PIÙ CORAGGIO PER UN'ORDINATA CONVIVENZA SOCIALE
Renzi promette tante cose per creare aspettative e consenso.
Il suo governo è contestato perché fa l’esatto contrario di quello che promette.
Si tratta di un Capo del governo che fa l’opinionista per cose di cui lui è il responsabile come conduttore della politica nazionale.
L’atteggiamento del premier non illude più gli Italiani che al Referendum del 4 dicembre voteranno NO per evitare che una piccola minoranza, salita al potere con il premio di maggioranza, possa fare soltanto gli interessi di coloro che hanno in mano le finanze del Paese evitando la possibilità di scelte determinanti per la cittadinanza.
Il compito delle persone investite di potere politico dovrebbe essere quello di emanare una legislazione che garantisca un’ordinata convivenza sociale nella vera giustizia perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa.
La povertà in Italia - si evince dal Rapporto 2016 della Caritas italiana - è da sette anni in aumento esponenziale: "Si è passati da 1,8 milioni di persone povere nel 2007, il 3,1% del totale, a 4,6 milioni del 2015, il 7,6%”.
La legge civile deve assicurare soprattutto i diritti fondamentali che appartengono alla persona.
Fondamentale fra tutti è il diritto al lavoro per chi presta la sua opera per il bene proprio e della sua famiglia. La società politica necessita di uomini e donne che possano dare un senso all'esistenza concreta del cittadino che è soprattutto aspirazione alla libertà di realizzarsi nell'ambito di una comunità civile.
L'attuale crescita degli indigenti evidenzia una forte diseguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale.
Si tratta di realizzare un “Programma di cose concrete” miranti ad attuare un piano straordinario per l’occupazione giovanile, a promuovere un piano nazionale per la famiglia con più equità fiscale, a garantire il libero accesso alla Sanità, a sostenere le imprese agricole tutelando il “made in Italy”, a sostenere l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, ad accrescere gli investimenti nella ricerca, ridurre la spesa pubblica, sviluppare la lotta all’evasione, modificare le regole del patto di stabilità, valorizzare il patrimonio paesaggistico, artistico e culturale.
Si tratta di affrontare con trasparenza le patologie politiche, la diffusione del crimine, la droga, il degrado urbano, la prostituzione, l’inquinamento, l’abbandono della famiglia a se stessa. I valori spirituali del popolo italiano devono essere difesi e tramandati per conservare la nostra identità e promuovere un futuro per la nostra società civile.
Coloro che vogliono il "Bene comune dell'Italia" sono chiamati a "mantenere desta la sensibilità" per il riconoscimento dei diritti e della dignità dell'uomo, di fronte "all'attrattiva dell'utilità individualistica" a danno delle persone che costituiscono la comunità civile.
Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell'uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale.
Per fare l’Italia giusta occorre la scelta oculata di chi possa rappresentare il popolo con una “specchiata moralità personale”, abbia dimostrato di vivere con rettitudine, abbia “competenza e passione per il bene comune”, sia credibile per risolvere le “patologie politiche” della città.
Si tratta di portare l’Italia lontano dal baratro, dal fallimento dello Stato ed è in grado di dare speranza agli Italiani “illusi” per tanti anni da rappresentanti politici che hanno permesso il dilagare della povertà con la riduzione delle opportunità di lavoro per i capifamiglia e per i giovani, provocando un “fuorviante rifiuto della politica”.
Il popolo sa distinguere il bene dal male, cioè ciò che è giusto e ingiusto per l'Italia.
I cittadini non vogliono demagoghi e imbonitori del popolo, ma chi sa ridare credibilità all’Italia nell’ambito europeo, cioè chi voglia affrontare i problemi imposti dalla globalizzazione dei mercati finanziari e commerciali e abbia la capacità responsabile di risolvere la questione sociale italiana.
La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento. Il suo fine più profondo quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza dei rapporti sociali.
Occorre "eliminare gli sprechi e chiudere le falle nelle amministrazioni pubbliche, togliere sabbia dagli ingranaggi del proprio tessuto produttivo e valorizzare le proprie eccellenze ".
La politica economica non deve essere basata su continue tasse.
Nella riforma tributaria bisogna porre al centro la famiglia per una "società a misura di famiglia".
Sì al risanamento finanziario e alla crescita tenendo conto che bisogna dare risposte ai giovani ed eliminare la disoccupazione per garantire "l'equilibrio democratico e la convivenza civile".
AL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE VOTARE NO.
Il voto consapevole è foriero di prosperità se manifesta la volontà di dire NO allo stravolgimento della Costituzione della Repubblica italiana. Il popolo ha scelto la democrazia rappresentativa. Il Corpo politico dice NO al governo renziano che vuole cambiare le regole del gioco a vantaggio di pochi e non tenere conto dei veri bisogni di tutti gli uomini e ledono della cittadinanza italiana.
La tua scelta al Referendum è NO al dilagare della povertà e NO alla mancanza di politiche necessarie ai giovani.
Francesco Liparulo - Venezia
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