MERCANTI MARINAI E GIOCATORI DI DADI
TRASCORRONO IL TEMPO IN ALLEGRIA
TRASCORRONO IL TEMPO IN ALLEGRIA
La strada, percorsa dai due giovani, si anima di uomini e donne che si recano nelle taverne per passare la serata e l’accompagnatore dice: “Ecco, siamo arrivati, questa è la taverna del Gallo d’oro. Entro prima io e voi potete seguirmi”.
“Ben arrivato, Rodopios – saluta un uomo alto dai capelli lunghi e dalla barba curata su un viso con grandi occhi chiari – è da tanto tempo che non frequenti questo locale. Vedo che sei in compagnia di giovani nobili che vogliono trascorrere un po’ di tempo in compagnia di chi vuole passare una serata senza preoccupazioni”.
“Cerco un tavolo, Alexandropulo, che sia lontano dai giocatori di dadi , cioè un posticino tranquillo da cui poter vedere bene le tue danzatrici”.
“Ti consiglio – risponde il taverniere – uno dei tavoli sul lato destro vicino ala porta che dà sul giardino interno. È la zona che viene occupata dai mercanti turchi che non giocano ai dadi e non bevono vino, come i Latini e i Greci, ma amano assistere alle danze libanesi delle nostre fanciulle e sentire la melodia dei musicanti di Damasco.
I buoni affari si fanno con la mente lucida e la dolce melodia che concilia la conversazione e porta a buon esito le transazioni commerciali. L’arrosto di questa sera è squisito ed è proprio indicato per i giovani mercanti che vogliono gustare le carni dei teneri capretti o quelle dei vitelli delle regioni del Nord”.
La taverna è piena di marinai della Capitana e gli sguardi di Marco e Francesco si incrociano con quelli di tanti amici. I due giovani si sentono più sicuri e ben disposti a qualche buon affare. La loro attenzione è subito rivolta al centro della sala, dove, sopra una pedana rialzata, al suono del liuto e della cetra egiziana, si esibisce Nysia che ha un corpo snello e si muove in modo dolce, sotto la trasparenza di veli colorati.
“È meraviglioso - esclama Marco - vedere come una donna si possa muovere al suono di uno strumento musicale e nel contempo sentire bollire il sangue nelle vene a chi la guarda. Sembra che guardi proprio dalla mia parte e i suoi occhi incrociano i miei, mentre il cuore mi batte tanto da sentire i1 suo rimbombo dentro il petto.
Non riesco a controllare il pensiero e mi sento in balia di sentimenti che mi portano a trascendere il mio naturale stato in una sorta di vibrazione amorosa verso la bellezza femminile. Tutto il mio essere è soggiogato dal fascino di un'armonia sensuale che si satura nell'attrazione da parte della ballerina.
Mi sento attratto da una donna che conosco solo attraverso il suo sguardo che mi penetra e legge in fondo al mio cuore. II desiderio di corrispondere a questo richiamo si fa sempre più pressante e mi spinge a ricambiare con un sorriso a uno stimolo così accattivante.
Non mi è mai capitato di essere coinvolto nel vortice di una danza di una donna che vibra al suono di strumenti in mano a musicanti che si sentono coinvolti e accelerano il loro ritmo, attratti dalle nudità femminili. Si tratta di una donna che manifesta il suo stato interiore attraverso la manifestazione di figure di danza che mostrano il movimento armonioso delle sue gambe e il vibrare del suo ventre al ritmo dei suoni emessi dalle corde del liuto. Il suo capo e il suo palpitante petto mi invogliano a guardarla dall'esile vita fin giù per il ventre e le gambe che fremono al ritmo di una danza che mi coinvolge e mi eccita".
