venerdì 14 marzo 2014

Una politica attenta ai disagi sociali

SPERANZA E CORAGGIO PER IL RILANCIO
DI CRESCITA ECONOMICA E  OCCUPAZIONE
"Alle forze parlamentari tocca" legiferare per dare una risposta agli Italiani che hanno scritto al Presidente della Repubblica per il lavoro che manca, per la condizione delle famiglie che scivolano nella povertà. Tra questi la catanese Serena: "Noi giovani non siamo solo il futuro, ma siamo soprattutto il presente. I giovani sono pronti a rimboccarsi le maniche e a fare ogni sforzo per poter dire, da adulti: "sono fiero del mio Paese, della mia nazione".
Negli ultimi tre anni, secondo i dati Istat, 1 milione di Italiani sotto i 35 anni hanno perso il lavoro.
Gli Italiani non vogliono una crisi pericolosissima che rischia di travolgere i buoni risultati di tanti sacrifici che loro hanno fatto.
Si invita il Governo Renzi a "procedere con decisione e tempestività nelle misure programmate" per la ripresa dell'economia. Un ritorno alla crescita contribuirebbe "a un miglioramento delle condizioni del credito e del clima di fiducia.
"Entro marzo - ha detto Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei Ministri - la discussione parlamentare sul piano del lavoro ''.
Lo Stato è il primo responsabile di tutta la politica del lavoro, cioè è il datore di lavoro indiretto che deve provvedere all’emanazione delle leggi che disciplinano il settore lavorativo. Le attività delle società produttive, direttamente responsabili perché determinano i contratti e i rapporti di lavoro.
Il neo ministro all'Economia, Pier Carlo Padoan, ha detto: '' Posti di lavoro e imprese sono punti chiave che guideranno l'azione del governo. Il sistema tributario può e deve essere modificato favorendo la crescita''.
Occorre far funzionare la fantasia e far fruttare quella immensa ricchezza finanziaria, depositata nelle banche dalle famiglie italiane, per eliminare il debito pubblico di oltre 2 mila miliardi di euro dello Stato italiano e rilanciare l'economia, mirando alla produttività e alla competitività.
Povertà e disoccupazione alimentano rabbia nel popolo che aspetta riforme coraggiose da parte del governo e leggi più rispondenti ai veri bisogni dei cittadini sommersi in una recessione che provoca aumento dell'indigenza e fuga dei giovani all'estero. Per l'ISTAT la disoccupazione arriva al 12,9% ed è record dal 1977. Negli ultimi 4 anni i nuovi poveri sono aumentati del 14%, percentuale che nel Sud (secondo la Caritas) arriva al 74%. 5 milioni di cittadini italiani sono diventati poveri assoluti.
"In un periodo di perdurante crisi economica e sociale - ha affermato Raffaele Squitieri, presidente. della Corte dei conti – forte è l’esigenza di un radicale ripensamento delle politiche pubbliche: dalla revisione della spesa pubblica all’eliminazione degli sprechi, dal potenziamento dei controlli alla semplificazione di norme e procedure, alla prevenzione e alla lotta alla corruzione. La corruzione, infatti, non solo riduce la qualità dei servizi, incide sulle entrate fiscali, aumenta l’ingiustizia sociale e la povertà, ma anche la sua semplice percezione basta a costituire un ostacolo alla crescita, in quanto scoraggia gli investimenti. La lotta alla corruzione e alla cattiva gestione, pertanto, costituiscono per il nostro Paese obiettivi primari ed irrinunciabili".
Globalizzazione, crisi finanziaria, produttiva e sociale hanno alimentato paure e rabbia nel popolo chiamato a fare sacrifici e a sopportare un rigore fiscale per sostenere il debito pubblico che costa “più di 85 miliardi di euro all’anno” di solo interessi.
La politica dovrebbe essere capace di dare risposte ai bisogni economici dei lavoratori e delle loro famiglie, di garantire la legalità e i diritti civili, cioè deve essere vero motore di riforme istituzionali equilibrate e condivise. La politica sarà considerata giusta se realizza il compimento del bene comune, cioè se crea prosperità materiale quale presupposto per “un’esistenza buona” del cittadino.
Matteo Renzi "potrebbe essere la persona giusta per prendere il Paese e rivoltarlo come si deve".
Si tratta di dare spazio alla iniziativa privata perché lo Stato è gestore sprecone e maldestro. La società politica è in grado di essere autosufficiente, cioè in grado di poter garantire la buona vita, il vivere bene dei cittadini.
Francesco Liparulo - Venezia

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