domenica 22 luglio 2012

I mercati finanziari esigono maggiore fiducia

SENSO DI RESPONSABILITÀ
PER GOVERNARE LA CRISI
“Più daremo ai mercati – ha sostenuto Giorgio Napolitano – l’immagine di un Paese dove le forze fondamentali politiche, ma anche sociali, hanno comune consapevolezza e senso di responsabilità, più ne potremo guadagnare anche in termini di fiducia da parte dei mercati finanziari. I venti dell’instabilità finanziaria internazionale hanno pesantemente soffiato, e soffiano, contro le nostre economie mettendo in ginocchio interi settori produttivi.
Per il Presidente della Repubblica, “c’è necessità del ricostituirsi di un cemento nazionale unitario che consenta la massima mobilitazione di grandi energie di cui potenzialmente l’Italia dispone, allo scopo di superare questa fase molto critica per l’Europa e, specificamente, per l’Italia”. Si tratta di affrontare “la crisi più grave da mezzo secolo che minaccia il futuro del Paese”.
Per affrontare la sfida della crescita economica, “occorre aumentare le risorse finanziarie – ha detto Fabrizio Onida, professore di Economia Internazionale all’università Bocconi di Milano – e cercare di orientarle lungo alcuni progetti specifici”. L’innovazione per la crescita economica “deve essere nel nostro Paese - ha evidenziato l’economista - più robusta, non deve essere solo con fondi europei, che devono essere comunque cofinanziati, ma anche fatta con risorse nazionali e regionali”.
Anche Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, ha detto, in una recente intervista al “Corriere della Sera”: “Il governo è sulla strada giusta. Non pregiudichiamo però il futuro. La lotta all’evasione fiscale è positiva, il sostegno all’innovazione delle imprese importante, la riforma del lavoro potrà avere effetti significativi. Intenti e misure condivisibili, ma risorse modeste”.
“Se non apriamo ai giovani - ha sostenuto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria – nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l’Italia”.
È allarmante il Rapporto 2012 dell’Istituto nazionale di statistica: il 41,9% degli Italiani compresi tra i 25 e i 34 anni vive ancora in casa con i genitori; il 45% di loro dichiara che non è in grado di mantenersi economicamente, pagare un affitto o accedere a un mutuo per acquistare la casa.
Negli ultimi 4 anni i nuovi poveri sono aumentati del 14%, percentuale che nel Sud (secondo la Caritas) arriva la 74%.
5 milioni di famiglie “vivono in povertà”. “È da 10 anni che salari e pensioni non sono state salvaguardate dall’aumento del costo della vita – ha evidenziato il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) – e questo ha impoverito le famiglie, costrette a intaccare i risparmi e a ridurre i consumi con effetti negativi per la crescita”.
“Il compito di ristabilire un’Italia capace di crescere – ha detto Mario Monti – è appena cominciato. Il futuro dell'Italia dipende dalla volontà riformatrice della politica in Italia. La crisi sta imponendo un prezzo altissimo alle famiglie, ai giovani, ai lavoratori, alle imprese. Ci battiamo ogni giorno per evitare il drammatico destino della Grecia”.
“Indispensabile l'impegno comune - ha sostenuto Napolitano - per far fronte alla difficile situazione economica e finanziaria”. Per il Presidente, la parola unità “si sposa con pluralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà. Sentirsi Italiani significa riconoscere come problemi di tutti quelli che preoccupano le famiglie in difficoltà”.
“Siamo ad un punto di disfunzione democratica pericolosissima – ha detto Marco Vitale al Centro Congressi della Fiera di Verona – dobbiamo ricostruire la democrazia del nostro Paese e mondialmente dobbiamo ricostruire il pensiero economico”. L’economista ha incitato i giovani a impegnarsi per una “Democrazia Sostanziale Coerente” in grado di consentire “un paziente lavoro coerente” da parte della società politica per “traghettare l'Italia fuori da questa situazione attraverso dismissioni, sviluppo del reddito e la diminuzione della macchina politica che è la più costosa del mondo”.
La prospettiva di coloro che credono nei principi della persona umana, della famiglia e della sussidiarietà è quella personalistica comunitaria. Si tratta di riconoscere l’importanza della libertà di scelta di ogni uomo e donna con l’organizzazione dal basso della società civile, cioè favorire la libertà delle persone che vogliono realizzare il bene comune. Il ruolo della giustizia è quello di eliminare gli ostacoli alle pacifiche relazioni tra le persone, eliminando le ingiustizie sociali che creano odio e risentimenti tra chi gode di benefici e chi non dispone nemmeno dell’essenziale per vivere.
Si tratta per gli esperti dell’economia di dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L’applicazione del principio di sussidiarietà significa che lo Stato non deve togliere alla famiglia quei compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantirle il suo sostegno, assicurando l’aiuto di cui ha bisogno per assumere le sue responsabilità. La solidità del nucleo familiare è risorsa per la qualità della convivenza sociale.
Insofferenza, disagio, protesta scaturiscono dai cittadini che vedono minacciata la loro esistenza sociale. Si chiede che non sia trascurata la famiglia che deve difendersi di fronte al potere economico e finanziario del mercato globalizzato che mira soltanto al profitto utilitaristico. La vita sociale richiede che la famiglia abbia un ruolo pubblico nella comunità perché è il perno di giunzione essenziale fra la persona, la società e lo Stato. Il suo carattere originario, antecedente allo Stato, richiede la promozione della sua funzione da parte delle Istituzioni.

