sabato 30 luglio 2016

L’etica di un popolo come respiro di democrazia

STATALISMO PARTITOCRAZIA E CLIENTELISMO
FOMENTANO CORRUZIONE E INGIUSTIZIA SOCIALE

La linea politica di Rosmini viene seguita da Luigi Sturzo all'inizio del Novecento. 
Il prete di Caltagirone fonda il "Partito Popolare italiano" e lancia "L'appello ai liberi e forti: combattere e difendere nella loro interezza" gli ideali di giustizia e libertà" per opporsi allo statalismo e alla demagogia di chi promette tutto per i propri fini. 

La virtù della fortezza è il mezzo per il conseguimento dei fondamenti della vita della società. Si tratta di essere saldi nell'adesione al bene comune che deve riversarsi su tutti i cittadini, cioè sostenere a affrontare con pazienza, sofferenza e generosità le sfide politiche ed economiche. 

Sturzo è l'uomo che sa ascoltare la società. La sua è azione che valorizza la dimensione del locale, agendo ai livelli capillari, senza sfociare nel localismo che è pura retorica. Si tratta di creare il benessere della persona umana nella comunità civile, cioè il diritto della persona è integrato nel diritto di tutto il popolo. Luigi è costretto all'esilio dal 1924 al 1945.

Il dispotismo nel secondo Novecento cambia maschera ed è indicato da Sturzo con il termine di "male bestie". Il pensatore siciliano si preoccupa dell'invadenza dello Stato, della partitocrazia e del clientelismo che può alimentare la corruzione. Egli prevede un "sistema politico e sociale che comprende l'intero popolo, organizzato su una base di libertà comune".

La viva attualità del pensiero di Sturzo e il patrimonio di idee scaturite dalla concezione cristiana della storia, insita nella sua visione religiosa e da una esperienza di vita improntata alla strenua difesa dei principi della democrazia, sono ancora oggi, "indiscussa testimonianza di una lezione morale ed intellettuale ispirata ai valori di libertà, solidarietà e coesione sociale”.

Wilfried Martens, già presidente del Partito Popolare Europeo, citando Don Sturzo, ha affermato: “…I padri fondatori del Partito Popolare Europeo avevano convinzioni radicali di libertà, responsabilità e dignità dell’essere umano, considerato come soggetto e non come oggetto della storia… Con le buone idee stimoleremo le linee economiche per la sicurezza dei cittadini...Siamo pronti ad affrontare le sfide con i valori comuni del PPE … per un mercato sociale ... Siamo forti e uniti per l’Europa”.

Nella società politica sono ancora presenti le “male bestie” indicate da Luigi Sturzo, cioè lo statalismo che è contro la libertà, la partitocrazia che è contro l’uguaglianza, l’abuso del denaro pubblico che è contro la giustizia. La morale non può essere ignorata dagli amministratori pubblici, cioè l’etica deve stare dentro la politica, perché l’etica sociale è l’anima della politica che permette al popolo di respirare una “vita buona”.

Francesco Liparulo - Venezia

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