sabato 30 luglio 2016

L’etica di un popolo come respiro di democrazia

STATALISMO PARTITOCRAZIA E CLIENTELISMO
FOMENTANO CORRUZIONE E INGIUSTIZIA SOCIALE

La linea politica di Rosmini viene seguita da Luigi Sturzo all'inizio del Novecento. 
Il prete di Caltagirone fonda il "Partito Popolare italiano" e lancia "L'appello ai liberi e forti: combattere e difendere nella loro interezza" gli ideali di giustizia e libertà" per opporsi allo statalismo e alla demagogia di chi promette tutto per i propri fini. 

La virtù della fortezza è il mezzo per il conseguimento dei fondamenti della vita della società. Si tratta di essere saldi nell'adesione al bene comune che deve riversarsi su tutti i cittadini, cioè sostenere a affrontare con pazienza, sofferenza e generosità le sfide politiche ed economiche. 

Sturzo è l'uomo che sa ascoltare la società. La sua è azione che valorizza la dimensione del locale, agendo ai livelli capillari, senza sfociare nel localismo che è pura retorica. Si tratta di creare il benessere della persona umana nella comunità civile, cioè il diritto della persona è integrato nel diritto di tutto il popolo. Luigi è costretto all'esilio dal 1924 al 1945.

Il dispotismo nel secondo Novecento cambia maschera ed è indicato da Sturzo con il termine di "male bestie". Il pensatore siciliano si preoccupa dell'invadenza dello Stato, della partitocrazia e del clientelismo che può alimentare la corruzione. Egli prevede un "sistema politico e sociale che comprende l'intero popolo, organizzato su una base di libertà comune".

La viva attualità del pensiero di Sturzo e il patrimonio di idee scaturite dalla concezione cristiana della storia, insita nella sua visione religiosa e da una esperienza di vita improntata alla strenua difesa dei principi della democrazia, sono ancora oggi, "indiscussa testimonianza di una lezione morale ed intellettuale ispirata ai valori di libertà, solidarietà e coesione sociale”.

Wilfried Martens, già presidente del Partito Popolare Europeo, citando Don Sturzo, ha affermato: “…I padri fondatori del Partito Popolare Europeo avevano convinzioni radicali di libertà, responsabilità e dignità dell’essere umano, considerato come soggetto e non come oggetto della storia… Con le buone idee stimoleremo le linee economiche per la sicurezza dei cittadini...Siamo pronti ad affrontare le sfide con i valori comuni del PPE … per un mercato sociale ... Siamo forti e uniti per l’Europa”.

Nella società politica sono ancora presenti le “male bestie” indicate da Luigi Sturzo, cioè lo statalismo che è contro la libertà, la partitocrazia che è contro l’uguaglianza, l’abuso del denaro pubblico che è contro la giustizia. La morale non può essere ignorata dagli amministratori pubblici, cioè l’etica deve stare dentro la politica, perché l’etica sociale è l’anima della politica che permette al popolo di respirare una “vita buona”.

Francesco Liparulo - Venezia

giovedì 28 luglio 2016

La concezione repubblicana democratica italiana

NO ALLE FALSE "DEMOCRAZIE DIRETTE" 
NO ALLE MANIPOLAZIONI ALLA ROUSSEAU

L'idea liberale originaria di individuo non è più separabile dalla concezione cristiana di persona, cioè le intuizioni centrali del liberalismo delle origini, riassumibili nel senso spiccato dell'attività e dell'iniziativa dell'individuo, in un'idea moderata della libertà sotto la legge e la distinzione dei poteri, richiedono una sintesi più alta, un superamento nella società denominata liberal democratica

La concezione liberale di libertà dal governo deve unirsi alla concezione repubblicana democratica che assegna importanza alle virtù civiche, all'idea di autogoverno e di partecipazione alle formazioni sociali. Nel repubblicanesimo civico la libertà è intesa come capacità e responsabilità di autogoverno.

Il liberalismo ha dei punti deboli come la minore resistenza al relativismo etico che sfida la natura morale del rapporto civile, la piazza pubblica eccessivamente sottoposta all'applicazione delle procedure regolamentari, l'idea angusta di società aperta e di laicità intesa come neutrale nei confronti dei valori fondamentali dei cittadini.

Il ripensamento del liberalismo potrebbe essere fatto positivamente con la tradizione del cattolicesimo liberale. Si tratta di sviluppare un pensiero di sintesi volto a dirigere l'azione politica e a orientare all'impegno civile. Si vuole costruire una società vivibile in cui sono ritenuti le istanze del popolo che riguardano la giustizia, il bene comune, l'amicizia civica e il senso del sociale.

Il tema principale con cui oggi il pensiero neoliberale si incontra e si scontra è il pluralismo morale. 

I neoliberali contemporanei sostengono che nelle liberal democrazie occorre ricostruire le identità collettive per sottrarre l'individuo all'isolamento. La vita sociale è frammentata e questo con la concezione liberale dell'etica utilitaristica che si incentra sull'autodeterminazione dell'individuo manifesta uno schema antipolitico. 

La società civile è vista solo come luogo dei bisogni degli egoismi che si contrappongono alle Istituzioni politiche (il palazzo). Questo porta a una emarginazione dei caratteri essenziali del pubblico. 

I pensatori classici avevano considerato la comunità politica come "comunicazione nella buona vita", cioè scambio e comunicazione tra diverse famiglie ed etnie in vista di una vita sociale dotata di beni e virtù.
La comunicazione nel ben vivere rende esplicito che la coscienza umana è di per sé politica, dialogica e quindi le coscienze sono sempre destinate l'una all'altra e mai esclusivamente destinate solo a se stesse. Col pluralismo morale nasce il dissenso su ciò che è bene o male, cioè il moralmente buono o cattivo diventa soggetto a variabili valutazioni. 


Le posizioni del pensiero pubblico neoliberale attualmente oscillano tra un polo dove l'interesse è trovare regole pubbliche e un polo che fa perno sul postulato di autonomia, cioè l'uomo è libero, il suo valore consiste nell'obbedire a se stesso, alla legge che gli è stata data, cioè autodeterminazione come autonomia. Questa concezione offusca la nozione di alterità e porta al neutralismo assoluto. Si tratta per il liberale radicale di libera concorrenza e libero mercato delle concezioni del bene e del male. Questo è equivoco perché equipara beni economici e concezioni di vita.

L'idea civica repubblicana rispetto alla soluzione liberale attuale è più esigente in quanto richiede che i cittadini sviluppino disposizioni e scelte orientate verso il bene comune piuttosto che centrate sul self-interest, cioè siano capaci di vivere legami morali, umani e spirituali con altri. 


Francesco Liparulo - Venezia

martedì 26 luglio 2016

La scelta di un leader per gli Italiani

UNA COALIZIONE PER LA PROSPERITÀ DEL PAESE
Globalizzazione e crisi finanziaria alimentano paure nel popolo chiamato a fare sacrifici e a sopportare un rigore fiscale per sostenere il debito pubblico di circa duemila miliardi di euro. Si migliorano i bilanci pubblici e si riempiono i forzieri delle banche con tassi agevolati provenienti dalla Banca centrale europea, ma l'ossigeno vitale, secondo il principio di sussidiarietà, non arriva alle famiglie che vedono gli imprenditori disperati senza il sostegno del credito e sempre più lavoratori senza un reddito.

In un mondo sempre più interconnesso, il commercio è globalizzato con investimenti e reti di produzione che uniscono tutti I Paesi in grado di produrre beni e servizi competitivi. Si produce dove è più conveniente. L'Italia non è più competitiva per la mancanza di leggi e regole idonee a far fronte alle sfide del mondo globalizzato. 
Negli ultimi anni l’economia mondiale e la politica mondiale sono cambiati. Gli Stati Uniti d'America e l'Europa hanno perso i loro primati con la “crescita di produttività” di Cina, India e di altri “mercati emergenti” tra cui Brasile e Russia che sono in grado di attrarre i capitali per le loro produzioni industriali e per la fornitura di energie.

I costi di trasporto intercontinentali sono stati ridotti e si produce dove il costo della mano d'opera è di gran lunga inferiore rispetto a quello dell’Occidente. Beni che una volta erano prodotti negli USA o in Europa ora sono fabbricati in Paesi che, pur essendo considerati in via di sviluppo, hanno un prodotto interno lordo che cresce più del 7%.

Qual è il problema?
L'austerità fiscale non aiuta l'economia se non è congiunta con investimenti per la crescita. L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più deboli" degli Italiani. 

“La creazione di occupazione è una sfida per tutti i Paesi – ha detto Ignazio Visco, già governatore della Banca d’Italia – e tocca al settore privato creare lavoro economicamente e socialmente sensibile, mentre ai governi tocca fornire le condizioni macroeconomiche stabili, un clima favorevole per gli investimenti, un solido quadro legislativo e una regolamentazione bilanciata del mercato del lavoro".

