lunedì 27 giugno 2016

Il seme della non violenza nell'azione politica

SCELTA DI UOMINI E DONNE
PER IL "BUON GOVERNO"

L'uomo non violento è colui che cerca di dare un senso alla sua esistenza che è aspirazione alla libertà di realizzarsi nell'ambito di una comunità civile. È possibile proporre una pratica politica in una società che si presenta violenta?

Il fine del corpo politico è moralmente buono perché deve migliorare le condizioni della vita umana, cioè procurare il bene comune dei cittadini per cui i mezzi che impiega devono essere proporzionati e appropriati al fine. 

L'attività politica non deve essere fondata sull'avidità, la gelosia, l'egoismo, l'orgoglio e l'astuzia, ma sui bisogni più intimi della vita dei cittadini. In tale processo di razionalizzazione i mezzi devono essere necessariamente morali perché il fine politico è la giustizia e la libertà. 

La forza della società politica presuppone la giustizia perché si avvale delle energie umane in quanto energie di uomini liberi che sanno esprimersi in modo civile.

Chi è che calpesta i nostri diritti? E' un uomo che si sbaglia. Il nostro avversario è semplicemente un uomo che si sbaglia, come anch'io posso sbagliarmi. Questa constatazione della comune umanità mi porta a comprendere il mio avversario e a non odiarlo. 

La non violenza è soluzione di conflitti perché mira a instaurare rapporti di comprensione reciproca.

Quando l'avversario non intende ragionare, la pazienza, la costanza e la speranza sono mezzi che col tempo daranno i frutti, perché lo spirito di giustizia, nascosto in ogni uomo emergerà e farà sentire la sua forza. Il rovesciamento dell'avversario, cioè il trionfo della giustizia e della verità, costituisce il fine della non violenza che trasforma l'ingiusto in giusto.

La non violenza non è semplice sopportazione, ma è provocazione che scuote l'avversario. Il frutto del seme della non violenza non dipende dal "destino", ma dalla nostra convinzione che l'avversario è un essere umano come noi.

Una politica di non violenza è possibile e può dare i suoi frutti.
Francesco Liparulo - Venezia

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