domenica 27 maggio 2012

La questione del lavoro esige una soluzione

EQUILIBRI POLITICI RIBALTATI
È ORA DI SCENDERE IN CAMPO
“Ci assilla - ha detto Giorgio Napolitano - il rilancio della crescita produttiva e occupazionale perché i dati sono allarmanti e non solo per L’Italia. Non basta invocare la crescita con invocazioni quotidiane. Serve un mercato del lavoro meglio regolato ed efficiente, ma serve anche una nuova occupazione per i giovani. Una seria disoccupazione e inoccupazione giovanile pesa sulle famiglie. È chiaro che c’è un urgente bisogno di dare maggiore attenzione al tema del disagio sociale, perché abbiamo un aggravarsi del disagio delle famiglie e un aggravarsi della povertà”.
Per il Presidente della Repubblica, “bisogna riuscire a creare prospettive di lavoro degne per i giovani". L’Italia deve essere unita per risolvere i gravi problemi: uno Stato indebolito di fronte alle speculazioni del mercato finanziario, una democrazia apparentemente fragile di fronte alla crisi, un elettorato che sfiducia i partiti tradizionali e si lascia convincere dalle parole dell’attore comico Beppe Grillo che ottiene un ottimo risultato nelle amministrative per il suo Movimento politico. L'impegno comune per Napolitano è quello della tutela dei valori primari, quali il lavoro e la persona che la nostra Costituzione pone a fondamento della Repubblica. Per i Capo dello Stato, “è un presente duro quello che l'Italia del lavoro sta vivendo” con le drammatiche difficoltà di troppe famiglie e imprese.
Preoccupanti sono i dati del Rapporto annuale 2012 dell’Istituto di statistica: il 41,9% degli italiani di età compresa tra i 25 e i 34 anni vive ancora in casa con i genitori (nel 1993 era solo del 33,2%). Il 45% della fascia 25-34 anni dichiara di non poter andare via di casa, perché non in grado di mantenersi economicamente, pagare un affitto o accedere a un mutuo per acquistare un’abitazione. Ci sono 2 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non cercano lavoro.
Se non apriamo ai giovani - ha esplicitato Giorgio Squinzi, neo presidente di Confindustria – nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l’Italia”.
“Il sottoutilizzo delle risorse dei giovani - ha enfatizzato Mario Draghi - riduce in vari modi la crescita, abbassa la probabilità di nascita di nuove imprese, determina a lungo andare il decadimento del capitale umano”. Per il presidente della Banca Centrale europea, i giovani sono costretti “come fatto ineluttabile” a uno stato di precarietà occupazionale: in Italia il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni nei primi mesi del corrente anno era del 34,2% contro una media europea del 22%.
“L’uscita dalla crisi – ha detto Mario Monti, presidente del Consiglio – richiede un rilancio della crescita economica a livello europeo, non dobbiamo mai farci prendere dallo sconforto”. Il premier italiano è il portavoce in Europa della necessità di un sostegno alla crescita delle economie fragili dei vari Paesi. Si auspicano meno vincoli sul mercato del lavoro, in campo energetico e sulla ricerca. Il capo del governo riesce a convincere i vari leader europei della immediata necessità di far saldare i debiti della Pubblica amministrazione alle imprese, in deroga a quanto stabilito dalle regole sulla disciplina di bilancio per gli Stati dell’Eurozona (Fiscal Compact).
“Il progetto di costituire un Partito della nazione – ha sostenuto Pier Ferdinando Casini – se prima era urgente ora è fondamentale. Le forze che sostengono il Governo Monti non devono abbassare la guardia perché per gli Italiani i sacrifici di oggi potrebbero essere niente rispetto al rischio di domani. C'è bisogno di iniettare liquidità al sistema, di cominciare a pagare le imprese e c'è bisogno che l'Europa parli di crescita”.
Il leader dell'Udc incita la società politica a scegliere persone in grado di risvegliare nel popolo i valori che sono alla base della comunità politica italiana. L'invito è rivolto soprattutto ai giovani “in grado di dare una spinta decisiva al cambio di passo del nostro Paese”. Il Partito della nazione “è un’esigenza avvertita sempre più forte e non si può pensare che il partito nuovo - sostiene Casini - lo creo io, pensando al nome e al programma. Deve essere un'impresa collettiva. C’è bisogno di interpretare una diffusa esigenza di serietà e di rifiuto del populismo".
La società politica necessita di uomini e donne che possano dare un senso all’esistenza concreta del cittadino, cioè la cittadinanza ha bisogno di persone che credono a un Progetto per il Paese. Si tratta di raggruppare tutti coloro che credono nei seguenti valori: dignità della persona, centralità della famiglia, libertà, responsabilità, uguaglianza, giustizia sociale, legalità, solidarietà e sussidiarietà.
Non esitate a scendere in campo – afferma Giorgio Napolitano, rivolgendosi a Palermo a una folla di ragazzi per la commemorazione della strage di Capaci – i giovani devono impegnarsi al più presto. Al Paese occorre ora stabilità di governo e una legge elettorale che consenta nuove elezioni per eliminare l’evidente scollamento dei cittadini dalla politica e per ridare slancio e capacità innovativa al sistema politico e istituzionale”. Si tratta di puntare sulle risorse del coraggio e delle energie di coloro che vogliono lottare affinché la politica stessa sia orientata al suo vero fine che è quello della solidarietà perché la società civile si fonda sulla coesione tra le persone e la solidarietà costituisce forza che tiene unita una comunità politica.
Il Partito della nazione necessita di cittadini che hanno un programma di idee e vogliono realizzare cose concrete per far funzionare in modo corretto l'economia locale e concorrere all'economia di tutto il Paese. Si tratta di: saper rispondere ai bisogni dei meno abbienti e dei malati; riequilibrare aree produttive, abitative e aree verdi fruibili; garantire trasporti senza inquinamento; garantire servizi sostenibili per gas, acqua, energia e raccolta rifiuti. Occorre ora “aiutare il Professor Monti a trovare convergenze” per dare risposte chiare alle imprese e soprattutto lavoro ai quasi 2 milioni di giovani italiani senza lavoro.

venerdì 18 maggio 2012

Voto di ballottaggio per il cambiamento

CONSOLIDAMENTO DEI CONTI
E INVESTIMENTI PER CRESCITA
"È fondamentale predisporsi al cambiamento - ha detto Giorgio Napolitano - e i cittadini devono esigere questo cambiamento. Non c'è alternativa al proseguire nell’impegno per il pareggio di bilancio e per un deciso, sistematico abbattimento del debito pubblico. È un presente duro quello che l’Italia del lavoro sta vivendo per le drammatiche difficoltà di troppe famiglie e imprese. Occorre chiarire e risolvere il nodo degli "esodati" e dei ritardi dei pagamenti delle Amministrazioni pubbliche. È l'ora del cambiamento”.
Per il Presidente della Repubblica, “il superamento dell'attuale condizione di disagio costituisce la principale sfida da vincere per restituire agli Italiani e soprattutto ai giovani il diritto a essere protagonisti nella costruzione del proprio futuro e per l’affermazione di condizioni durature di crescita economica e sociale di tutto il Paese”.
L'emergenza non è finita – ha sostenuto Mario Monti di fronte alle incertezze della Grecia e alle preoccupazioni del presidente USA Obama – e le prossime settimane saranno decisive. Il nostro obiettivo è la crescita che richiede il consolidamento dei conti”. Il presidente del Consiglio cerca di promuovere una strategia per lo sviluppo in ambito Unione europea. Occorrono misure per favorire lavoro non precario ai giovani e iniziative per lo sviluppo economico e infrastrutturale, ricerca, formazione del capitale umano e coesione territoriale.
Ci sono 2 milioni di giovani tra i 25 e i 34 anni in Italia sono senza lavoro.
“Per un riequilibrio strutturale e duraturo dei conti pubblici è necessario che il Paese torni a crescere. Il difetto di crescita italiano - ha affermato Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia – è in buona parte riconducibile al ritardo e alle incertezze con cui il sistema produttivo ha risposto negli ultimi 20 anni alle sfide dell'innovazione tecnologica, dell’affermarsi sulla scena mondiale di nuove economie, del deciso aumento dell’integrazione europea”.
Si riscontra impoverimento delle famiglie, crescente disaffezione verso la politica, peggioramento delle prospettive di stabilità per il lavoro dei giovani, aumento della ricchezza per pochi e indebitamento crescente per molti. La forza della famiglia sta cedendo e il risparmio è in pericolo. La produttività crolla, ma anche di fronte all’emergenza c'è una responsabilità collettiva – secondo l’ultimo rapporto sulla situazione sociale italiana del Censis – pronta a entrare in gioco. In tempo di crisi gli Italiani sanno essere responsabili e il 57% è disponibile a fare sacrifici per l’interesse del Paese.
Occorre rigenerare l’economia “innalzando la partecipazione al lavoro dei giovani e delle donne in primo luogo”. “Siamo profondamente persuasi – ha detto Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana – che i giovani di oggi siano in grado di dare una spinta decisiva al cambio di passo del nostro Paese. Le loro mortificazioni e la loro rabbia ci inducono a ricordare che non si possono tradire. Stenta ad emergere una disponibilità al riequilibrio delle risorse che sono in campo. Nonostante la precarietà che sta segnando la loro giovinezza, non possono rinunciare “all’edificazione di una società che renda possibile anche per loro una vita buona”.
La realtà economica italiana è al 98% composta da micro e piccole aziende – ha affermato Giorgio Guerrini, presidente nazionale di Confartigianato – e occorre creare un ambiente adatto allo sviluppo di questa dimensione d’impresa”. “Quello che manca oggi in Italia - ha evidenziato Mauro Colombo, presidente dei giovani imprenditori di Confartigianato - è un Progetto per le nuove generazioni”. Per riprendere a crescere bisogna riportare l’attenzione sui giovani, tornando alla cultura del rischio e del talento, del merito e della libera iniziativa con uno spirito di concorrenza e di innovazione”. Si tratta di ridurre gli sprechi, avviare le riforme che mirino a dare certezza a chi fa impresa e crea posti di lavoro.
“C’è bisogno di lavorare per l’Italia senza polemiche – ha ripetuto più volte Pier Ferdinando Casini – ed esercitare un ruolo di responsabilità, individuando modalità organizzative e priorità programmatiche su cui si auspica un positivo confronto con il governo per il bene dell’Italia e per una autentica coesione nazionale. Il progetto di costituire un "Partito della nazione" se prima era urgente, ora è fondamentale. Dobbiamo andare oltre l'Udc, molto oltre il Terzo Polo stesso. C'è bisogno di immettere liquidità nel sistema, di cominciare a pagare i debiti dell'Amministrazione pubblica e c'è bisogno che l'Europa parli di crescita”. Si tratta di condividere un programma fondamentale su lavoro, educazione, impresa, giustizia, politica europea e internazionale.

Gli ordinamenti democratici dello Stato non possono essere sogggiogati dal relativismo etico di coloro che non considerano essenziali, per il bene comune della società, i veri valori del popolo italiano che sono la dignità della persona che lavora, il mantenimento della sua famiglia, la sussidiarietà nel controllo dell'applicazione delle norme e la solidarietà sociale. Si tratta per gli esperti di generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati. La coesione tra le persone richiede la forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società civile.
La realizzazione del compimento della democrazia, nell’ordine sociale e politico, non è pienamente soddisfatta con l’esistenza di uomini e donne che vivono nella precarietà e nell’indigenza, perché l’economia è stata fondata sulla produttività del denaro e l’egoismo di alcuni politici.

Il superamento degli egoismi, cioè il trionfo della giustizia sociale, costituisce il fine dell’agire politico per eliminare gli ostacoli dei cittadini che hanno diritto a una “vita buona”. Il bene comune comprende non solo i servizi di utilità pubblica o di interesse nazionale, ma anche l’integrazione sociologica di tutto ciò che vi è di coscienza civica, virtù pubbliche, senso del diritto e della libertà, rettitudine morale, amicizia, felicità e virtù nelle vite individuali dei membri della società civile.

martedì 15 maggio 2012

Votazioni di ballottaggio per le Amministrative

ELETTORATO DECISO E FIDUCIOSO
PER AFFRONTARE L'ATTUALE CRISI

Il 20 e il 21 maggio gli elettori torneranno alle urne per eleggere il sindaco in molte città italiane. Tra i cittadini c'è dialogo per tutte le cose che riguardano la loro città e il Paese. Lo spazio pubblico è luogo di discussione e c'è interazione tra menti, volontà, cuori, emozioni. I cittadini si influenzano reciprocamente per il bene comune. C'è confronto di opinioni per curare le "patologie politiche". Occorre osservare e ascoltare i concittadini per far apparire ciò che è nascosto. Si tratta di tener conto di ciò che è tradizione e modo di sentire del popolo per far fronte alle attuali ristrettezze economiche e vincere le tensioni sociali.
Il Presidente della Repubblica Italiana avverte ansie nel popolo italiano ed esprime: "Fiducia nelle tante energie positive presenti nella nostra società e quindi nella prospettiva di una rinnovata unità e coesione della nostra nazione. È un presente duro quello che l'Italia del lavoro sta vivendo: drammatiche difficoltà di troppe famiglie ed imprese". Per Giorgio Napolitano occorre "chiarire e risolvere" la questione degli "esodati" e i ritardi dei pagamenti dell'Amministrazione pubblica alle imprese. Non si tratta di immaginare nuove alleanze politiche tra i partiti, ma di responsabilità per i cittadini e per i politici di affrontare la crisi che ha generato in Italia un tasso di disoccupazione del 9,7% negli ultimi mesi con più di 2 milioni di di cittadini senza lavoro. Le misure di austerità rinviano la ripresa economica. Occorre "trovare un equilibrio sostenibile - ha evidenziato l'Organizzazione Internazionale del lavoro dell'ONU - tra risanamento fiscale e ripresa dell'occupazione". È l'ora del cambiamento. Il lavoro per il Capo dello Stato non deve essere un privilegio ma una normale condizione soprattutto per i giovani.
"Per l'Italia - ha detto Mario Monti - il presente è segnato da forti tensioni sociali per la mancanza di lavoro e difficoltà nel fare impresa. Se continuiamo a guardarci con reciproco sospetto si alimenta la paura e si indeboliscono le forze".
