martedì 5 giugno 2018

Una scelta condivisa per i beni primari delle persone

LA SOCIETÀ CIVILE SI DISSOLVE
SENZA  I  VALORI  TRAMANDATI
Le attuali democrazie (LIB-LAB), (LIBERAL LABOR), misto di liberalismo e socialismo "europeo", devono affrontare: la questione della vita, il relativismo etico, la democrazia procedurale estesa, la dissoluzione dei legami sociali.
Si è radicata nelle coscienze la “sacralità” dei diritti umani. L’impegno per i diritti umani prevede innanzitutto che ci sia l’impegno per il diritto ad essere uomini, cioè a non essere respinti al di fuori dell’area della vita.
I beni primari della persona non possono essere decisi dalle maggioranze politiche perché sono tutelati dal diritto delle comunità e dal diritto delle genti, cioè sono radicati in tutte le culture umane.
La libertà per ciascuno, di seguire qualsiasi codice di comportamento in base al fatto che non viene ritenuto possibile stabilire un ordinamento unitario di valori, impedisce la coesione nelle associazioni civili.
La democrazia procedurale estesa, cioè il riconoscimento eccessivo dato alle regole nei confronti dei contenuti, entra in crisi quando nella società nascono tensioni di un certo rilievo, perché comporta la neutralizzazione dei valori fondanti della vita civile.
Le regole non stabiliscono il reale contenuto delle decisioni né che cosa è giusto.
Le democrazie devono risolvere il problema della ridistribuzione dei beni per evitare la scissione dei legami sociali. La preminenza conferita al singolo da parte del liberalismo muta la democrazia in governo del singolo, da parte del singolo, per il singolo.
I valori del popolo italiano (dignità della persona umana, famiglia, solidarietà e sussidiarietà) sono indispensabili ad una valida democrazia perché promuovono "un sentimento della vita ancorato alla centralità dell’uomo e permettono una convivenza ordinata e feconda".
Francesco Liparulo - Venezia

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