NULLA DI FATTO PER I COMITATI
INTERESSATI A 2 AMMINISTRAZIONI
INTERESSATI A 2 AMMINISTRAZIONI
Alle 21.25 di giovedì 9 giugno in Ca’ Loredan, sede del Consiglio comunale di Venezia, la Giunta
“Brugnaro” impone la sua volontà ai comitati promotori dello smembramento amministrativo del
grande organismo vivente del “Comune dei Veneziani”. Le opinioni diverse dei consiglieri del
variegato tessuto politico amministrativo che sostengono il sindaco luigi Brugnaro provocano una
lacerazione che porta al seguente esito di votazione della delibera n. 189 del 2016, avente come
oggetto il Progetto di legge regionale n. 8 di iniziativa popolare “Suddivisione del Comune di
Venezia nei due comuni di Venezia e Mestre”:
Presenti 36,
votanti 28,
favorevoli 22,
contrari 6 (Elena La Rocca e Davide Scano del Movimento 5 Stelle, Giovanni Giusto e Silvana Tosi
di Liga Veneta e Lega Nord Padania, Monica Sambo del Partito Democratico e il senatore Felice
Casson),
astenuti 4 (tra cui Sara Visman del Movimento 5 Stelle e Andrea Ferrazi del Partito Democratico),
non votanti 4 (tra cui tre della Lista Brugaro Sindaco tra cui Renzo Scarpa).
Quali gli eventi e i fatti politici nella sale delle riunioni consiliari?
Alle 17.40 la dott.ssa Ermelinda Damiano, presidente del Consiglio comunale invita i consiglieri ad
esprimersi sull’ordine dei lavori per la delibera n. 189, cioè per la separazione di Mestre da Venezia.
“Un chiarimento - chiede Sara Visman del Movimento 5 Stelle - dal dott. Francesco Vergine (Vice
Segretario Generale e direttore del Settore Affari Generali e Supporto Organi) su questa delibera, si
era riservato di vedere come si era arrivati alla delibera, si era riservato di dare precisazioni
stamattina in Commissione. Non si sa chi l’abbia scritto la delibera. Ho chiesto chiarimento su
modalità”.
“Non ho sentito questa mattina - risponde il dott. Vergine - mi è sfuggito. La delibera è stata scritta
da me personalmente con l’auto dei funzionari. C’è il Parere di regolarità tecnico-amministrativa
attestante la regolarità e la correttezza dell’azione amministrativa e di regolarità contabile perché il
Consiglio possa valutare. Se è quello che chiede Visman, penso di aver risposto”.
Il sindaco è invitato dalla presidente ad esprimere una considerazione sulla delibera.
“Non siamo chiamati - dice Luigi Brugnaro - ad esprimere parere su fattibilità ed esecuzione del
Referendum. Stiamo proponendo questa delibera. La risposta si compone di 2 parti. Ci sono 2
questioni; una di merito e l’altra di fattibilità. Sul merito, c’è tempo per approfondire. Siamo contro
la separazione perché sciocchezza incredibile. Sono sempre stato per la difesa dell’unità e
allargamento della città.
Oggi per la 5^ volta c’è la richiesta di far votare i cittadini sempre sullo stesso tema. È legittimo
che ci siano idee diverse, ma prima di porre per l’ennesima volta la richiesta all’attenzione dei
cittadini dopo 4 volte, devo fare verifica di legittimità se questo è possibile.
Pensiamo che non ci sia nessuna legittimità di fare referendum.
Se ci diranno che è illegittimo, allora faremo il Referendum. Dividere la città per alcuni calcoli
meschini personali, parlo di alcune persone che per meschini interessi sono determinati sulla
richiesta che si sta facendo per fare il Referendum.
La domanda, per questa raccolta di 9.000 firme, poteva essere accolta in base alla legge Regione
Veneto n. 25/1992 recante “Norme in materia di variazioni provinciali e comunali” che in base
all’art. 3, comma 1, lett.b), regolamentava il procedimento istitutivo di un nuovo comune a seguito
dello scorporo di parti del territorio da uno o più comuni, ipotesi rappresentante una delle possibili
forme di variazione delle circoscrizioni comunali.
