venerdì 16 settembre 2016

Conflitto istituzionale in Ca’ Loredan

LEGGE REGIONALE E LEGGE DELRIO PER VENEZIA 
CAPOLUOGO DI UNA GRANDE CITTÀ METROPOLITANA

Sessione straordinaria  giovedì 15 settembre in Ca’ Loredan del Consiglio comunale con all’ordine del giorno la proposta di deliberazione P.D. 373/2016: Parere del Comune di Venezia su richiesta della Prima Commissione Consiliare del Consiglio Regionale del Veneto avente come oggetto il Progetto di legge regionale n.81. Proposta di legge di iniziativa dei Consiglieri Semenzato, Barbisan, Boron, Brescacin, Ciabatti, Gidoni, Michieletto, Possamai e Villanova relativa a: “SUDDIVISIONE DEL COMUNE DI VENEZIA NEI TRE COMUNI AUTONOMI DI MARGHERA, MESTRE E VENEZIA”.   

La dott.ssa Ermelinda Damiano, presidente del Consiglio, invita il dott. Francesco Vergine, Vice Segretario del Comune, ad illustrare la delibera.
“Siamo alla terza delibera del Consiglio comunale - afferma il tecnico - per esprimere un parere sulla proposta di separazione del territorio”. 
La prima proposta risale al 2014. Vittorio Zappalorto è commissario prefettizio del Comune di Venezia. Stessa proposta il 9 giugno 2016 e il Consiglio comunale di Venezia approva la delibera n. 189 esprimendo parere negativo al Progetto di legge regionale n. 8 di iniziativa popolare avente come oggetto la “Suddivisione del Comune di Venezia nei due comuni di Venezia e Mestre.

Nella seconda parte della delibera n. 373 si esprimono tutti i dubbi sulla proposta di legge di iniziativa dei consiglieri regionali di Liga Veneta - Lega Nord e Lista Zaia Presidente. La legge regionale n. 25 del 1992 applicata per la suddivisione del comune di Venezia è ritenuta dalla Giunta comunale illegittima per la presenza della legge n. 56 del 7 aprile 2014  (legge Delrio).  

“A nostro avviso - afferma Vergine - la legge Delrio deve prevalere sulla precedente legge. Si ritiene che la legge regionale non possa essere applicata. La legge Delrio comporta differenze rispetto a procedura. Spetta alla città di Venezia l’iniziativa per la modifica del territorio in quanto Capoluogo della Città Metropolitana di Venezia e al voto sono chiamati tutti gli elettori dei 44 Comuni che compongono la città metropolitana. La relazione della Regione è arrivata il 14 luglio 2016 e non abbiamo trovato alcun documento cartografico per i perimetri dei 3 comuni. L’11 agosto è stata inviata una PEC (posta elettronica certificata) al Consiglio della Regione Veneto chiedendo la cartografia, ritenuta elemento essenziale. Non abbiamo ricevuto risposta. Alla fine di agosto, inviata un’altra PEC. Pochi giorni fa è arrivata proposta completa con cartografia che risulta illeggibile; non si possono desumere i confini dei tre Comuni. Nella delibera ci sono le considerazioni di merito, molto tecniche, sugli effetti negativi della separazione. La separazione in tre ipotetici Comuni, come la separazione in due, contrasta con la tendenza del legislatore  che ha sempre sostenuto l’unione tra comuni, la fusione tra diverse Amministrazioni. Con la suddivisione si moltiplicano gli organi politici: 3 consigli comunali, tre giunte. Il Consiglio comunale esprime parere contrario alla separazione”.

“Non entro nel merito del conflitto tra istituzioni - dice alle 11.51 Nicola Pellicani del Partito Democratico - tra legge nazionale e legge regionale. Credo però, come ricordava il Vice segretario, si sono pronunciati sia l’Ufficio legislativo della Regione sia la Presidenza dei ministri nel dire che il Referendum sarebbe illegittimo. Credo che questo nodo vada sciolto. C’è conflitto che va chiarito. Siamo in presenza di strappo grave ed occorre la Corte Costituzionale. Credo non si possa celebrare il referendum. Il Referendum va fatto secondo le regole; se queste non vanno bene, si cambiano. Sarebbe grave errore; è illusione pensare di risolvere i problemi rimpicciolendo i confini.   Si aggravano i problemi. Non c’è un comune d’Italia dove si parla di suddivisione; è il contrario in quanto si parla di integrazione dei servizi”.

Tutto impostato su conflitto di competenze - afferma alle 11.56 Elena La Rocca del Movimento 5 Stelle - per spostare il nocciolo del dibattito. La proposta è indice di malessere della città, è malessere di Venezia, Mestre e Marghera”.

