mercoledì 30 novembre 2016

Previsione di Bilancio nella VIII Commissione

GLI ESERCIZI FINANZIARI 2016 -2018
Seduta della VIII Commissione consiliare, tenutasi il 29 novembre 2016 alle ore 10.12 nella Sala Giunta Grande di Ca’ Farsetti, con all’ordine del giorno l’esame della Proposta di Deliberazione P.D. 466 del 4 novembre 2016: Bilancio di Previsione per gli Esercizi finanziari 2016 - 2018 - Variazione - esame dei pareri pervenuti dalle Municipalità e del Collegio dei Revisori dei Conti. 

La seduta è presieduta da Rocco Fiano con la partecipazione dell’assessore Michele Zuin ( Bilancio - Bilancio partecipativo - Tributi - Economato - Società Partecipate).

“Delle 6 Municipalità (Chirignago Zelarino, Favaro Veneto, Lido Pellestrina, Marghera, Mestre Carpenedo, Venezia Murano Burano) - afferma il presidente - 5 hanno inviato il parere di cui 4 non favorevoli, 1 favorevole (Favaro), Chirignago Zelarino non manda alcun parere.

“Approfitterei - afferma l’assessore - posso solo enunciare brevemente l’Emendamento di Giunta alla proposta di deliberazione, non l’avete davanti, vi verrà consegnata per il Consiglio Comunale (previsto alle 11.00 dello stesso giorno). Questa è l’ultima variazione di fine anno. I 154.000 euro   non sono spesi in più, finanziati con avanzo vincolato, non è nuova spesa, ma trasformati; questo titolo è utilizzato con avanzo vincolato. I 935.000 euro serviranno a coprire un’integrazione fondo  per appalto lavori. I 941.000 euro sono del Contratto Calore, revisione prezzi fatta adesso. Non è spesa, deriva da obbligo contrattuale e spesiamo con recupero IVA, copriamo queste cose.  Paghiamo in più di quanto previsto dal contratto del 2013; contratto inizio 2013 a maggio 2014, revisione prezzi; si fa a fine anno, c’è integrazione di 2 anni. Abbiamo crediti per questioni giudiziarie. Facciamo prelevamenti per fondo riserva , è del 2017. Per il Centro Maree 271.000 euro costo Istituzione Centro Maree (manutenzioni e  quant’altro) sono messi nel bilancio 2016 - 2018. Ci sono 25 milioni per il complesso "Pio loco delle Penitenti" - lungo il Rio di Cannaregio - fatto lavori. Si tratta di patrimonio nostro al 50% , il resto è dell’I.R.E. (Istituzioni di Ricoveri e di Educazione). Pagheremo un tot con MUTUI BEI. Confermo sforamento 2015 per il Patto di Stabilità pari a 2.524.098 euroNel 2016 il Patto è rispettato. Ci sono i rimborsi da parte della Regione Veneto per il personale.

La seduta di commissione termina alle 11.36.

Francesco Liparulo - Venezia 

L’assessore snocciola i numeri del bilancio in equilibrio

“ACQUE PLACIDE”  A  VENEZIA
L’OPPOSIZIONE ASCOLTA E VOTA
Bilancio di previsione per gli esercizi finanziari 2016 - 2018 - con variazione nella sessione straordinaria del Consiglio comunale di Venezia, tenutasi in Ca’ Loredan il 29 novembre. Proposta di deliberazione P.D. n. 466.

26 Consiglieri presenti all’apertura della votazione per la verifica del numero legale, eseguita alle 12.05 dalla dott.ssa Ermelinda Damiano. 