"Ti ho avvertito - interviene il trace - e ti rendi conto che, di fronte alle movenze cadenzate di una donna avvolta da veli, la ragione si scioglie al prorompere della passione che esprime la risposta del tuo organismo al richiamo irresistibile della natura. Devi cercare di capire che la danzatrice non è tua ma si muove per il diletto di tutti i presenti. Non ti conviene desiderare una donna che appartiene all'uomo che non conosci.
Questo luogo gioca brutti scherzi se non si riesce a dominare l'impeto della passione. Guarda ma non toccare ciò di cui non hai la padronanza o la corrispondenza dell'assenso. I fiori del giardino, vicino al tuo, li puoi ammirare, sentirne il profumo, ma non puoi coglierli senza prima aver chiesto il permesso a chi ha la chiave della porta di ingresso. Non sono fiori di pascoli aperti".
"Ma qui - interrompe Francesco - non siamo al mercato, ma in una locanda per liberare i nostri sensi e sentirci liberi. Le tue parole ci impediscono di assaporare le delizie di questo luogo aperto a tutti e a tutto ciò che prorompe dalle nostre voglie represse".
Un applauso fragoroso interrompe lo sfogo dei giovani mercanti. L'esibizione della danzatrice si smorza ad un cenno dei liutisti arabi. Un sussurro di molteplici voci invade la locanda e ogni tavolo diventa un mondo a sé, animato da uomini e donne che intendono divertirsi.
L'oste ha alle sue dipendenze alcune donne, giovani e prosperose, che invogliano a gustare cibi e bere il vino, travasato nelle assolate isole dell'Egeo.
"Xanthina - chiama un uomo di lingua greca, intento a giocare a dadi con i suoi amici - i nostri boccali sono vuoti e vogliono essere riempiti di vino. Mi raccomando di spillarlo dalle botti cipriote".
Il suo tavolo è circondato da quattro uomini e tre donne, vestite di seta pregiata e ornate di gioielli che esaltano la loro bellezza e indicano un desiderio di piacere ai loro uomini. Il tavolo è cosparso di monete d'oro, gli iperperi con l'effigie dell'imperatore, su cui vengono lanciati tre dadi di avorio.
"Ho vinto - esclama Nicapolo - e pago da bere a tutti. La fortuna questa volta è dalla mia parte e voglio giocare fino a riempire la mia borsa di oro sonante. Alexandropulo, quando arriva il vino? Non vedi che i bicchieri sono vuoti? Dove è andata Xanthina? Voglio giocare con il bicchiere pieno. i cubi non danno i numeri giusti se la gola non è bagnata. Perché non si sente più il suono dei flauti? Facci vedere la danzatrice dell'Est che porta i capelli neri". Vieni dalla mia parte, Vania, porta lo sgabello più vicino e fammi sentire il profumo del tuo alito sul collo. Ormai il tuo amico Apoballo non vince più perché è stato abbandonato dal dado vincente. Se vinco di nuovo, ornerò le tue dita con la perla più bella che si vende nelle gioiellerie della Mesè. Questa sera voglio sentirmi stretto tra le tue braccia".
“Corri troppo Nicapolo - dice Vania - ti conviene non aver fretta. La fortuna spesso illude coloro che ne sono sfiorati perché li abbandona non appena il vento della sorte cambia direzione. Ti sono vicina, ma tu cerchi sempre qualcosa di diverso che ti possa appagare. Non ti rendi conto che sono io la fortuna che ti guarda senza benda. Il mio soffio non serve a far cambiare i numeri dei dadi, ma a sostenere il tuo alito, per addolcirlo e fargli sentire l'ebbrezza dei sensi. La fortuna per un uomo è di trovare la donna che gli alita il soffio vitale dell'amore. Passa i dadi ai nostri amici che sono in attesa di momenti migliori. Questo è il nostro momento e non lasciamo che ci sfugga".
Francesco LiparuloBrano tratto da "STORIE VENETE" di Francesco Liparulo in "Mercanti veneziani a Costantinopoli" galeaveneta.blogspot.com
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