Davide Scano del Movimento 5 Stelle elenca tutte “le incapacità” e i “mancati impegni” del sindaco.        
  
“Fare certezza - dice alle 12.10 Deborah Onisto di Forza Italia -  su posizioni giuridiche. Ricorso a giudice terzo per sapere quale normativa deve essere applicazione ritenuta legittima”.

“Questo spezzatino in tre Comuni è maldestro - afferma Giorgia Pea della Lista Brugnaro Sindaco - perché è tentativo per mettere in difficoltà il sindaco di Venezia, è attacco personale a lui e alla Giunta; sta cambiando l’andazzo precedente. Credo che indirizzo che dobbiamo dare tutti i consiglieri è a favore città e non dividerci. Costruiamo dialogo con Regione”.

Lasciamo l’aspetto giuridico ad altri - sostiene alle 12.29 Rocco Fiano della Lista Civica Casson - ci vuole qualcosa di terzo come dice Vergine. 9.000 cittadini che hanno chiesto il Referendum vanno ascoltati, entrare nel merito. Diamo risposte a chi ha chiesto la separazione. Intervenire per dare risposte precise per il malessere”.

Maurizio Crovato della Lista Brugnaro Sindaco afferma: “Voglio ringraziare Francesco Vergine per essere stato esauriente ed esaustivo. Ha spiegato in modo impeccabile”.

Davide Scano afferma di essere favorevole al Referendum.

Giovanni Giusto di Liga Veneta - Lega Nord alle 12.45 dice: “La nostra posizione è nota. Quando il popolo chiede di poter esprimersi, noi diamo la possibilità per il Referendum. Ribadiamo la nostra coerenza”.

Silvana Tosi di Liga Veneta - Lega Nord pur ritenendosi contraria alla suddivisione del territori comunale, ricorda al sindaco di aver firmato il 5 giugno 2015 un accordo con Lega Nord e di essersi impegnato per un referendum al fine di suddividere la città. La Lega “ha dato 11.000 voti per la vittoria” elettorale del sindaco Brugnaro. “C’è la sicurezza e il decoro - sostiene la consigliera - da attuare con ogni mezzo”.   Al 2° punto c’è il lavoro: creare posti di lavoro. “Lei - dice Tosi - debba dire qualcosa a questo partito che le ha portato 11.000: “Il sindaco è contrario al Referendum”.

L’assessore Michele Zuin dice: “Questa città è un sistema di vasi comunicanti, separare significa far crollare tutto. Io voto no”.

“Se si deve fare il referendum - sostiene alle 13.16 l’assessore Simone Venturini - lo deciderà Venezia. Gruppi di potere abbattono Venezia e la consegnano a scenario di incertezza totale per 3 - 4 anni con dispersione di risorse ed energie”.

Alle 13.39 il sindaco interviene: “Il comune sappia cosa stiamo facendo e la retorica dell’opposizione. Penso che qualcosa in questi 12 mesi abbiamo fatto. Non c’è stato alcun apprezzamento da parte dell’opposizione. “La legge Delrio - dice Luigi  Brugnaro - è perfetta e un Referendum costa 1.400.000 euro. Voglio sapere se è giusto o meno fare questo referendum. con un pennarello hanno diviso il territorio comunale: è indecoroso”.

Alle 14.16 la Presidente afferma che tutti gli emendamenti presentati per la delibera sono stati ritenuti “fuori termine”

Alle 145.25 Davide Scano dichiara: “Non partecipazione al voto”. 

Per Elena La Rocca c’è “situazione giuridica incerta”.

Sara Visman del Movimento 5 Stelle afferma: “Non voterò questa delibera”

Alle 14.52 Maika Canton della Lista Boraso Civica Popolare dice: “ I cittadini hanno fatto già 4 referendum che non hanno portato  a nulla. Voto favorevole per la delibera”. 

Francesca Faccin della Lista Civica Casson sostiene di essere a titolo personale per la città unita e ritiene che per i tagli  la proposta della Regione non fatta con serietà”.

Esito del voto:
Presenti 33, votanti 25, favorevoli 23, contrari 2 (Liga Veneta - Lega Nord), astenuti 5 (PD e Lista Casson), non votanti 3 (Movimento 5 Stelle).

Voto per esecuzione immediata:
Presenti 31, votanti 28, favorevoli 27, contrari 1,  astenuti 0, non votanti 3.

Francesco Liparulo - Venezia

galeaveneta.blogspot.com 

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