LA SECONDA PROMESSA DI MATTEO RENZI
AVRÀ LO STESSO ESITO DELLA
PRIMA?
''Entro marzo - ha detto Matteo Renzi,
presidente del Consiglio dei Ministri -
la discussione parlamentare sul piano del lavoro''.
Lo Stato è il primo responsabile di tutta
la politica del lavoro, cioè è il datore di
lavoro indiretto che deve provvedere all’emanazione delle leggi che
disciplinano il settore lavorativo. Le attività delle società produttive,
direttamente responsabili perché determinano i contratti e i rapporti di
lavoro, esigono una politica che garantisca il rispetto degli inalienabili
diritti delle persone.
La difesa degli interessi esistenziali dei
lavoratori in tutti i settori
produttivi è resa possibile soltanto da uno Stato che dispone di istituzioni
che considerano la persona umana come soggetto del lavoro e non come “merce”.
La responsabilità primaria in una società civile e politica spetta all’autorità
politica, intesa come funzione essenziale senza la quale la persona umana non
può acquisire il bene comune, indispensabile alla sua vita e a quella di tutta
la società civile.
Il compito
delle persone, investite di potere politico, è quello di emanare
una legislazione che garantisca un'ordinata convivenza sociale nella vera
giustizia perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita
dignitosa. La legge civile deve assicurare soprattutto i diritti fondamentali
che appartengono alla persona.
Il lavoro è una dimensione fondamentale dell'esistenza dell'uomo che rimane sempre il soggetto della sua attività e di qualsiasi prodotto che ne scaturisce. In questa dimensione soggettiva c’è il fondamento della dignità del lavoro umano. Il primo fondamento del valore del lavoro è l’uomo stesso che ne è l'artefice.
Il lavoro è una dimensione fondamentale dell'esistenza dell'uomo che rimane sempre il soggetto della sua attività e di qualsiasi prodotto che ne scaturisce. In questa dimensione soggettiva c’è il fondamento della dignità del lavoro umano. Il primo fondamento del valore del lavoro è l’uomo stesso che ne è l'artefice.
Il lavoro è un bene essenziale perché con esso l’uomo realizza se stesso ed espleta la sua
libertà nella comunicazione con gli altri per la creazione del bene comune,
necessario al benessere materiale e spirituale della società civile. L’operaio
ha anche una vita familiare che è un suo diritto e una sua vocazione naturale.
La sua attività è condizione per la nascita e il mantenimento della famiglia,
ritenuta cellula primordiale di tutta la comunità civile. La perdita
del salario del capo famiglia mina alla radice l'unità fondamentale della
stessa società.
L’esigenza
di creare ricchezza e sostenere la competizione nel mondo globalizzato non può
tralasciare la preminenza dei valori essenziali e il mantenimento della coesione
sociale.
La globalizzazione, che mira soltanto al primato dell’economia e della finanza, scardina
l'economia sociale di mercato, controllata dalle leggi che
salvaguardano le varie attività che producono ricchezza e benessere. La
liberalizzazione degli scambi commerciali e la deregolamentazione delle
attività d’impresa dà riconoscimento a quei poteri forti del mercato globale
che portano a considerare preminente la competizione tra i mercati nazionali e
le varie imprese di profitto, spingendo all’estremo la competizione tra i vari
soggetti dell'economia.
Lo sviluppo economico, derivante dalle
idee economicistiche e materialistiche del mercato globale, dissolve i
legami sociali, perché si basa sull'opera degli individui lavoratori,
considerati semplici mezzi di produttività e non come persone, dotate di
ragione e di libertà, cioè soggetti di ogni attività umana.
Francesco
Liparulo - Venezia
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