Purtroppo è intervenuta la legge n. 56/2014. La legge n. 56/2014 ha istituito la città metropolitana
di Venezia, con efficacia dall’8 aprile 2014, e ne ha disciplinato l’ordinamento attribuendo al
sindaco di Venezia il ruolo essenziale di Sindaco metropolitano e conferendogli altrettanto
essenziali poteri di impulso per la convocazione e la presidenza degli organi del nuovo ente.
La procedura che ha l’obiettivo di dividere l’attuale comune di Venezia in due comuni autonomi
sembra entrare in conflitto con l’applicazione della legge n. 56, la legge Delrio, tenuto conto altresì
che la normativa relativa alla città metropolitana, capoluogo di Regione, contempla che deve essere
questo Consiglio comunale a volerlo fare. Il Comune capoluogo deve proporre, con delibera del
Consiglio comunale,
il Referendum con il Giudizio di ammissibilità della proposta di legge popolare (art. 6 L.R.V.
1/1973) e con il Giudizio di meritevolezza (art. 5 L.R.V. 25/1992).
La cosa che state facendo è illegittima, penso che qui ci sia stata mistificazione. Non c’è
considerazione della nuova legge che è intervenuta.
Adesso do parola al mio vicecapo di gabinetto Derek Donadini per ricostruire in quanto non sarà il
Consiglio comunale che darà il via al Referendum illegittimo”.
“La delibera - afferma alle 17.53 Donadini - da un punto di vista tecnico si compone di 2 parti. La
legge regionale n. 25/1992 si applica soltanto ai comuni non metropolitani. Per gli altri vale la legge
Delrio. Il referendum si farà dopo. Nella parte b trovate le ragioni di opportunità storica, culturale,
sociale ed economica. Non si dovrebbe articolare il territorio in 2 comuni. Questa è la delibera
sottoposta al Consiglio”.
“Dalle dichiarazioni - sostiene Felice Casson alle 17.58 - non si capisce quali siano i termini del
parere”.
“Abbiamo fatto delibera - risponde Brugnaro - che va alla Regione Veneto”.
Casson dice: “Non prenda in giro”.
“Votiamo - chiede Andrea Ferrazzi alla Presidente - se i cittadini possono praticare i Referendum?”.
“Oggi - sostiene il sindaco - votiamo sulla risposta, questa delibera risponde alla richiesta di parere
della Regione”.
Elena La Rocca, capogruppo del Movimento 5 Stelle, afferma di essere allibita per il fatto che il
Luigi Brugnaro, prima della sua elezione a sindaco, aveva firmato un atto con i suoi sostenitori per
la celebrazione del Referendum e mostra copia del documento sottoscritto dal candidato sindaco per
la suddivisione delle amministrazioni di Mestre e di Venezia. La consigliera ritiene che non ci sia
contrapposizione tra norme costituzionali e legge Delrio in quanto entrambe disciplinano la materia.
L’articolo 133 della Costituzione italiana (... La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con
sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e
denominazioni) ha prevalenza sulla Delrio e disciplina direttamente la costituzione dei nuovi
comuni. La Delrio non dice che è competente la città metropolitana per dividere il Comune”.
Monica Sambo (Partito Democratico e presidente della I Commissione consiliare) ritiene che ci sia
stata una “volontà per usurpare la competenza della I Commissione e che non ci sia stato un pieno
dibattito, un dibattito serio”.
Alle 18.16 Luigi Casson ritiene che l’articolo 133 della Costituzione è norma che non può essere
modificata nemmeno da una legge nazionale. La legge regionale 25/1992 come legge speciale dice
come intervenire sulla modifica del territorio. La legge Delrio non interviene su queste cose. Il voto
non potrà che essere favorevole”.
“La Regione - sostiene Brugnaro alle 18.25 - ci ha chiesto un parere. Abbiamo detto che se la
Regione dice che è legittimo il Referendum, tireremo il freno. Sarà un giudice a decidere se è
legittimo o meno. Noi riteniamo che non è legittimo”.
“Oggi il Consiglio comunale - afferma Saverio Centenaro di Forza Italia - per la 5^ volta è chiamato
ad esprimersi per mettere fine a questa “querelle” che si presenta in città. Ritengo che questa sia e
debba essere una occasione storica per soddisfare i bisogni della città.
Mestre sarà migliore di oggi se la separiamo da Venezia?
Quello che dobbiamo fare è dare fisionomia a questa città, fare condivisione per quella città che
stiamo costruendo. Siamo favorevoli alla delibera”.
“La Lega Nord - afferma Silvana Tosi di Liga Veneta Lega Nord - sempre a favore a forma di
autodeterminazione. Il Referendum è democrazia diretta che non si può negare a 9.000 cittadini. Io
non nego la libertà di scelta dei cittadini, noi non neghiamo la libertà di scelta alla città.
Nell’accordo politico firmato il 5 giugno 2015 tra Luigi Brugnaro, Gian Angelo Bellati e Alberto
Semenzato c’è scritto: “Deve essere ricercata con ogni mezzo l’elezione democratica del sindaco
metropolitano con conseguente divisione amministrativa dei comuni di Venezia e Mestre e deve
essere ricercata la celebrazione del Referendum per la creazione dei Comuni di Mestre e Venezia e,
nel frattempo, la definizione precisa dei bilanci in entrata e in uscita delle aree di Venezia Insulare,
Lido-Pellestrina, Mestre, Marghera”. Chiediamo al sindaco di onorare l’accordo del 5 giugno 2015,
firmato prima del ballottaggio. Ha vinto con 10.000 voti dei nostri elettori. Non voterò questa
proposta di delibera. Noi voteremo contro questa proposta di delibera perché non vuole il
Referendum”.
“Il parere è consultivo - sostiene alle 18.42 Deborah Onisto di Forza Italia - noi non abbiamo nessun
potere per fermare il Referendum. Dobbiamo avere consapevolezza, non interviene su possibilità di
indire il Referendum. Questo Consiglio comunale deve dare parere su separazione di 2 comuni,
parere che ci vede in linea. Forza Italia è sempre stata contraria alla separazione. Se c’è continua
spinta separatistica, abbiamo il dovere di tener conto anche del disagio vissuto da questa minoranza.
La Regione si faccia carico della responsabilità che le compete per indire un Referendum”.
“Nell’inverno 2013 - 2014 - afferma alle 18.46 Renzo Scarpa della Lista Brugnaro Sindaco -
incominciammo a ragionare per dare autonomia perché la situazione politica e istituzionale del
territorio era di autentica disperazione. Il Comune era retto da 25 anni con la stessa politica e stessa
autonomia. Ragioni di pura sopravvivenza. La città declinava in modo spaventoso. In 25 anni persi
60.000 abitanti. Le ragioni non erano nella mancanza di risorse ma nella incapacità dei dirigenti di
affrontare problemi economici. C’era idea di creare 2 città omogenee.
Per dare la possibilità di riscatto ha mosso Luigi Brugnaro a scendere in campo. Andrebbe evitato di
vedere un contrasto tra noi. Sbagliato confronto tra noi. Regione e Amministrazione comunale non
si parlano. Imposta votazione delibera. È incoerenza, è errore votare questa delibera”.
Battimani del pubblico.
“Adesso il sindaco - afferma alle 18.50 Sara Visman del Movimento 5 Stelle - viene a dirci:
“Leggete la delibera , è tutta lì, la votate. Non è la strada migliore per un parere del Consiglio
comunale. Ci ha detto che la paternità è sua e poi andare in Regione. È partire dalla coda. Nostro
obiettivo è dare visione ai cittadini e lo abbiamo chiesto in tempi non sospetti”.
“Io mi sono espresso molto chiaro - dice Nicola Pellicani della Lista Civica Casson - sono contrario
alla divisione del Comune. Ci sono problemi che aspettano una risposta da decenni. Una
separazione porterebbe a un contenzioso infinito come è successo con Cavallino. Occorre ragionare
su vantaggi e svantaggi. La visione è investire su città metropolitana che è partita con grande
difficoltà, con conflitto con la Regione”.
“Sento il dovere - dice l’assessore al Bilancio Michele Ziuin - di intervenire”.
Davide Scano del Movimento 5 Stelle interviene alle 19.26 ed esclama: “In questo consesso?”.
“Dove è scritto - dice la Presidente del Consiglio - che non possa parlare un assessore?”.