"Il progetto di costituire un "Partito della nazione" - ha detto Pier Ferdinando Casini - se prima era urgente ora è fondamentale. Abbiamo individuato prima degli altri che era necessario un'offerta politica nuova e i risultati elettorali del 6 e 7 maggio hanno confermato questa tesi: dobbiamo andare oltre l'Udc, molto oltre il Terzo polo stesso. Le forze che sostengono il governo Monti non devono abbassare la guardia perché per gli Italiani i sacrifici di oggi potrebbero essere niente rispetto al rischio di domani. Siamo in una situazione molto difficile. Questo è il momento della responsabilità. C'è bisogno di iniettare liquidità nel sistema, di cominciare a pagare le imprese e c'è bisogno che l''Europa parli di crescita. Il governo è chiaramente impegnato in questo. Incontrerò ragazzi, imprenditori, famiglie, disoccupati, professionisti. Parlando solo di alleanze la politica si distrugge".
Quale partito è in grado oggi di far emergere quei valori insiti nello spirito di ogni uomo e donna che offrono le ragioni di vivere anche se la lotta richiede sofferenza e sacrificio per far emergere le energie positive della nostra società? Si tratta di scegliere persone in grado di risvegliare nel popolo i valori che sono alla base di ogni comunità civile. Sul terreno politico, la lotta consiste nell'opporsi al male politico sotto forma di soprusi e di ingiustizie sociali. Occorre puntare sulle risorse del coraggio e delle energie di coloro che vogliono lottare affinchè la politica stessa sia orientata al suo vero fine che è quello della solidarietà perchè la società civile si fonda sulla coesione tra le persone e la solidarietà costituisce forza che tiene unità ogni comunità politica.
I candidati al governo delle città devono essere in grado di ridestare la tensione morale nella società civile per far esprimere ai cittadini la propria identità con l'impegno di tutti coloro cche credono nei seguenti valori: dignità della persona, centralità della famiglia, libertà, responsabilità, uguaglianza, giustizia sociale, legalità, solidarietà e sussidiarietà. Si tratta di scegliere cittadini che presentano un programma di idee, realizzabili con la condivisione dell'etica del popolo, per far funzionare in modo corretto l'economia locale e concorrerere all'economia di tutto il Paese. Gli elettori vogliono cose concrete: migliorare i servizi alla persona basandoli sulla libertà di iniziativa e di scelta; saper rispondere ai bisogni dei meno abbienti e dei malati; riequilibrare aree produttive, abitative e aree verdi fruibili; garantire trasporti senza inquinamento; garantire servizi di buona qualità sostenibili a riguardo di gas, acqua, energia e raccolta rifiuti; garantire servizi educativi, ricreativi e sportivi. Occorre che sia applicata la sussidiarietà solidale con un'alleanza tra enti pubblici, privati ed entità sociali, valorizzando l'iniziativa di tutti i cittadini per la "vita buona" per tutti.
I cittadini sceglieranno coloro che danno importanza alla libertà di ogni uomo e donna, cioè voteranno i candidati che saranno in grado di promuovere il bene comune che si riserva indistintamente su ogni persona che vuole realizzare se stessa e sentirsi parte delle organizzazioni sociali entro cui può svolgere la propria esistenza. Si tratta di far progredire il Paese nel benessere per tutti e di proporre una Patria nella quale tutti gli Italiani si riconoscono e che tutti amano perché è la casa comune di tutti.

martedì 8 maggio 2012

Il popolo italiano vuole il cambiamento

IL VOTO DELLE AMMINISTRATIVE

È FORZA PER SUPERARE LA CRISI

L'arma per battere la crisi e promuovere la crescita - ha detto Giorgio Napolitano - è rafforzare l'area dell'Euro e procedere senza esitazioni sulla strada dell'unità politica. Nessun Paese può ritenere di poter superare la crisi in atto da solo. All’Italia tocca levare la sua voce perché si vada avanti verso una più conseguente integrazione europea. Abbiamo solo da procedere nel cammino intrapreso per far meglio sentire, in seno alle istituzioni europee, il nostro contributo a nuove, meditate decisioni ed evoluzioni dell’Unione".

