LA FIGLIA DEL BANCHIERE VENEZIANO
L’attività dei banchieri è quella di far fruttare il denaro, ricevuto o prestato, in tutti gli affari pubblici e privati, intessendo in tutte le piazze commerciali, una fitta rete di amici, mercanti, banchieri e commissionari. I corrieri postali portano qualsiasi notizia che possa agevolare la concessione dei crediti o il trasferimento delle somme nei luoghi più redditizi.
Il mezzo bancario più richiesto da coloro che si trasferiscono da un mercato all’altro è la lettera di cambio. Un semplice pezzo di carta o di pergamena, avente le annotazioni e i sigilli di colui che presta il denaro, permette di ottenere le somme pattuite nel luogo giusto all’affare e nel momento più propizio per ottenere il maggior utile possibile nelle compravendite.
Il mercante può ottenere una cambiale versando prima della partenza una certa somma e sottoponendosi a determinate condizioni. I suoi viaggi sono esenti dal rischio di perdere la propria ricchezza che, in caso di naufragio o di abbordaggio dei pirati, rimane a disposizione della propria famiglia.
“Ti vedo da alcuni giorni assorta nei tuoi pensieri – dice ser Francesco, rivolgendosi a sua figlia sedicenne, seduta vicino alla finestra – e i nostri clienti non vedono il tuo sorriso”.
“Sono p reoccupata – risponde Maria – perché sono giunte due galee dalla Tana e non ho ricevuto nessuna lettera da parte di Lorenzo, mio promesso sposo”.
“Ho rimandato di un anno – afferma il padre – il giorno del tuo matrimonio perché il padre del tuo amato, ser Antonio, banchiere anche lui come me, ha voluto inviarlo, insieme a un suo commissionario, a far pratica di commercio alle foci del fiume Tanais. La filiale della Tana, diretta da mio fratello Giacomo, è ben avviata e tramuta in denari sonanti le nostre cambiali per tutti i nostri clienti. Le popolazioni locali, sotto il governo del Khan mongolo, producono pellicce e offrono, in cambio dei nostri ducati d’oro, dei giovani forti per gli emirati dell’Asia Minore e l’esercito del sultano dei Mamelucchi.
“I mercanti del Ponto Eusino – sostiene la fanciulla – riferiscono ai nostri contabili che i pirati ottomani assalgono tutte le navi per impadronirsi delle merci e rendere schiavi gli uomini per venderli al mercato”.
“Non angustiarti – risponde il genitore – i mercanti veneziani sanno combattere e difendere con valore i rematori. Lorenzo è anche un ottimo balestriere e ben presto ritornerà con una galea carica di merce.
“L’anima di una donna – sostiene Maria con i suoi occhi neri e umidi per l’ansia – soffre nell’attesa che l’amato possa mantenere le promesse fatte”.
“Un giovane mercante – risponde il banchiere – prima del suo matrimonio deve consolidare la sua posizione economica per poter onorare il suo pegno d’amore”.
“Ser Antonio – dice la giovane – è molto ricco e i suoi fratelli posseggono banchi e palazzi lungo il Canal Grande di Venezia. Il figlio unico di un patrizio non ha bisogno di dar prova di possedere grandi capacità nelle transazioni commerciali perché rischia la sua vita e compromette la trasmissione dell’eredità paterna”.
“Le tue parole – dice il padre – sono sagge ma un veneziano deve saper rischiare per salire i gradini del governo della Serenissima. La nostra prosperità si basa su tradizioni di famiglia. Il mare è favorevole a chi sa avventurarsi con fedeltà per qualsiasi impresa. Il profitto è sempre legato al rischio che va ponderato soprattutto da chi è giovane per acquisire esperienza e sicurezza nelle transazioni commerciali, indispensabili per l’attività del nostro banco”.
“Tu usi il linguaggio della ragione – dice Maria – e dimentichi gli anni in cui, balestriere sulle galee veneziane, ti tormentavi al pensiero di stare lontano da mia madre”.
“La chiave del mio cuore – risponde il genitore emozionato – è nei tuoi sguardi e sulle tue labbra che mi ricordano gli anni più belli della mia vita, quando, con un gruzzolo di ducati d’argento, percorrevo le rotte marine della Romania, sognando di diventare ricco e acquistare una casa sul Canal Grande dove vivere insieme alla mia promessa”.
Davanti all’ufficio del banchiere si presenta, accompagnato da un notaio della sala, l’arconte Xrusantros, gestore della Zecca del basileus.
“Spero di non interrompere la tua conversazione – esclama sulla soglia della porta il banchiere greco – e di gioire nel vederti in buona salute”.
“Sei sempre il benvenuto nella mia casa – risponde ser Francesco – e le tue parole presagiscono sempre un futuro foriero di ricchezza e di prosperità. Ti presento mia figlia, promessa sposa a ser Lorenzo di ser Antonio”.
“Sono onorato di fare la tua conoscenza – esclama l’aristocratico - e di essere amico del padre di Lorenzo”.
“Mia figlia mi aiuta nel lavoro del banco – dice il padre – e mi è preziosa nelle transazioni con i mercanti arabi per aver imparato, nella casa della sua nutrice, il linguaggio del Profeta Maometto”.
“Soltanto a Costantinopoli – sostiene il banchiere greco – il commercio consente di far crescere i nostri figli in armonia e nel rispetto delle tradizioni delle diverse famiglie che riconoscono l’autorità del nostro imperatore.
Nell’Asia Minore il culto alla Vergine Maria è rispettato da tutti quelli che vogliono vivere in pace secondo la Parola di suo Figlio. Gli emiri e il popolo del Profeta rispettano i luoghi sacri fondati dai discepoli del Maestro della Santa Sapienza”.
“Il nostro mondo – afferma ser Francesco – non è più come prima. La potenza degli Ottomani e le distruzioni di Tamerlano hanno rotto gli antichi equilibri.
Le rotte commerciali sono disturbate dai pirati e le carovane sono assalite dai predoni. Il Senato dei Veneziani cerca di mantenersi neutrale nei confronti del sultano ottomano di Adrianopoli che mira a estendere il suo dominio sui territori dei principi latini e a sostituire i governanti degli emirati con i suoi pascià.
I guerrieri turchi assalgono le città dell’Occidente e distruggono i sacri luoghi dei popoli conquistati.
Il papa Martino V si rivolge al Serenissimo Principe e chiede che vengano inviate galee in soccorso del basileus”.
Francesco Liparulo - Venezia
P.S.: Brano tratto da “Storie Venete” di Francesco Liparulo in “Mercanti veneziani a Costantinopoli” di Francesco Liparulo.
Vedi galeaveneta.blogspot.com su yahoo.it
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