giovedì 14 giugno 2018

Il fermento della cittadinanza veneziana

Aletti Editore, dopo "L'arrivo della galea veneziana a Costantinopoli", pubblica la 2^ opera di Francesco Liparulo.
Si tratta di un testimonianza in forma di diario degli eventi vissuti dall'autore nei luoghi aperti al pubblico in cui i protagonisti sono i politici eletti nell'Amministrazione comunale e nel governo della Città Metropolitana di Venezia.


martedì 5 giugno 2018

Una scelta condivisa per i beni primari delle persone

LA SOCIETÀ CIVILE SI DISSOLVE
SENZA  I  VALORI  TRAMANDATI
Le attuali democrazie (LIB-LAB), (LIBERAL LABOR), misto di liberalismo e socialismo "europeo", devono affrontare: la questione della vita, il relativismo etico, la democrazia procedurale estesa, la dissoluzione dei legami sociali.
Si è radicata nelle coscienze la “sacralità” dei diritti umani. L’impegno per i diritti umani prevede innanzitutto che ci sia l’impegno per il diritto ad essere uomini, cioè a non essere respinti al di fuori dell’area della vita.
I beni primari della persona non possono essere decisi dalle maggioranze politiche perché sono tutelati dal diritto delle comunità e dal diritto delle genti, cioè sono radicati in tutte le culture umane.
La libertà per ciascuno, di seguire qualsiasi codice di comportamento in base al fatto che non viene ritenuto possibile stabilire un ordinamento unitario di valori, impedisce la coesione nelle associazioni civili.
La democrazia procedurale estesa, cioè il riconoscimento eccessivo dato alle regole nei confronti dei contenuti, entra in crisi quando nella società nascono tensioni di un certo rilievo, perché comporta la neutralizzazione dei valori fondanti della vita civile.
Le regole non stabiliscono il reale contenuto delle decisioni né che cosa è giusto.
Le democrazie devono risolvere il problema della ridistribuzione dei beni per evitare la scissione dei legami sociali. La preminenza conferita al singolo da parte del liberalismo muta la democrazia in governo del singolo, da parte del singolo, per il singolo.
I valori del popolo italiano (dignità della persona umana, famiglia, solidarietà e sussidiarietà) sono indispensabili ad una valida democrazia perché promuovono "un sentimento della vita ancorato alla centralità dell’uomo e permettono una convivenza ordinata e feconda".
Francesco Liparulo - Venezia

domenica 3 giugno 2018

Il 72° compleanno della Repubblica con un nuovo governo

                                                     IL DIRITTO DI COMANDARE È DEL POPOLO
«L'impegno - ha scritto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato ai Prefetti d’Italia, in occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno - volto a garantire il buon andamento e l'imparzialità della pubblica amministrazione e a rafforzare la fiducia dei cittadini nell'operato delle istituzioni, è essenziale ed è condizione per favorire la più ampia partecipazione democratica alla vita del Paese contro le tentazioni dell'indifferenza e del disimpegno”.

La Repubblica con l’articolo 2 della Costituzione riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità. La bandiera italiana è il Tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni (art.12 della Costituzione).
Il popolo, esercitando il suo diritto naturale e inalienabile all’autonomia e all’autogoverno, si pone come sorgente di autorità dal basso e come fondamento di politica democratica. Il diritto di comandare è del popolo che ne trasmette l’esercizio per partecipazione ai governanti.
Le attuali democrazie devono fare i conti con le sfide del mondo globalizzato . Si auspica un diverso rapporto tra individui e società civile, un diverso modo di concepire la dignità della persona e la dignità del suo lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza.
"Oggi il problema della povertà – ha detto l'emerito Presidente Napolitano – si lega a quello del crescere delle diseguaglianze anche all’interno delle società più sviluppate, nel quadro di uno straordinario e sconvolgente processo di globalizzazione". 
Il Presidente era preoccupato per la crisi economico - finanziaria che ancora oggi continua a creare tra le famiglie italiane continue diseguaglianze che mettono a rischio la convivenza.