“La situazione dell'eurozona – ha sostenuto Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea – è peggiorata negli ultimi mesi. La crescita e l'occupazione stanno diventando sempre più gli obiettivi principali da perseguire, congiuntamente col consolidamento fiscale”.

Mario Monti ha chiesto di attuare in Europa concrete politiche per la crescita al neo presidente francese François Hollande.

"L’economia europea ha urgente bisogno di cure - ha detto il premier inglese Cameron - e servono nuove proposte per la crescita. Se prenderemo le decisioni giuste adesso, l’Europa potrà competere e vincere. Il mercato unico in Europa è una risorsa unica”.

Il sostegno al governo Monti – ha chiarito Pier Ferdinando Casini – è la prova più consistente e credibile della svolta impressa alla politica italiana. Abbiamo bisogno di persone che credono a un progetto per il Paese. Noi dobbiamo scalfire i monopoli, avere più attenzione verso i consumatori e mantenere i prezzi più bassi per i cittadini.”

Per il leader dell'Udc, l’Europa ha chiesto riforme strutturali. Bisogna dare ai lavoratori salari più alti e affrontare i mercati con una dose più alta di flessibilità. Monti sa che il problema è la crescita e sa che è da affrontare in modo equilibrato. Occorre aiutarlo a trovare convergenze per dare risposte chiare ai lavoratori e alle imprese.

I sostenitori del "Partito della nazione" intendono creare una forza nuova che dia "centralità all'interesse generale nell'azione politica e speranza di crescita a un Paese disilluso”. Si tratta di dare lavoro ai quasi 2 milioni di giovani italiani tra i 25 e i 34 anni senza lavoro.

Il presidente del Consiglio ha assicurato i lavoratori e le famiglie: “Il governo sta lavorando su diversi fronti in modo sistematico così che ciascuno si renda conto che è richiesto qualche arretramento e qualche sacrificio. Misure per favorire lavoro non precario per i giovani e iniziative per sviluppo economico e infrastrutturale, ricerca, formazione del capitale umano e coesione territoriale”.

Lo Stato è il primo responsabile di tutta la politica del lavoro, cioè il datore di lavoro indiretto che deve provvedere all’emanazione delle leggi che disciplinano il settore lavorativo. Le attività delle società produttive esigono una politica che garantisca il rispetto degli inalienabili diritti delle persone, considerate come soggetto del lavoro e non come “merce”.

L’esigenza di creare ricchezza e sostenere la competizione nel mondo globalizzato non può tralasciare la preminenza dei valori essenziali e il mantenimento della coesione sociale. La globalizzazione, che mira soltanto al primato dell’economia e della finanza, scardina l’economia sociale di mercato, controllata dalle leggi che salvaguardano le varie attività che producono ricchezza e benessere.

Il compito dei governanti è quello di emanare una legislazione che garantisca un’ordinata convivenza sociale nella vera giustizia perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa. Il lavoro è una dimensione fondamentale dell’esistenza dell’uomo che rimane sempre il soggetto della sua attività e di qualsiasi prodotto che ne scaturisce. L’operaio ha anche una vita familiare che è un diritto e una sua vocazione naturale. La perdita del salario dei capifamiglia mina alla radice l'unità fondamentale della società.

Si chiede di ritrovare il primato dell'economia reale su quella finanziaria governando la globalizzazione e risolvendo il problema del debito pubblico. I pilastri del popolo italiano rimangono “il senso della famiglia, il gusto della qualità della vita, la tradizione religiosa e l’amore del bello”.