Lo Stato deve provvedere a migliorare le infrastrutture, a sostenere la ricerca scientifica e a regolamentare il mercato, producendo normative finanziarie e creando maggiore equilibrio tra domanda e offerta nell’ambito del territorio nazionale. Si tratta di frenare la povertà dilagante e la perdita dei posti di lavoro, garantendo equità sociale ed eliminando le ingiustizie sociali tra chi ha troppo e chi non ha nemmeno il necessario per mantenere la famiglia.

La “cellula vitale” della società, la famiglia naturale, costituita dall’amore di un uomo e una donna che attraverso la procreazione dei loro figli tramandano i valori del loro popolo, è minacciata dalla pressione degli interessi utilitaristici che non considerano il valore e la dignità dell’essere umano.
Questa espressione originaria della società umana richiede il rispetto del principio di sussidiarietà, inteso come aiuto economico, istituzionale, legislativo offerto alla famiglia. Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualiste perché la persona e i suoi bisogni devono essere al centro delle attenzioni delle Autorità politiche.

La globalizzazione si governa promuovendo occupazione che dà prosperità, garantendo l'equità che elimina le ingiustizie sociali e armonizzando la sostenibilità per le prossime generazioni.
Il mercato globale favorisce gli interessi degli investitori economici e finanziari. Soltanto l'intervento dello Stato può compendiare l'azione degli investitori mondiali in modo da attrarre i capitali con una giusta ed equa regolamentazione finanziaria e commerciale per promuovere occupazione e progresso per tutta la cittadinanza.

Si tratta per gli esperti dell'economia di dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
Occorre vincere la globalizzazione con un "governo della globalizzazione economica e finanziaria", cioè attuare un'economia sociale di mercato e promuovere la solidarietà e la sussidiarietà.

Francesco Liparulo - Venezia

Cambio di passo dell'Italia
UNA LEGISLAZIONE GARANTE 
DELLA CONVIVENZA SOCIALE
Il lavoro è una dimensione fondamentale dell’esistenza dell’uomo che rimane sempre il soggetto della sua attività. “Siamo profondamente persuasi – ha detto Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana – che i giovani di oggi siano in grado di dare una spinta decisiva al cambio di passo del nostro Paese. Le loro mortificazioni e la loro rabbia ci inducono a ricordare che non si possono tradire. Stenta ad emergere una disponibilità al riequilibrio delle risorse che sono in campo. Nonostante la precarietà che sta segnando la loro giovinezza, non possono rinunciare “all’edificazione di una società che renda possibile anche per loro una vita buona”.

La realtà economica italiana è al 98% composta da micro e piccole aziende – ha affermato Giorgio Guerrini, già presidente nazionale di Confartigianato – e occorre creare un ambiente adatto allo sviluppo di questa dimensione d’impresa”.

“Quello che manca oggi all'Italia - ha evidenziato Mauro Colombo, già presidente dei giovani imprenditori di Confartigianato - è un “Progetto per le nuove generazioni”. Per riprendere a crescere bisogna riportare l’attenzione sui giovani, tornando alla cultura del rischio e del talento, del merito e della libera iniziativa con uno spirito di concorrenza e di innovazione”. Si tratta di ridurre gli sprechi, avviare le riforme che mirino a dare certezza a chi fa impresa e crea posti di lavoro.

Il fine delle Istituzioni politiche è quello di aiutare le persone per il loro sviluppo. L’azione morale di ogni persona si realizza nella costituzione del bene comune, cioè nell’agire sociale attraverso varie forme espressive che sono la famiglia, i gruppi sociali intermedi, le associazioni e le imprese di carattere economico.

Gli ordinamenti democratici dello Stato non possono essere soggiogati dal relativismo etico di coloro che non considerano essenziali, per il bene comune della società, i veri valori del popolo italiano che sono la dignità della persona che lavora, il mantenimento della sua famiglia, la sussidiarietà nel controllo dell’applicazione delle norme e la solidarietà sociale. Si tratta per gli esperti di generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati. La coesione tra le persone richiede la forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società civile.

La realizzazione del compimento della democrazia, nell’ordine sociale e politico, non è pienamente soddisfatta con l'esistenza di uomini e donne che vivono nella precarietà e nell'indigenza, perché l’economia è stata fondata sulla produttività del denaro e l’egoismo di alcuni politici. Il superamento degli egoismi, cioè il trionfo della giustizia sociale, costituisce il fine dell’agire politico per eliminare gli ostacoli dei cittadini che hanno diritto a una “vita buona”.

Il bene comune comprende non solo i servizi di utilità pubblica o di interesse nazionale , ma anche l’integrazione sociologica di tutto ciò che vi è di coscienza civica, virtù pubbliche senso de del diritto e della libertà, rettitudine morale, amicizia, felicità e virtù nelle vite individuali dei membri della società civile.

Francesco Liparulo - Venezia

lunedì 25 luglio 2016

Il popolo esige una società più giusta

AL PARLAMENTO COMPETE 
LA  CONVIVENZA  SOCIALE

C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che riconosca e sostenga la persona umana secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo. L'esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell'uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale.

Le soluzioni dei problemi dell'attuale mondo economico e finanziario globalizzato minano la concezione cristiana dell'uomo e del suo destino, perché sono basate sull'idea che l'uomo non è il soggetto delle attività umane, ma un oggetto manipolabile per qualsiasi scopo utilitaristico e individualistico. 

La società si è costituita intorno alla produzione e allo scambio universale delle merci e spetta alla comunità politica mediare tra le necessità funzionali del mercato e la vita quotidiana delle persone, cioè promuovere i contenuti valoriali nelle decisioni del mondo produttivo e finanziario. 
La necessità della ricchezza e la competizione mondiale devono armonizzarsi con i valori dell'uomo che è soggetto e fine di ogni produzione e benessere sociale.

Il compito delle persone investite di potere politico è quello di emanare una legislazione che garantisca un’ordinata convivenza sociale nella vera giustizia, perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa. La legge civile deve assicurare soprattutto i diritti fondamentali che appartengono alla persona. Fondamentale tra tutti è il diritto al lavoro per chi presta la sua opera per il bene proprio e della sua famiglia.

La società politica necessita di uomini e donne che possano dare un senso all'esistenza concreta del cittadino che è soprattutto aspirazione alla libertà di realizzarsi nell'ambito di una comunità civile. L'attuale crescita degli indigenti evidenzia una forte diseguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale.


I sostenitori della giustizia sociale sono chiamati a "mantenere desta la sensibilità" per il riconoscimento dei diritti e della dignità dell'uomo, di fronte ai rappresentanti del popolo che hanno piegato la propria ragione "all'attrattiva dell'utilità individualistica" a danno delle persone che costituiscono la comunità civile. 

Occorre vincere lo statalismo, la partitocrazia e lo sperpero del denaro pubblico per il trionfo della giustizia sociale. Si tratta di raggruppare tutti coloro che vorranno dedicarsi a una certa concezione di democrazia da perseguire e dei mezzi idonei per il conseguimento della "VITA BUONA" per tutti. L'azione del testimone del popolo non è semplice sopportazione, cioè non è calma imperturbabile, ma è provocazione che mira ad eliminare gli ostacoli della vita dei cittadini per la pace e la riconciliazione sociale.

Le basi della nostra nazione, come entità permanente, sono le regole immutabili della legge naturale, la continuità culturale, la tradizione, la consapevolezza storica, l’amore della patria. A questi valori sono ancorati i cuori di tutti gli uomini e le donne.

Insofferenza, disagio, protesta scaturiscono dai cittadini che vedono minacciata la loro esistenza sociale. Un grido di allarme si eleva da tutti quelli che avvertono il diffondersi dell’idea che non esistono beni personali e morali non negoziabili.

Il modello naturale di famiglia, lo sviluppo della persona, il rispetto del soggetto umano non ancora nato, l'illiceità dell'eutanasia, l'illiceità degli interventi genetici manipolati e non a scopo terapeutico, la certezza del lavoro per i capifamiglia e per le nuove generazioni, costituiscono un complesso di beni in cui si esprime la dignità della persona umana dal concepimento sino alla morte naturale. Questi valori per i cristiani non si possono modificare col tempo.

I cittadini chiedono che non sia trascurata la famiglia che deve difendersi di fronte al potere economico e finanziario del mercato globalizzato che mira soltanto al profitto utilitaristico.

La vita sociale richiede che la famiglia abbia un ruolo pubblico nella comunità perché è il perno di giunzione essenziale fra la persona, la società e lo Stato. Il suo carattere originario, antecedente allo Stato, richiede la promozione della sua funzione da parte delle Istituzioni .

Prima dell’impegno per i diritti dell’uomo c’è quello per il diritto ad essere uomini, cioè ad essere considerate persone che tendono a conquistare la piena autosufficienza nella comunicazione e nell’amicizia con le altre persone.

Senza il collegamento ai valori della vita, gli stessi diritti dell’uomo perdono il loro vigore, cioè divengono semplici enunciati che possono essere revocati in qualsiasi momento. La politica, l’economia, la sociologia possono realizzare i loro fini attuando una morale aperta, estesa ad ogni uomo, una morale del bene e male e non solo dell’utile.

