domenica 5 giugno 2016

Il mercante arabo sulla galea veneziana

IL COMMERCIO NEL MEDITERRANEO 


GENERA COMPRENSIONE E CULTURA








Le coste del mar Pontico - sostiene Francesco Filelfo - sono infestate da pirati che invocano il nome del Profeta. In suo onore razziano le navi e riducono i mercanti in schiavitù”.

“Non capisco – dice Marco – il comportamento di questi predoni del mare che utilizzano un uomo di Dio per commettere atti ostili alle navi che trasportano le mercanzie in tutti i porti. Tutti sanno che il Profeta, prima di ricevere la rivelazione, era un grande mercante che conosceva le regole del commercio tra i popoli”.
“Mi congratulo con te – risponde ser Filelfo – e mi domando chi ti ha parlato del Profeta di Allah. Le tue considerazioni nascono da un animo che rispetta ciò che è ritenuto sacro”.
“Durante la sosta in Sicilia della galea “Capitana”- afferma il giovane Marco - un ricco mercante arabo è salito a bordo. Il suo viaggio è terminato a Costantinopoli. Il suo comportamento mi incuriosiva perché si prostrava e pregava il suo Dio. Era diventato amico del consigliere del capitano, esperto delle rotte marine, per conoscere, in determinate ore della giornata, la direzione della città in cui era nato il suo Profeta. La sua cultura era vasta e profonda. Sapeva parlare in latino e conosceva le opere dei filosofi dell’antica Grecia. I viaggiatori mi sussurravano: “È un musulmano. La sua religione è l’Islam”.
“Hai avuto modo senz’altro – continua il messaggero - di parlare con lui durante le tempeste, quando tutti i viaggiatori si riuniscono sottocoperta. Sono curioso di conoscere tutto quello che ti ha detto. Gli arabi amano parlare con i giovani dell’Occidente della grande civiltà araba, delle loro grandi costruzioni e dei loro matematici e filosofi. Il mio amico ser Aurispa, mercante di libri antichi, è molto interessato ai filosofi arabi perché traducono gli antichi testi greci”.
“Il mercante – racconta Marco – mi ha detto che la sua famiglia era originaria di Damasco ed aveva sempre scambiato tessuti di seta con i minerali della Sicilia. Un giorno gli ho chiesto: “Perché preghi più volte al giorno?”.
L’arabo così mi ha risposto: “È stato cosi rivelato al Profeta Maometto di dire: “Compi la preghiera dal declinar del sole al primo calar della notte ed esegui la recitazione dell’alba, ché la recitazione
dell’alba è fatta innanzi a testimoni... Volgi la tua faccia verso la Sacra Moschea...Gloria a Dio, quando entrate nella sera e quando entrate nel mattino, - e lode a Dio nei cieli e sulla terra e nel pomeriggio e quando entrate nell’ora meridiana...Ognuno agisce secondo la sua maniera...La mia preghiera, il mio culto e la mia vita e la mia morte appartengono al Signore dell’Universo...Così mi è stato ordinato, ed io sono il primo dei Musulmani... O credenti... Entrate tutti nella dedizione completa ...La religione presso Dio è l’Islam... Se amate Dio, seguitemi, ché Iddio vi amerà e vi perdonerà le vostre colpe, poiché egli è perdonatore e misericordioso... Obbedite a Dio e al Profeta ...Iddio comanda la giustizia, la buona condotta verso i parenti, e proibisce la turpitudine, le cose biasimevoli e la prepotenza... A chi, credente, sia maschio o sia femmina, avrà fatto del bene noi concederemo una vita beata e corrisponderemo un premio computato in base alla migliore delle sue opere...Iddio è con i timorati e con coloro che fanno il bene” ”.
“Sembra che l’arabo – afferma Filelfo – ti abbia rivelato la sua sottomissione ad Allah e la sua credenza nel Corano che riporta la rivelazione fatta al Profeta dall’angelo Gabriele. Prima delle conquiste delle tribù mongole e di quelle turche, gli Arabi hanno fatto conoscere l’Islam a tutti i popoli ed hanno costituito dei grandi regni. Ora amano soltanto commerciare e vivere nel rispetto della rivelazione ricevuta da Maometto.”
“Non capisco - afferma Francesco - il timore che hanno tutti i popoli dell’Occidente per i musulmani che sono molto religiosi e riconoscono la giustizia di Dio. Il mercante di Damasco mi è sembrato una persona timorata delle cose sacre e rispettoso di tutte le leggi che permettono il libero scambio delle merci”.
“Hai colto nel segno – risponde l’inviato del basileus – e mi congratulo con te perché distingui la giustizia divina da quella degli uomini. Gli Arabi, dopo aver conquistato grandi territori e innalzato favolose costruzioni in nome dell’Islam, hanno lasciato ai Turchi il governo delle città. I nuovi guerrieri dell’Oriente, provenienti dagli sterminati territori dell’Asia, hanno abbandonato le credenze dei loro avi ed hanno riconosciuto che c’è un solo Dio”.
“Dimmi, Marco, con quali appellativi l’arabo invocava il suo Dio?”. “Il mercante soleva dire: “Lode a Dio, Signore dei Mondi, - il Clemente, il Misericordioso, - Sovrano del Giorno del Giudizio... Il Clemente – ha insegnato il Corano; - ha creato l’uomo, - gli ha
insegnato l’eloquio” ”.

“Mi hai detto che si recava a Costantinopoli e vorrei conoscere il suo pensiero per i governanti della città”.
“I mio amico dell’Islam - afferma Marco - ha parlato molto bene del basileus: “L’imperatore Manuele II si dimostra molto tollerante; ha permesso la costruzione delle moschee nei quartieri dei mercanti musulmani. Il sultano Suleiman ha riconosciuto la sua autorità imperiale e lo ha additato come padre a tutti i credenti in Allah. La città della Santa Sapienza sente la voce di colui che dall’alto della torre chiama alla preghiera tutti coloro che si radunano Nel nome di Dio Clemente e Misericordioso. Tutti si sentono sicuri dentro e fuori le mura. I conquistatori Ottomani erigono la loro capitale nella città di Adrianopoli. Le vie commerciali attraverso l’Asia Minore sono ripristinate dopo le distruzioni dei mongoli di Tamerlano”.
“L’arabo – sostiene Filelfo – ha detto il vero. Le cose adesso sono cambiate perché il coimperatore Giovanni VIII, avendo appoggiato un pretendente al sultanato contro l’attuale imperatore ottomano, ha suscitato le sue ire. Il prestigio di Manuele II è crollato. Gli Ottomani hanno scatenato una grande offensiva che si ritorce contro i traffici commerciali nel Mediterraneo Orientale e nel Mar Pontico. I pirati si sono scatenati per abbordare le navi. L’ invocazione del Profeta serve solo a coprire la loro avidità di ricchezza”.

“Anche l’arabo aveva paura di loro e diceva: “Non è lecito a un credente uccidere un credente se non per errore...Iddio non ama gli aggressori” ”.
Francesco Liparulo

P.S.: Brano tratto da “Storie Venete” di Francesco Liparulo in “Mercanti Veneziani a Costantinopoli” di Francesco Liparulo galeaveneta.blogspot.com 

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