domenica 27 novembre 2016

Renzi percorre il Bel Paese per far valere la sua politica

LA CITTADINANZA ITALIANA DICE NO
AL DISAGIO SOCIALE E ALLA POVERTA'
C'è bisogno di ridurre puntualmente e intelligentemente la spesa pubblica, per abbattere la tassazione su lavoro e imprese a livelli accettabili. Occorre un piano di massicce alienazioni di patrimonio pubblico, per ridurre l'enorme stock di debito accumulato, e liberare l'economia dalla presenza ingombrante dello Stato – anche nelle sue articolazioni territoriali - della partitocrazia e delle reti di sottogoverno.

Occorre rendere libero e aprire ogni ambito della vita produttiva, perché la competizione è la principale leva di equità ed efficienza. L'economia di mercato e la cultura imprenditoriale devono essere riabilitate: abbiamo bisogno di un capitalismo in cui tutti possano competere, non di una sua variante corrotta asservita agli interessi di pochi.
Occorre rimettere al centro del sistema il cittadino, cui bisogna restituire la libertà di agire ma anche la possibilità di ricevere servizi pubblici efficienti, in un welfare sganciato da apparati rigidi e burocratici. Le diversità territoriali e regionali devono essere valorizzate, per diventare una risorsa e un’opportunità per il Paese.
Le attuali democrazie devono fare i conti con le sfide del mondo globalizzato. Si auspica un diverso rapporto tra individui e società civile, un diverso modo di concepire la dignità della persona e la dignità del suo lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza.
Il riconoscimento eccessivo dato alle regole nei confronti dei contenuti, entra in crisi quando nelle società si neutralizzano i valori fondanti della vita civile. Le democrazie devono risolvere il problema della ridistribuzione dei beni per evitare la scissione dei legami sociali.
Le concezioni individualistiche degli esponenti di governo e dei dirigenti della produttività impediscono di provvedere al bisogno essenziale dei cittadini, cioè il diritto di un lavoro che dà la possibilità di vivere con la propria famiglia in maniera dignitosa.
Gli ordinamenti democratici dello Stato non possono essere soggiogati dal relativismo etico di coloro che non considerano essenziali, per il bene comune della società, i veri valori del popolo italiano che sono la dignità della persona umana che lavora, il mantenimento della sua famiglia, la sussidiarietà nel controllo dell’applicazione delle norme e la solidarietà sociale.
La sopravvivenza stessa della società civile esige il ripristino, a qualsiasi livello produttivo ed economico, dell’etica nel lavoro dell'uomo, cioè la salvaguardia di tutti i suoi diritti.
le.

L’elettore ha già atto la sua scelta e la esprimerà nell’urna del Referendum: 
NO ALLA MANCANZA DI POLITICHE PER I GIOVANI 
NO ALLA POVERTÀ.
Francesco Liparulo - Venezia

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