Francesco Liparulo - Venezia

sabato 23 luglio 2016

La Regione Veneto non paga i lavoratori di SFMR

DISAGI PER GLI ABITANTI DELLA ZONA
NON SONO STATE FATTE LE OPERE VIARIE  
Convocazione congiunta, mercoledì 20 luglio 2016, della IV e V Commissione nella Sala delle riunioni consiliari di Ca' Collalto, sede del Municipio di Mestre, con all’ordine del giorno la discussione di una Interpellanza di Maika Canton e di due Mozioni, di cui una di Lorenza Lavini e l’altra di Nicola Pellicani, con lo stesso oggetto  “Stazione SFMR (Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale): SBLOCCARE L’OPERA E RISOLVERE IL NODO DELLA VIABILITÀ per collegare l’area della Cipressi e l’area della Gazzera”.
Il presidente della seduta è Renzo Scarpa che afferma: “Mi sostituisce poi Lorenza Lavini, presidente della V Commissione, per un impegno alle18.00.

Alle 16.51 Maika Canton della Lista Boraso Civica Popolare illustra la sua interpellanza n. d’ordine 414 con oggetto la Stazione SFMR. 

“Il Progetto della Stazione ferroviaria del sistema Sfmr - afferma l’interpellante -  iniziato nel 2009, previsto in zona via Olimpia, attualmente in corso d'opera, è al centro di numerose polemiche con i diversi soggetti istituzionali interessati, attese le numerose difficoltà di rapporti con le ditte operanti, non presenta ad oggi segnali chiarificatori sui tempi di ultimazione dei lavori previsti. I residenti della zona, per la presenza di 2 passaggi a livello sulle linee Venezia-Treviso e Venezia-Trieste , rimangono condizionati e spesso bloccati, rendendo problematico anche l'accesso di eventuali mezzi di soccorso”.

 La strada di collegamento tra la Gazzera e la Castellana non è stata ancora approntata. Poiché la società autostradale CAV, utilizza per ragioni “di servizio” una piccola strada di sua pertinenza a due corsie che passa sotto la tangenziale e sfocia sulla Castellana, la consigliera Canton chiede se è “fattibile accedere a tale arteria anche per i residenti, attivando un accordo temporaneo, con la società CAV, e con la Regione Veneto per l’utilizzo di tale struttura viaria, in attesa di accordi tra gli Enti locali coinvolti che conducano al definitivo completamento dell’opera”.

“La mia Mozione indicata con il n. d’ordine 422 - afferma Nicola Pellicani - è più articolata della Interpellanza di Canton perché mette a fuoco i problemi connessi alla Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR)”.

Il proponente dice che “il sistema SMFR è un’opera di importanza strategica e quando il progetto andrà a regime l’area di Mestre diventerà il cuore del sistema con sette stazioni (Gazzera, Asseggiano, Terraglio, Marocco, Marghera, Marcon porta est e Via Olimpia). Il cantiere per i lavori è fermo a causa di un contenzioso tra la Regione Veneto, committente dell’opera, e l’impresa realizzatrice che sostiene di non ricevere da oltre un anno i pagamenti. Il cantiere non comprende la realizzazione delle opere viarie che dovevano essere realizzate da soggetti privati, cioè dal Consorzio Parco del Marengo, che hanno manifestato la loro indisponibilità a tali realizzazioni. Per collegare la stazione di Via Olimpia e il parcheggio connesso da circa 200 posti, il sindaco ha sostenuto di voler utilizzare in via transitoria la strada di servizio utilizzata dalla società autostradale Cav. che corre parallela alla tangenziale tra gazzetta e la castellana. Inoltre l’Amministrazione comunale di Venezia ha sottoscritto nel marzo 2010 un protocollo di intesa con  RFI (Rete Ferroviaria Italiana) Spa ed FS (Ferrovie dello Stato) Sistemi Urbani Srl per il trasferimento di 160 famiglie di Via Gazzera Alta, compresa tra i rami ferroviari VE-TS E VE-UD, nelle aree ferroviarie di Via Trento”.

Con la Mozione “si invita il sindaco ad agire nei confronti della Regione Veneto per il completamento dei cantieri SFMR e ad attivarsi per la realizzazione delle opere viarie”.  

L’assessore Renato Boraso (Mobilità e Trasporti - Viabilità e Piano del traffico - Gestione del Patrimonio) asserisce: “ Anche giovedì scorso ho effettuato verifiche in modo concreto. Le opere per la viabilità sono sono alla stasi più assoluta. Mi auguro che dopo la riunione con la Municipalità e la Regione, oggi ci sarà l’ingegnere Giuseppe Fasiol come capo struttura del Nodo Gazzera, i lavori dei cantieri partano”.

Alle 17.26 si apre il dibattito.

Sara Visman del Movimento 5 Stelle afferma: “Devo intervenire sul metodo con cui si sta portando avanti la Commissione. Mesi fa ho chiesto di fare una commissione ad hoc per questo con la Municipalità di Zelarino per poter parlare di una soluzione, quella di cui parlava anche la consigliera Canton. I nostri rappresentanti di Municipalità hanno presentato 5 alternative di soluzione a residenti della Gazzera. La nostra richiesta di fare commissione congiunta assieme ala Municipalità. Oggi abbiamo saputo di una seconda Commissione a Zelarino, metodo riduttivo per come noi possiamo dare un contributo. Ci troviamo a fare commissione qui propedeutica e poi andrete là a Zelarino alle 18.30 per noi e cosa succede là?”.

Il presidente Renzo Scarpa risponde: “Per semplice richiesta dei residenti”. Oggi siamo riuniti perché esistono tre documenti (una Interpellanza e due  Mozioni). Questo non toglie che ci possono essere riunioni congiunte con le Municipalità. Ci si riunisce su atti precisi”.

“Non ho capito - dice Monica Sambo del Partito democratico - cosa intende fare l’assessore. Adesso ci sentiamo dire che avete chiesto alla Regione una soluzione temporanea. Vogliamo sapere la soluzione definitiva del Comune. Avete chiesto alla Società Cav l’utilizzo di una via e poi l’architetto Stefano Angelini della Regione Veneto che si occupava della SFMR non c’è più e al suo posto è subentrato l’ingegnere Giuseppe Fasiol. Vi svegliate adesso?  Il problema più grande non può essere adesso che governa il centro destra a Venezia e non abbiamo più rappresentanti. Atteggiamento sindaco e Giunta fa sì che non vengono ascoltati. Isolamento comune. Chiedo, qual è la soluzione? La parte che doveva essere costruita è saltata, quella in cui c’erano i privati è saltata per questione di crisi economica, è una balla! Qual è la soluzione definitiva? Le Associazioni si sono mosse. Adesso non c’è più tecnico”.

Cercherò, consigliera Sambo - afferma alle 17.35 l’assessore Massimiliano De Martin - di rispondere alle sue domande e vorrei fare un dialogo con lei. Per quanto riguarda questo trasferimento di residenti, non sa molte cose, Sambo. Ora glielo spiego io. Si tratta  di abitazioni dei nostri cittadini. Non si può illudere nessuno. Ricordo che era bando di Progetto per costruire a favore dei residenti, erano idee e poi nessuno ha convalidato con un mandato all’assessore per contrattare con le Ferrovie dello Stato. Quando a gennaio 2016 non abbiamo partecipato alla firma a quel mandato del 2014, questa Amministrazione ha stimato che c’erano più o qualcosa che non andava tra due passaggi a livello. Quei fabbricati non sono sorti dopo il 2010. Era necessario attenzione per il trasferimento dei residenti. Si tratta di 65.000 mq di suolo e trasferimento di immobili senza declinare a chi era a carico il trasferimento. Si tratta di 60 unità immobiliari”.

L’opposizione si fa sentire.

Il presidente alle 17.42 dice: “Ha risposto l’assessore”.

“Dire 60 unità - afferma Sambo - non è vero, sono 80, si tratta del 25% in più, 80 nuclei familiari. Nella delibera del 2014, nel mandato del sindaco, si dice che a carico lottizzate, a pari tipologia e consistenza di valore residenziale e commerciale. Si generano aspettative”.

“Questa Amministrazione - afferma De Martin - vuole andare fino in fondo per cosa si può fare. Le Ferrovie non dovevano costruirecase, tutto a carico della comunità ma agli attinon ci sono documenti scritti. Non siamo addormentati, non raccontiamo bugie. Mi fermo qui. Contratto con con chi fabbrica non lo facciamo assieme. Bisogna proseguire sul Tema Stazione della Gazzera, è nostro mandato, nostro interesse, di tutta la collettività. Ci vogliono anche strumenti e non solo processi”.