venerdì 4 maggio 2012

Progetto di nuova politica

PARTITO DELLA NAZIONE
PER  LA  SOCIETÀ  CIVILE
La comunità politica esige la costruzione di una società in cui possa attuarsi quello che importa di più all’essere umano, cioè la realizzazione del suo essere una persona che comunica con gli altri per il suo bene materiale e spirituale e per costruire il bene comune della società civile.
Le soluzioni dei problemi dell’attuale mondo economico e finanziario globalizzato sono basate sulla concezione che l’uomo non è il soggetto delle attività umane, ma un oggetto manipolabile per qualsiasi scopo utilitaristico e individualistico.
La politica aderente ai bisogni del cittadino è quella di riaffermare in ogni ambito della società che ogni uomo è portatore di diritti universalmente riconosciuti e inalienabili di fronte a qualsiasi esigenza contingente.
La società civile si è costituita intorno alla produzione e allo scambio universale delle merci dove i bisogni essenziali dei cittadini passano in secondo ordine. Spetta alla comunità politica mediare tra le necessità funzionali del mercato e la vita quotidiana delle persone, cioè promuovere i contenuti valoriali nelle decisioni del mondo produttivo e finanziario. La necessità della ricchezza e la competizione mondiale devono armonizzarsi con i valori dell’uomo che è soggetto e fine di ogni produzione e benessere sociale.
Gli esponenti politici non devono accettare la globalizzazione della comunità in cui si svilisce la dignità della persona umana con la diffusione del crimine, la droga, il degrado urbano, la prostituzione, l'inquinamento, l'abbandono della famiglia a se stessa. I valori spirituali del popolo italiano devono essere difesi e tramandati per conservare la nostra identità e promuovere un futuro per la nostra società civile.
Si avverte la certezza che i valori fondanti della cultura europea sono messi in secondo ordine rispetto all’attrattiva della globalizzazione economica e finanziaria che non riconosce il vero valore del bene comune della società che è tale solo se si riversa su ogni cittadino.
Le persone si sentono minacciate nella loro stessa esistenza perché non sono garantiti con pienezza i valori stessi della vita.
Lo Stato non garantisce il lavoro ai cittadini e non sostiene la piccola e media impresa con il principio della sussidiarietà.
La dignità della donna, nel suo ruolo procreativo ed educativo della prole, non è assicurata con la protezione della maternità, l'assegnazione di case per le giovani coppie, la costituzione degli asili nidi, il mantenimento del posto di lavoro duranye la gravidanza, l'orario di lavoro rispondente alle esigenze delle madri.
La dignità del lavoratore, in qualità di capofamiglia, molte volte passa in secondo ordine rispetto al profitto dei datori di lavoro che non assicurano la salvaguardia della sua salute e non garantiscono l’applicazione delle norme che assicurino la sua incolumità fisica. Le “morti bianche” superano ogni anno in Italia la cifra di millecinquecento e gli infortuni sul lavoro sono circa un milione. Gli ordinamenti democratici dello Sato non possono essere soggiogati dal relativismo etico di coloro che non considerano essenziali, per il bene comune della società, i veri valori del popolo italiano che sono la dignità della persona umana che lavora, il mantenimento della sua famiglia, la sussidiarietà e la solidarietà sociale.
La comunità italiana potrà durare nel tempo se la libertà sociale è ben salda sulla giustizia e sul senso dell’amicizia civica. Il ruolo della giustizia è quello di eliminare gli ostacoli alle pacifiche relazioni tra le persone, cioè eliminare le ingiustizie sociali che creano odio e risentimenti tra chi gode di benefici e chi non dispone nemmeno dell’essenziale per vivere. L'amicizia conferisce dinamicità alle relazioni interpersonali perché infonde entusiasmo che spigiona le energie più profonde dell’animo umano.
I politici devono conoscere i valori umani e morali coinvolti nella realizzazione del bene comune, cioè conoscere ed applicare con responsabilità l’aspetto politico della giustizia sociale, dell’amicizia, del rispetto della persona umana dall’inizio del suo concepimento fino alla sua morte naturale.
Ci si domanda come è possibile una società civile di fronte alla situazione del mondo presente con tutte le minacce di degradazione e distruzione.
Il male sembra ingigantire e trionfare agli occhi di tutti di fronte alle atrocità che appaiono sugli schermi televisivi. Uno stato di pace sociale non dipende solo dagli accordi politici, economici, finanziari conclusi dagli esponenti della maggioranza parlamentare, ma dipenderà anche dall’adesione profonda della coscienza di tutti i parlamentari e dalla coerenza delle loro azioni.
La coesione tra le persone richiede la forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società; questa è costituita dall’azione delle persone che si aprono agli altri con generosità, anche a costo del sacrificio, inteso come dono di sé al servizio degli altri. L’accostamento tra le persone deve esprimersi in una “cooperazione per cose concrete e determinate” a beneficio di tutti, senza alcuna distinzione che crei ingiustizie e soprusi.
Si auspica una società fondata sul rispetto dell'uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, sulla “fede nel progresso interno della vita e della storia” del popolo italiano, sulla forza della sua libertà e sul sacrificio di tutti i suoi martiri che hanno donato il sangue per la loro patria.
L'azione dell'eletto del popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne. Le virtù del politico devono basarsi sul coraggio, la disciplina, il senso dell’onore, lo spirito di giustizia e lo spirito di sacrificio. I rappresentanti del popolo devono essere in grado di mobilitare le forze morali e spirituali del popolo che conferisce loro la piena e autonoma rappresentanza democratica.
Si rivendica una discussione dentro il Parlamento italiano per una maggiore aderenza alle istanze del popolo. I problemi dell’immigrazione, quelli legati alla perdita dei posti di lavoro, quelli del precariato giovanile sembrano non aver spazio nelle proposte del potere esecutivo.
La Politica dovrebbe essere capace di dare risposte ai bisogni economici dei lavoratori e delle loro famiglie, di garantire la legalità e i diritti civili, cioè deve essere  vero motore di riforme istituzionali equilibrate e condivise.



