LA DEMOCRAZIA ITALIANA È ORA A RISCHIO
CON LA MODIFICA COSTITUZIONALE RENZIANA
La realizzazione del compimento della democrazia nell’ordine sociale e politico non è pienamente soddisfatto con l’esistenza di uomini e donne che vivono nella precarietà e nell’indigenza perché l’economia è stata fondata sulla produttività del denaro e l’egoismo di alcuni politici.
La parola democrazia deve designare un modo di vivere la vita quotidiana e la vita politica.
Si tratta di acquisire una vera cittadinanza per tutte le persone che vivono sul territorio nazionale, cioè ragionare sui “problemi umani complessi e affrontarli utilizzando il metodo della “concertazione” che significa “mettersi insieme” per risolvere i problemi dei lavoratori, dei giovani e delle famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese per il sostentamento dei figli.
I sostenitori del "Bene comune" sono chiamati a "mantenere desta la sensibilità" per il riconoscimento dei diritti e della dignità di ogni uomo o donna, di fronte ai vecchi politici che hanno piegato la propria ragione "all'attrattiva dell'utilità individualistica" a danno delle persone che costituiscono la comunità civile.
Occorre vincere la corruzione, la partitocrazia ed eliminare lo sperpero del denaro pubblico per il trionfo della giustizia sociale.
Si tratta di raggruppare tutti coloro che vorranno dedicarsi a una certa concezione di democrazia da perseguire e dei mezzi idonei per il conseguimento dell'onestà nell'impiego del pubblico denaro.
AL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE VOTARE NO.
Il voto consapevole è foriero di prosperità se manifesta la volontà di dire NO allo stravolgimento della Costituzione della Repubblica italiana.
Il popolo ha scelto la democrazia rappresentativa.
Il Corpo politico dice NO al governo renziano che vuole cambiare le regole del gioco a vantaggio di pochi e non tenere conto dei veri bisogni di tutti gli uomini e ledono della cittadinanza italiana.
La tua scelta al Referendum è NO al dilagare della povertà e NO alla mancanza di politiche indispensabili per i lavoratori e i giovani.
Francesco Liparulo - Venezia
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