“Siamo qua - asserisce Bruno Lazzaro del Partito Democratico - per vedere come risolvere il problema, per dare la risposta , se litighiamo, assessore, lei lei da risposte, bene. La domanda la si fa, uno qua dentro non sa tutto. Io, come consigliere, faccio domande; sono da una vita qui. Ci sono assessori nuovi, perché, ha detto Boraso, non inviti queste persone, le guardiamo in faccia e partiamo con loro? In democrazia c’è libertà. Finché litighiamo non andiamo da nessuna parte”.

La provocazione - asserisce alle 17.51 il presidente Scarpa - non è stata da nostra parte”.

“Vorrei - sostiene Nicola Pellicani - che ogni Consiglio che facciamo venga fuori quello che non è stato fatto. Negli ultimi 5 anni il problema non è stato risolto dalle passate Amministrazioni. Ci sono problemi e ci sono aspettative perché i cittadini che vivono hanno problemi che devono essere risolti. Ci siete voi, vediamo come risolvete il problema. 80 nuclei familiari, vediamo come il problema può essere affrontato e risolto con la collaborazione delle Ferrovie. In 15 giorni il Comune si impegni con la Regione”.

“De Martin -asserisce Scarpa - ha risposto”.

“Cercare - sostiene la consigliera Canton - di dare soluzione a cittadini bloccati tra due passaggi a livello. Parlare con la Società CAV e con la Regione per aprire la strada e dare la possibilità ai cittadini di vivere e andare a casa loro”.

“C’è problema a discutere in questo Comune - afferma Rocco Fiano di Lista Civica Casson - e la cosa che chiede il Movimento 5 Stelle merita attenzione e soluzione. C’è alla Gazzera un Rione in difficoltà, allora facciamo una Commissione per vedere se è utilizzabile il percorso di strada. Incalziamo la Regione per fare una Commissione con Regione e Amministrazione comunale. Vogliamo sentire chi è interessato. Impegniamoci, qui tra 3 giorni e venire con le persone per dare soluzione temporanea per alleviare e risolvere il problema. Le persone che sono qui aspettano di avere qualcosa di più concreto da parte nostra. Rispondere ai cittadini”.

Il cittadino Nadi Pettinò è invitato a parlare.

“La politica non serve - afferma Pettinò - se ci diamo la colpa a vicenda. Confrontarsi senza secondi fini per risolvere il problema. Non polemiche. L’altro giorno l’assessore ha detto che incontrava la regione per il riavvio dei cantieri SFMR. Avviare lavori per abbattere edifici di Via Gazzera. Questo deve essere. Se è questo l’obiettivo, allora andiamo tranquilli senza polemiche. Avevo invitato anche il sindaco, avrei piacere che ci fosse anche quando ci sono problemi. Queste cose le diremo anche dopo nella commissione con la Municipalità”.

“Fare proposta - dice il presidente della seduta - per organizzare Commissione qui fra 7 giorni, farla congiunta con Municipalità e l’assessore chieda di farla unita alla Regione”.

La consigliera Visman alle 18.05 dice: “È quello che chiedo a questa Comune”.

“La commissione che si terrà a Zelarino  con la Municipalità, i cittadini della Gazzera e l’ingegnere della Regione Fasiol - dice l’assessore Boraso - è aperta. Ci ritroviamo qua per avere risposte e faremo un bypass provvisorio. Sambo, io non sono in polemica con lei”. 

Alle 18.10 termina la seduta.

Francesco Liparulo - Venezia

giovedì 21 luglio 2016

Provocazioni di basso profilo nel Consiglio comunale di Venezia

LE RISPOSTE DELL’ASSESSORE ALL’URBANISTICA
NON SODDISFANO I CONSIGLIERI DELL’OPPOSIZIONE 
Convocazione, martedì 19 luglio 2016, della V Commissione consiliare (congiunta alla II e alla IV Commissione) nella Sala delle riunioni consiliari di Ca' Collalto, sede del Municipio di Mestre, con all’ordine del giorno l’interpellanza N. 368 proposta in data 22 giugno 2016 dal Consigliere Nicola Pellicani del Partito Democratico con oggetto “Degrado area ex Umberto I a Mestre. Piano di riqualificazione”.

Lorenza Lavini presiede la seduta con la partecipazione degli assessori Massimiliano De Martin all’Urbanistica, Renato Boraso alla Mobilità e Trasporti e Giorgio D’Este alla Sicurezza.

“Ricordo - afferma la presidente alle 14.59 - che la scorsa settimana, giovedì 14 luglio 2016, nella sessione straordinaria del Consiglio comunale è stato approvata la delibera N. 260 con oggetto l’attuazione dell’Accordo Pubblico - Privato in attuazione del Protocollo di intesa sottoscritto il 12.11.2013 dal Comune di Venezia e dalla Società DNG S.p.a. per l’ambito relativo al Compendio “Ex Umberto I” a Mestre (VE).  

“Cedo la parola -  dice Lavini - al consigliere Nicola Pellicani per illustrare l’interpellanza”.

“L’interpellanza n. 368 - sostiene Pellicani - è stata protocollata il 30 giugno 2016 quando scadevano i termini per la cancellazione delle ipoteche bancarie, come previsto dalla Deliberazione n.188 del 15 maggio 2015 dell’Amministrazione commissariale Zappalorto che confermava nel suo contenuto sostanziale il protocollo di intesa del 12 novembre 2013, stipulato tra il Comune di Venezia e i proprietari dell’area Ex Umberto I con il quale si ridefiniva il Progetto originario, destinando una delle tre torri di circa 100 metri di altezza con residenza, spazi commerciali e direzionale oltre a 8.500 mq ad uso pubblico negli ex padiglioni ospedalieri storici (De Zottis, Pozzan e Cecchini, ex direzione sanitaria di Via Antonio da Mestre, il complesso ex casa suore e la chiesetta neo gotica) e 32.000 mq destinati a verde. Nel protocollo di intesa del 2013, rispetto al Progetto originario, era stata introdotta la previsione di realizzare un albergo 100 - 120 camere  e l’ampliamento degli spazi commerciali in modo che il Comune ottenesse il possesso degli ex padiglioni storici, liberi da ipoteche, con fideiussioni certificate da primari istituti bancari a garanzia dell’eventuale indennizzo a favore della pubblica amministrazione e di un’ampia area verde di circa 18.000 mq, mettendo in collegamento la zona dell’ex Umberto I ai giardini di Via Einaudi, l’area verde del indiani e il Parco di Villa Querini. Il Protocollo di intesa inoltre aprì la strada alla realizzazione del parcheggio pubblico aperto da qualche anno.

L’interpellante afferma: “Considerato che nell’ex Padiglione De Zottis si è discusso in passato di trasferire la scuola elementare Vecellio, prevedendo la demolizione del vecchio istituto in Parco Ponci e negli altri padiglioni era previsto un intervento di social housing. Considerato il completo stato abbandono dell’area è stato proposto di trovare un accordo con i proprietari per trasferire all’interno del compendio ex Umberto I il mercato settimanale di Mestre. Valutato che la cessione dei padiglioni e dell’are a verde non è ancora avvenuta. Qual è l’idea dell’Amministrazione?”

Pellicani elenca anche tutte le opere iniziate dalle precedenti Amministrazioni e non ancora portate a termine, creando dei veri buchi neri nella città.  

      
La presidente precisa che con la delibera n. 260 del 14 luglio 2016 i termini per le ipoteche bancarie sono stati prorogati al 31 dicembre 2016, cioè altri 6 mesi. Il tema della discussione è quello  di proseguire l’opera di sicurezza e riportare vita in questa parte della città.

Enrico Gavagnin, presidente della II Commissione consiliare, alle 15.20 afferma: “L’auspicio che si vuole è la risoluzione economica - finanziaria e poi la sicurezza, altrimenti non si andrà fuori”.

Interviene Massimiliano De Martin: “Sicuramente - dice l’assessore all’Urbanistica - leggendo l’interpellanza, la vedo carente nel suo elenco e aggiungo io alcune cose”. 

De Martin elenca tutte le opere rimaste incompiute, dall’accessibilità al Museo M9, al mancato potenziamento di Via Olimpia  quale accesso alla futura stazione SFMR, accusa l’opposizione di “rendere la discussione grossolana e di far passare la verità nel vero simile: Non lo possiamo permettere. La questione economica finanziaria non è stata mai esaminata dalle passate Amministrazioni. Se la città non vuole buchi, bisogna mettere le persone in condizioni per operare. Sono stati concessi 6 mesi di proroga per togliere le ipoteche, per accelerare e non posticipare. Occorre arrivare a una definizione della questione. Non possiamo spendere soldi che non ci sono. Non sono più previsti interventi di social housing nei padiglioni. I bandi vanno deserti, manteniamo il patrimonio. Per costruire il nuovo, abbandonare il vecchio. Penso che l’Amministrazione debba mettersi nelle stesse condizioni di investire per l’interesse della collettività”. 

