domenica 4 settembre 2016

“Fermate la guerra e non verremo in Europa”

LA CONVIVENZA DELLE NAZIONI
SI ATTUA CON LA NON VIOLENZA
Il valore dell’uomo può realizzarsi nella comunità civile solo se questa è pervasa dalla giustizia e dall’amore civico che sono il fondamento del buon vivere.

Quale partito politico è in grado oggi di animare la lotta politica e di far emergere quei valori insiti nello spirito di ogni uomo che offrono le ragioni di vivere anche se la lotta richiede sofferenza e sacrificio?
Si tratta di scegliere uomini in grado di risvegliare nel popolo i valori che sono alla base di ogni comunità civile.

Sul terreno politico, la lotta consiste nell’opporsi al male politico sotto forma di soprusi delle maggioranze e di ingiustizie sociali. Si tratta di puntare sulle risorse del coraggio e delle energie di coloro che lottano affinché la politica stessa sia orientata al suo vero fine che è quello della solidarietà perché la comunità civile si fonda sulla coesione tra le persone e la solidarietà costituisce la forza che tiene unita ogni comunità politica.
L’Europa sembra aver dimenticato la subordinazione dei fini politici ai fini del benessere dei popoli. Si avverte disagio di fronte al disprezzo pratico della persona umana e della sua dignità.
L’emblema della condizione economica-politica di oggi è costituito dalla presenza dì Stati deboli, mercati forti e finanze fortissime. Si assiste ad un intreccio tra sfera economica, politica e mediale per cui occorrono nuove forme di azione politica capaci di bilanciare il potere dei mercati entro gli spazi globalizzati. Il potere della finanza è transnazionale e influisce sulle decisioni dei governi nazionali.

La globalizzazione dell’economia richiede un governo dell’economia che appare oggi mancante agli occhi di tutti. Nel mercato globale mancano Istituzioni politiche ed economiche efficaci per mettere in atto o far rispettare nuove regole. Si rende necessario e urgente la globalizzazione della politica dove siano rappresentati in modo adeguato le popolazioni povere dell’Africa e dell’Asia.
Occorre mettere insieme in Occidente lo sviluppo economico, la civiltà politica e la coesione sociale.
Si parla di diritto e dovere di contenere le operazioni militari entro i limiti canonici della dottrina classica di guerra giusta, cioè si parla dell’immunità dei civili sottoposti ai bombardamenti e ai colpi delle “bombe intelligenti”.
Le violazioni della guerra giusta continuano ancora oggi a non salvaguardare i civili. L’ONU è fatto di nazioni sovrane e di Stati che hanno il diritto di “veto”. La società europea sembra diventare la “cassa di risonanza” di interessi nazionali.

Il fine della politica è il bene comune dei popoli, inteso come vita buona, cioè conforme alle esigenze della natura umana che esige una vita moralmente giusta e felice.
La politica è giusta se realizza il compimento del bene comune, cioè se crea prosperità materiale quale presupposto per il miglioramento dell’esistenza umana. Il bene comune si realizza se tutti sono coesi nella giustizia e nell’amicizia civica.
È possibile un metodo politico non violento destinato a risolvere i problemi della globalizzazione politica? L’impiego della non violenza è saggezza politica che ha la sua fonte nella ragione ed è proprio la ragione che conduce i promotori della vera politica alla scoperta della non violenza. Ragione è sinonimo di non violenza.
La lotta politica non violenta consiste nello sradicare il male politico senza eliminare il malfattore e, se non è possibile convincerlo, allora bisogna renderlo incapace di commettere il male privandolo dei sostegni, senza i quali non ha più potere.
La resistenza all’uso delle armi che distruggono e uccidono può essere efficace per mezzo della collaborazione non violenta. Si tratta di mettere l’avversario politico fuori dalla possibilità di nuocere. La comunità civile non può conformarsi all’uso della guerra per la risoluzione dei problemi legati alla globalizzazione.
La visione di uno Stato non violento si deve basare sulla convinzione che ogni cittadino assuma la massima responsabilità.

Le democrazie liberali dell’Occidente sembrano interessate alla sola sfera dei rapporti economici e non riescono ad elevarsi alla sfera pienamente politica finalizzata al vero bene delle popolazioni.
La vita democratica dovrebbe essere un’organizzazione razionale di libertà eticamente e umanamente fondata. Lo spazio reale di attività del corpo politico è ridotto in quanto largamente appiattito sull’attività puramente economica.

Gli uomini dai quali dipende l’iniziativa di un ricorso alla forza, se hanno come fine la trasformazione realmente umanistica del mondo e l’instaurazione di una civiltà più rispondente ai bisogni essenziali della società, sono tenuti a imporre un freno all’uso delle armi di distruzione come mezzo di persuasione.
La democrazia è un sistema politico difficile e il popolo ha bisogno di uomini, di veri testimoni che mantengano la tensione morale nella comunità perché ha bisogno di ritrovare la propria identità attraverso la testimonianza e l’azione di uomini ispirati dal popolo che ridestino il popolo stesso al senso dei suoi compiti.
Francesco Liparulo - Venezia
galeaveneta.blogspot.com

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