venerdì 24 giugno 2016

L’Italia è Paese fondatore dell’Unione Europea


L’USCITA DEL REGNO UNITO 
MONITO PER I GOVERNANTI
“La Gran Bretagna - ha detto Luigi Di Maio - è fuori dall'Unione Europea e Cameron si è dimesso. Lo hanno deciso i cittadini britannici con il referendum. L'Italia è uno dei Paesi fondatori dell'UE, ma ha un Governo troppo debole per poter negoziare uno "Statuto Speciale" a tutela delle sue eccellenze. Renzi continua a propagandare sui media le necessità del Paese e poi, a Bruxelles dimentica tutto. Fa orecchie da mercante rimbalzando tra una lobby e l'altra, incapace di prese di posizione reali. Anche qui, è inutile citare gli esempi dell’olio tunisino, delle arance marocchine e del TTIP, solo per fare qualche esempio”.

Qual è il problema?

IL PARLAMENTO EUROPEO È DOVE SI DECIDE PER L’ITALIA.


Occorrono nuove politiche per governare la globalizzazione e permettere alle imprese italiane di affermarsi in Europa e competere nel mondo.
La scelta di cittadini competenti e motivati da inviare al Parlamento europeo è indispensabile per formare uno schieramento idoneo ad avere peso nelle decisioni delle maggioranze parlamentari, cioè per far approvare leggi europee idonee a far uscire l'Italia dalla crisi economica, finanziaria e sociale che soffoca le famiglie, privandole del sostentamento necessario per una vita dignitosa, e non fornisce posti di lavoro per le nuove generazioni.

C'è l'esigenza per la società civile di un'Europa che “riconosca e sostenga” il nostro Paese con provvedimenti e leggi che possano agevolare lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo.

Si tratta di difendere per la nostra “società attenta ed esigente” i “valori forti” del popolo italiano che sono “dignità della persona che lavora, famiglia, solidarietà, sussidiarietà, economia sociale di mercato” per far fronte all’impoverimento delle famiglie, alla crescente disaffezione verso la politica, al peggioramento delle prospettive di stabilità per il lavoro dei giovani e all’ingiustizia sociale che permette a pochi di vivere nell’abbondanza e a molti di indebitarsi per fronteggiare la “perfida crisi”.


Occorrono leggi europee per far fronte alla globalizzazione e consentire al nostro Paese di generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.


L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell'uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale.

Spetta al Parlamento Europeo mediare tra le necessità funzionali del mercato internazionale e la vita quotidiana delle persone, cioè promuovere i contenuti valoriali nelle decisioni del Parlamento europeo. La necessità della ricchezza e la competizione mondiale devono armonizzarsi con i valori dell’uomo che è soggetto e fine di ogni produzione e benessere sociale.

Lo Stato italiano deve essere sostenuto dalle Istituzioni decisionali europee per provvedere a migliorare le infrastrutture del nostro Paese, a sostenere la ricerca scientifica e a regolamentare il mercato globale, producendo normative finanziarie e creando maggiore equilibrio tra domanda e offerta nell’ambito dell'Eurozona e nel mondo globalizzato.


Si tratta di contrastare in Europa la politica degli interessi che non tengono conto dei i valori del popolo italiano.


I valori del nostro Paese tra cui in primo luogo quello della persona e del lavoro devono essere difesi per conservare la nostra identità.


La globalizzazione si governa promuovendo occupazione che dà prosperità, garantendo l'equità che elimina le ingiustizie sociali e armonizzando la sostenibilità per le prossime generazioni.

Soltanto le Istituzioni del Parlamento europeo possono aiutare lo Stato italiano per compendiare l'azione degli investitori mondiali in modo da attrarre i capitali con una giusta ed equa regolamentazione finanziaria e commerciale in ambito europeo e mondiale per promuovere occupazione e progresso per tutta la cittadinanza europea, cioè attuare un'economia sociale di mercato e promuovere la solidarietà e la sussidiarietà.

Occorrer costituire nel Parlamento europeo uno schieramento compatto i cui componenti sanno per opporsi agli egoismi e agli interessi dei gruppi capitalistici e finanziari, cioè sanno valorizzare le singole nazioni europee con la promozione di leggi europee che possano facilitare la produzione e la commercializzazione dei prodotti europei nel mercato mondiale.
Francesco Liparulo - Venezia 

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