venerdì 14 ottobre 2016

Il Kadì del sultano

                                       Capitolo ventunesimo

                                         Il Kadì del sultano
Il basileus Manuele II ha concesso piena autonomia ai mercanti ottomani di Costantinopoli. Il loro governatore è stato scelto dal sultano Yildirim Bayezid I per le sue capacità di impresario logistico nelle conquiste dei vasti territori dei Serbi e dei Bulgari. In città è conosciuto come il kadì del sultano. Il suo palazzo si erge maestoso sulla via che unisce la Mesè al porto del Corno d’Oro, nelle vicinanze del mercato del Leomakellon, dietro le mura marittime dell’Heptaskalon. La dimora del rappresentante del governo di Adrianpoli è alle pendici del quarto colle della città. 

Mehemet,  discendente da una ricca famiglia di giudici ottomani di Brussa, è il garante degli interessi dei Turchi ed invita i credenti ad obbedire a Dio, al suo Messaggero e a quelli che detengono l’autorità. Il kadì fa osservare la legge, attenendosi alla Parola rivelata del Corano.

Il quartiere musulmano, ad Ovest di quello veneziano, si abbellisce ogni giorno di nuove case che ostentano il raggiungimento di un benessere diffuso per tutti i residenti. I residenti ottomani e quelli che seguono l’esempio del Profeta si lasciano guidare dal Kadì che promuove ordine e sicurezza tra le vie del suo rione.

Tutti i capitani delle imbarcazioni turche, che attraccano alle banchine del porto, sentono il dovere di pagare il giusto tributo per il trasporto delle mercanzie agli esattori del governatore locale, incaricato dal Gran Logoteta di percepire non solo la tassa del basileus ma anche di trarre la gabella per il mantenimento delle strade rionali e per il sostentamento dei poveri, alloggiati nell’edificio adiacente alla moschea.
I mercanti del Levante, dell’Africa e dell’Asia Minore, all’arrivo e alla partenza delle navi commerciali, si recano a far visita a Mehemet, per testimoniare la loro riconoscenza al giudice del sultano o ascoltare il suo parere per la composizione delle controversie sullo scambio e la compravendita delle merci .

L’edificio del funzionario della corte ottomana è ben visibile dagli approdi per lo splendore delle sue cupole dorate. È una costruzione in pietra e mattoni, abbellita con finestre i cui davanzali marmorei spiccano sotto i raggi del sole. Gli  amministratori della colonia spesso aprono le imposte per scorgere nel porto del Corno d’Oro le navi commerciali che inalberano i vessilli degli emiri. Gli ufficiali di dogana sanno sempre quante imbarcazioni attraccano o partono cariche di mercanzie preziose. 

La via che conduce al palazzo del kadì è sempre affollata di donne e uomini che con passo celere entrano nell’edificio del giudice ed escono pieni di ammirazione e gratitudine per l’accoglienza ricevuta. Mehemet è sempre disponibile ad esaudire non solo le richieste della sua gente ma anche degli altri che intendono avere buone relazioni con i residenti turchi e portare a buon fine qualsiasi attività commerciale. 

I commercianti della città del basileus, romei di lingua greca, latini, saraceni, arabi, armeni, russi, giudei e di altre nazionalità, si sentono rassicurati dalla presenza del Kadì del sultano e si rivolgono con fiducia agli ufficiali della sua amministrazione, per ottenere i lasciapassare che permettono di uscire dalle porte della città ed entrare nei territori del Grande Emiro Murad II. Il salvacondotto è indispensabile per tutti coloro che escono dalle mura terrestri per non essere assaliti, derubati e fatti schiavi dalle milizie del sultano.  

Il monastero del Cristo Pantokrator è proprio sulla strada che unisce il quartiere musulmano alla grande arteria commerciale della Mesè. Il complesso è anche sede di un ospedale per uomini e donne, con annessa scuola di medicina, per la cura degli ammalati, una biblioteca, un grande ricovero per poveri e bisognosi, un bagno con acqua proveniente dall’acquedotto della città, un luogo di accoglienza per bambini abbandonati ed orfani. 

Le famiglie imperiali dei Comneni e dei Paleologi, gli arconti, proprietari di terre prima della conquista ottomana, hanno sempre dimostrato con donazioni e sovvenzioni il loro attaccamento al tempio e agli altri edifici. 
Il sacro luogo è anche centro di aggregazione di tutti gli aristocratici contrari all’unione con i Latini dell’Occidente e favorevoli a un compromesso con il sultano. La basilissa Elena Dragas, dopo il ritiro di Manuele II in Santa Maria Peribletos, dimostra la sua devozione con frequenti visite alla Chiesa.  Si tratta di un posto dove si riuniscono gli uomini più influenti dell’Impero romano d’Oriente per gli studi di medicina, per le attività culturali e per le grandi decisioni, legate alla vita e alla sopravvivenza di Costantinopoli.  
Francesco o Liparulo - Venezia

P.S. Brano tratto da “Mercanti veneziani a Costantinopoli” di Francesco Liparulo in “Storie Venete” di Francesco Liparulo. Vedi galeaveneta.blogspot.com su yahoo.it

0 commenti: