sabato 18 giugno 2016

Il sindaco plaude al suo primo anno di Amministrazione

LA MAGGIORANZA DEL CONSIGLIO COMUNALE SI SFALDA 
PER LA DELIBERA DI SEPARAZIONE DI MESTRE DA VENEZIA

Il 16 luglio 2015 dibattito acceso nella Sala consiliare di Ca' Loredan dove 25 consiglieri dello schieramento di Brugnaro rispondevano con una serie di "no" a tutti gli interventi dell'opposizione che trovava di fronte un sbarramento come "muro insormontabile", costituito da una maggioranza decisa a "governare" con fermezza e a non dar spazio alle legittime istanze dei rappresentanti del corpo politico veneziano.

Brugnaro appariva come il novello "re sole", "la giunta sono io" - sosteneva l'amministratore comunale - e il suo "governo" si imponeva con nuove regole e decisioni immediate, volte a risolvere, una volta per tutte, il degrado urbano e le inadempienze dei suoi predecessori, sordi e ciechi alle istanze cittadine e alle scene impietose di una città, investita da milioni di turisti in un contesto di urbanizzazione che esigeva risposte per far fronte alle ingerenze delle lobby e ai molteplici interessi di una globalizzazione finanziaria ed economica che imponeva la chiusura delle piccole attività commerciali e il sostegno dei grandi centri commerciali.

I Veneziani avevano il loro "primo cittadino" che si autodefiniva "imprenditore indipendente dalla politica" in grado di gestire la complessa struttura comunale instaurando "un nuovo patto fiduciario tra i 3.300 dipendenti e la sua amministrazione". Il neo sindaco "fai da te" apriva un orizzonte amministrativo foriero di incognite per le sue iniziative inaspettate.

Il 9 giugno 2016 lo schieramento compatto e intransigente della Maggioranza consiliare di Brugnaro si sfalda. La Giunta “Brugnaro” impone la sua volontà ai comitati promotori dello smembramento amministrativo del grande organismo vivente del “Comune dei Veneziani”. 
Le opinioni diverse dei consiglieri del variegato tessuto politico amministrativo, che sostengono il sindaco Luigi Brugnaro, provocano una lacerazione che porta al seguente esito di votazione della delibera n. 189 del 2016, avente come oggetto il Progetto di legge regionale n. 8 di iniziativa popolare “Suddivisione del Comune di Venezia nei due comuni di Venezia e Mestre”:
Presenti 36,
votanti 28,
favorevoli 22,
contrari 6 (Elena La Rocca e Davide Scano del Movimento 5 Stelle, Giovanni Giusto e Silvana Tosi di Liga Veneta e Lega Nord Padania, Monica Sambo del Partito Democratico e il senatore Felice Casson),
astenuti 4 (tra cui Sara Visman del Movimento 5 Stelle, Nicola Pellicani della Lista Civica Casson e Andrea Ferrazzi del Partito Democratico), 
non votanti 4 (tra cui tre della Lista Brugnaro Sindaco tra cui Renzo Scarpa).

Luigi Brugnaro per alcuni consiglieri di maggioranza non ha mantenuto gli accordi elettorali con i suoi sostenitori.

“Nell’accordo politico - ha affermato Silvana Tosi di Liga Veneta Lega Nord Padania -  firmato il 5 giugno 2015 tra Luigi Brugnaro, Gian Angelo Bellati e Alberto Semenzato c’è scritto: “Deve essere ricercata con ogni mezzo l’elezione democratica del sindaco metropolitano con conseguente divisione amministrativa dei comuni di Venezia e Mestre e deve essere ricercata la celebrazione del Referendum per la creazione dei Comuni di Mestre e Venezia e, nel frattempo, la definizione precisa dei bilanci in entrata e in uscita delle aree di Venezia Insulare, Lido-Pellestrina, Mestre, Marghera”. Chiediamo al sindaco di onorare l’accordo del 5 giugno 2015, firmato prima del ballottaggio. Ha vinto con 10.000 voti dei nostri elettori. Non voterò questa proposta di delibera. Noi voteremo contro questa proposta di delibera perché non vuole il Referendum”.

“Mi trovo molto in difficoltà - ha affermato Sara Visman del Movimento 5 Stelle - perché si è voluto dare un senso per chi vota; chi vota a favore della delibera è per l’unione; chi vota contro la delibera è per la separazione del Comune. La delibera chiede un’accozzaglia di tante cose da mettere in dubbio la legittimità. Ho trovato sbagliato il fatto che non si è dato il modo in Commissione di entrare nel merito. Mesi fa c’era tempo. La mia posizione sulla divisione non la dirò. Solo se si dovesse andare al Referendum. La mia posizione è che si possa andare a votare, che la gente possa esprimersi. Non voterò questa delibera. La discussione è partita in modo sbagliato. Non posso votare questa delibera”.

Il 15 giugno Luigi Brugnaro celebra nella Sala consiliare di Ca’ Loredana il suo primo anno di governo della città con la lettura del Piano degli Interventi.

“Di fatto - dice il sindaco - è un nuovo Piano regolatore, un Piano di indirizzo. È stato un lavoro molto faticoso che ha avuto bisogno di mesi di lavoro per capire la situazione del Comune nelle sue azioni operative più minute, comprendendo tutte le cose che si sono dette durante la campagna elettorale. Si tratta di un modo diverso, trasversale, per affrontare la crisi. Su questo mi metto in gioco per i cambiamenti che voglio fare. È il primo anno del mio lavoro. È i nostro Progetto sulla città - sostiene Brugnaro - e insieme possiamo iniziare a cambiare la città”.

“Documento - dice Elena La Rocca capogruppo del Movimento 5 Stelle - complesso onnicomprensivo. Ci sono cose belle, però andrebbe intrecciato con quello fatto fino ad oggi. Tante cose contrastano con attività svolte fin qui. Quello che vedo come sottotesto, tra le righe è visione tradizionale della politica. Si valorizzano i capitali e si indeboliscono le persone. Rafforzamento di questo trend di sviluppo economico a livello grandi capitali. Scarsa attenzione al benessere delle persone. Ci sono contraddizioni tra quanto dichiarato e quanto fatto”.

“È documento abbastanza preciso - sostiene Paolo Pellegrini di Lista Civica Brugnaro - che spero possa dare impulso. Mi piacerebbe sentire parlare di flussi turistici e traffico acqueo. Tutti questi sogni devono tener conto degli equilibri di bilancio e pensare a queste cose senza soldi è velleitario”.

Il Documento del sindaco, chiamato Piano degli Interventi e indicato da Luigi Brugnaro come “nostro Progetto sulla città”, servirà per “iniziare a cambiare la città”?.

Francesco Liparulo - Venezia

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