Prima dell’impegno per i diritti dell’uomo c’è quello per il diritto ad essere uomini, cioè ad essere considerate persone che tendono a conquistare la piena autosufficienza nella comunicazione e nell’amicizia con altre persone. Senza il collegamento ai valori della vita, gli stessi diritti dell’uomo perdono il loro vigore, cioè divengono semplici enunciati che possono essere revocati in qualsiasi momento.

L'attività politica non deve essere fondata sull’odio, la gelosia, l’egoismo, l’orgoglio, l’astuzia, ma basarsi sulla “forza dell’amore”, cioè occorre amare il proprio avversario politico ed essere umano nei suoi confronti. La politica, l’economia, la sociologia possono realizzare i loro fini attuando una morale aperta, estesa ad ogni uomo, una morale del bene e del male e non solo dell’utile.

I componenti del "Partito della nazione" intendono creare una nuova forza che dia “centralità all'interesse generale nell’azione politica e speranza di crescita ad un Paese disilluso”. I politici moderati prevedono una riforma elettorale che consenta finalmente la nascita di partiti politici e schieramenti omogenei. Il sistema elettorale auspicato è quello proporzionale tedesco che prevede con uno sbarramento percentuale la riduzione dei partiti. Si auspica un centro politico (popolare, europeista, moderato e riformatore) che rappresenterà il partito della nazione distinto dal populismo demagogico e dal particolarismo territoriale degli interessi localistici.

La società civile potrà durare nel tempo se la libertà sociale è ben salda sulla giustizia e sul senso dell’amicizia civica. Il ruolo della giustizia è quello di eliminare gli ostacoli alle pacifiche relazioni tra le persone, cioè eliminare le ingiustizie sociali che creano odio e risentimenti tra chi gode di benefici e chi non dispone nemmeno dell’essenziale per vivere. L’amicizia conferisce dinamicità alle relazioni interpersonali perché infonde entusiasmo che sprigiona le energie più profonde dell’animo umano.I politici devono conoscere i valori umani e morali coinvolti nella realizzazione del bene sociale, cioè conoscere ed applicare con responsabilità l’aspetto politico della giustizia sociale, dell’amicizia, del rispetto della persona umana dall’inizio del suo concepimento fino alla sua morte naturale.

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