4,5 MILIONI DI CITTADINI ITALIANI
NON RIESCONO A SOPRAVVIVERE
Gli ordinamenti democratici dello Stato non possono essere soggiogati dal relativismo etico di coloro che non considerano essenziali, per il bene comune della società, i veri valori del popolo italiano che sono la dignità della persona che lavora, il mantenimento della sua famiglia, la sussidiarietà nel controllo dell'applicazione delle norme e la solidarietà sociale.
Si tratta per gli esperti di generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati. La coesione tra le persone richiede la forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società civile.
La realizzazione del compimento della democrazia, nell’ordine sociale e politico, non è pienamente soddisfatta con l’esistenza di uomini e donne che vivono nella precarietà e nell’indigenza, perché l’economia è stata fondata sulla produttività del denaro e l’egoismo di alcuni politici.
Il superamento degli egoismi, cioè il trionfo della giustizia sociale, costituisce il fine dell’agire politico per eliminare gli ostacoli dei cittadini che hanno diritto a una “vita buona”.
Il bene comune comprende non solo i servizi di utilità pubblica o di interesse nazionale, ma anche l’integrazione sociologica di tutto ciò che vi è di coscienza civica, virtù pubbliche, senso del diritto e della libertà, rettitudine morale, amicizia, felicità e virtù nelle vite individuali dei membri della società civile.
Francesco Liparulo - Venezia
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