Davide Scano del Movimento 5 Stelle alle 15.46 afferma: “ Gli edifici che superano i 50 anni sono tutti codificati, sono vincolati. Su demolizione c’è perplessità da parte di tutti. Condivido con De Martin per quello che ha detto di tutti i buchi. Farei un serio ripensamento. Occorre coraggio per fare scelta. Occorre ridurre le volumetrie. Ulloa, Tessera, grattacieli, tutte queste previsioni, non stanno in piedi, fare scelta. Il Consiglio è sovrano, noi possiamo intervenire su quello che c’è. Si possono fare scelte motivate”.

“Ha parlato di tutto De Martin - afferma Andrea Ferrazzi del Partito Democratico - ma non ha capito nulla”.

La presidente interviene e consiglia di tenere i toni più bassi.

“Sto dicendo - afferma Ferrazzi - quello che gran parte della città sostiene. Assessore, ci deve dire se è assessore con deleghe reali o solo formali, altrimenti parli il sindaco. È problema politico e non suo personale. La invito ad esercitare le sue deleghe e a confrontarsi. Invece di parlare a vanvera, faccia l’assessore. Ha facoltà, però proponga il suo disegno. Su tanti punti facciamo fatica a capire”.

“De Martin - sostiene Renzo Scarpa di Lista Brugnaro Sindaco - ha posto la questione di merito che mi interessa, cioè come mai questa città continua a rincorrere serie di progetti mai raggiunti. Questa è la discussione aperta da De Martin e non si presta a polemiche e offese. Occorre ridurre le nostre ambizioni”.

“Se c’è interrogazione - afferma Rocco Fiano alle 16.12 - che riguarda oggetti, argomenti da trattare, concentriamoci su questo e poi definiamo il piano degli interventi e realizzare quello che si vuole. Se poi si mette in risalto un’opera incompiuta, identifichiamo le modifiche che si vogliono effettuare e non uno subentra e incomincia a dire delle cose. Valutiamo e parliamo di quello che c’è, cose fatte, però in ambito generale, partire da questa idea”.

“Non desidero rispondere alle provocazioni di basso profilo - dice De Martin -  e sono d’accordo con Fiano, dobbiamo essere precisi e dare risposte alle interpellanze. Ridisegniamo città insieme, come dice Scarpa. Abbiamo bisogno di ossigeno nuovo e che ci siano investimenti”.

“Tecnicamente - interrompe Ferrazzi - cosa pensi di fare su queste due delibere,  l’Amministrazione cosa sta facendo?”.

“Se non ho avuto modo di spiegarmi con Ferrazzi - dice l’assessore all’Urbanistica - c’è qualcuno in grado di spiegare con parole a Ferrazzi?”.

“Non difendo l’operato di De Martin - asserisce alle 16.25 Renato Boraso, ma non dobbiamo vivere nella frenesia quando si sfornava un Piano urbanistico alla settimana. Non possiamo vivere con frenesia assoluta. De Martin non lo invidio,  qui c’è anche da ricostruire delle vicende. Abbiamo tassello di Via Ulloa per 123.000 mq; poi 140.000 mq di commerciale, sono il frutto di trasformazioni urbanistiche sbagliate. Se si decide anche 140.000 mq di commerciale, rifletterei, analizzerei i tempi tecnici che si è presa questa Giunta sui temi delicatissimi. Altri 25.000 mq di commerciale a fianco di Nave de Vero. Non avete capito, ci sono temi che rischiano di desertificare. Non vogliamo un piano urbanistico alla settimana. Non c’è più spazio, gestire le vicende una alla volta, un tassello alla volta. Dicono: “Assessore continui a vendere palazzi”. Non è questo, i palazzi finiscono e poi, nei prossimi anni, quando non ci sono più i palazzi da vendere, come finanziamo i lavori pubblici?”.

Alle 16.36 la presidente Lorenza Lavini chiede a Nicola Pellicani se è soddisfatto delle risposte date dall’assessore.    

“Non sono soddisfatto - risponde Pellicani - per le risposte. Mi dispiace che De Martin non ha avuto modo di leggere fino in fondo l’interpellanza. Voi avete la responsabilità. Quello che manca sono le vostre risposte sui temi specifici che non capiamo. Cosa fare dei padiglioni? Presidente, prendiamo atto che le risposte non hanno soddisfatto”.

La sessione si chiude alle 16.40

Francesco Liparulo - Venezia

domenica 17 luglio 2016

Il Comune non onora il contratto con i suoi dipendenti

L’ASSESSORE MICHELE ZUIN AFFRONTA
IL MACIGNO DEI CONTI PER I COMUNALI 

I consiglieri della VIII Commissione Consiliare (bilancio, bilancio partecipativo, economato finanza e tributi), convocata venerdì 24 luglio 2015 nella la saletta consiliare di Ca' Farsetti, per l'esame della proposta di deliberazione n. 423 del 9/7/2015, hanno ascoltano l'assessore Michele Zuin che ha reso noto uno sforamento da parte della precedente amministrazione che ammonta a 64 milioni di euro, rispetto alla cifra di 18.661.000 euro fissata dal Patto di Stabilità, che si somma ai debiti, ai mutui e al sostegno del sistema Casinò.

Si tratta di "un macigno da affrontare - ha esplicitato Zuin - ed è un problema rispetto alle "entrate e uscite".
"Il Comune non onora il contratto con i suoi dipendenti - ha affermato durante la seduta consiliare la sindacalista Chiara Sabatini della RSU - e molti dipendenti comunali che percepiscono circa 1.100 euro netti perdono 200 euro" per rimediare alla situazione catastrofica dei conti.
L'assessore ha sostenuto che "la Giunta non è insensibile alla richiesta dei dipendenti di Comune. I soldi non ci sono e bisogna cercarli".

"Non si vede coraggio - ha detto il consigliere Davide Scano, capogruppo del Movimento 5 Stelle - per rivoltare la macchina comunale come un calzino; temo che tirando a campare no si andrà "altrove". Occorre creare un nuovo patto fiduciario. Ci vuole coraggio nelle scelte con la riorganizzazione degli incarichi. Si usano i soldi dell'Imposta di Soggiorno per coprire la perdita del sistema Casinò. La finalità della "Casa da gioco" deve essere quella stabilita dalla legge, cioè sopperire alle superiori esigenze della città. Le cose si invertono ed è il Comune che sostiene la casa da gioco".
La politica dei "piccoli passi" è quella di mettere in equilibrio il bilancio. Si tratta di "spalmare - ha detto il Direttore Piero Dei Rossi - "tutti i debiti" nei prossimi anni".
Il "buon padre di famiglia" dell'amministrazione comunale che si autodefinisce "imprenditore indipendente dalla politica" sarà in grado di gestire la complessa struttura comunale instaurando "un nuovo patto fiduciario tra i 3.300 dipendenti e la sua amministrazione”?
Francesco Liparulo - Venezia

Non è stato ripristinato il Fondo Integrativo ai comunali

IL SINDACO DI VENEZIA BRUGNARO MANTIENE
I TAGLI  AGLI  STIPENDI  DEI  SUOI  DIPENDENTI
21 Consiglieri presenti, per la verifica del numero legale, alle 15.26 di giovedì 14 luglio 2016, all’inizio della sessione straordinaria del Consiglio Comunale di Venezia nella Sala delle riunioni consiliari di Ca’ Collalto in Mestre.

