IL SEGRETARIO DEL PARTITO DEMOCRATICO
IMPONE CONTESTATO NELLO SPAZIO PUBBLICO
I cittadini non hanno più potere perché i loro rappresentanti politici vengono scelti dalle segreterie dei partiti. Le liste elettorali sono bloccate e i candidati disposti secondo un ordine non modificabile dagli elettori, costretti a votare il simbolo del loro partito senza poter scegliere la persona più idonea a rappresentare le esigenze del territorio. Il risultato dei sondaggi PD è stato pilotato per portare Renzi a governare l’Italia.
I prescelti non rappresentano gli interessi delle popolazioni locali.
La politica degli interessi ha dimenticato i valori del popolo italiano.
I partiti non sono strutturati dal basso e non sono radicati sul territorio; questo denota mancanza di democrazia. Si auspica la reintroduzione della preferenza nella scheda elettorale. Le liste elettorali fatte a Roma non permettono di risolvere i gravi problemi della crisi economico – finanziaria che crea disoccupazione e toglie il reddito alle famiglie italiane.
Nelle associazione e nelle piazze si grida che il popolo non è più disponibile a votare per uomini e donne calati dall’alto.
Per il Centro Studi Investimenti Sociali, c’è un disagio sociale fortemente territorializzato.
I rappresentanti politici si esprimono più come opinionisti che come portatori di interessi concreti dei cittadini. Il premier promette e non risolve i problemi del Paese.
“Illegalità, corruzione e malaffare – ha detto Luigi Giampaolino, già presidente della Corte di Conti – sono notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce. Il denaro pubblico va maneggiato con cura, chi lo usa ne deve rendere conto”.
Si avverte disagio di fronte al disprezzo pratico della persona umana e della sua dignità.
L’emblema della condizione economica – politica di oggi è costituito dalla presenza di Stati deboli, mercati forti e finanze fortissime. Si assiste a un intreccio tra sfera economica, mediale e politica per cui occorrono nuove forme di azione politica capaci di bilanciare il potere dei mercati entro gli spazi della globalizzazione. Il potere del mercato finanziario è transnazionale e influisce sulle decisioni dei governi nazionali.
La globalizzazione dell’economia richiede un governo dell’economia che appare oggi mancare agli occhi di tutti. Nel mercato globale mancano Istituzioni politiche ed economiche efficaci per mettere in atto o far rispettare le regole della convivenza pacifica dei popoli.
Insofferenza e protesta scaturiscono dai cittadini che vedono minacciata la loro esistenza sociale. La vita sociale richiede che la famiglia abbia un ruolo pubblico nella comunità perché è il perno di giunzione essenziale tra la persona la società e lo Stato. Il suo carattere originario, antecedente allo Stato, richiede la promozione della sua funzione da parte delle Istituzioni.
Preoccupanti sono i dati del Rapporto annuale dell’Istituto di statistica: il 41,9% degli italiani di età compresa tra i 25 e i 34 anni vive ancora in casa con i genitori (nel 1993 era solo del 33,2%). Il 45% della fascia 25-34 anni dichiara di non poter andare via di casa, perché non in grado di mantenersi economicamente, pagare un affitto o accedere a un mutuo per acquistare un’abitazione. Ci sono più di 2 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non cercano lavoro.
Al Paese occorre una legge elettorale che consenta nuove elezioni per eliminare l’evidente scollamento dei cittadini dalla politica e per ridare slancio e capacità innovativa al sistema politico e istituzionale.
Occorre saper rispondere ai bisogni dei meno abbienti e dei malati; riequilibrare aree produttive, abitative e aree verdi fruibili; garantire trasporti senza inquinamento; garantire servizi sostenibili per gas, acqua, energia e raccolta rifiuti.
Francesco Liparulo - Venezia
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