domenica 2 ottobre 2016

Maria di Trebisonda

NOBILDONNE LATINE GARANZIA DELL’UNIONE DEI CRISTIANI

L’imperatore di Costantinopoli – afferma la giovane donna – volge il suo sguardo verso l’Occidente e preferisce scegliere per i suoi figli le spose dei Latini. La basilissa, sua consorte, proviene dalle terre dei Serbi e gli consiglia di allearsi con le famiglie più ricche dell’Ovest per contrastare gli Ottomani”.

Il sultano di Adrianopoli – afferma ser Filelfo – non ha mire espansionistiche nell’Asia Minore che è sotto l’influenza del Khan dei Mongoli che hanno già sconfitto suo nonno ad Angora. Murad II vuole impossessarsi delle terre dei Serbi e dei Latini e costituisce una minaccia per Roma, dove il vescovo teme la distruzione della cultura e della fede cristiana.

Il papa Martino V ritiene che tutto l’Occidente debba contrastare l’espansione ottomana e propone a Manuele II di allearsi con i governanti latini stipulando contratti matrimoniali per i suoi figli.
Le spose latine sono chiamate per costituire legami indissolubili tra le famiglie regnanti in modo da ricostituire l’Ecumene di Costantino il Grande e fornire un esercito all’imperatore dei Romani. Il sacrificio delle nobildonne mira a salvare la cultura e la fede di tutti i popoli cristiani. La loro influenza è ritenuta determinante dal papa per suggellare l’amicizia tra i governanti dell’Occidente.

Sofia del Monferrato è sposa di Giovanni VIII che è basileus incoronato dal padre, il basileus autocrate dell’Ecumene, Manuele II che si è ritirato in convento per chiedere alla Vergine Odigitra di tendere sempre le mani verso l’alto e salvare Costantinopoli.
Il popolo attende il frutto della loro unione, benedetta dal successore di Pietro e consacrata con il rito ufficiato dal santo patriarca Giuseppe II che condivide le speranze del papa Martino V.

Il vescovo di Roma, eletto per sciogliere ogni legame e riconciliare gli spiriti per ricostituire l’unione di tutti i fedeli, avverte il pericolo che incombe sulla Chiesa universale e si sta adoperando per sostenere la lotta contro i distruttori della cultura occidentale.
La responsabilità del suo magistero è sostenuta dal patriarca Giuseppe II che, unitamente all’imperatore Manule II, avverte la necessità di unire nel vincolo sacro del matrimonio i figli di coloro che detengono il potere per costituire un grande esercito”.

“Anch’io sento questa responsabilità – afferma Maria – ed il mio confessore consiglia sempre di tenermi pronta per sottomettermi con gioia e dedizione alla volontà paterna per una richiesta di matrimonio. L’inclinazione per i genitori talvolta non consegue lo scopo di pacificare o unire le famiglie con le nozze stabilite secondo un patto. 
   Il matrimonio di Giovanni VIII Paleologo con Sofia del Monferrato e quello di suo fratello Teodoro II con Cleofe Malatesta sono stati celebrati da quasi due anni. Le celebrazioni nuziali non hanno generato alcun frutto né hanno riempito le casse vuote dell’amministrazione imperiale.
   I corrieri imperiali, provenienti dalla reggia delle Blacherne e dal palazzo di Teodoro in Mistra, vicino all’antica Sparta, riportano alcune dicerie sulle coppie imperiali: “I due fratelli si tengono lontano dalle loro consorti per motivi culturali e non condividono con loro la camera nuziale”. Forse sono soltanto chiacchiere maligne che, però, mi lasciano alquanto perplessa sul comportamento dei principi, indotti a sposare delle donne scelte per salvare l’Impero romano d’Oriente”.

Il contratto nuziale - sostiene ser Filelfo – condiviso dal papa e dall’imperatore Manuele II, prevede che alle spose latine siano lasciati gli usi e le loro pratiche di devozione. I principi, eredi del trono imperiale, hanno l’obbligo di generare i figli che costituiranno il pegno inviolabile dell’unione di intenti tra l’Occidente e l’Oriente per la ricostituzione dell’Ecumene: Un solo imperatore con la guida spirituale del successore dell'apostolo Pietro”.