“Gli scrutatori - dice la presidente Ermelinda Damiano - sono i consiglieri Maurizio Crovato, Nicola Pellicani e Maika Canton”.
Alle 15.28 si sospende l’adunanza per una riunione dei capigruppo.
La sessione riprende alle 15.52 per discutere il primo punto all’ordine del giorno “Adesione all’Associazione denominata “Avviso Pubblico” previsto dal P.D. N. 2016. 113”.
Alle 15.53 prende la parola Monica Sambo del Partito democratico: “Piena solidarietà ai lavoratori comunali, ai rappresentanti degli stessi e ai sindacati presenti”.
Battimani dei lavoratori presenti nella Sala Consiliare.
La presidente permette ad un solo rappresentante dei lavoratori di poter parlare e gli viene consegnato una tessera per l’utilizzo del microfono.
“Ringrazio per gli applausi - afferma Maurizio Crovato, capogruppo in Consiglio della Lista Brugnaro Sindaco - e voglio precisare che quanto detto dalla Sambo è stato concordato da tutti i consiglieri e gli applausi vengono per tutto il consiglio”.
Dal pubblico si odono alcune voci: “Che permalosi”.
Michele Saya, portavoce della RSU (Rappresentanza Sindacale Unita), afferma: “A nome dei lavoratori, chiedo con forza e veemenza: “Che cosa avete fatto? Consiglio, Giunta e Sindaco per la gravissima situazione di noi lavoratori che tra 4 giorni non sarà più possibile intervenire sullo sforamento del Patto di stabilità. Tanti discorsi, tante personalità a Venezia. Stiamo qui a chiedere a voi Consiglieri per far sì che le trattative con i rappresentanti dei lavoratori vengano riaperte. Costretti a rivolgerci all’autorità giudiziaria I soldi spesi sono dei cittadini che non sono potuti intervenire nella Riorganizzazione. Tutte notizie apprese sui giornali. Come razionalizzare? Ridurre spese di gestione della riorganizzazione oppure dei lavoratori? Perplessità. C’è gente che è a casa da mesi; hanno figli e famiglia. Abbiamo chiesto di portare al sindaco queste cose. Le risposte sono negative. Qui una parte dei lavoratori, altri rimasti fuori. Chiediamo che questo Consiglio si faccia presente e aiuti il sindaco a prendere certe decisioni perché non è questa la strada”.
Alle 16.00 battimani prolungato del pubblico che grida : “Il sindaco dov’è?”
Alle 16.04 entra il sindaco in Sala.
“Io ho una faccia, io ho un nome e cognome - dice il sindaco, rivolgendosi al pubblico - Rispetto! Sanno di mentire! Vergogna! Sui giornali porre che noi vogliamo tagli ai posti di lavoro, è veramente ridicolo. Cambiare a Venezia, invece di continuare a dire bugie a questa gente. Andare sul merito, nelle qualità della prestazione”.
Il pubblico alle 16.12 grida: “Rispetto!”.
Alle 16.15 interviene il consigliere Nicola Pellicani del Partito Democratico: “Io credo che non sia questo il modo di relazionarsi con i lavoratori. Tutto il Consiglio ha ritenuto opportuno intervenire. Primo per una risposta di merito e non di aggressione da parte del sindaco. È responsabilità dell’Amministrazione per il Patto di Stabilità le decisioni che verranno prese a Roma. Nessuno imputa all’Amministrazione lo scollamento. L’assessore al Bilancio di questo voleva parlare e su questo un risposta con toni civili”.
“Merita rispetto anche il sindaco - sostiene alle 16.18 Maurizio Crovato - e pregherei il sindaco, io chiedo 5 minuti per sentire cose positive. L’assessore al Bilancio Michele Zuin io ci spieghi quanto sta succedendo a Roma”.
“È un momento - afferma il consigliere Giovanni Giusto di Liga Veneta Lega Nord - dove ci si può relazionare, inviterei anche i Consiglieri, evitare il populismo. Relazione con quelli che qui sono presenti. Forme di populismo, mancano di serietà.
“Noi abbiamo sforato il Patto di Stabilità - afferma l’assessore al Bilancio - per colpe non nostre. Sul tavolo del governo ci sono le nostre proposte e le prove del successo del nostro Comune: Abbiamo trovato 64 milioni di euro per lo sforamento lasciato dalla precedente Amministrazione, siamo arrivati a 18 milioni di euro. Abbiamo crediti di 12 milioni di euro diparte della Regione Veneto e di 32 milioni di euro da parte dello Stato. Se avessero pagato, non saremmo a parlarne. Questo ci rende forti. Vi ringrazio”.
“Tutti i gruppi parlamentari - sostiene Zuin - tutto l’arco parlamentare della Camera e del senato hanno presentato emendamenti per fare qualcosa per il Patto di Stabilità. Il sindaco ha sollecitato, non meritiamo una mazzata del genere per colpe che non sono nostre e neanche vostre”.
“La mazzata - gridano i comunali in sala - a noi”.
“Gli emendamenti proposti al governo - continua l’assessore - contengono parte per il personale e parte per il comune. Entrambi i campi. Sappiamo che in questi giorni gli emendamenti sono in discussione alla Commissione bilancio della Camera. Ci aspettiamo segnali da parte del governo nell’approvare l’emendamento per annullare o ridurre il Patto di Stabilità. Noi entro il 31 luglio 2016 abbiamo l’assestamento di bilancio. Segnali più positivi sarebbero quelli che ci sono. Fiducia per accorciare i tempi parlamentari e presentare una manovra per coprire i 18 milioni di euro della sanzione. Siamo fiduciosi, anche il sindaco ha portato elementi e fatto battaglia con i parlamentari. siamo fiduciosi. Hanno ben capito che questa città non c’entra nulla con questa sanzione”.
Alle 16.27 la presidente del Consiglio Comunale invita la proponente Monica Sambo, presidente della I Commissione, ad illustrare il primo argomento all’ordine del giorno che è “Adesione all’Associazione denominata Avviso Pubblico”. Si tratta della proposta di deliberazione P.D. N.2016.113.
Monica Sambo dice che ci sono i rappresentanti dei lavoratori che chiedono un confronto. “Come ascoltarli?”.
La dott.ssa Damiano rivolgendosi al pubblico dice: “Abbiamo bisogno di silenzio, stiamo lavorando. Ha parlato un rappresentante, ha risposto il sindaco. Sambo, ordine del giorno, parliamo di questo; punto uno”.
“Lei dov’era - grida alle 16.34 il pubblico - 4 richieste di intervento. Non è il Salva Venezia il nostro problema. Ci avete proposto un contratto allucinante. Non volete parlare di precariato? Siete impazziti? È un anno che siamo qui. Siete responsabili delle scelte anche adesso”.
“ È stato deciso - risponde Damiano - di dare parola a un solo rappresentante”.
Il pubblico grida: “RISPOSTE”.
Sambo pronuncia alcune parole rivolgendosi al pubblico.
“Lei - interrompe la presidente - per regolamento deve rivolgersi al Consiglio e non al pubblico. Siamo sul primo intervento. Vuole illustrare, sì o no; siamo al punto 1 dell’ordine del giorno”.
Il pubblico grida: “Siamo a - 1, dov’è il sindaco?
“Ai dipendenti - afferma la consigliera Francesca Faccini di Lista Civica Casson- è stato chiuso in modo maleducato, sgarbato”.
“A casa - grida alle 16.40 il pubblico - sono imbarazzati”.
Sospensione della seduta consiliare.
I lavori riprendono alle 16.49 e si discute del primo argomento all’ordine del giorno.
L’Amministrazione comunale è stata sensibilizzata più volte dai Comunali per ripristinare il Fondo Integrativo.
Francesco Liparulo - Venezia

Il Comune ha sforato il Patto di Stabilità

AI COMUNALI VENEZIANI TOLTO IL FONDO INTEGRATIVO

Il 18 novembre 2015 c’è stata la seduta della VIII Commissione consiliare, tenutasi alle 09.30 nella Sala Giunta Grande di Ca’ Farsetti con all’ordine del giorno l’illustrazione della Proposta di deliberazione P.D. 579 del 21 ottobre 2015: Bilancio di previsione Esercizi Finanziari 2015 - 2016 - 2017 - Variazione degli stanziamenti. La seduta era presidiata dal consigliere Vice Presidente di Commissione Giacomin Giancarlo con la partecipazione dell’assessore Michele e la presenza di dipendenti comunali e dei loro rappresentanti sindacali.

“Questa variazione non taglia i servizi - ha affermato Zuin - ma orienta spese ed entrate. Era stata fatta una previsione troppo alta in entrata. Si tratta di riassestamento di spesa su quello che è successo nei primi 10 mesi. Si sono ottenuti risparmi. C’è stata una diminuzione di spesa, calcolata su fatture stimate, per le mensilità di novembre e dicembre”.
Alle 10.12 del 18 novembre 2015 i “comunali” presenti in sala hanno chiesto all’assessore di parlare del Fondo integrativo dei dipendenti.
“Sto spiegando la delibera - ha risposto l’assessore al Bilancio - e i consiglieri intervengano quando ci sarà da dire qualcosa. Io devo spiegare la delibera, lasciatemi finire. Ci sono sentenze e debiti fuori bilancio; dobbiamo pagarli nel 2015 e non nel futuro”.
I comunali si sono rivolti al presidente Giancarlo Giacomin per potere parlare.

Alle 10.22 il consigliere Davide Scano del Movimento 5 Stelle è intervenuto: “Facciamoli parlare”.
“Qual è l’argomento? Si tratta - ha detto l’assessore - del Fondo integrativo con 1 milione di euro rifinanziato con intervento di Giunta”.
“Sono briciole - hanno sostenuto i sindacalisti presenti”.
Il presidente ha autorizzato l’intervento di Chiara Sabatini di RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) dei comunali di Venezia.
“Quest’anno i dipendenti - ha sostenuto la sindacalista - si sono trovati con la chiusura della Gestione Zappalorto con un gravissimo taglio del Fondo produttività. La questione è peggiorata per come sarà formulata la Legge di Stabilità per il 2016: contiene manovra con forti ipoteche per il triennio 2016 - 2018. Il Comune deve stilare un nuovo contratto con i dipendenti. La Legge di Stabilità è ipoteca: sarà monitorato quanta spesa e si stabilirà il limite di stanziamento per il prossimo anno. Si parla di 1/3 rispetto a quello necessario. Zuin dice che ci sarà un incremento di un altro milione per il Fondo integrativo”.
“Per noi - ha interrotto l’assessore Zuin alle 10.28 - sono gocce di sangue”.
“Briciole” per il pubblico in sala.
“Zuin ha detto che chiude in pareggio il bilancio 2015 - ha continuato la sindacalista di RSU - e fa rabbia che la “produttività dei dipendenti”, intesa come premio, è pezzo importante per sussistenza dipendenti e motivazione per lavorare. Alla fine del mese come si arriva? Paghiamo tasse. Vediamo che spese a carico del Comune, fatte in direzioni più incredibili, come i vertici delle Partecipate. Dove stanno le risorse per il nuovo contratto? di fine anno?”.
Alle 10.30 del 18 novembre ha preso la parola Giampiero Bulla di RSU: “L’amministrazione può decidere dove spendere i soldi. 1 milione di euro non serve a niente e non pensate per posizionare le risorse dove più vi fa comodo. Con i 193 mila euro cosa ne faccio?”.
Alle 10.34 è intervenuto il sindacalista Cgil Chilorio Sergio: “Sforato Patto di Stabilità, cosa sta facendo la Giunta per i dipendenti comunali? Attenzione paralizziamo…”.
“Avremmo bisogno - ha detto Zuin - di più Entrate Correnti, in caso di sforamento, per l’integrativo dei dipendenti e anche per investimenti e nella specifica di sforamento del Patto di Stabilità ci sarà norma già applicabile per attivare sanzioni in caso di sforamento. Gli stipendi dei consiglieri delle Partecipate sono ai minimi previsti, applichiamo in modo puntuale al minimo i compensi previsti per i consiglieri delle Partecipate”.
“Quello che voglio sia chiaro - ha detto Zuin nella seduta della Commissione - è che non è stato tagliato nulla. Si tratta di riassestamento spesa per consumi nei primi 10 mesi. Qual è la difficoltà nel riequilibrare i fondi integrativi? È scelta politica. “O vado in disavanzo o taglio altre spese. Questi sono i soldi. Cerchiamo di arrivare al pareggio di bilancio. Per la particolarità del Fondo integrativo, interessare la Commissione e assessore, non è nostra materia”.
“Il Patto di Stabilità - ha detto il sindaco di Venezia, nella seduta del Consiglio comunale del 14 aprile 2016 - ha conseguenze per i cittadini. Si tratta di 18 milioni ed occorre fare ulteriore bilancio e ulteriori tagli”.
L'orizzonte amministrativo di Brugnaro non è chiaro.

Francesco Liparulo - Venezia

Nulla di fatto per il Fondo Integrativo ai comunali

IL SINDACO DI VENEZIA BRUGNARO MANTIENE
I TAGLI AGLI STIPENDI DEI SUOI DIPENDENTI
21 Consiglieri presenti, per la verifica del numero legale, alle 15.26 di giovedì 14 luglio 2016, all’inizio della sessione straordinaria del Consiglio Comunale di Venezia nella Sala delle riunioni consiliari di Ca’ Collalto in Mestre.

“Gli scrutatori - dice la presidente Ermelinda Damiano - sono i consiglieri Maurizio Crovato, Nicola Pellicani e Maika Canton”.
Alle 15.28 si sospende l’adunanza per una riunione dei capigruppo.
La sessione riprende alle 15.52 per discutere il primo punto all’ordine del giorno “Adesione all’Associazione denominata “Avviso Pubblico” previsto dal P.D. N. 2016. 113”.
Alle 15.53 prende la parola Monica Sambo del Partito democratico: “Piena solidarietà ai lavoratori comunali, ai rappresentanti degli stessi e ai sindacati presenti”.
Battimani dei lavoratori presenti nella Sala Consiliare.
La presidente permette ad un solo rappresentante dei lavoratori di poter parlare e gli viene consegnato una tessera per l’utilizzo del microfono.
“Ringrazio per gli applausi - afferma Maurizio Crovato, capogruppo in Consiglio della Lista Brugnaro Sindaco - e voglio precisare che quanto detto dalla Sambo è stato concordato da tutti i consiglieri e gli applausi vengono per tutto il consiglio”.
Dal pubblico si odono alcune voci: “Che permalosi”.
Michele Saya, portavoce della RSU (Rappresentanza Sindacale Unita), afferma: “A nome dei lavoratori, chiedo con forza e veemenza: “Che cosa avete fatto? Consiglio, Giunta e Sindaco per la gravissima situazione di noi lavoratori che tra 4 giorni non sarà più possibile intervenire sullo sforamento del Patto di stabilità. Tanti discorsi, tante personalità a Venezia. Stiamo qui a chiedere a voi Consiglieri per far sì che le trattative con i rappresentanti dei lavoratori vengano riaperte. Costretti a rivolgerci all’autorità giudiziaria I soldi spesi sono dei cittadini che non sono potuti intervenire nella Riorganizzazione. Tutte notizie apprese sui giornali. Come razionalizzare? Ridurre spese di gestione della riorganizzazione oppure dei lavoratori? Perplessità. C’è gente che è a casa da mesi; hanno figli e famiglia. Abbiamo chiesto di portare al sindaco queste cose. Le risposte sono negative. Qui una parte dei lavoratori, altri rimasti fuori. Chiediamo che questo Consiglio si faccia presente e aiuti il sindaco a prendere certe decisioni perché non è questa la strada”.
Alle 16.00 battimani prolungato del pubblico che grida : “Il sindaco dov’è?”
Alle 16.04 entra il sindaco in Sala.
“Io ho una faccia, io ho un nome e cognome - dice il sindaco, rivolgendosi al pubblico - Rispetto! Sanno di mentire! Vergogna! Sui giornali porre che noi vogliamo tagli ai posti di lavoro, è
veramente ridicolo. Cambiare a Venezia, invece di continuare a dire bugie a questa gente. Andare sul merito, nelle qualità della prestazione”.
Il pubblico alle 16.12 grida: “Rispetto!”.
Alle 16.15 interviene il consigliere Nicola Pellicani del Partito Democratico: “Io credo che non sia questo il modo di relazionarsi con i lavoratori. Tutto il Consiglio ha ritenuto opportuno intervenire. Primo per una risposta di merito e non di aggressione da parte del sindaco. È responsabilità dell’Amministrazione per il Patto di Stabilità le decisioni che verranno prese a Roma. Nessuno imputa all’Amministrazione lo scollamento. L’assessore al Bilancio di questo voleva parlare e su questo un risposta con toni civili”.
Merita rispetto anche il sindaco - sostiene alle 16.18 Maurizio Crovato - e pregherei il sindaco, io chiedo 5 minuti per sentire cose positive. L’assessore al Bilancio Michele Zuin io ci spieghi quanto sta succedendo a Roma”.
“È un momento - afferma il consigliere Giovanni Giusto di Liga Veneta Lega Nord - dove ci si può relazionare, inviterei anche i Consiglieri, evitare il populismo. Relazione con quelli che qui sono presenti. Forme di populismo, mancano di serietà.
Noi abbiamo sforato il Patto di Stabilità - afferma l’assessore al Bilancio - per colpe non nostre. Sul tavolo del governo ci sono le nostre proposte e le prove del successo del nostro Comune: Abbiamo trovato 64 milioni di euro per lo sforamento lasciato dalla precedente Amministrazione, siamo arrivati a 18 milioni di euro. Abbiamo crediti di 12 milioni di euro diparte della Regione Veneto e di 32 milioni di euro da parte dello Stato. Se avessero pagato, non saremmo a parlarne. Questo ci rende forti. Vi ringrazio”.
“Tutti i gruppi parlamentari - sostiene Zuin - tutto l’arco parlamentare della Camera e del senato hanno presentato emendamenti per fare qualcosa per il Patto di Stabilità. Il sindaco ha sollecitato, non meritiamo una mazzata del genere per colpe che non sono nostre e neanche vostre”.
La mazzata - gridano i comunali in sala - a noi”.
Gli emendamenti proposti al governo - continua l’assessore - contengono parte per il personale e parte per il comune. Entrambi i campi. Sappiamo che in questi giorni gli emendamenti sono in discussione alla Commissione bilancio della Camera. Ci aspettiamo segnali da parte del governo nell’approvare l’emendamento per annullare o ridurre il Patto di Stabilità. Noi entro il 31 luglio 2016 abbiamo l’assestamento di bilancio. Segnali più positivi sarebbero quelli che ci sono. Fiducia per accorciare i tempi parlamentari e presentare una manovra per coprire i 18 milioni di euro della sanzione. Siamo fiduciosi, anche il sindaco ha portato elementi e fatto battaglia con i parlamentari. siamo fiduciosi. Hanno ben capito che questa città non c’entra nulla con questa sanzione”.
Alle 16.27 la presidente del Consiglio Comunale invita la proponente Monica Sambo, presidente della I Commissione, ad illustrare il primo argomento all’ordine del giorno che è “Adesione all’Associazione denominata Avviso Pubblico”. Si tratta della proposta di deliberazione P.D. N. 2016.113.
Monica Sambo dice che ci sono i rappresentanti dei lavoratori che chiedono un confronto. “Come ascoltarli?”.
La dott.ssa Damiano rivolgendosi al pubblico dice: “Abbiamo bisogno di silenzio, stiamo lavorando. Ha parlato un rappresentante, ha risposto il sindaco. Sambo, ordine del giorno, parliamo di questo; punto uno”.
“Lei dov’era - grida alle 16.34 il pubblico - 4 richieste di intervento. Non è il Salva Venezia il nostro problema. Ci avete proposto un contratto allucinante. Non volete parlare di precariato? Siete impazziti? È un anno che siamo qui. Siete responsabili delle scelte anche adesso”.
“ È stato deciso - risponde Damiano - di dare parola a un solo rappresentante”.
Il pubblico grida: “RISPOSTE”.
Sambo pronuncia alcune parole rivolgendosi al pubblico.
“Lei - interrompe la presidente - per regolamento deve rivolgersi al Consiglio e non al pubblico. Siamo sul primo intervento. Vuole illustrare, sì o no; siamo al punto 1 dell’ordine del giorno”.