giovedì 3 maggio 2012

Il popolo elegge i suoi rappresentanti

IL VERO FINE DELLA POLITICA
È LA "VITA BUONA" PER TUTTI
“Accanto al bene individuale - ha scritto Benedetto XVI nella lettera enciclica “Caritas in Veritate”- c'è un bene legato al vivere sociale delle persone che è il bene comune. È il bene di quel “noi tutti”, formato da individui, famiglie e gruppi intermedi che si uniscono in comunità sociale. Volere il bene comune e adoperarsi per esso è esigenza di giustizia e di amore”.
La società politica è destinata essenzialmente allo sviluppo delle condizioni di ambiente che portino tutti i cittadini a un grado di vita materiale, intellettuale e morale conveniente al bene e alla pace sociale.
La comunità politica contribuisce, così come la comunità familiare, a procurare nella persona gli inizi di quella crescita che la persona conduce al suo termine. Occorre che la società abbia un'anima fatta di buona volontà, di relazione, di rispetto e di amore da persona a persona e tra persona e comunità che possono dare alla vita del corpo politico un carattere veramente umano.
Si tratta di costruire una società il cui centro non è l'individuo, ma la persona che si realizza liberamente nella comunità civile.
L'idea dinamica dominante in questo ideale concreto è quella della libertà e della realizzazione della dignità umana.
Il "Partito della nazione"si impegna a realizzare questo ideale di società civile fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, sulla fede nel progresso interno della vita e della storia del popolo italiano e sulla forza della libertà.
Il mercato deve tener conto di tutti, perché così può essere non solo morale ma anche efficiente, in quanto non si può escludere dal benessere, abbandonare nell’emarginazione, nella malattia e nella miseria una parte importante dei cittadini.
La libertà è anche far valere il principio di sussidiarietà che sprona i cittadini a controllare lo Stato per farlo intervenire soltanto quando essi non possono raggiungere con le loro forze e istituzioni i beni e servizi a cui tengono. L'applicazione del principio di sussidiarietà significa che lo Stato non deve togliere alla famiglia quei compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantirle il suo sostegno, assicurando l’aiuto di cui ha bisogno per assumere le sue responsabilità.
Soltanto la costituzione di una societàa misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualistiche perché la persona e i suoi bisogni sono al centro dell’attenzione delle autorità politiche.
La missione per i rappresentanti del popolo è quella di agire per poter partecipare alla costruzione di un Paese dove non ci siano cittadini di serie B, un Paese dove nessuno possa avere paura se al governo c’è il suo avversario politico, cioè un Paese dove ciascuno possa seguire la propria vocazione, possa realizzarsi e dare il meglio di sé, dove lo Stato non espropri i cittadini di ciò che sono riusciti a conquistare attraverso il lavoro e sacrifici di una vita. Si tratta di realizzare uno Stato dove ciascuno possa tenere aperta la porta della speranza e tenere alta la bandiera della libertà.
I testimoni del popolo devono agire per una società fondata sulla libertà, sullo sviluppo economico, sulla solidarietà, cioè una società basata sui valori del cristianesimo, sulla famiglia naturale fondata sul matrimonio, formata dall’unione di un uomo e di una donna, nella quale far nascere e far crescere i figli. Si tratta di promuovere una Patria quale tutti gli Italiani si riconoscono e che tutti amano, perché è la casa comune di tutti, senza distinzioni.
I cittadini con il loro voto eleggono i loro rappresentanti affinché possano “realizzare le riforme necessarie per l'ammodernamento e lo sviluppo del Paese".



