mercoledì 8 giugno 2016

La taverna del Gallo d’oro aspetta i giocatori d’azzardo

LA MERCE DEL BALESTRIERE DELLA GALEA VENEZIANA
“Rodopios, continui a parlare di cose serie con i tuoi amici - esclama Marco - mentre qui si balla e si gioca. Vedo i nostri marinai e remieri che si stanno divertendo a giocare a dadi e a fare scommesse mentre vengono riempiti i boccali del vino di Candia. Altri clienti della taverna incitano con battimani le danzatrici e raddoppiano le loro poste sui tavoli colmi di monete e di bicchieri da riempire. Anch'io sento il fuoco nelle vene e mi avvicino ai nostri amici della Capitana".
"Stai attento - consiglia l'accompagnatore - a non perdere la tua paga di balestriere. Al gioco la nobiltà non è sufficiente, ci vuole la fortuna e i veterani del mare sanno da dove soffia perché hanno tanta esperienza nel gioco d’azzardo. Ci vuole la furbizia nel tirare i dadi sul tavolo".
"Francesco, vieni con me - dice il giovane mercante - e cerchiamo di vincere qualche moneta d'argento. Approfittiamo di questo momento in cui ci sentiamo allegri e tutto sembra girare per il verso favorevole. Basta avere i numeri giusti e si vince".
Mentre i due giovani si avvicinano al tavolo degli amici per giocare, sentono una voce familiare che li chiama da un altro tavolo: "Ecco i miei giovani balestrieri della poppa, venite a sedervi al mio tavolo e bere un bicchiere del vino di Monvasia. Il gioco dei dadi può attendere".
"Non posso dire di no - esclama Marco - a un invito così esplicito del mio maestro Simone, capo dei balestrieri della Capitana. Sono lieto di bere insieme a te che mi hai ammaestrato nell'uso della balestra sulla nave e mi hai insegnato ad aver coraggio nell'eventualità di uno scontro con le navi dei pirati saraceni. La tua abilità e le fatiche quotidiane che mi hai imposto, per migliorare il tiro con la balestra, mi hanno insegnato ad amare e a battermi con coraggio per difendere la nave".
"Anch'io sono contento - esclama Francesco - di bere insieme al mio maestro e di ricordare le esercitazioni giornaliere nell'uso delle armi per essere pronti a battere qualsiasi nemico".
"Noto con piacere che avete tanta voglia di divertirvi - dice Simone - e fate bene perché siete giovani e dovete fare esperienza. Chi è quell'uomo dal portamento nobile e sicuro che vi accompagna? Mi sembra di averlo già visto al porto accanto al bailo il giorno del nostro arrivo".
"É l'uomo fidato del capo della nostra colonia - risponde Marco - e sovrintende alla gestione della sua casa. Il suo nome è Rodopios. Anche lui apparteneva ad una nobile famiglia, decaduta in seguito all'espansione ottomana. Non ama parlare del suo passato, ma ci parla con entusiasmo della sua nuova patria e manifesta una grande cultura in tutto ciò che riguarda il mondo greco. Non ha risentimenti nei confronti dei nuovi signori della Tracia, perché riconosce la loro cultura e la loro potenza militare".
Francesco interrompe l'amico e chiede al maestro: "Simone, sei riuscito a piazzare la merce, esente da tasse, che tenevi ben chiusa nella tua cassetta? Il mio accompagnatore mi ha riferito che tutta la mercanzia della galea veneziana è ricercata ed è ben pagata a causa dell'assedio".
"Gli oggetti in vetro di Murano - risponde Simone - sono molto richiesti dalle donne e vengono venduti facilmente dai marinai sui loro banchetti al mercato del porto. Gli oggetti d'oro richiedono una contrattazione discreta fatta con intermediari competenti ed onesti. Cerco una persona fidata che possa valutare con onestà alcune collane d'oro che mi sono state affidate a Venezia da esuli greci. I venditori desiderano che gli oggetti siano acquistati dai devoti della Tracia perché contengono le immagini della Vergine e di alcuni santi, molto venerati dal popolo greco. Il ricavato servirà agli esuli per innalzare un tempio sul suolo della nuova patria. La città di San Marco è sempre stata la depositaria della cultura greca e, con l'espansione ottomana, sta accogliendo tutti coloro che cercano una nuova organizzazione sociale e politica".
"Sei fortunato - esclama Marco - perché Rodopios è sempre in relazione, tramite mercanti greci, con le famiglie della Tracia che hanno accettato il nuovo governo e intendono vivere secondo la cultura dei loro avi. Tu stesso puoi vedere che il nostro accompagnatore sta parlando con due mediatori che rappresentano un ricco mercante di Adrianopoli. Se vuoi ti presento il nostro amico trace con cui puoi risolvere al meglio la tua questione".
La locanda, considerata luogo di passatempo per non annoiarsi, dà al capo dei balestrieri la possibilità di incontrare, tramite giovani amici, il mediatore giusto per vendere con discrezione gli oggetti che gli sono stati affidati
dagli esuli greci. Rodopios viene interpellato e si sente onorato di essere utile nella transazione di oggetti che hanno un significato per la cultura greca.

Il tempo è volato in fretta alla taverna e l'uomo di fiducia del bailo sente su di sé la responsabilità di riaccompagnare i due giovani.
"Salutate i vostri amici della galea - sussurra il trace - perché è ora di fare ritorno a casa".
"Questo locale - esclama Marco - merita di essere frequentato ancora una volta".
"Sono d'accordo con te - dice Francesco - e la prossima volta cercheremo di divertirci ancora di più".

L'accompagnatore non si tira indietro ed afferma: "Il Gallo d'oro vi aspetterà tutti i giorni e le danzatrici saranno sempre pronte a farvi balzare il cuore in gola”.
Francesco Liparulo - Venezia

P.S.:Brano tratto da “Storie Venete” di Francesco Liparulo galeaveneta.blogspot.com 

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