IL COMMERCIO PRODUCE RICCHEZZA
“La festa era grandiosa. Il Doge saliva tra squilli di trombe sulla sua nave di rappresentanza, il Bucintoro, con tutto il suo seguito, il clero, gli eventuali ambasciatori esteri presenti, i capi del Consiglio dei Dieci ed altre autorità. Sul pennone del Bucintoro sventolava il suo stendardo personale, mentre lo stesso Ammiraglio dell’Arsenale impartiva gli ordini. Seguito da un folto corteo di barche di ogni forma e colore, tutte parate a festa, salpava per il porto del Lido (era chiamata l’andata al mare). Il corteo acqueo faceva una breve pausa davanti all’isola di Sant’Elena per ricevere l’omaggio dei monaci di quel convento, poi un’altra pausa nei pressi del Lido, per accogliere a bordo il patriarca che lo attendeva su una barca con tutte le autorità ecclesiastiche. Continuava poi l’andata fino all’imboccatura del porto del Lido, davanti al forte di Sant’Andrea, dove il patriarca versava dell’acqua benedetta ed il Doge, da una porticina nella poppa del Bucintoro lasciava cadere in acqua un anello d’oro, pronunciando queste parole: ”Ti sposiamo, o mare, in segno di eterno dominio!”.
Da dove tanta ricchezza?
MERCANTI VENEZIANI A COSTANTINOPOLI
“…Costantinopoli è sempre la città della ricchezza che fluisce per le strade e viene ostentata in ogni luogo, perché è il centro del commercio.
Oggi ciò che conta è il commercio che produce ricchezza.
Chi investe 100 nelle mercanzia è sicuro che nelle sue tasche ritornerà la sua cifra più una giusta percentuale di guadagno. Non importa il tipo di mercanzia che si sceglie, per far fruttare il proprio denaro, ma bisogna conoscere bene dove è ricercata quella merce, considerata per alcune persone la cosa più importante da possedere per acquisire importanza o per vivere.
Chi ha bisogno di quello che la natura non gli dà o non può produrlo con le sue capacità è disposto a pagarlo a peso d’oro. L’abilità del mercante è quella di far arrivare al momento opportuno e nel luogo giusto ciò che è ritenuto indispensabile per la vita quotidiana.
Tutti i mercanti vengono in questa città perché sono sicuri di trovare ciò che necessita al loro paese. Le nostre galee vi portano tutto ciò che è commerciabile.
La Serenissima vive di questo lavoro che è quello di affrontare tutte le fatiche del mare e i rischi della navigazione, pur di far arrivare in questo grande emporio ciò che può servire a questa e a tutte le altre città- Il commercio è linfa vitale che fa vivere e sostiene chi non dispone di terre per far moltiplicare i semi del grano e sfamare la propria famiglia. Il nostro popolo è costretto ad imbarcarsi e ad affidarsi al geloso Mediterraneo che pretende dalle galee il rispetto delle leggi della natura il marinaio che infrangere le regole del mare rischia di perdere il carico e anche la vita.
Chi rischia la vita, per portare agli altri il sostentamento del corpo e dello spirito, ha diritto alla sua giusta ricompensa. Il guadagno del mercante è il giusto che gli è dovuto per i suoi sacrifici, Tutti lo rispettano e sono desiderosi di essere visitati da lui, perché il commercio è alimento di vita e di benessere.
Il Serenissimo Governo non teme coloro che sono ostili all’imperatore e invia con fiducia i suoi ambasciatori. Nobili patrizi dì San Marco si recano presso le loro corti dei Principi per stipulare contratti di pace e fissare norme per il libero transito di ciò che è indispensabile alla vita degli uomini.
Il nostro bailo è qui per rinnovare i patti scaduti e per far rispettare le concessioni fissate e regolamentate con documenti che hanno il sigillo delle supreme autorità dei regnanti. La sua azione è quella di mediare nelle controversie tra gli individui e i rappresentanti dei popoli. Un collegio di 12 mercanti eminenti lo sostiene e lo consiglia nelle scelte rischiose...."
Francesco Liparulo - Venezia
P.S. (Brano tratto da “Mercanti Veneziani a Costantinopoli” di Francesco Liparulo - Venezia galeaveneta.blogspot.com)
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