martedì 13 settembre 2016

Una nuova gestione dello Stato per la crisi

LE SCELTE GIUSTE POPOLARI
SONO PER  LA  CITTADINANZA 
La gestione dello Stato va vista come maggiore capacità della società politica di esprimersi nello Stato. Occorre controllare lo Stato non per falso liberismo che vuole privatizzare tutto. Si tratta di evitare di andare verso una società commerciale sotto la pressione del mercato mondiale e mantenere fermamente l'idea di Stato "democratico". 
C'è oggi l'esigenza di migliorare l'organizzazione economica mondiale che oggi è scompensata per il movimento dei capitali che appartengono a pochi Paesi.

Il controllo dal basso verso l'alto dell'Autorità politica è oggi un problema perché chi è investito di potere tenta a sfuggire il controllo, ad evitare la trasparenza per cui è necessario "rendere popolari le scelte giuste".

Si vuole unire l'anima liberale riformista e l'anima sociale e solidarista del Paese. 

Si parla di democrazia libera o liberal democrazia. 

DEMOCRAZIA non è  liberal democrazia. 

Il liberalismo mira al bilanciamento dei poteri e la democrazia è intesa come governo dal basso del popolo. 
Unendo i due concetti di liberalismo e di democrazia si intende parlare di LIBERAL DEMOCRAZIA. 

Oggi si dice che "viviamo in società liberale e democratica".

Per i padri fondatori del liberalismo occorreva il bilanciamento dei poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario) e c'era intuizione di moderato pessimismo sulla natura umana per il fatto che l'uomo cerca di abusare del potere. C'era anche l'intuizione dell'idea di libertà sotto la legge, cioè la libertà deve essere regolata dalla Legge.

Nella società tra individuo e Stato vi sono varie formazioni come la famiglia, i raggruppamenti professionali e i sindacati. 

Nel pensiero repubblicano democratico si da rilievo alle virtù civiche e alla partecipazione sociale, ma nel pensiero liberale si da risalto alla "libertà da", cioè libertà da intrusione nel mio spazio privato ed è meno sentita "libertà per" fare qualcosa. 

Nella piazza pubblica, i cittadini, avendo codici di riferimento morale diversi non riescono a mettersi d'accordo su cose fondamentali e ricorrono a procedure. cioè a "regole del gioco". 
Le regole stabiliscono a chi tocca prendere le decisioni ma non stabiliscono il contenuto. 

Nelle società democratiche libere c'è la tendenza di riportare i valori nel privato perché non si trova la regola.

Nelle liberal democrazie (LIB-LAB = LIBERAL LABOR), come "miscela di liberalismo e socialismo" occorre superare i meccanismi impersonali per dare spazio alle formazioni sociali intermedie tra lo Stato e il Mercato, cioè occorre dare maggiore attenzione ai cittadini che devono affrontare la crisi sociale e finanziaria in un periodo di recessione che investe molti Paesi europei.


La società civile è una società di persone e l'unità sociale è la persona umana. La sua dignità si promuove soprattutto con la cura della famiglia naturale, considerata cellula vitale di ogni società civile. Questa espressione originaria della socialità umana richiede il rispetto del principio di sussidiarietà, inteso come aiuto economico, istituzionale, legislativo offerto alla famiglia. Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualiste perché la persona e i suoi bisogni devono essere al centro delle attenzioni delle forze politiche.


Il cittadino che aspira a fare politica deve essere fermamente convinto che si debbano difendere i diritti di ogni essere umano, indipendentemente dalla sua età, dal suo ceto sociale, dal colore della sua pelle, dal suo stato di salute. Si tratta di credere che la politica debba essere un servizio per la persona, che il valore del giusto o del non giusto debba dipendere soprattutto dal rispetto dei diritti naturali e che la procedura democratica debba dipendere dalla dignità della persona (bambino, adulto, anziano, diversamente abile).

La persona al centro perché l'essere umano non è un'isola, ma vive in una comunità per il suo carattere sociale. 

Ferma e indelebile la convinzione che la famiglia è la prima società naturale che ha la priorità sulla società civile e sullo Stato. 

Si tratta di tutelare la famiglia attraverso il salario familiare e una riforma fiscale che tenga conto dei componenti del nucleo familiare. 
Tutti noi pensiamo che sia necessario valorizzare la libertà dei genitori per l'istruzione dei propri figli e l'impegno e prevenire a livello sociale i comportamenti a rischio (droga, alcolismo...).

La famiglia italiana di oggi deve affrontare l’attuale crisi finanziaria, economica e dei valori sociali. 
Si tratta di recuperare “le radici della crescita delle Regioni per promuovere le loro qualità produttive che fanno vincere le sfide della globalizzazione
Milioni di Italiani vivono, secondo le recenti statistiche, con la metà del reddito medio nazionale (circa 600 euro al mese). La crescita degli indigenti evidenzia una forte disuguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale.

La famiglia genera legami di appartenenza, dà forma sociale alle persone, trasmette valori culturali, etici, sociali, spirituali essenziali per lo sviluppo della società civile.
La razionalizzazione morale dell'agire politico deve fondarsi sulla giustizia, la legge e la reciproca amicizia. Si tratta di sforzarsi per applicare le strutture politiche al servizio del bene comune, della dignità della persona e del senso dell'amore civico.

L'attività politica deve basarsi sui bisogni più intimi della vita delle persone e dell’esigenza della pace sociale, dell’amore, delle energie morali e spirituali. Occorre agire nella comunicazione e utilizzare mezzi morali per essere liberi. La forza della società politica presuppone la giustizia perché si avvale delle energie dei cittadini in quanto energie di uomini liberi che sanno esprimersi con amicizia.
Francesco Liparulo - Venezia

galeaveneta.blogspot.com

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