"Sono d'accordo sulle finalità del contratto – esclama la donna – però, i figli nascono dall’amore dei coniugi e questo sentimento scaturisce dalla passione o dal moto spontaneo di due cuori che vogliono condividere le loro affettività. Le voci malevoli sull’aspetto di Sofia lasciano intendere che è già ventottenne. Il suo fisico non è quello delle giovani spose che dalle nostre parti attirano come un fiore che manifesta i suoi colori e il suo profumo allo schiudersi dei suoi petali sotto il calore ardente del primo sole del mattino”.

“Il tuo spirito – risponde l’ambasciatore – è pieno di poesia. Bisogna lasciar fare alla natura e con il tempo la scintilla della passione tra Giovanni Paleologo e Sofia si manifesterà in modo sorprendente. L’attrazione dei sensi sfugge al pensiero che vuole congetturare su ciò che attiene alla procreazione”.

Gli ambasciatori hanno l’abilità – sostiene Maria – di trovare le giuste parole per fare un contratto di matrimonio al fine di sconfiggere un comune nemico o per ripristinare la pace tra i governanti.
La mia mente è confusa ed il mio cuore è sconcertato al pensiero che le donne latine hanno affrontato un lungo viaggio per arrivare a Costantinopoli e non sono nemmeno apprezzate dai loro sposi che, per non opporsi alla volontà paterna, si tengono le mogli, non compiono i loro doveri coniugali e le lasciano nella disperazione”.

Manuele II – dice ser Filelfo – ama tutti i suoi figli e, pur di evitare una sciagura più grande all’Occidente, chiede ai governanti cristiani di sostenerlo nella lotta contro il sultano, condividendo con loro il futuro dell’impero. Le loro figlie potranno salire al trono imperiale e generare nuovi eredi nelle cui vene scorrerà una nuova linfa vitale per la salvezza di tutti”.

Le principesse educate al bene - afferma Maria - sono sempre pronte a partire per incontrare lo sposo, scelto dai loro genitori per garantire il loro tenore di vita. La speranza le sostiene nel viaggio e nell’offerta d’amore, anche di fronte alle incomprensioni iniziali del promesso sposo.
   Il comportamento dei principi mette in discussione le differenze culturali esistenti tra l’Occidente e l’Oriente. La questione non sta nell’attrazione dei sensi, infatti Cleofe di Malatesta suscita meraviglia per la sua bellezza e soprattutto per la sua intelligenza.
  Suo marito le concede la possibilità di circondarsi di uomini illustri nelle varie arti ma non condivide con lei il letto matrimoniale. La nipote del papa non ha ancora ottenuto un figlio dal marito Teodoro che non condivide il suo attaccamento alle prescrizioni rituali dei Latini”.

Il pontefice – afferma il dotto Filelfo - le scrive da Roma innumerevoli lettere per incitarla a rimanere salda nella sua fede e di non lasciarsi andare alle usanze del luogo. La sua missione è quella di dare un erede al basileus e rinsaldare l’unione di tutti i cristiani sotto il Soglio di San Pietro.
Il fascino, il sapere di greco e il mecenatismo della sposa di Teodoro hanno elevato il tenore della sua corte. La frequenza degli artisti e dei dotti filosofi ha trasformato il palazzo di Mistra in una reggia che offusca la magnificenza delle Blacherne. Una donna dell’Occidente è divenuta splendore di virtù che onora il governo dei Paleologhi.
I dignitari e i funzionari fanno le lodi dell’imperatore che ha scelto per suo figlio una donna colta e bella. Le nobildonne e le principesse vogliono conoscere i suoi comportamenti verso gli artisti e i letterati.
L’esposizione delle tue riflessioni, sulla vita coniugale della basilissa Cleofe, desta il mio animo e mi spinge ad indagare per far sapere al bailo, ser Emo, tutto ciò che può influire sul commercio della Repubblica di San Marco.

Il despotato di Mistra è al centro dell’antico Peloponneso e dà sicurezza ai porti veneziani dell’Egeo e dell’Adriatico. La rotta commerciale di Trebisonda è garantita dai trattati stipulati secondo il gradimento dei mercanti veneziani che non sopportano le ingerenze dei concorrenti catalani e genovesi.
I matrimoni dei figli di Manuele II con le nobildonne del Monferrato e dei Malatesta sono la garanzia per l’unione dei cristiani, voluta dall’imperatore e dal papa, contro l’invasione dei guerrieri ottomani. Le celebrazioni sono avvenute con la benedizione del vescovo di Roma e la testimonianza a Costantinopoli del patriarca Giuseppe. La loro finalità è la procreazione di un erede.
Francesco Liparulo - Venezia

0 commenti: