto a vivere nel rischio e nella fatica quotidiana del lavoro manuale.

Gli ordinamenti democratici dello Stato non possono essere soggiogati dal relativismo etico di coloro che non considerano essenziali, per il bene comune della società, i veri valori del popolo italiano che sono la dignità della persona umana che lavora, il mantenimento della sua famiglia, la sussidiarietà nel controllo dell’applicazione delle norme e la solidarietà sociale.

La sopravvivenza stessa della società civile esige il ripristino, a qualsiasi livello produttivo ed economico, dell’etica nel lavoro dell’uomo, cioè la salvaguardia dei suoi diritti.

La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento. La politica raggiunge il suo fine più profondo quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza nei rapporti sociali.

Partecipare è un modo concreto per non disertare la scena pubblica

La mancanza di lavoro è la prima urgenza del nostro Paese
Se non si riuscirà a trovare una risposta concreta a questa emergenza il rischio è di sacrificare tutti i prodotti italiani e i relativi posti di lavoro.

Partecipare è dovere irrevocabile, specie se si vuole evitare che i potentati economici e finanziari possano dettare le loro leggi di produzione.

Occorre determinare questa prossima scelta per la salvaguardia dei valori delle comunità europee, della vita, della famiglia e della libertà.

Il disagio sociale aumenta ogni giorno ed occorre dare fiducia a un Paese in preda all'incubo della disoccupazione. 
Occorre affrontare con trasparenza le imposizioni del mondo globalizzato che stravolgono il nostro modo di vivere e il nostro modo di utilizzare la nostra natura.

I valori del popolo italiano devono essere difesi e tramandati per conservare la nostra identità e promuovere un futuro per la nostra società civile.

Francesco Liparulo - Venezia

lunedì 23 gennaio 2017

I valori dell’ordinamento repubblicano italiano

L’EUROPA NON È L’AMERICA DI TRUMP
“Libertà, democrazia, giustizia sociale e solidarietà costituiscono le fondamenta dell’ordinamento repubblicano italiano. Il popolo italiano, come società politica costituita, cioè come insieme di coscienze personali che, avendo una storia in comune, attestata dall’unità di linguaggio, avendo scelto di vivere insieme con giustizia e cultura civica, ha deciso di autogovernarsi, di eleggere i propri governanti. Nella società civile, prodotto di ragione e forza morale, la priorità è data dalla coscienza personale. Il popolo è fatto di persone umane che si riuniscono per il bene comune della loro esistenza.

Ogni comunità, dalla famiglia alla città, si costituisce in vista di un bene, cioè guardando verso un fine. La comunità più alta è la comunità politica che tende al bene più alto, il vivere bene di tutti. Il fine delle Istituzioni politiche è quello di aiutare le persone per il loro pieno sviluppo, cioè di garantire ad ogni uomo o donna l’accesso ai beni materiali, culturali, morali e spirituali che sono patrimonio di tutto il popolo. 

Nella città ci sono anche “patologie politiche da curare”. Il sistema politico è come un organismo. Le Istituzioni, se non vengono sottoposte a terapia, subiscono le stesse vicende dell’organismo umano. Quando trionfano le passioni, la democrazia degenera e porta alla demagogia. Gli elettori sanno esprimere ciò che è giusto e ingiusto, perché hanno percezione del bene e del male. Non c’è famiglia e città se non c’è comunanza di ciò che è bene e male. 

La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento. La politica raggiunge il suo fine più profondo quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza dei rapporti sociali. 

"Chi ha fatto esperienza - ha detto Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia - bisognerebbe che continuasse a contribuire con il bagaglio che si è fatto ma che avesse la lungimiranza di lanciare volti nuovi. Il volto nuovo, se è stato preparato e aiutato anche da chi ha deciso di cedere il passo, fa instaurare un meccanismo virtuoso anche nell'agire politico".

Si tratta di costituire un “Centro politico" i cui componenti sanno essere "liberi e forti" per opporsi allo statalismo e alla demagogia, cioè sappiano valorizzare la dimensione del locale, agendo a livelli capillari, senza sfociare nel localismo che è pura retorica. Si tratta di scegliere uomini e donne, animati da uno spirito di servizio nei confronti della comunità civile, in grado di risolvere la questione sociale, cioè “il disagio della gente, lo sconcerto delle famiglie e la rabbia dei giovani”. Si tratta di affrontare la “perfida crisi”, cioè eliminare “le crescenti differenze fra pochi, sempre più ricchi, e molti, irrimediabilmente più poveri”. 

La società politica è destinata essenzialmente allo sviluppo delle condizioni di ambiente che portino tutti i cittadini a un grado di vita materiale, intellettuale e morale conveniente al bene e alla pace sociale.

La comunità politica contribuisce, così come la comunità familiare, a procurare nella persona gli inizi di quella crescita che la persona conduce al suo termine. Occorre che la società abbia un'anima fatta di buona volontà, di relazione, di rispetto e di amore da persona a persona e tra persona e comunità che possono dare alla vita del corpo politico un carattere veramente umano.

Si tratta di costruire una società il cui centro non è l'individuo, ma la persona che si realizza liberamente nella comunità civile.
L'idea dinamica dominante in questo ideale concreto è quella della libertà e della realizzazione della dignità umana. L’elettore vuole un rappresentante del popolo in grado di impegnarsi per realizzare questo ideale di società civile fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, sulla fede nel progresso interno della vita e della storia del popolo italiano e sulla forza della libertà.

Il mercato deve tener conto di tutti, perché così può essere non solo morale ma anche efficiente, in quanto non si può escludere dal benessere, abbandonare nell’emarginazione, nella malattia e nella miseria una parte importante dei cittadini.

La libertà è anche far valere il principio di sussidiarietà che sprona i cittadini a controllare lo Stato per farlo intervenire soltanto quando essi non possono raggiungere con le loro forze e istituzioni i beni e servizi a cui tengono. L'applicazione del principio di sussidiarietà significa che lo Stato non deve togliere alla famiglia quei compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantirle il suo sostegno, assicurando l’aiuto di cui ha bisogno per assumere le sue responsabilità.

Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualistiche perché la persona e i suoi bisogni sono al centro dell’attenzione delle autorità politiche.
La missione per i rappresentanti del popolo dovrebbe essere quella di agire per poter partecipare alla costruzione di un Paese dove ciascuno possa seguire la propria vocazione, possa realizzarsi e dare il meglio di sé, dove lo Stato non espropri i cittadini di ciò che sono riusciti a conquistare attraverso il lavoro e sacrifici di una vita. 

Si tratta di realizzare uno Stato dove ciascuno possa tenere aperta la porta della speranza e tenere alta la bandiera della libertà.

I testimoni del popolo devono agire per una società fondata sulla libertà, sullo sviluppo economico, sulla solidarietà, cioè una società basata sui valori del cristianesimo, sulla famiglia naturale fondata sul matrimonio, formata dall’unione di un uomo e di una donna, nella quale far nascere e far crescere i figli. Si tratta di promuovere una Patria nella quale tutti gli Italiani si riconoscono e che tutti amano, perché è la casa comune di tutti, senza distinzioni. 

I cittadini con il loro voto eleggono i loro rappresentanti affinché possano “realizzare le riforme necessarie per l'ammodernamento e lo sviluppo del Paese”.

Francesco Liparulo - Venezia