martedì 12 luglio 2016

Approfondimenti dell’11 luglio 2016
VOLONTÀ GENERALE 1
Il popolo nell’unità di volontà generale rappresenta se stesso. La sua autorità è un potere forte e non ha bisogno di essere controllato dal basso. Il cittadino è indipendente dagli altri e dipende dalla città, cioè tra cittadino e Stato non c'è alcuna società. 
Il cittadino costretto a fare quello che vuole la volontà generale in quanto non c’è possibilità di dissenso. 
Quest’idea che non vi sia alcuna società parziale tra cittadini e volontà generale genera nel 1794 la Rivoluzione francese. Si scatena il caos dei giacobini che pretendono di usare le parole di Jean-Jacques Rousseau e di plasmare la società per organizzarla.
Le attuali social democrazie devono fare i conti con le sfide del mondo globalizzato.
Si auspica un diverso rapporto tra individui e società civile, un diverso modo di concepire la dignità della persona e la dignità del suo lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza.
Si tratta di costruire una civiltà in cui possa attuarsi quello che importa di più all’essere umano, cioè la realizzazione della dignità della persona umana.

VOLONTÀ GENERALE 2
Il processo di separazione della politica dalla morale, iniziato con Machiavelli, rafforzato con l’invenzione dello “stato di natura” e della “volontà generale” di Jean Jacques Rousseau, con la diffusione dell’illuminismo radicale, con la separazione di scienza e coscienza ( distinzione dei giudizi scientifici e giudizi di valore) di Max Weber, trionfa con lo Stato di diritto che costruisce una serie di norme che sono obbligazioni, diritto, soggetto giuridico.
Lo Stato tedesco di Hitler è stato uno Stato di diritto ed ha imposto il suo diritto di guerra, il diritto di internare nei lager, il diritto dello sterminio e del genocidio.
Lo Stato sovietico di Stalin è stato uno Stato di diritto ed ha imposto il suo diritto di internare nei gulag e il suo diritto di eliminare i nemici politici.

VOLONTÀ GENERALE 3
Rousseau è antidemocratico?
La “volontà generale” di Rousseau, pensatore illuminista del Settecento, non è rappresentativa perché è solo un’autorità lontana dal popolo. Il popolo nell’unità di volontà generale rappresenta se stesso. La sua autorità è un potere forte e non ha bisogno di essere controllato dal basso. Il cittadino è costretto a fare quello che la volontà generale decide, in quanto non c’è possibilità di dissenso. Coloro che non si piegano alla progettualità astratta della volontà generale sono piegati con la forza.

VOLONTÀ GENERALE 4
Si contesta la proposizione di un argomento approvato secondo la regola del numero.
L’idea di alcuni di poter gestire la società politica in base a regole di procedura e di forma, senza tener conto dei valori sostanziali che animano le persone, rappresenta un utopismo che mira a manipolare le coscienze per fini utilitaristici.

VOLONTÀ GENERALE 5

Lo strumento utilizzato per le votazioni ha il nome di un antidemocratico, "Rousseau". Si tratta di uno strumento che nell'apparenza si mostra democratico ma non ha nulla di democratico in quanto non è preceduto da nessun approfondimento fatto da persone competenti e ben individuabili. Si tratta di democraticismo strisciante, di una "Volontà generale" che decide per tutti. Si pongono in votazione argomenti e "persone" da eliminare quando un piccolo numero ristretto ha già deciso.


L'arcivescovo di Ferrara contro il Movimento 5 Stelle: "Grillini eretici, studiano sui libri di Casaleggio che l'uomo è come Dio"
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Il Messaggero
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Pubblicato: 09/06/2015 11:55 CEST Aggiornato: 09/06/2015 11:55 CEST



  • Monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara, sottolinea un grave rischio culturale nel Movimento 5 Stelle: "I testi base, quelli che hanno dato origine a questa nuova realtà politica, e mi riferisco ai libri di Casaleggio, diffondono l'idea sbagliata che l'uomo è uguale a Dio. È una eresia".
    In una intervista al quotidiano "Il Messaggero", monsignor Negri spiega che si tratta di "una deriva": "Si affidano poi alla tecnologia della rete le scelte più importanti dal punto di vista sociale, etico, morale e politico. Insomma, in questo senso il movimento genera la formazione del pensiero unico da diffondere grazie al web. Guardate che questa deriva non è uno scherzo".
    "La forza più subdola che la Chiesa si trova a combattere oggi è la diffusione dello scientismo tecnocratico", aggiunge l'arcivescovo. Che invita i simpatizzanti del Movimento 5 Stelle a non andare in chiesa per coerenza: "Chi ritiene di avere come punto di vista una sostanziale equiparazione tra l'uomo e Dio, e che l'autorità suprema della scelta è la rete, beh, per coerenza non dovrebbe nemmeno venire in chiesa. Mi chiedo che senso abbia la partecipazione a un mistero come l'eucarestia, che è Cristo che si è fatto uomo".
    Negri infine ricorda episodi spiacevoli avuti in passato con i grillini di Ferrara: "Si sono battuti per far pagare alla Chiesa una tassa per le manifestazioni religiose che transitano sulla piazza davanti al Duomo".
    Ed è proprio parlando di questo “sentiero polveroso del nulla” che Negri arriva a quello che suona come un deciso attacco ai “conati di novità” nel paese. Quando dopo una breve pausa, il vescovo riprende affermando: “Noi siamo italiani, e in questo momento terribile che la nostra nazione sta passando dobbiamo ricordarci delle radici di questi ‘conati di novità’ che si vanno profilando nel nostro paese, con linguaggi inauditi e atteggiamenti di una rozzezza incredibile. Ci sono affermazioni inquietanti pubblicati nei libri stampati, come che “l’uomo è Dio” (il videomessaggio di Casaleggio, dal titolo “Prometeus”, pubblicato su Youtube, ndr) e che la rete, cioè l’estrema espropriazione dell’intelligenza dell’uomo, può creare l’unico punta di guida dell’umanità nei prossimi secoli. Un’intelligenza artificiale sovraumana che guida questi uomini, che sicuramente si credono Dio. Siamo alla follia. Una follia costeggiata di citazioni di Goebbels e Hitler. Siamo al disfacimento della cultura occidentale”. 

    L'ultima crociata grillina: riaprire le case chiuse

    Gli iscritti: portate subito la legge in aula

    Roma - Più voti di quella sullo stipendio dei parlamentari o di un'altra sul reddito di cittadinanza, li ha presi una proposta di legge sulla riapertura delle case chiuse.
    Seconda solo a quella sul vincolo di mandato.
    Si è conclusa così la prima votazione on line degli iscritti al Movimento 5 Stelle. Grazie alla piattaforma digitale «Rosseau» di Grillo, 15.290 cittadini hanno scelto le prime due leggi che i pentastellati porteranno in Parlamento. Quella che ha accumulato più voti (6.020), proposta da Oreste Mori, un pensionato di La Spezia, prevede che i deputati espletino il loro mandato senza la possibilità di aderire a gruppi politici diversi da quelli che li hanno votati. Ma è la proposta di legge sulla lotta alla prostituzione clandestina che sorprende: seconda con 4.058 voti, comporta il ritorno delle case di tolleranza. È stata pensata da un altro cittadino italiano, Daniele Todisco, che ora verrà citato insieme a Mori all'interno della proposta di legge che sarà presentata nelle commissione competente per evidenziare il loro operato volontario per il bene della collettività. Già nelle prossime settimane i due iscritti saranno invitati in Parlamento per conoscere i parlamentari che si occuperanno della stesura del testo delle loro proposte di legge.
    In Veneto, intanto, la battaglia per riaprire le case chiuse è già cominciata. A condurla sono sempre in grillini, in particolare la consigliera regionale M5S, Erika Baldin. «Ce lo chiedono i nostri iscritti - dice la consigliera - ora vogliamo impegnare la maggioranza a fare pressione con noi sul Parlamento». La Baldin annuncia una mozione alla Regione Veneto per far discutere la proposta in tempi brevi perché teme che il governo Renzi non vorrà ascoltare le proposte che vengono direttamente dai cittadini e ostacolerà la calendarizzazione della proposta. «In questo modo - auspica la Baldin - avremo più decoro per le strade, le ragazze non saranno più sfruttate e toglieremo un importante affare alle mafie, ci sarà più sicurezza per la salute e, cosa non da poco, finalmente questa attività pagherà le tasse. Fino ad oggi la prostituzione, non essendo regolamentata, ha sottratto al fisco miliardi di euro. È ora che quei soldi tornino nelle nostre casse».

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