domenica 30 marzo 2014

Il 25 maggio il voto è liberale, democratico e riformista

IL POPOLO  CHIEDE ALLO STATO
IMPEGNO PER LA SOCIETÀ CIVILE
Nella nostra storia – ha sostenuto Giorgio Napolitano la parola unità si sposa con pluralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà. È il divario tra Nord e Sud, è la condizione del Mezzogiorno che si colloca al centro delle nostre preoccupazioni. Ed è rispetto a questa questione che ritardano a venire risposte adeguate. E non c’è dubbio che la risposta vada trovata in una nuova qualità e in un accresciuto dinamismo del nostro sviluppo economico, facendo leva sul ruolo di protagonisti che sono oggi chiamati ad assolvere il mondo dell’impresa e il mondo del lavoro. Sentirsi Italiani  significa riconoscere come problemi di tutti quelli che preoccupano le famiglie in difficoltà,  quelli che nei giovani suscitano, per effetto della precarietà e incertezza, pesanti interrogativi per il futuro”.
La produttività del sistema Paese - ha sostenuto Mario Draghi, governatore della Banca centrale europea - ristagna perché il sistema non si è ancora adattato alle nuove tecnologie, alla globalizzazione”.
La questione è la gestione dell'economia. Lo Stato ha anche il compito di promuovere la ripresa economica e l’occupazione con spesa pubblica, cioè consentire il finanziamento di opere pubbliche, strade, acquedotti, telecomunicazioni. Occorre dare uno slancio all’economia con la produzione di beni e consumo, dando ad organismi indipendenti la gestione della loro fase attuativa.
I rappresentanti del popolo che siedono in Parlamento sono investiti di autorità per valutare il benessere dei cittadini, cioè governare per il popolo ed avere come fine della loro attività politica l’interesse del “Bene comune” del popolo fatto di soggetti che sono persone umane. Lo Stato è per il popolo, cioè garanzia e promozione di “vita buona” per tutti i cittadini.
Oggi il controllo dell'autorità politica è diventato un problema perché chi è investito di potere tenta di sfuggire il controllo ed evitare la trasparenza. Il potere politico difficilmente accetta il controllo dal basso, cioè dalla società politica. L’autorità dei parlamentari sale dal basso e non può essere assoluta perché deve tener conto delle istanze che provengono dai cittadini.
La cellula vitale della società è la famiglia e lo Stato non può disinteressarsi. C’è un basso tasso di natività in Italia perché non si promuove un’agevolazione di tipo fiscale ed economico per i nuclei familiari. La società politica deve perpetuare se stessa ed occorre introdurre più profondamente i criteri di solidarietà e sussidiarietà. Soltanto la sussidiarietà, cioè la possibilità di permettere alle famiglie di trovare i giusti rimedi ai loro bisogni, può evitare le derive di tipo corporativistico e la formazione delle "lobby"  che fanno eleggere deputati per i loro interessi e non per il bene di tutti i cittadini.
Scelta Civica chiama i testimoni del popolo per realizzare lo sviluppo economico, la libertà politica e civile, la coesione sociale. Occorre vincere la globalizzazione con un governo della globalizzazione economica e finanziaria, cioè attuare una economia sociale di mercato, evitando l’assistenzialismo statale che soffoca la libertà e promuovendo la solidarietà e la sussidiarietà.
''Scelta civica per l'Europa: Liberali, democratici, riformatori''. Sì a Scelta Civica! Basta tenere la barra dritta! Non farsi abbindolare dal canto delle sirene!
Francesco Liparulo - Venezia