martedì 1 maggio 2012

Convivenza democratica a rischio

PAURE NEL POPOLO  
PER NUOVI SACRIFICI
“Tra tante difficoltà e tensioni - ha affermato  Giorgio Napolitano – è essenziale che ciascun soggetto istituzionale, economico e sociale faccia più che mai la sua parte e il suo dovere e che continui ad operare bene nell’interesse del Paese”. Per il Capo dello Stato l’Italia deve “sentirsi nazione unita e solidale”. “Sentirsi Italiani significa riconoscere come problemi di tutti quelli che preoccupano le famiglie in difficoltà, quelli che nei giovani suscitano, per effetto della precarietà e incertezza, pesanti interrogativi per il futuro”.  
La crisi economica finanziaria ha prodotto una diminuzione dei posti di lavoro. A perdere il posto di lavoro sono state soprattutto le nuove generazioni. Ci sono 2 milioni di giovani tra i 25 e i 34 anni senza lavoro. Occorrono “misure per favorire lavoro non precario per i giovani – ha sostenuto Mario Monti -  e iniziative per lo sviluppo economico e infrastrutturale, ricerca, formazione del capitale umano e coesione territoriale”.  Si tratta di emanare una legislazione che garantisca un’ordinata convivenza sociale nella vera giustizia perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa.
IL lavoro è una dimensione fondamentale dell’esistenza dell’uomo che rimane sempre il soggetto della sua attività. “Siamo profondamente persuasi – ha detto Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana – che i giovani di oggi siano in grado di dare una spinta decisiva al cambio di passo del nostro Paese. Le loro mortificazioni e la loro rabbia ci inducono a ricordare che non si possono tradire. Stenta ad emergere una disponibilità al riequilibrio delle risorse che sono in campo. Nonostante la precarietà che sta segnando la loro giovinezza, non possono rinunciare “all’edificazione di una società che renda possibile anche per loro una vita buona”.   
La realtà economica italiana è al 98% composta da micro e piccole aziende – ha affermato Giorgio Guerrini, presidente nazionale di Confartigianato – e occorre creare un ambiente adatto allo sviluppo di questa dimensione d’impresa”. “Quello che manca oggi in Italia - ha evidenziato Mauro Colombo, presidente dei giovani imprenditori di Confartigianato  - è un “Progetto per le nuove generazioni”. Per riprendere a crescere bisogna riportare l’attenzione sui giovani, tornando alla cultura del rischio e del talento, del merito e della libera iniziativa con uno spirito di concorrenza e di innovazione”. Si tratta di ridurre gli sprechi, avviare le riforme che mirino a dare certezza a chi fa impresa e crea posti di lavoro.    
“C’è bisogno di lavorare per l’Italia senza polemiche – ha ripetuto più volte Pier Ferdinando Casini – ed esercitare un ruolo di responsabilità, individuando modalità organizzative e priorità programmatiche su cui si auspica un positivo confronto con il governo per il bene dell’Italia e per una autentica coesione nazionale. C’è bisogno di abbassare il tasso di litigiosità, di pacificare l’Italia e riunificare il Paese. Basta polemiche, guardiamo avanti, guardiamo all’Italia che con le speculazioni internazionali in agguato ha bisogno del concorso di tutti senza confusione né distinzione di ruoli”.
Il fine delle Istituzioni politiche è quello di aiutare le persone per il loro sviluppo. L’azione morale di ogni persona si realizza nella costituzione del bene comune, cioè nell’agire sociale attraverso varie forme espressive che sono la famiglia, i gruppi sociali intermedi, le associazioni e le imprese di carattere economico.   
Gli ordinamenti democratici dello Stato non possono essere soggiogati dal relativismo etico di coloro che non considerano essenziali, per il bene comune della società, i veri valori del popolo italiano che sono la dignità della persona che lavora, il mantenimento della sua famiglia, la sussidiarietà nel controllo dell’applicazione delle norme e la solidarietà sociale. Si tratta per gli esperti di generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati. La coesione tra le persone richiede la forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società civile.
La realizzazione del compimento della democrazia, nell’ordine sociale e politico, non è pienamente soddisfatta con l’esistenza di uomini e donne che vivono nella precarietà e nell’indigenza, perché l’economia è stata fondata sulla produttività del denaro e l’egoismo di alcuni politici. Il superamento degli egoismi, cioè il trionfo della giustizia sociale, costituisce il fine dell’agire politico  per eliminare gli ostacoli dei cittadini che hanno diritto a una “vita buona”. Il bene comune comprende non solo i servizi di utilità pubblica o di interesse nazionale , ma anche l’integrazione sociologica di tutto ciò che vi è di coscienza civica, virtù pubbliche senso de del diritto e della libertà, rettitudine morale, amicizia, felicità e virtù nelle vite individuali dei membri della società civile.