lunedì 5 dicembre 2016

Italiani decisi hanno detto NO

IL PARTITO DEMOCRATICO HA PERSO

NO ALLA LEGGE ELETTORALE “ITALICUM”
 “(ANSA) - ROMA, 5 DIC - Il risultato definitivo del referendum sulla riforma costituzionale nelle 61.551 sezioni in cui si è votato in Italia è stato del 60% per il No e del 40% per il Sì. Alle urne sono andati 31.997.916 elettori pari al 68,48% degli aventi diritto. Sono i dati ufficiali forniti dal Viminale”.

Qual è il problema?
I partiti che si dichiarano vincitori vogliono andare al voto utilizzando “l’italicum” che prima hanno criticato ed ora sull’onda dell’emozione vogliono utilizzare per imporre all’elettore la loro volontà. Non sono coerenti e per il loro tornaconto stanno utilizzando lo stesso mezzo che toglieva agli italiani la prerogativa di decidere in libertà il governo del paese. 

La sovranità spetta al popolo ed occorre ripristinare il proporzionale come era stato propagandato dai sedicenti vittoriosi.

Le promesse del premier Renzi e del suo partito non hanno abbindolato gli Italiani che hanno visto diminuire le loro prerogative di democrazia rappresentativa come previsto dalla Repubblica italiana con la Costituzione.

È in atto lo scontro per una nuova coalizione di governo. I vecchi partiti sono dilaniati nel loro interno e nuovi sedicenti leader si confrontano per l'accaparramento delle simpatie degli elettori, sfiduciati da una politica disattenta ai veri bisogni dei cittadini, impegnati a fronteggiare la galoppante disoccupazione e la povertà che colpisce i ceti meno abbienti della società civile.

La questione del governo del Paese richiede la costituzione di un “Partito”, costituito da cittadini decisi ad ascoltare il popolo e a trovare i rimedi per uscire dalla crisi economico – finanziaria in un momento di profonda crisi. 

Il passo restrittivo, imposto dai tecnici dei governi precedenti per la salvaguardia delle finanze pubbliche, richiede un ulteriore passo nella direzione dello sviluppo e dell'occupazione per uscire dalla crisi.

L'Italia deve camminare con due gambe, cioè l'austerità fiscale deve congiungersi sussidiariamente con gli investimenti per la crescita economica. C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che “riconosca e sostenga” il cittadino secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo.

Occorre un governo deve provveda a migliorare le infrastrutture, a sostenere la ricerca scientifica e a regolamentare il mercato producendo normative finanziarie e creando maggiore equilibrio tra domanda e offerta nell’ambito del territorio nazionale. 
Si tratta di frenare la povertà dilagante e la perdita dei posti di lavoro, garantendo equità sociale ed eliminando le ingiustizie sociali tra chi ha troppo e chi non ha nemmeno il necessario per mantenere la famiglia.
Occorre dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L’elettore ha espresso la sua scelta ed ha detto NO a Renzi e ai governi che lo hanno preceduto. 
NO ALLA MANCANZA DI POLITICHE PER I GIOVANI. 
NO ALLA POVERTÀ.

Con la legge elettorale “ITALICUM” una minoranza politica vuole ottenere la maggioranza parlamentare.
Oggi occorre vincere il "dispotismo" delle minoranze politiche che sfruttano la regola della maggioranza parlamentare, “la regola del numero”, che, imponendo la volontà di alcuni parlamentari, non tiene conto del continuo aumento del distacco tra le persone e lo Stato, dell’impoverimento delle famiglie costrette a mantenere anche i propri figli senza lavoro.
La “regola del numero” in Parlamento e lo “strapotere del governo” soffocano la democrazia, l’autogoverno del popolo italiano.
La decisione politica dipende dal numero, cioè dalla volontà della maggioranza parlamentare. “Contiamo i voti e facciamo decidere ciò che la maggioranza decide”.

Si è convenuto che sia il Presidente della Repubblica a indicare il premier
Con “l’italicum”  una piccola minoranza politica può ottenere la maggioranza alla Camera dei Deputati e far approvare tutte le leggi che vuole o che gli vengono imposte dagli eminenti uomini che rappresentano i poteri economici e finanziari europei. Tutte le decisioni sono possibili a condizione che rispettino la regola del numero.

La democrazia diventa semplicemente procedurale, cioè la democrazia diventa insieme di regole e procedure che stabiliscono chi è autorizzato a prendere decisioni collettive e con quali procedure. Questa concezione lascia impliciti i presupposti della democrazia, come governo dal basso a suffragio universale, lascia impliciti i valori e i fini ma lascia imprecisati i contenuti.
Una democrazia procedurale è aperta ad ogni contenuto e comporta la neutralizzazione pubblica dei valori. La democrazia procedurale entra in crisi quando nella società circolano tensioni che lacerano le coscienze delle persone. 

La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento. La politica raggiunge il suo fine più profondo quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza nei rapporti sociali.

Il Referendum confermativo del 4 dicembre ha evidenziato la volontà del popolo italiano ,deciso ad uscire dalla crisi e a non subire le imposizioni social democratiche dei paesi del centro Europa. 
La mancanza di lavoro è la prima urgenza del nostro Paese. Se non si riuscirà a trovare una risposta concreta a questa emergenza il rischio è di sacrificare tutti i prodotti italiani e i relativi posti di lavoro.

NO ALLA LEGGE ELETTORALE “ITALICUM”
NO AI PARTITI CHE VOGLIONO UTILIZZARE L’ITALICUM PER ANDARE AL VOTO.


Francesco Liparulo - Venezia

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