“Iniziamo con questa variazione - afferma Michele Zuin, assessore al Bilancio - per mettere a posto un po’ di cose successe tra luglio 2016 e la data di oggi; anche cose nuove che sono avvenute che hanno un po’ di rilevanza. Come variazione, 5 milioni di euro per proventi in positivo che sono entrate del Casinò di cui 3 milioni reali e altri 2 milioni li mettiamo noi. Se Casinò ha entrate più alte, i 2 milioni non vengono spesi ma portati nel consuntivo. Abbiamo dovuto mettere a posto nuovi appostamenti per esigenze di politiche sociali, cose che dobbiamo adempiere per legge. Questa variazione aggiunge valori che servono a consuntivo per quest’anno. Altre cose, entrate vincolate per spese. Previsti 62.000 euro per manutenzioni. Intervento previsto per regolarizzazioni al Teatro Goldoni. Completare opera pavimentazione San Marco, per finire i 5 milioni che sarebbero in avanzo. C’è la revisione prezzi del calore. Rispettato il Patto di Stabilità”.

Alle 12.16 inizia il dibattito generale. 

Rocco Fiano della Lista Civica Classon chiede chiarimenti all’assessore sulla cifra di “193.000 euro per il Goldoni" e indica il “minore introito della Tari” che si desume dalla delibera. 

Alle 12.20 Monica Sambo del Partito Democratico dice: “Ci sono nell’Emendamento di Giunta fondi per il Centro Maree. Ci dovrebbero essere avanzi per l’attività del Centro Maree”.

Alle 12.25 si vota per l’Emendamento di Giunta:
Presenti 28, votanti20, favorevoli 20. contrari 0, astenuti 8. 
Il Consiglio approva l’Emendamento di Giunta.

La presidente invita i Consiglieri alle dichiarazioni di voto sulla proposta di deliberazione.  

Non ci sono dichiarazioni.

Si passa al voto della delibera.
Presenti 29, votanti 27, favorevoli 20, contrari 7, astenuti 2.
Il Consiglio approva.

Si vota per l’immediata eseguibilità.
Monitor spento? - dice la presidente - sospendiamo, c’è sistema che non va, riprendiamo, non allontanatevi”.

Alle 12.30 riprendono i lavori del consiglio.

Si vota per l’immediata eseguibilità.
Presenti 29, votanti 28, favorevoli 28, contrari 0, astenuti 0, non votanti 1.

Il Consiglio approva

Francesco Liparulo - Venezia

martedì 29 novembre 2016

Le promesse del premier Renzi cadono nel vuoto

SOLUZIONI PER GOVERNARE IL PAESE
CON  UNA  CLASSE  POLITICA  SERIA
È in atto lo scontro per una nuova coalizione di governo. I vecchi partiti sono dilaniati nel loro interno e nuovi sedicenti leader si confrontano per l'accaparramento delle simpatie degli elettori, sfiduciati da una politica disattenta ai veri bisogni dei cittadini, impegnati a fronteggiare la galoppante disoccupazione e la povertà che colpisce i ceti meno abbienti della società civile. Per l’Istituto nazionale di statistica, l'11% delle famiglie italiane, circa 3 milioni di nuclei familiari, è povero.

La questione del governo del Paese richiede la costituzione di un “Partito”, costituito da cittadini decisi ad ascoltare il popolo e a trovare i rimedi per uscire dalla crisi economico – finanziaria in un momento di profonda recessione per l’Italia. Il passo restrittivo imposto dai tecnici del governo per la salvaguardia delle finanze pubbliche, richiede un ulteriore passo nella direzione dello sviluppo e dell'occupazione per uscire dalla crisi.
L'Italia deve camminare con due gambe, cioè l'austerità fiscale deve congiungersi sussidiariamente con gli investimenti per la crescita economica. C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che “riconosca e sostenga” il cittadino secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo.
Il governo deve provvedere a migliorare le infrastrutture, a sostenere la ricerca scientifica e a regolamentare il mercato producendo normative finanziarie e creando maggiore equilibrio tra domanda e offerta nell’ambito del territorio nazionale. Si tratta di frenare la povertà dilagante e la perdita dei posti di lavoro, garantendo equità sociale ed eliminando le ingiustizie sociali tra chi ha troppo e chi non ha nemmeno il necessario per mantenere la famiglia.
Occorre dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L’elettore ha già atto la sua scelta e la esprimerà nell’urna del Referendum: 
NO ALLA MANCANZA DI POLITICHE PER I GIOVANI 
NO ALLA POVERTÀ.
Francesco Liparulo - Venezia

