giovedì 17 novembre 2016

Le promesse di Renzi non illudono più la cittadinanza

RICONOSCERE IL DIRITTO DI TUTTI AL LAVORO
E ALL’ACCRESCIMENTO DELLA VITA DI OGNUNO
Questione fondamentale della nostra epoca è soprattutto il tema dell'inclusione/esclusione civile. Le società liberal democratiche falliscono se non riusciranno a includere quelli che sono esclusi dalla creazione della ricchezza, cioè entreranno in crisi le società se non pongono rimedio al senso di estraneità e di anomia delle persone. La preminenza conferita al singolo con la scissione dei legami sociali muta la democrazia che per l'americano Abraham Lincoln è "il governo del popolo, da parte del popolo e per il popolo".

Il pensiero neoliberale sostiene che nelle liberal democrazie le identità individuali sono tutelate mentre occorre ricostruire l'identità collettiva e sottrarre l'individuo all'isolamento.
La riduzione del bene comune alla cerchia della preferenza privata lascia scoperto l'ambito pubblico dove le questioni del bene riguardano quello del giusto. La mentalità in cui il bene comune è inteso come mezzo per scopi individuali sbocca nella scelta di contribuire il meno possibile o nulla affatto ai costi della convivenza sociale. 

Le attuali liberal democrazie devono fare i conti con numerose sfide. Si auspica un diverso rapporto fra persona e comunità, cioè un diverso modo di concepire il lavoro. Si vuole una società civile attraverso più attenzione ai bisogni delle persone e non cittadinanza attraverso più mercato. 

Ci sono scarti tra le concezioni ideali delle liberal democrazie e la condizione socio politica reale.
Nella concezione repubblicana - democratica si assegna grande importanza alle virtù civiche, all'idea di autogoverno e di partecipazione alle formazioni sociali che si pongono oltre l'individuo. Nel repubblicanesimo civico la libertà non è libertà dal governo ma capacità e responsabilità di autogoverno.

Occorre superare i punti deboli del liberalismo in una sintesi più alta, cioè più rispondente al contesto attuale dell'Europa, nel senso di guardare oltre le concezioni della società che oggi sono chiamate social democratiche. I punti deboli del liberalismo sono minore resistenza al relativismo etico che sfida la natura morale del rapporto civile, la piazza pubblica eccessivamente procedurale e l'idea angusta di società aperta e di laicità senza considerare l'etica sociale del popolo.

Lo Stato sarà "veramente liberale" quando non si limiterà a garantire formalmente la libertà di scelta ma quando intervenendo attivamente provvederà a garantire a tutti la reale possibilità della loro libertà.

Le tradizioni culturali del popolo italiano sono a favore della società in cui sono avvertiti come problemi nodali quelli della giustizia sociale, del bene comune, dell'amicizia civica e dell'interazione tra cittadini e tra cittadini e politici, cioè la comunicazione nel vivere bene.

Occorre svolgere un'azione dinamica per riscattare le forme di vita quotidiana con l'apertura del singolo cittadino all'altro, cioè all'apertura di un mondo intersoggettivo, formando una coscienza collettiva e sociale identificando i bisogni reali con i desideri umani. 

Al primo posto c'è la famiglia quale società naturale, luogo dello sviluppo della persona e dell'incontro con l'altro dove amore significa dare e ricevere e non vedere la famiglia solo come aspetto economico. La società civile deve essere intesa come "dialogo e comunicazione della vita buona".

Si tratta per la società politica di sviluppare le condizioni d'ambiente che possano permettere alla cittadinanza un grado di vita materiale, intellettuale e morale che ogni persona vi si trovi aiutata positivamente nel raggiungimento della propria vita di persona e della propria libertà spirituale, contro ogni forma di individualismo o di autoritarismo, contro ogni forma di ingiustizia sociale. 

Si auspica uno stato sociale di giustizia, d'amicizia civica e di prosperità che rende possibile a ogni uomo o donna il compimento del suo destino, cioè una società dove si riconosce il diritto di tutti i cittadini all'esistenza, al lavoro, all'accrescimento della vita di persona.

La società civile non è composta solo di individui ma anche di società particolari formate da individui, cioè società particolari con una loro autonomia. 

Il pluralismo economico deve rinnovare e promuovere l'economia delle famiglie e la proprietà familiare utilizzando i vantaggi della meccanizzazione e della cooperazione.

AL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE VOTARE NO.

Il voto consapevole è foriero di prosperità se manifesta la volontà di dire NO allo stravolgimento della Costituzione della Repubblica italiana. 

Il popolo ha scelto la democrazia rappresentativa. 

Il Corpo politico dice NO al governo renziano che vuole cambiare le regole del gioco a vantaggio di pochi e non tenere conto dei veri bisogni di tutti gli uomini e ledono della cittadinanza italiana. 

La tua scelta al Referendum è NO al dilagare della povertà e NO alla mancanza di politiche necessarie ai giovani. 
Francesco Liparulo - Venezia

Vedi galeaveneta.blogspot.com

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