Il pubblico grida: “Siamo a - 1, dov’è il sindaco?

“Ai dipendenti - afferma la consigliera Francesca Faccini di Lista Civica Casson- è stato chiuso in

modo maleducato, sgarbato”.
“A casa - grida alle 16.40 il pubblico - sono imbarazzati”.
Sospensione della seduta consiliare.
I lavori riprendono alle 16.49 e si discute del primo argomento all’ordine del giorno.
L’Amministrazione comunale è stata sensibilizzata più volte dai Comunali per ripristinare il Fondo Integrativo.
L'ASSESSORE AL BILANCIO MICHELE ZUIN COME AFFRONTA IL MACIGNO DEI CONTI COMUNALI ?
I consiglieri della VIII Commissione Consiliare (bilancio, bilancio partecipativo, economato finanza e tributi), convocata venerdì 24 luglio 2015 nella la saletta consiliare di Ca' Farsetti, per l'esame della proposta di deliberazione n. 423 del 9/7/2015, hanno ascoltano l'assessore Michele Zuin che ha renso noto uno sforamento da parte della precedente amministrazione che ammonta a 64 milioni di euro, rispetto alla cifra di 18.661.000 euro fissata dal Patto di Stabilità, che si somma ai debiti, ai mutui e al sostegno del sistema Casinò.
Si tratta di "un macigno da affrontare - ha esplicitato Zuin - ed è un problema rispetto alle "entrate e uscite".
"Il Comune non onora il contratto con i suoi dipendenti - ha affermato durante la seduta consiliare la sindacalista Chiara Sabatini della RSU - e molti dipendenti comunali che percepiscono circa 1.100 euro netti perdono 200 euro" per rimediare alla situazione catastrofica dei conti. L'assessore ha sostenuto che "la Giunta non è insensibile alla richiesta dei dipendenti di Comune. I soldi non ci sono e bisogna cercarli".
"Non si vede coraggio - ha detto il consigliere Davide Scano, capogruppo del Movimento 5 Stelle - per rivoltare la macchina comunale come un calzino; temo che tirando a campare no si andrà "altrove". Occorre creare un nuovo patto fiduciario. Ci vuole coraggio nelle scelte con la riorganizzazione degli incarichi. Si usano i soldi dell'Imposta di Soggiorno per coprire la perdita del sistema Casinò. La finalità della "Casa da gioco" deve essere quella stabilita dalla legge, cioè sopperire alle superiori esigenze della città. Le cose si invertono ed è il Comune che sostiene la casa da gioco".

La politica dei "piccoli passi" è quella di mettere in equilibrio il bilancio. Si tratta di "spalmare - ha detto il Direttore Piero Dei Rossi - "tutti i debiti" nei prossimi anni".

Il "buon padre di famiglia" dell'amministrazione comunale che si autodefinisce "imprenditore indipendente dalla politica" sarà in grado di gestire la complessa struttura comunale instaurando "un nuovo patto fiduciario tra i 3.300 dipendenti e la sua amministrazione"?

Il 18 novembre 2015 c’è stata la seduta della VIII Commissione consiliare, tenutasi alle 09.30 nella Sala Giunta Grande di Ca’ Farsetti con all’ordine del giorno l’illustrazione della Proposta di deliberazione P.D. 579 del 21 ottobre 2015: Bilancio di previsione Esercizi Finanziari 2015 - 2016 -2017 - Variazione degli stanziamenti. La seduta era presidiata dal consigliere Vice Presidente di Commissione Giacomin Giancarlo con la partecipazione dell’assessore Michele e la presenza di dipendenti comunali e dei loro rappresentanti sindacali.
Questa variazione non taglia i servizi - ha affermato Zuin - ma orienta spese ed entrate. Era stata fatta una previsione troppo alta in entrata. Si tratta di riassestamento di spesa su quello che è successo nei primi 10 mesi. Si sono ottenuti risparmi. C’è stata una diminuzione di spesa, calcolata su fatture stimate, per le mensilità di novembre e dicembre”.
Alle 10.12 del 18 novembre 2015 i “comunali” presenti in sala hanno chiesto all’assessore di parlare del Fondo integrativo dei dipendenti.

“Sto spiegando la delibera - ha risposto l’assessore al Bilancio - e i consiglieri intervengano quando ci sarà da dire qualcosa. Io devo spiegare la delibera, lasciatemi finire. Ci sono sentenze e debiti fuori bilancio; dobbiamo pagarli nel 2015 e non nel futuro”.

I comunali si sono rivolti al presidente Giancarlo Giacomin per potere parlare.

Alle 10.22 il consigliere Davide Scano del Movimento 5 Stelle è intervenuto: “Facciamoli parlare”. “Qual è l’argomento? Si tratta - ha detto l’assessore - del Fondo integrativo con 1 milione di euro

rifinanziato con intervento di Giunta”.

Sono briciole - hanno sostenuto i sindacalisti presenti”.

Il presidente ha autorizzato l’intervento di Chiara Sabatini di RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) dei comunali di Venezia.
“Quest’anno i dipendenti - ha sostenuto la sindacalista - si sono trovati con la chiusura della Gestione Zappalorto con un gravissimo taglio del Fondo produttività. La questione è peggiorata per come sarà formulata la Legge di Stabilità per il 2016: contiene manovra con forti ipoteche per il triennio 2016 - 2018. Il Comune deve stilare un nuovo contratto con i dipendenti. La Legge di Stabilità è ipoteca: sarà monitorato quanta spesa e si stabilirà il limite di stanziamento per il prossimo anno. Si parla di 1/3 rispetto a quello necessario. Zuin dice che ci sarà un incremento di un altro milione per il Fondo integrativo”.
Per noi - ha interrotto l’assessore Zuin alle 10.28 - sono gocce di sangue”.
“Briciole” per il pubblico in sala.
Zuin ha detto che chiude in pareggio il bilancio 2015 - ha continuato la sindacalista di RSU - e fa rabbia che la “produttività dei dipendenti”, intesa come premio, è pezzo importante per sussistenza dipendenti e motivazione per lavorare. Alla fine del mese come si arriva? Paghiamo tasse. Vediamo che spese a carico del Comune, fatte in direzioni più incredibili, come i vertici delle Partecipate. Dove stanno le risorse per il nuovo contratto? di fine anno?”.
Alle 10.30 del 18 novembre ha preso la parola Giampiero Bulla di RSU: “L’amministrazione può decidere dove spendere i soldi. 1 milione di euro non serve a niente e non pensate per posizionare le risorse dove più vi fa comodo. Con i 193 mila euro cosa ne faccio?”.
Alle 10.34 è intervenuto il sindacalista Cgil Chilorio Sergio: “Sforato Patto di Stabilità, cosa sta facendo la Giunta per i dipendenti comunali? Attenzione paralizziamo...”.
Avremmo bisogno - ha detto Zuin - di più Entrate Correnti, in caso di sforamento, per l’integrativo dei dipendenti e anche per investimenti e nella specifica di sforamento del Patto di Stabilità ci sarà norma già applicabile per attivare sanzioni in caso di sforamento. Gli stipendi dei consiglieri delle Partecipate sono ai minimi previsti, applichiamo in modo puntuale al minimo i compensi previsti per i consiglieri delle Partecipate”.
“Quello che voglio sia chiaro - ha detto Zuin nella seduta della Commissione - è che non è stato tagliato nulla. Si tratta di riassestamento spesa per consumi nei primi 10 mesi. Qual è la difficoltà nel riequilibrare i fondi integrativi? È scelta politica. “O vado in disavanzo o taglio altre spese. Questi sono i soldi. Cerchiamo di arrivare al pareggio di bilancio. Per la particolarità del Fondo integrativo, interessare la Commissione e assessore, non è nostra materia”.
Il Patto di Stabilità - ha detto il sindaco di Venezia, nella seduta del Consiglio comunale del 14 aprile 2016 - ha conseguenze per i cittadini. Si tratta di 18 milioni ed occorre fare ulteriore bilancio e ulteriori tagli”.
L'orizzonte amministrativo di Brugnaro non è chiaro. 
Francesco Liparulo - Venezia