mercoledì 26 marzo 2014

Una società liberale e democratica

LA RICERCA DI UN PARTITO SERIO
PER LE PROSSIME ELEZIONI EUROPEE
Oggi si dice che "viviamo in società liberale e democratica".
Per i padri fondatori del liberalismo occorreva il bilanciamento dei poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario) e c'era intuizione di moderato pessimismo sulla natura umana per il fatto che l'uomo cerca di abusare del potere. C'era anche l'intuizione dell'idea di libertà sotto la legge, cioè la libertà deve essere regolata dalla Legge.
Nella società tra individuo e Stato vi sono varie formazioni come la famiglia, i raggruppamenti professionali e i sindacati. Nel pensiero repubblicano democratico si da rilievo alle virtù civiche e alla partecipazione sociale, cioè non solo libertà da intrusione nel mio spazio privato, ma anche e, soprattutto, "libertà per" fare qualcosa.
Si tratta di essere attenti alle esigenze della società civile ed impegnarsi nel presente per cose concrete, cioè essere aderenti alle attese dei lavoratori e dei giovani. In Europa decisi per contare e promuovere leggi europee per uscire dalla globalizzazione attuando un mercato sociale per il benessere di tutti gli Europei.
La società civile è tale se fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, se è ben salda sulla fede nel progresso interno della vita e della storia del popolo italiano e se si avvale della forza della libertà.
Valorizziamo quel che ci unisce come nazione - dice Giorgio Napolitano - e ci impegna come Stato unitario di fronte ai problemi e alle sfide che ci attendono”. L'attuale momento storico europeo è segnato dal dualismo Stato – mercato e dalla mescolanza di neoliberalismo e di socialismo democratico. Di fronte allo Stato e al mercato sta l’individuo, sottoposto alle decisioni del potere economico e del potere politico.
Le attuali democrazie devono fare i conti con le sfide del mondo globalizzato . Si auspica un diverso rapporto tra individui e società civile, un diverso modo di concepire la dignità della persona e la dignità del suo lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza.
Le democrazie devono risolvere il problema della ridistribuzione dei beni per evitare la scissione dei legami sociali. Le "male bestie " di Sturzo sono ancora oggi lo statalismo, la partitocrazia e lo sperpero del denaro pubblico.
L'Italia deve essere unita in Europa per risolvere i gravi problemi che sono uno Stato indebolito di fronte alle speculazioni del mercato finanziario, una democrazia apparentemente fragile di fronte alla crisi". L'impegno comune per Giorgio Napolitano è quello della “tutela dei valori primari, quali il lavoro e la persona che la nostra Costituzione pone a fondamento della Repubblica italiana. Non esitate a scendere in campo”.
Scelta Civica, costituita da cittadini che credono nei valori della persona umana e della sua libertà, si rivolge a tutti gli elettori che, chiamati nelle prossime elezioni europee del 25 maggio,  vogliono mantenere nel tempo presente i valori del popolo italiano che hanno ispirato tutti coloro che ci hanno preceduti nell’amore verso la nostra Patria, resa una e indivisibile da coloro che seppero offrire anche la loro vita per il bene di tutti.
Ogni cittadino ha il diritto di essere rispettato, cioè ha una sua dignità in quanto persona e soggetto di diritto che possiede dei diritti dovuti dalla sua necessità di esistere in libertà, nell’ambito di una società in cui si impegna per il bene comune.
Si tratta di scegliere uomini e donne che vogliono impegnarsi per "costruire un mercato sociale più competitivo in Italia e in Europa".
In Scelta Civica gli Italiani "troveranno un punto di riferimento ispirato alla serietà, alle riforme rigorose e all'Europa".
Francesco Liparulo - Venezia

