LA MERCE DEL BALESTRIERE DELLA GALEA VENEZIANA
“Rodopios, continui a parlare di cose serie con i tuoi amici - esclama
Marco - mentre qui si balla e si gioca. Vedo i nostri marinai e remieri
che si stanno divertendo a giocare a dadi e a fare scommesse mentre
vengono riempiti i boccali del vino di Candia. Altri clienti della
taverna incitano con battimani le danzatrici e raddoppiano le loro
poste sui tavoli colmi di monete e di bicchieri da riempire. Anch'io
sento il fuoco nelle vene e mi avvicino ai nostri amici della
Capitana".
"Stai attento - consiglia l'accompagnatore - a non perdere la tua paga
di balestriere. Al gioco la nobiltà non è sufficiente, ci vuole la fortuna
e i veterani del mare sanno da dove soffia perché hanno tanta
esperienza nel gioco d’azzardo. Ci vuole la furbizia nel tirare i dadi
sul tavolo".
"Francesco, vieni con me - dice il giovane mercante - e cerchiamo di
vincere qualche moneta d'argento. Approfittiamo di questo momento
in cui ci sentiamo allegri e tutto sembra girare per il verso favorevole.
Basta avere i numeri giusti e si vince".
Mentre i due giovani si avvicinano al tavolo degli amici per giocare,
sentono una voce familiare che li chiama da un altro tavolo: "Ecco i
miei giovani balestrieri della poppa, venite a sedervi al mio tavolo e
bere un bicchiere del vino di Monvasia. Il gioco dei dadi può
attendere".
"Non posso dire di no - esclama Marco - a un invito così esplicito del
mio maestro Simone, capo dei balestrieri della Capitana. Sono lieto
di bere insieme a te che mi hai ammaestrato nell'uso della balestra
sulla nave e mi hai insegnato ad aver coraggio nell'eventualità di uno
scontro con le navi dei pirati saraceni. La tua abilità e le fatiche
quotidiane che mi hai imposto, per migliorare il tiro con la balestra,
mi hanno insegnato ad amare e a battermi con coraggio per difendere
la nave".
"Anch'io sono contento - esclama Francesco - di bere insieme al mio
maestro e di ricordare le esercitazioni giornaliere nell'uso delle armi
per essere pronti a battere qualsiasi nemico".
"Noto con piacere che avete tanta voglia di divertirvi - dice Simone
- e fate bene perché siete giovani e dovete fare esperienza. Chi è
quell'uomo dal portamento nobile e sicuro che vi accompagna? Mi
sembra di averlo già visto al porto accanto al bailo il giorno del nostro
arrivo".
"É l'uomo fidato del capo della nostra colonia - risponde Marco - e
sovrintende alla gestione della sua casa. Il suo nome è Rodopios.
Anche lui apparteneva ad una nobile famiglia, decaduta in seguito
all'espansione ottomana. Non ama parlare del suo passato, ma ci parla
con entusiasmo della sua nuova patria e manifesta una grande cultura
in tutto ciò che riguarda il mondo greco. Non ha risentimenti nei
confronti dei nuovi signori della Tracia, perché riconosce la loro
cultura e la loro potenza militare".
Francesco interrompe l'amico e chiede al maestro: "Simone, sei
riuscito a piazzare la merce, esente da tasse, che tenevi ben chiusa
nella tua cassetta? Il mio accompagnatore mi ha riferito che tutta la
mercanzia della galea veneziana è ricercata ed è ben pagata a causa
dell'assedio".
"Gli oggetti in vetro di Murano - risponde Simone - sono molto
richiesti dalle donne e vengono venduti facilmente dai marinai sui
loro banchetti al mercato del porto. Gli oggetti d'oro richiedono una
contrattazione discreta fatta con intermediari competenti ed onesti.
Cerco una persona fidata che possa valutare con onestà alcune collane
d'oro che mi sono state affidate a Venezia da esuli greci. I venditori
desiderano che gli oggetti siano acquistati dai devoti della Tracia
perché contengono le immagini della Vergine e di alcuni santi, molto
venerati dal popolo greco. Il ricavato servirà agli esuli per innalzare
un tempio sul suolo della nuova patria. La città di San Marco è
sempre stata la depositaria della cultura greca e, con l'espansione
ottomana, sta accogliendo tutti coloro che cercano una nuova
organizzazione sociale e politica".
"Sei fortunato - esclama Marco - perché Rodopios è sempre in
relazione, tramite mercanti greci, con le famiglie della Tracia che
hanno accettato il nuovo governo e intendono vivere secondo la
cultura dei loro avi. Tu stesso puoi vedere che il nostro
accompagnatore sta parlando con due mediatori che rappresentano un
ricco mercante di Adrianopoli. Se vuoi ti presento il nostro amico
trace con cui puoi risolvere al meglio la tua questione".
La locanda, considerata luogo di passatempo per non annoiarsi, dà al
capo dei balestrieri la possibilità di incontrare, tramite giovani amici,
il mediatore giusto per vendere con discrezione gli oggetti che gli
sono stati affidati
dagli esuli greci. Rodopios viene interpellato e si sente onorato di
essere utile nella transazione di oggetti che hanno un significato per la
cultura greca.
Il tempo è volato in fretta alla taverna e l'uomo di fiducia del bailo
sente su di sé la responsabilità di riaccompagnare i due giovani.
"Salutate i vostri amici della galea - sussurra il trace - perché è ora di
fare ritorno a casa".
"Questo locale - esclama Marco - merita di essere frequentato ancora
una volta".
"Sono d'accordo con te - dice Francesco - e la prossima volta
cercheremo di divertirci ancora di più".
L'accompagnatore non si tira indietro ed afferma: "Il Gallo d'oro vi
aspetterà tutti i giorni e le danzatrici saranno sempre pronte a farvi
balzare il cuore in gola”.
Francesco Liparulo - Venezia
P.S.:Brano tratto da “Storie Venete” di Francesco Liparulo
galeaveneta.blogspot.com
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