LA POVERTÀ DILAGA PER IL PAESE
Il 47° Rapporto annuale del CENSIS ( Centro Studi Investimenti Sociali) delinea il disagio dell'Italia. È un Paese “sotto sforzo, smarrito e profondamente fiaccato da una crisi persistente, tira la cinghia e sopravvive. I soggetti della vita quotidiana rischiano di restare in una solitudine senza "élite". Se così fosse, sarebbe davvero vicino il baratro, non solo dell'economia ma anche della struttura stessa della società". Si evidenzia che il 14% dei lavoratori teme ora di perdere il proprio posto e sei milioni di occupati fanno i conti con la precarietà. Per quanto riguarda le imprese, la crisi ha portato negli ultimi quattro anni alla chiusura di oltre un milione e mezzo di aziende in Italia, mentre è cresciuto contemporaneamente il fenomeno delle imprese di proprietà di immigrati che rappresentano ormai circa l'11% del totale".
Qual è il problema?
L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più deboli" degli Italiani.
“La creazione di occupazione è una sfida per tutti i Paesi – ha detto Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia – e tocca al settore privato creare lavoro economicamente e socialmente sensibile, mentre ai governi tocca fornire le condizioni macroeconomiche stabili, un clima favorevole per gli investimenti, un solido quadro legislativo e una regolamentazione bilanciata del mercato del lavoro”.
Si tratta di riaffermare e realizzare per la nostra “società attenta ed esigente” i “valori forti” del popolo italiano che sono “dignità della persona che lavora, famiglia, solidarietà, sussidiarietà, economia sociale di mercato” per far fronte all’impoverimento delle famiglie, alla crescente disaffezione verso la politica, al peggioramento delle prospettive di stabilità per il lavoro dei giovani, all’ingiustizia sociale, costituita dall’aumento di ricchezza per pochi e dall’indebitamento crescente per molti.
Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne.
Francesco Liparulo - Venezia
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