martedì 25 marzo 2014

Promozione di benessere per la società civile

L'IDENTITÀ DI UN PARTITO SERIO
STA NELL'IMPEGNO DEGLI ELETTI

Oggi si dice che "viviamo in società liberale e democratica".
Per i padri fondatori del liberalismo occorreva il bilanciamento dei poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario) e c'era intuizione di moderato pessimismo sulla natura umana per il fatto che l'uomo cerca di abusare del potere. C'era anche l'intuizione dell'idea di libertà sotto la legge, cioè la libertà dev...e essere regolata dalla Legge.
Nella società tra individuo e Stato vi sono varie formazioni come la famiglia, i raggruppamenti professionali e i sindacati. Nel pensiero repubblicano democratico si da rilievo alle virtù civiche e alla partecipazione sociale, ma nel pensiero liberale si da risalto alla "libertà da", cioè libertà da intrusione nel mio spazio privato ed è meno sentita "libertà per" fare qualcosa.
Nelle liberal democrazie (LIB-LAB = LIBERAL LABOR), come "miscela di liberalismo e socialismo", occorre superare i meccanismi impersonali per dare spazio alle formazioni sociali intermedie tra lo Stato e il Mercato, cioè occorre dare maggiore attenzione ai cittadini che devono affrontare la crisi sociale e finanziaria in un periodo di recessione che investe molti Paesi europei.
“Da noi la crisi generale con cui da quattro anni ci si confronta su scala mondiale – ha detto Giorgio Napolitano – si è tradotta in crisi di aziende medie e grandi. Per effetto di tutto ciò, e per il peso delle imposte da pagare, per l’aumento del costo di beni primari e servizi essenziali, dobbiamo parlare di una vera e propria “questione sociale” da porre al centro dell’attenzione e dell’azione pubblica. La politica, soprattutto, non può affermare il suo ruolo se le manca la capacità di condivisione umana e morale per le situazioni gravi di persone e di famiglie che bisogna sentire nel profondo della nostra coscienza e di cui ci si deve fare e mostrare umanamente partecipi”.
Il disagio sociale aumenta ogni giorno ed occorre dare fiducia a un Paese in preda all'incubo della disoccupazione. ''La stabilità - ha detto Stefania Giannini, coordinatrice politica di Scelta Civica -è un bene se serve al governo per fare le riforme che consentano all'Italia di agganciare la ripresa economica e consolidare la sua presenza in Europa. Realizzare queste riforme vuol dire combattere i populismi''.
Occorre affrontare con trasparenza le patologie politiche, la diffusione del crimine, la droga, il degrado urbano, la prostituzione, l’inquinamento, l’abbandono della famiglia a se stessa. I valori spirituali del popolo italiano devono essere difesi e tramandati per conservare la nostra identità e promuovere un futuro per la nostra società civile.
Francesco Liparulo - Venezia

venerdì 14 marzo 2014

Una politica attenta ai disagi sociali

SPERANZA E CORAGGIO PER IL RILANCIO
DI CRESCITA ECONOMICA E  OCCUPAZIONE
"Alle forze parlamentari tocca" legiferare per dare una risposta agli Italiani che hanno scritto al Presidente della Repubblica per il lavoro che manca, per la condizione delle famiglie che scivolano nella povertà. Tra questi la catanese Serena: "Noi giovani non siamo solo il futuro, ma siamo soprattutto il presente. I giovani sono pronti a rimboccarsi le maniche e a fare ogni sforzo per poter dire, da adulti: "sono fiero del mio Paese, della mia nazione".
Negli ultimi tre anni, secondo i dati Istat, 1 milione di Italiani sotto i 35 anni hanno perso il lavoro.
Gli Italiani non vogliono una crisi pericolosissima che rischia di travolgere i buoni risultati di tanti sacrifici che loro hanno fatto.
Si invita il Governo Renzi a "procedere con decisione e tempestività nelle misure programmate" per la ripresa dell'economia. Un ritorno alla crescita contribuirebbe "a un miglioramento delle condizioni del credito e del clima di fiducia.
"Entro marzo - ha detto Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei Ministri - la discussione parlamentare sul piano del lavoro ''.
Lo Stato è il primo responsabile di tutta la politica del lavoro, cioè è il datore di lavoro indiretto che deve provvedere all’emanazione delle leggi che disciplinano il settore lavorativo. Le attività delle società produttive, direttamente responsabili perché determinano i contratti e i rapporti di lavoro.
Il neo ministro all'Economia, Pier Carlo Padoan, ha detto: '' Posti di lavoro e imprese sono punti chiave che guideranno l'azione del governo. Il sistema tributario può e deve essere modificato favorendo la crescita''.
Occorre far funzionare la fantasia e far fruttare quella immensa ricchezza finanziaria, depositata nelle banche dalle famiglie italiane, per eliminare il debito pubblico di oltre 2 mila miliardi di euro dello Stato italiano e rilanciare l'economia, mirando alla produttività e alla competitività.
Povertà e disoccupazione alimentano rabbia nel popolo che aspetta riforme coraggiose da parte del governo e leggi più rispondenti ai veri bisogni dei cittadini sommersi in una recessione che provoca aumento dell'indigenza e fuga dei giovani all'estero. Per l'ISTAT la disoccupazione arriva al 12,9% ed è record dal 1977. Negli ultimi 4 anni i nuovi poveri sono aumentati del 14%, percentuale che nel Sud (secondo la Caritas) arriva al 74%. 5 milioni di cittadini italiani sono diventati poveri assoluti.
"In un periodo di perdurante crisi economica e sociale - ha affermato Raffaele Squitieri, presidente. della Corte dei conti – forte è l’esigenza di un radicale ripensamento delle politiche pubbliche: dalla revisione della spesa pubblica all’eliminazione degli sprechi, dal potenziamento dei controlli alla semplificazione di norme e procedure, alla prevenzione e alla lotta alla corruzione. La corruzione, infatti, non solo riduce la qualità dei servizi, incide sulle entrate fiscali, aumenta l’ingiustizia sociale e la povertà, ma anche la sua semplice percezione basta a costituire un ostacolo alla crescita, in quanto scoraggia gli investimenti. La lotta alla corruzione e alla cattiva gestione, pertanto, costituiscono per il nostro Paese obiettivi primari ed irrinunciabili".
Globalizzazione, crisi finanziaria, produttiva e sociale hanno alimentato paure e rabbia nel popolo chiamato a fare sacrifici e a sopportare un rigore fiscale per sostenere il debito pubblico che costa “più di 85 miliardi di euro all’anno” di solo interessi.
La politica dovrebbe essere capace di dare risposte ai bisogni economici dei lavoratori e delle loro famiglie, di garantire la legalità e i diritti civili, cioè deve essere vero motore di riforme istituzionali equilibrate e condivise. La politica sarà considerata giusta se realizza il compimento del bene comune, cioè se crea prosperità materiale quale presupposto per “un’esistenza buona” del cittadino.
Matteo Renzi "potrebbe essere la persona giusta per prendere il Paese e rivoltarlo come si deve".
Si tratta di dare spazio alla iniziativa privata perché lo Stato è gestore sprecone e maldestro. La società politica è in grado di essere autosufficiente, cioè in grado di poter garantire la buona vita, il vivere bene dei cittadini.
Francesco Liparulo - Venezia

