L'ELETTORE È CHIAMATO AD ESPRIMERE LA SUA OPINIONE
IL 5 GIUGNO ALLE AMMINISTRATIVE E POI AI REFERENDUM
IL 5 GIUGNO ALLE AMMINISTRATIVE E POI AI REFERENDUM
Lo stato di salute della cittadinanza italiana non è considerato buono perché il Paese soffre di
patologie politiche: “Famiglie senza lavoro in aumento, una spesa sociale inefficiente, una
crescente disuguaglianza nella distribuzione del reddito. Questo è il quadro fornito dall'ultimo
rapporto annuale dell'Istat, relativo al 2015. Ma l'istituto scatta la fotografia anche di una società
italiana dove 6 giovani su 10 vivono ancora con i genitori, mentre uno su quattro non studia e non
lavora. Il tutto in un contesto economico non certo esaltante, con un'inflazione molto debole e un
mercato del lavoro incerto. In Italia 2,2 milioni di famiglie vivono senza redditi da lavoro”.
Qual è il problema?
La politica è stata sostituita dall’economia che amministra gli uomini soltanto come mezzi di
produzione.
L’economicismo ha spinto alle conseguenze di insicurezza della vita chi è costretto a vivere nel
rischio e nella fatica quotidiana del lavoro.
Gli ordinamenti democratici dello Stato non possono essere soggiogati dal relativismo etico di
coloro che non considerano essenziali, per il bene comune della società, i veri valori del popolo
italiano che sono la dignità della persona umana che lavora, il mantenimento della sua famiglia, la
sussidiarietà nel controllo dell’applicazione delle norme e la solidarietà sociale.
La sopravvivenza stessa della società civile esige il ripristino, a qualsiasi livello produttivo ed
economico, dell’etica nel lavoro dell’uomo, cioè la salvaguardia dei suoi diritti.
La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento.
La politica raggiunge il suo fine più profondo quando la società matura sul piano etico. Etica intesa
come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza nei rapporti
sociali.
"Partecipare con il voto è un modo concreto per non disertare la scena pubblica”.
La mancanza di lavoro è la prima urgenza del nostro Paese. Se non si riuscirà a trovare una
risposta concreta a questa emergenza il rischio è di sacrificare intere generazioni.
Partecipare è dovere irrevocabile, specie se si pretende di inserire la prossima scelta elettorale per la
salvaguardia dei valori della vita, della famiglia e della libertà.
La politica dovrebbe essere capace di dare risposte ai bisogni economici dei lavoratori e delle
loro famiglie, di garantire la legalità e i diritti civili, cioè deve essere vero motore di riforme
istituzionali equilibrate e condivise.
La politica sarà considerata giusta se realizza il compimento del bene comune, cioè se crea
prosperità materiale quale presupposto per “un’esistenza buona” del cittadino.
La realizzazione del compimento della democrazia, nell’ordine sociale e politico, non è
pienamente soddisfatta con l’esistenza di uomini e donne che vivono nella precarietà e
nell’indigenza, perché l’economia è stata fondata sulla produttività del denaro e l’egoismo di alcuni
politici.
Il superamento degli egoismi, cioè il trionfo della giustizia sociale, costituisce il fine dell’agire
politico per eliminare gli ostacoli dei cittadini che hanno diritto a una “vita buona”.
Il bene comune comprende non solo i servizi di utilità pubblica o di interesse nazionale, ma anche
l’integrazione sociologica di tutto ciò che vi è di coscienza civica, virtù pubbliche, senso del
diritto e della libertà, rettitudine morale, amicizia, felicità e virtù nelle vite individuali dei membri
della società civile.
Coloro che vogliono il "Bene comune dell'Italia" sono chiamati a "mantenere desta la
sensibilità" per il riconoscimento dei diritti e della dignità dell'uomo, di fronte "all'attrattiva
dell'utilità individualistica" a danno delle persone che costituiscono la comunità civile.
Il 5 giugno vota i candidati del Movimento 5 Stelle che si presenteranno in 251 Comuni per
un’Amministrazione aderente ai veri bisogni dei cittadini.
Al Referendum per la legge elettorale chiamata “Italicum” vota NO per impedire che una
piccola minoranza politica possa ottenere la maggioranza alla Camera dei Deputati, usufruendo del
premio di maggioranza previsto dalla nuova legge elettorale voluta dal “governo renziano”.
Francesco Liparulo - Venezia
0 commenti:
Posta un commento