domenica 20 novembre 2016

NO alla modifica della Costituzione per gli interessi delle lobby

IL 4 DICEMBRE SI VOTA IL REFERENDUM CONTERMATIVO
Il Referendum costituzionale che andremo a votare il 4 dicembre è un referendum confermativo, e questo significa che non ci sarà quorum: non c’è bisogno di una soglia minima di votanti. A vincere il referendum sarà semplicemente l’opzione più votata tra “sì” e “no” alla conferma della legge per la riforma costituzionale che abolisce il Senato elettivo e riforma il Titolo V della Costituzione.

Nella eventualità della conferma referendaria del “si” - ha sostenuto Marco Mancini, docente di Istituzioni di Diritto pubblico Università Ca’ Foscari Venezia - ci sarà il superamento del bicameralismo egualitario paritario delle 2 Camere, cioè avremo un bicameralismo differenziato con camere che hanno funzioni e ruoli diversi ”.
Il Senato, costituito in maggioranza da sindaci e politici non eletti dai cittadini, non potrà opporsi alle leggi volute da una piccola minoranza che ha ottenuto il premio di maggioranza con le nuove leggi. 

Dalla riforma del Titolo V della Costituzione è scaturita la “legge elettorale italiana del 2015, denominata ufficialmente legge 6 maggio 2015, n. 52 e comunemente nota come Italicum.
La legge prevede un sistema proporzionale a doppio turno a correzione maggioritaria, con premio di maggioranza, soglia di sbarramento e 100 collegi plurinominali con capilista "bloccati".

Nadia Urbinati, docente di Teoria Politica Columbia University, per la ragione del “no”, ha affermato: “Questa riforma della Costituzione ci propone un bicameralismo pasticciato, un Senato con elezione indiretta di 95 elementi. 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica e gli altri sono rappresentanti dei territori, non sono nominati da noi. 
Occorre fare qualcosa di non pasticciato e tornare a dar voce ai cittadini
Non è vero che muta solo la 2^ parte della Costituzione, ma muta anche la 1^ parte”.

Questa revisione fu lanciata dal segretario del Partito Democratico ad una assemblea di Confindustria il 3 febbraio 2014, non tramite richiesta elettorale o richiesta popolare. Questo è il nocciolo della riforma. Il resto adattato. Si toglie ai cittadini la elezione diretta e la si offre ai Consiglieri regionali che eleggeranno loro stessi, 73 - 74 consiglieri regionali rappresentanti istituzionali e poi 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica che non rappresentano più nessuno”.

È sbilanciamento - ha sostenuto Nadia Urbinati - verso il Potere Esecutivo. Perché i senatori futuri, pur non avendo funzione legislativa, hanno l’immunità? Con la riforma il Potere legislativo è in posizione di grado inferiore rispetto al Potere Esecutivo. Se si vuole dare il potere legislativo all’Esecutivo è bilanciamento deformato per preminenza dell’Esecutivo, cioè della Maggioranza. Si premia la minoranza come se fosse maggioranza”.

Viene limitata profondamente la decretazione d’urgenza. Si prevede che il governo possa chiedere alla Camera di deliberare entro 70 giorni leggi attinenti al suo programma. Il governo che esce vincente dall’elezione ha il dovere di far approvare al Parlamento il programma”.

Con la riforma costituzionale, voluta dai politici che sostengono Renzi, il Parlamento è indebolito, è occasione perduta che si poteva cogliere con il bicameralismo. Poteva esserci più controllo. Non ci sono regole giuridiche efficaci per le iniziative popolari”.


Bisogna che la Revisione della Costituzione sia scritta bene altrimenti nasce contenzioso tra Regione e Stato per l’elenco delle materie di competenza. La conflittualità viene dal fatto che c’è un elenco. Lo Stato dice: “Questo è mio” e la Regione dice “Questo è mio”
La presenza di clausole di supremazia porta perplessità.

Con lo stravolgimento della Costituzione manca riferimento al cittadino in quanto ci sono tante persone nominate (Città metropolitane), non c’è momento elettorale. Aumenta il settore tecnico burocratico e aumenta attività amministrativa rispetto al cittadino”.

AL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE VOTARE NO.

Il voto consapevole è foriero di prosperità se manifesta la volontà di dire NO allo stravolgimento della Costituzione della Repubblica italiana. 

Il popolo ha scelto la democrazia rappresentativa

Il Corpo politico dice NO al governo renziano che vuole cambiare le regole del gioco a vantaggio di pochi e non tenere conto dei veri bisogni di tutti gli uomini e ledono della cittadinanza italiana. 

La tua scelta al Referendum è NO al dilagare della povertà e NO alla mancanza di politiche indispensabili per i lavoratori e i giovani.


Francesco Liparulo - Venezia 

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