mercoledì 12 marzo 2014

I prescelti dei partiti catapultati nell’agone elettorale

LA CAMERA HA APPROVATO
LA NUOVA LEGGE ELETTORALE
"L'aula di Montecitorio ha approvato oggi la nuova legge elettorale, che vale solo per la Camera, che recepisce l'intesa tra il premier Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi". La riforma della legge elettorale ha ottenuto 365 voti favorevoli e 165 contrari. Si prevede l'assegnazione dei seggi alla Camera sulla base di piccole liste bloccate, soglie di sbarramento per ogni partito e l'assegnazione di un premio di maggioranza alla coalizione vincente, da assegnare al secondo turno se al primo nessuna coalizione raggiunge il 37% dei voti.
Il popolo italiano, come società politica costituita, cioè come insieme di coscienze personali che, avendo una storia in comune, attestata dall’unità di linguaggio, avendo scelto di vivere insieme con giustizia e cultura civica, ha deciso di autogovernarsi, di eleggere i propri governanti. Nella società civile, prodotto di ragione e forza morale, la priorità è data dalla coscienza personale. Il popolo è fatto di persone umane che si riuniscono per il bene comune della loro esistenza.
Ogni comunità, dalla famiglia alla città, si costituisce in vista di un bene, cioè guardando verso un fine. La comunità più alta è la comunità politica che tende al bene più alto, il vivere bene di tutti. Il fine delle Istituzioni politiche è quello di aiutare le persone per il loro pieno sviluppo, cioè di garantire ad ogni uomo o donna l’accesso ai beni materiali, culturali, morali e spirituali che sono patrimonio di tutto il popolo.
Nella città ci sono anche “patologie politiche da curare”. Il sistema politico è come un organismo. Le Istituzioni, se non vengono sottoposte a terapia, subiscono le stesse vicende dell’organismo umano. Quando trionfano le passioni, la democrazia degenera e porta alla demagogia. Gli elettori sanno esprimere ciò che è giusto e ingiusto, perché hanno percezione del bene e del male. Non c’è famiglia e città se non c’è comunanza di ciò che è bene e male.
La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento. La politica raggiunge il suo fine più profondo quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza dei rapporti sociali.
La comunità politica contribuisce, così come la comunità familiare, a procurare nella persona gli inizi di quella crescita che la persona conduce al suo termine. Occorre che la società abbia un'anima fatta di buona volontà, di relazione, di rispetto e di amore da persona a persona e tra persona e comunità che possono dare alla vita del corpo politico un carattere veramente umano.
Si tratta di costruire una società il cui centro non è l'individuo, ma la persona che si realizza liberamente nella comunità civile.
L'idea dinamica dominante in questo ideale concreto è quella della libertà e della realizzazione della dignità umana. L’elettore vuole un rappresentante del popolo in grado di impegnarsi per realizzare questo ideale di società civile fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, sulla fede nel progresso interno della vita e della storia del popolo italiano e sulla forza della libertà.
Il mercato deve tener conto di tutti, perché così può essere non solo morale ma anche efficiente, in quanto non si può escludere dal benessere, abbandonare nell’emarginazione, nella malattia e nella miseria una parte importante dei cittadini.
La missione per i rappresentanti del popolo è quella di agire per poter partecipare alla costruzione di un Paese dove ciascuno possa seguire la propria vocazione, possa realizzarsi e dare il meglio di sé, dove lo Stato non espropri i cittadini di ciò che sono riusciti a conquistare attraverso il lavoro e sacrifici di una vita. Si tratta di realizzare uno Stato dove ciascuno possa tenere aperta la porta della speranza e tenere alta la bandiera della libertà.
I testimoni del popolo devono agire per una società fondata sulla libertà, sullo sviluppo economico, sulla solidarietà, cioè una società basata sui valori del cristianesimo, sulla famiglia naturale fondata sul matrimonio, formata dall’unione di un uomo e di una donna, nella quale far nascere e far crescere i figli. Si tratta di promuovere una Patria nella quale tutti gli Italiani si riconoscono e che tutti amano, perché è la casa comune di tutti, senza distinzioni.
Francesco Liparulo - Venezia

