giovedì 5 gennaio 2017

Tempo di nuove elezioni politiche

COESIONE DI CITTADINANZA
PER  RICOSTRUIRE  IL  PAESE
È già in atto lo scontro per le prossime elezioni politiche.
Il popolo italiano, come società politica costituita, cioè come insieme di coscienze personali che, avendo una storia in comune, attestata dall’unità di linguaggio, avendo scelto di vivere insieme con giustizia e cultura civica, ha deciso di autogovernarsi, di eleggere i propri governanti secondo determinate modalità fissate dalla "Legge elettorale".  

Nella città si sono radicate le “patologie politiche” dello statalismo che è contro la libertà, della partitocrazia che è contro l'uguaglianza, dell'abuso del denaro pubblico che è contro la giustizia.  

Il sistema politico è come un organismo. Le Istituzioni, se non vengono sottoposte a terapia, subiscono le stesse vicende dell’organismo umano. Quando trionfano le passioni, la democrazia degenera e porta alla demagogia. 

Il testimone del popolo, chiamato a gestire il bene comune, deve ascoltare i concittadini. Gli elettori sanno esprimere ciò che è giusto e ingiusto, perché hanno percezione del bene e del male. Non c'è famiglia e città se non c'è comunanza di ciò che è bene e male.

"Adesso" c'è crisi socio - politica in Italia con un debito pubblico che va oltre i 2 mila miliardi di euro di cui ogni anno il contribuente deve pagare circa 80 miliardi di interessi. I recenti governi hanno aumentato il debito.

La crisi economico - finanziaria ha portato disoccupazione e povertà per 8 milioni di cittadini italiani. I vecchi partiti rischiano di scomparire, dilaniati da beghe interne. Il popolo è sfiduciato da una politica che non trova soluzioni per affrontare la crisi attuale provocata dalla globalizzazione dei mercati finanziari e commerciali.  

Si auspica una nuova legge elettorale più aderente ai bisogni dei cittadini e in grado di portare in Parlamento dei nuovi rappresentanti del popolo per ricostruire un Paese dilaniato da tanti interessi  di parte.

La società civile italiana - ha detto Angelo Scola, arcivescovo di Milano - è una grande risorsa. Ci vuole una nuova cultura della politica”. Per il cardinale, la città italiana è una realtà che “scopre il suo nuovo volto di città plurale, in cui si incontrano mondi e credi diversi. Dobbiamo trovare un criterio che ci consenta una vita buona anche dentro la società plurale

Non ci si può lasciare schiacciare sulla crisi finanziaria, che pure va presa di petto con estrema serietà. Se non si rinnova la politica, attraverso una nuova cultura, non sarà possibile creare soggettività sociale nuova.

Una vera cittadinanza dovrebbe essere in grado di realizzare una società civile fondata sulla libertà e sullo sviluppo economico. La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento. Il suo fine più profondo è quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza dei rapporti sociali.

Occorrono cittadini che sappiano agire per opporsi allo statalismo e alla demagogia, cioè sappiano valorizzare la dimensione del locale, agendo a livelli capillari, senza sfociare nel localismo che è pura retorica. Si tratta di valorizzare l'individuo nella comunità civile, cioè il diritto della persona deve essere integrato nel diritto di tutto il popolo.

Si tratta di costruire una società il cui centro non è l'individuo, ma la persona che si realizza liberamente nella vita quotidiana. L'idea dinamica dominante in questo ideale concreto è quella della libertà e della realizzazione della dignità della persona.

La libertà per i cittadini deve essere anche libertà nell'economia che deve svilupparsi secondo i principi della libera iniziativa, del libero mercato e della competizione.

Il mercato deve tener conto di tutti, perché così può essere non solo morale ma anche efficiente, in quanto non si può escludere dal benessere, abbandonare nell’emarginazione, nella malattia e nella miseria una parte importante dei cittadini.

La libertà è anche quella di far valere il principio di sussidiarietà che sprona i cittadini a controllare lo Stato per farlo intervenire soltanto quando essi non possono raggiungere con le loro forze e istituzioni i beni e servizi a cui tengono. L'applicazione  della sussidiarietà significa che lo Stato non deve togliere alla famiglia quei compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantirle il suo sostegno, assicurando l’aiuto di cui ha bisogno per assumere le sue responsabilità.

Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualistiche perché la persona e i suoi bisogni sono al centro dell’attenzione delle autorità politiche.

Uno stato di pace sociale non dipende solo dagli accordi politici, economici, finanziari conclusi dagli esponenti della maggioranza parlamentare, ma dipenderà anche dall’adesione profonda della coscienza di tutti i parlamentari e dalla coerenza delle loro azioni

La coesione tra le persone richiede la forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società. L’accostamento tra le persone deve esprimersi in una “cooperazione per cose concrete e determinate” a beneficio di tutti, senza alcuna distinzione che crei ingiustizie e soprusi.

L'azione dell'eletto dal popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne. 

I rappresentanti della cittadinanza devono essere in grado di mobilitare le forze morali e spirituali del popolo che conferisce loro la piena e autonoma rappresentanza democratica.

I parlamentari e gli amministratori pubblici non dovrebbero perdere il contatto con il sentire reale del popolo e con le sue istanze. 

Si tratta di eliminare gli sprechi, risolvere il problema dei giovani senza lavoro, promuovere la libertà d'iniziativa dei cittadini, rispondere ai bisogni dei poveri e dei malati, far fronte alla mancanza di abitazioni per le giovani coppie, garantire a un prezzo equo il gas, i carburanti, l’acqua, la raccolta dei rifiuti.
La missione per i nuovi politici è quella di agire per poter partecipare alla ricostruzione di un Paese dove nessuno possa avere paura se al governo c’è il suo avversario politico, cioè un Paese dove ciascuno possa seguire la propria vocazione, possa realizzarsi e dare il meglio di sé, dove lo Stato non espropri i cittadini di ciò che sono riusciti a conquistare attraverso il lavoro e sacrifici di una vita. Si tratta di realizzare uno Stato dove ciascuno possa tenere aperta la porta della speranza e tenere alta la bandiera della libertà.

Si tratta di promuovere una "Patria" nella quale tutti gli Italiani si riconoscono e che tutti amano, perché è la casa comune di tutti, senza distinzioni.

Francesco Liparulo - Venezia

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