IL COMMERCIO NEL MEDITERRANEO
GENERA COMPRENSIONE E CULTURA
GENERA COMPRENSIONE E CULTURA
“Le coste del mar Pontico - sostiene Francesco Filelfo - sono infestate
da pirati che invocano il nome del Profeta. In suo onore razziano le
navi e riducono i mercanti in schiavitù”.
“Non capisco – dice Marco – il comportamento di questi predoni del
mare che utilizzano un uomo di Dio per commettere atti ostili alle
navi che trasportano le mercanzie in tutti i porti. Tutti sanno che il
Profeta, prima di ricevere la rivelazione, era un grande mercante che
conosceva le regole del commercio tra i popoli”.
“Mi congratulo con te – risponde ser Filelfo – e mi domando chi ti ha
parlato del Profeta di Allah. Le tue considerazioni nascono da un
animo che rispetta ciò che è ritenuto sacro”.
“Durante la sosta in Sicilia della galea “Capitana”- afferma il
giovane Marco - un ricco mercante arabo è salito a bordo. Il suo
viaggio è terminato a Costantinopoli. Il suo comportamento mi
incuriosiva perché si prostrava e pregava il suo Dio. Era diventato
amico del consigliere del capitano, esperto delle rotte marine, per
conoscere, in determinate ore della giornata, la direzione della città in
cui era nato il suo Profeta. La sua cultura era vasta e profonda.
Sapeva parlare in latino e conosceva le opere dei filosofi dell’antica
Grecia. I viaggiatori mi sussurravano: “È un musulmano. La sua
religione è l’Islam”.
“Hai avuto modo senz’altro – continua il messaggero - di parlare con
lui durante le tempeste, quando tutti i viaggiatori si riuniscono
sottocoperta. Sono curioso di conoscere tutto quello che ti ha detto.
Gli arabi amano parlare con i giovani dell’Occidente della grande
civiltà araba, delle loro grandi costruzioni e dei loro matematici e
filosofi. Il mio amico ser Aurispa, mercante di libri antichi, è molto
interessato ai filosofi arabi perché traducono gli antichi testi greci”.
“Il mercante – racconta Marco – mi ha detto che la sua famiglia era
originaria di Damasco ed aveva sempre scambiato tessuti di seta con i
minerali della Sicilia. Un giorno gli ho chiesto: “Perché preghi più
volte al giorno?”.
L’arabo così mi ha risposto: “È stato cosi rivelato al Profeta
Maometto di dire: “Compi la preghiera dal declinar del sole al primo
calar della notte ed esegui la recitazione dell’alba, ché la recitazione
dell’alba è fatta innanzi a testimoni... Volgi la tua faccia verso la
Sacra Moschea...Gloria a Dio, quando entrate nella sera e quando
entrate nel mattino, - e lode a Dio nei cieli e sulla terra e nel
pomeriggio e quando entrate nell’ora meridiana...Ognuno agisce
secondo la sua maniera...La mia preghiera, il mio culto e la mia vita
e la mia morte appartengono al Signore dell’Universo...Così mi è
stato ordinato, ed io sono il primo dei Musulmani... O credenti...
Entrate tutti nella dedizione completa ...La religione presso Dio è
l’Islam... Se amate Dio, seguitemi, ché Iddio vi amerà e vi perdonerà
le vostre colpe, poiché egli è perdonatore e misericordioso...
Obbedite a Dio e al Profeta ...Iddio comanda la giustizia, la buona
condotta verso i parenti, e proibisce la turpitudine, le cose biasimevoli
e la prepotenza... A chi, credente, sia maschio o sia femmina, avrà
fatto del bene noi concederemo una vita beata e corrisponderemo un
premio computato in base alla migliore delle sue opere...Iddio è con i
timorati e con coloro che fanno il bene” ”.
“Sembra che l’arabo – afferma Filelfo – ti abbia rivelato la sua
sottomissione ad Allah e la sua credenza nel Corano che riporta la
rivelazione fatta al Profeta dall’angelo Gabriele. Prima delle
conquiste delle tribù mongole e di quelle turche, gli Arabi hanno
fatto conoscere l’Islam a tutti i popoli ed hanno costituito dei grandi
regni. Ora amano soltanto commerciare e vivere nel rispetto della
rivelazione ricevuta da Maometto.”
“Non capisco - afferma Francesco - il timore che hanno tutti i popoli
dell’Occidente per i musulmani che sono molto religiosi e
riconoscono la giustizia di Dio. Il mercante di Damasco mi è
sembrato una persona timorata delle cose sacre e rispettoso di tutte le
leggi che permettono il libero scambio delle merci”.
“Hai colto nel segno – risponde l’inviato del basileus – e mi
congratulo con te perché distingui la giustizia divina da quella degli
uomini. Gli Arabi, dopo aver conquistato grandi territori e innalzato
favolose costruzioni in nome dell’Islam, hanno lasciato ai Turchi il
governo delle città. I nuovi guerrieri dell’Oriente, provenienti dagli
sterminati territori dell’Asia, hanno abbandonato le credenze dei loro
avi ed hanno riconosciuto che c’è un solo Dio”.
“Dimmi, Marco, con quali appellativi l’arabo invocava il suo Dio?”.
“Il mercante soleva dire: “Lode a Dio, Signore dei Mondi, - il
Clemente, il Misericordioso, - Sovrano del Giorno del Giudizio... Il
Clemente – ha insegnato il Corano; - ha creato l’uomo, - gli ha
insegnato l’eloquio” ”.
“Mi hai detto che si recava a Costantinopoli e vorrei conoscere il
suo pensiero per i governanti della città”.
“I mio amico dell’Islam - afferma Marco - ha parlato molto bene del
basileus: “L’imperatore Manuele II si dimostra molto tollerante; ha
permesso la costruzione delle moschee nei quartieri dei mercanti
musulmani. Il sultano Suleiman ha riconosciuto la sua autorità
imperiale e lo ha additato come padre a tutti i credenti in Allah. La
città della Santa Sapienza sente la voce di colui che dall’alto della
torre chiama alla preghiera tutti coloro che si radunano Nel nome di
Dio Clemente e Misericordioso. Tutti si sentono sicuri dentro e fuori
le mura. I conquistatori Ottomani erigono la loro capitale nella città
di Adrianopoli. Le vie commerciali attraverso l’Asia Minore sono
ripristinate dopo le distruzioni dei mongoli di Tamerlano”.
“L’arabo – sostiene Filelfo – ha detto il vero. Le cose adesso sono
cambiate perché il coimperatore Giovanni VIII, avendo appoggiato
un pretendente al sultanato contro l’attuale imperatore ottomano, ha
suscitato le sue ire. Il prestigio di Manuele II è crollato. Gli Ottomani
hanno scatenato una grande offensiva che si ritorce contro i traffici
commerciali nel Mediterraneo Orientale e nel Mar Pontico. I pirati si
sono scatenati per abbordare le navi. L’ invocazione del Profeta serve
solo a coprire la loro avidità di ricchezza”.
“Anche l’arabo aveva paura di loro e diceva: “Non è lecito a un
credente uccidere un credente se non per errore...Iddio non ama gli
aggressori” ”.
Francesco Liparulo
P.S.: Brano tratto da “Storie Venete” di Francesco Liparulo in
“Mercanti Veneziani a Costantinopoli” di Francesco Liparulo
galeaveneta.blogspot.com
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