domenica 2 marzo 2014

Il lavoro è fondamento dell'esistenza umana

 LA SECONDA PROMESSA DI MATTEO RENZI
AVRÀ  LO  STESSO  ESITO  DELLA  PRIMA?
''Entro marzo - ha detto Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei Ministri - la discussione parlamentare sul piano del lavoro''.
Lo Stato è il primo responsabile di tutta la politica del lavoro, cioè è il datore di lavoro indiretto che deve provvedere all’emanazione delle leggi che disciplinano il settore lavorativo. Le attività delle società produttive, direttamente responsabili perché determinano i contratti e i rapporti di lavoro, esigono una politica che garantisca il rispetto degli inalienabili diritti delle persone.
La difesa degli interessi esistenziali dei lavoratori in tutti i settori produttivi è resa possibile soltanto da uno Stato che dispone di istituzioni che considerano la persona umana come soggetto del lavoro e non come “merce”. La responsabilità primaria in una società civile e politica spetta all’autorità politica, intesa come funzione essenziale senza la quale la persona umana non può acquisire il bene comune, indispensabile alla sua vita e a quella di tutta la società civile.
Il compito delle persone, investite di potere politico, è quello di emanare una legislazione che garantisca un'ordinata convivenza sociale nella vera giustizia perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa. La legge civile deve assicurare soprattutto i diritti fondamentali che appartengono alla persona.
Il lavoro è una dimensione fondamentale dell'esistenza dell'uomo che rimane sempre il soggetto della sua attività e di qualsiasi prodotto che ne scaturisce. In questa dimensione soggettiva c’è il fondamento della dignità del lavoro umano. Il primo fondamento del valore del lavoro è l’uomo stesso che ne è l'artefice.
Il lavoro è un bene essenziale perché con esso l’uomo realizza se stesso ed espleta la sua libertà nella comunicazione con gli altri per la creazione del bene comune, necessario al benessere materiale e spirituale della società civile. L’operaio ha anche una vita familiare che è un suo diritto e una sua vocazione naturale. La sua attività è condizione per la nascita e il mantenimento della famiglia, ritenuta cellula primordiale di tutta la comunità civile. La perdita del salario del capo famiglia mina alla radice l'unità fondamentale della stessa società.
L’esigenza di creare ricchezza e sostenere la competizione nel mondo globalizzato non può tralasciare la preminenza dei valori essenziali e il mantenimento della coesione sociale.
La globalizzazione, che mira soltanto al primato dell’economia e della finanza, scardina l'economia sociale di mercato, controllata dalle leggi che salvaguardano le varie attività che producono ricchezza e benessere. La liberalizzazione degli scambi commerciali e la deregolamentazione delle attività d’impresa dà riconoscimento a quei poteri forti del mercato globale che portano a considerare preminente la competizione tra i mercati nazionali e le varie imprese di profitto, spingendo all’estremo la competizione tra i vari soggetti dell'economia.
 Lo sviluppo economico, derivante dalle idee economicistiche e materialistiche del mercato globale, dissolve i legami sociali, perché si basa sull'opera degli individui lavoratori, considerati semplici mezzi di produttività e non come persone, dotate di ragione e di libertà, cioè soggetti di ogni attività umana.
Francesco Liparulo - Venezia

