SENZA IL CONTRAPPESO DEL SENATO
IL GOVERNO IMPONE IL SUO VOLERE
IL GOVERNO IMPONE IL SUO VOLERE
Oggi occorre vincere il "dispotismo" delle minoranze politiche che sfruttano le maggioranze
parlamentari, “la regola del numero”, che, imponendo la volontà di alcuni parlamentari, non tiene
conto del continuo aumento del distacco tra le persone e lo Stato.
La “regola del numero” in Parlamento e lo “strapotere del governo” soffocano la democrazia,
l’autogoverno del popolo italiano.
La decisione politica dipende dal numero, cioè dalla volontà della maggioranza parlamentare.
“Contiamo i voti e facciamo decidere ciò che la maggioranza decide”.
Esisteva il partito maggiore, ma con la modifica della Costituzione, con una sola Camera, un
piccolo partito può ottenere con il premio di maggioranza la possibilità di decidere su tutto.
Si è convenuto che sia il Presidente della Repubblica a indicare il premier che con una piccola
minoranza politica può ottenere la maggioranza alla Camera dei Deputati e far approvare tutte le
leggi che vuole o che gli vengono imposte dagli eminenti uomini che rappresentano i poteri
economici e finanziari europei.
Significa che tutte le decisioni sono possibili a condizione che rispettino la regola del numero.
La democrazia diventa semplicemente procedurale, cioè la democrazia diventa insieme di regole
e procedure che stabiliscono chi è autorizzato a prendere decisioni collettive e con quali procedure.
Questa concezione lascia impliciti i presupposti della democrazia, come governo dal basso a
suffragio universale, lascia impliciti i valori e i fini ma lascia imprecisati i contenuti. Una
democrazia procedurale è aperta ad ogni contenuto e comporta la neutralizzazione pubblica dei
valori. La democrazia procedurale entra in crisi quando nella società circolano tensioni che lacerano
le coscienze delle persone.
C’è controversia nella società civile. Si va al Referendum.
La democrazia procedurale della società pluralistica chiede alla legge civile di essere totalmente
neutrale, cioè di dare spazio massimo alle leggi che permettono e spazio minimo alle leggi che
tendono a vietare, in modo che ogni individuo possa scegliere ciò che sembra meglio.
La modifica della Costituzione non permette di tener conto dei valori della società civile e dei
bisogni reali dei lavoratori. I cittadini non hanno più potere perché i loro rappresentanti politici
vengono scelti dalle segreterie dei partiti che formano le liste e decidono sui nomi dei capilista.
Uomini e donne non fanno altro che votare il simbolo del partito senza potersi scegliere gli eletti. I
prescelti non rappresentano gli interessi della popolazione.
Le opposizioni contestano le leggi approvate secondo la regola del numero e la modifica della
Costituzione.
Il fine delle Istituzioni politiche dovrebbe essere quello di aiutare le persone per il loro pieno
sviluppo, cioè di garantire ad ogni uomo o donna l’accesso ai beni materiali, culturali, morali e
spirituali che sono patrimonio di tutto il popolo.
L'imposizione della “volontà generale” della rappresentanza parlamentare di maggioranza, creatasi
con il premio di maggioranza secondo “l’Italicum”, crea distacco tra il popolo e lo Stato perché è
solo un’autorità lontana dalle vere esigenze degli Italiani.
Si auspica un diverso rapporto tra individui e corpo politico, un diverso modo di concepire la
dignità della persona e la dignità del lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una
maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza.
NO ALLA LEGGE ELETTORALE “ITALICUM” SOSTIENI IL REFERENDUM CON IL TUO VOTO
CONTRO LA DEFORMAZIONE DELLA COSTITUZIONE
Francesco Liparulo - Venezia
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