"A Milano e provincia la Croce Rossa Italiana - ha detto Francesco Rocca, commissario straordinario della Cri - distribuisce cibo a 50 mila indigenti. Le nuove povertà sono una delle principali sfide che stiamo affrontando e dovremo affrontare sempre di più nel prossimo futuro. I volontari sono impegnati nella raccolta e distribuzione di abiti e generi alimentari non solo ai senza fissa dimora, ma anche alle famiglie colpite da un impoverimento progressivo a causa della perdita del lavoro o della casa".
Per l'Istituto nazionale di Statistica l'11,1% delle famiglie italiane, circa 3 milioni di nuclei familiari, è povero in termini relativi.
Il Rapporto 2012 della Caritas italiana evidenziava che il 33,3% degli Italiani si rivolge all'Organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana per povertà economica, lavoro e casa. Nel documento era denunciata una "evidente incapacità" del "welfare" italiano, cioè del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, a trovare soluzioni idonee per le nuove forme di povertà e per le nuove emergenze sociali emerse negli ultimi tre anni con la crisi economico - finanziaria.
IL NEO MINISTRO DI MAIO RIUSCIRÀ A RISOLVERE IL PROBLEMA? 
DAI FRUTTI GLI ELETTORI CAPIRANNO LA VERIDICITÀ
DELLE PROMESSE ELETTORALI. 
BUON LAVORO MINISTRO, L'ADERENZA ALLE ASPETTATIVE DEL POPOLO È VERA POLITICA.

La politica della verità è basata sul coraggio personale e sulle energie di coloro che orientano la politica al suo vero fine, cioè aderire coscientemente con tutte le forze per l’affermazione della dignità di ogni uomo.
Sul piano della vita politica e sociale, l’accostamento tra le persone deve esprimersi in attività comuni per il bene comune della città di appartenenza senza alcuna distinzione che generi ingiustizie e soprusi.
Gli ordinamenti democratici dello Stato non possono essere soggiogati dal relativismo etico di coloro che non considerano essenziali, per il bene comune della società, i veri valori del popolo italiano che sono la dignità della persona umana che lavora, il mantenimento della sua famiglia, la sussidiarietà nel controllo dell’applicazione delle norme e la solidarietà sociale.
La sopravvivenza stessa della società civile esige il ripristino, a qualsiasi livello produttivo ed economico, dell’etica nel lavoro dell'uomo, cioè la salvaguardia di tutti i suoi diritti.
Francesco Liparulo - Venezia

sabato 2 giugno 2018

La Repubblica italiana ha 72 anni. C’è un nuovo governo

LEGALITÀ, ETICA DEL SERVIZIO E TRASPARENZA
INDISPENSABILI PER UNA VERA AZIONE POLITICA
«L'impegno - ha scritto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato ai Prefetti d’Italia, in occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno - volto a garantire il buon andamento e l'imparzialità della pubblica amministrazione e a rafforzare la fiducia dei cittadini nell'operato delle istituzioni, è essenziale ed è condizione per favorire la più ampia partecipazione democratica alla vita del Paese contro le tentazioni dell'indifferenza e del disimpegno”.

Qual è il problema?
Nell’odierna società democratica libera è diffuso il relativismo morale che porta all’esistenza di controversie su alcuni diritti del cittadini. La mancanza di etica sociale, intesa come respiro del popolo, soffoca la democrazia perché la ricchezza si concentra nel numero ridotto di mani e si generano terrorismo, globalizzazione e squilibrio tra ricchi e poveri.
La questione del governo del Paese richiede l'impegno di cittadini decisi ad ascoltare il popolo e a trovare i rimedi per uscire dalla crisi economico – finanziaria. Le restrizioni sociali imposte dai precedenti governi, per la salvaguardia delle finanze pubbliche, richiedono un passo decisivo nella direzione dello sviluppo e dell'occupazione per uscire dalla povertà dilagante.
C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che “riconosca e sostenga” il cittadino secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo.
Si tratta di frenare la povertà dilagante e la perdita dei posti di lavoro, garantendo equità sociale ed eliminando le ingiustizie sociali tra chi ha troppo e chi non ha nemmeno il necessario per mantenere la famiglia.

L’ossigeno vitale non arriva a chi è impegnato nella produttività del Paese, cioè i lavoratori si trovano ad affrontare una disoccupazione che diventa sempre più insostenibile e le banche continuano a non agevolare il credito a chi fa impresa e genera produttività e la lavoro.
La società politica necessita di uomini e donne che possano dare un senso all’esistenza concreta del cittadino, cioè la cittadinanza ha bisogno di persone che credono a un Progetto per il Paese.
Francesco Liparulo - Venezia