sabato 1 marzo 2014

La cittadinanza è angosciata per la disoccupazione

I MINISTRI DI RENZI ELENCANO SOLUZIONI
SENZA INDICARE LA FONTE DELLE RISORSE
Povertà e disoccupazione alimentano rabbia nel popolo che aspetta riforme coraggiose da parte del governo e leggi più rispondenti ai veri bisogni dei cittadini sommersi in una recessione che provoca aumento dell'indigenza e fuga dei giovani all'estero. Per l'ISTAT la disoccupazione arriva al 12,9% ed è record dal 1977. Negli ultimi 4 anni i nuovi poveri sono aumentati del 14%, percentuale che nel Sud (secondo la Caritas) arriva al 74%. 5 milioni di cittadini italiani sono diventati poveri assoluti.
Indispensabile l'impegno comune - ha sostenuto il capo dello Stato - per far fronte alla difficile situazione economica e finanziaria”. Per il Presidente, la parola unità “si sposa con pluralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà. Sentirsi Italiani significa riconoscere come problemi di tutti quelli che preoccupano le famiglie in difficoltà”.
“Siamo ad un punto di disfunzione democratica pericolosissima – ha detto Marco Vitale al Centro Congressi della Fiera di Verona – dobbiamo ricostruire la democrazia del nostro Paese e mondialmente dobbiamo ricostruire il pensiero economico”.
"Uno sforzo aggiuntivo per il credito alle imprese - ha chiesto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria - perché l’Italia non riesce più a sostenere i limiti di spesa imposti in un momento di recessione. Il principio di risparmio, imposto dai governi negli ultimi anni nel pubblico e nel privato, ha aggravato la crisi e non ha dato soluzioni alla disoccupazione. Le banche hanno già ricevuto un grande sostegno con tassi agevolati dalla Banca centrale europea ma non sostengono il loro ruolo che è quello di "aiutare le famiglie e l'impresa in difficoltà".
L'ossigeno vitale non arriva a chi è impegnato nella produttività del Paese, cioè i lavoratori si trovano ad affrontare una disoccupazione che diventa sempre più insostenibile e le banche continuano a non agevolare il credito a chi fa impresa e genera produttività e lavoro. La famiglia italiana di oggi deve affrontare l’attuale crisi finanziaria, economica e valoriale. Si tratta di recuperare “le radici della crescita delle Regioni per promuovere le loro qualità produttive che fanno vincere le sfide della globalizzazione. Milioni di Italiani vivono, secondo le recenti statistiche, con la metà del reddito medio nazionale (circa 600 euro al mese). La crescita degli indigenti evidenzia una forte disuguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale.
La famiglia genera legami di appartenenza, dà forma sociale alle persone, trasmette valori culturali, etici, sociali, spirituali essenziali per lo sviluppo della società civile.
La razionalizzazione morale dell'agire politico deve fondarsi sulla giustizia, la legge e la reciproca amicizia. Si tratta di sforzarsi per applicare le strutture politiche al servizio del bene comune, della dignità della persona e del senso dell'amore civico.
L'attività politica deve basarsi sui bisogni più intimi della vita delle persone e dell’esigenza della pace sociale, dell’amore, delle energie morali e spirituali. Occorre agire nella comunicazione e utilizzare mezzi morali per essere liberi. La forza della società politica presuppone la giustizia perché si avvale delle energie dei cittadini in quanto energie di uomini liberi che sanno esprimersi con amicizia.
La politica economica non deve essere basata su continue tasse. Nella riforma tributaria bisogna porre al centro la famiglia per una "società a misura di famiglia". Sì al risanamento finanziario e alla crescita tenendo conto che bisogna dare risposte ai giovani ed eliminare la disoccupazione per garantire "l'equilibrio democratico e la convivenza civile".
Fracesco Liparulo - Venezia