“Se aveva senso la separazione 10 anni fa - continua Zuin - ora invece siamo in un momento
antistorico soprattutto dal punto di vista finanziario. Non vi rendete conto che non c’è più niente da
spartire. Abbiamo un bilancio che si regge su stuzzicadenti. Abbiamo 800 milioni di debito e
qualcuno parla di separazione, per andare dove? A morire. Stiamo co il defibrillatore. Voi volete 2
città morte”.
“Davide Scano - dice Andrea Ferrazzi - ha posto una questione: “Gli assessori non sono consiglieri,
possono intervenire ma non hanno titolarità”.
“Su ordine dei lavori - risponde la dott. Damiano - può intervenire chiunque”.
“Anche il Referendum - afferma alle 19.31 Paolino D’Anna della Lista Francesca Zaccariotto -
Venezia Domani - è strumento di dispendio di risorse pubbliche. Nel caso di questo Referendum si
vuole solo la visibilità. No a questo Referendum”.
“Non dobbiamo trascurare - sostiene Francesca Zaccariotto, assessore ai Lavori Pubblici - che
stiamo dentro città metropolitana, occorre calarsi nella realtà attuale e unirsi per una economia di
scala, per razionalizzare le risorse umane. Se operazione di separazione poteva avere senso nel
passato, ora sarebbe devastante. Venezia è la quinta tra le 10 città metropolitane. Fare quello che è
razionale, il Futuro”.
“Cercherò di tralasciare - dice Davide Scano alle 19.51 - le valutazioni meta giuridiche che ho
sentito. Alcune espressioni della proposta di delibera n. 189 non hanno nulla a che fare con
ordinamento giuridico. È stato detto che “la Delrio è legge che compenetra le norme costituzionali.
Ho studiato Legge; leggo: “Ordinamento che compenetra norme di rango costituzionale”, non lo
avevo mai sentito. Poi, la Delrio “di diretta derivazione costituzionale”, non si sa cosa vuole dire,
però fa scena. Queste espressioni “non significano una fava”. La legge Delrio è legge ordinaria. Per
il porto non si è detto nulla su nuovo Disegno. Sulle acque , sulla Marittima, il sindaco non è
intervenuto”.
Alle 20.00 si chiude il dibattito generale e si passa agli emendamenti che non ottengono il voto
favorevole per la discussione in quanto hanno il parere tecnico amministrativo contrario.
Alle 20.51 la presidente invita i consiglieri a fare dichiarazioni di voto sulla delibera.
“5 anni fa - dice alle 21.01 Giovanni Giusto di Liga Veneta Lega Nord - la Lega avrebbe sostenuto
questo Referendum. La nostra dichiarazione continua come quella di 5 anni fa. Coerenza: Votare
contro questa delibera”.
“Abbiamo assistito a debolezze e paura - sostiene Andrea Ferrazzi - avrei voluto che i cittadini
andassero a votare”.
“Credo - afferma Nicola Pelicani alle 21.14 - che su questi temi dobbiamo cercare di impegnarcisi
più, affrontare quelli che sono i temo che hanno indicato i propositi del Referendum. Il nodo da
sciogliere è favorire il passaggio delle funzioni alla città metropolitana. L’Amministrazione non ha
saputo definire obiettivi e scenari. Votazione è astensione”.
Monica Sambo del Partito Democratico dice: “Il mio voto sarà contrario”.
“Mi trovo molto in difficoltà - afferma Sara Visman del Movimento 5 Stelle - perché si è voluto
dare un senso per chi vota; chi vota a favore della delibera è per l’unione; chi vota contro la delibera
è per la separazione del Comune. La delibera chiede un’accozzaglia mdi tante cose da mettere in
dubbio la legittimità. Ho trovato sbagliato il fatto che non si è dato il modo in Commissione di
entrare nel merito. Mesi fa c’era tempo. La mia posizione sulla divisione non la dirò. Solo se si
dovesse andare al Referendum. La mia posizione è che si possa andare a votare, che la gente possa
esprimersi. Non voterò questa delibera. La discussione è partita in modo sbagliato. Non posso
votare questa delibera”.
Il sindaco dice: “Solo una precisazione: “Ce l’ha posto la Regione la domanda”. Ci viene fatta
richiesta dalla Regione e stiamo dicendo che non siamo d’accordo per la divisione”.
Francesco Liparulo - Venezia
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