lunedì 28 novembre 2016

Dubbi sui conteggi dell’Ufficio tecnico comunale di Venezia

IL VOTO DEL CONSIGLIO COMUNALE

PESA PER REALIZZARE 48 APPARTAMENTI 
Sessione straordinaria  del Consiglio comunale di Venezia il 24 novembre 2016 nella Sala delle riunioni di Ca’ Loredan per la discussione della proposta di deliberazione P.D. 284 con oggetto: Intervento Edilizio di demolizione con ricostruzione del complesso edilizio della darsena DEC, con utilizzo della consistenza esistente di progetto, ampliamento Piano Casa e parziale mutamento della destinazione d’uso a residenziale. Permesso di costruire in deroga e per cambio di destinazione d’uso. 

Immobile sito a Mestre in Via Torino n.113. Proprietà Società IMMPART Srl di Padova.

L’intervento - si evince dalle pagine di “la Nuova di Venezia e Mestre” dell’8 novembre - vede la demolizione del fabbricato oggi usato come rimessa per le barche e negozio per accessori e ricambi, costruendo una torre con vista sul Canal Salso, la “Tower docs”, di 15 piani, 45 metri, ad uso commerciale, direzionale e residenziale. Previsti 48 alloggi, un blocco direzionale composto da due edifici collegati e una ventina di uffici”

La dott.ssa Ermelinda Damiano alle 15.20 invita l’architetto Emanuele Paolo Ferronato, dirigente del Comune, per illustrare la delibera. Trattasi di “intervento circoscritto con cambiamento a residenziale compatibile. Si prevede versamento da parte del privato di un contributo straordinario. C’è interesse pubblico con cambio destinazione d’uso e razionalizzazione dell’esistente per area degradata”.

Alle 15.35 si apre il dibattito generale

“Progetto interessante - ha affermato Andrea Ferrazzi del Partito Democratico - si inserisce nell’area di Via Torino, vitale per la presenza dell’Università. Questa delibera prevede quanto scritto dai proponenti del progetto. Manca un approfondimento per quanto riguarda il beneficio pubblico.
Non siamo in presenza di mutamento ma di ampliamento e di destinazione, conferma di quello previsto a cui si aggiunge qualcos’altro”.
Il consigliere ritiene “strano” il comportamento del privato per quanto espresso dall’articolo 5 della Legge 106/2011, in merito alle aree degradate e a dismissioni di edifici. Si tratta di un “inedito” per Ferrazzi che “apre a possibilità sconosciute”.

Davide Scano del Movimento 5 Stelle  alle 15.40 ritiene “alquanto carente” il beneficio  che si ottiene “a seguito di permesso di costruzione in deroga”. “Il privato - sostiene il consigliere -  si sta muovendo per ottenere “48 appartamenti di 150 mq”. “Il voto del Consiglio comunale - evidenzia Scano - pesa molto, altrimenti il privato non potrebbe fare il residenziale. Intervento previsto con carenze volumetriche notevoli e questo sarebbe da valutare. L’attività economica in questione non è in dismissione né si trova in area degradata”.

Alle 15.53 Maika Canton della Lista Boraso Civica Popolare afferma: “Avevo chiesto alcune delucidazioni: se era possibile avere delle tabelle dove si dice i conteggi fatti per capire dove eventualmente l’Ufficio tecnico ha sbagliato nel conteggio. Non sono arrivati. Chiedo al Consiglio di controllare”.


Renzo Scarpa della Lista Brugnaro Sindaco ritiene che i tecnici saranno in grado di non lasciare i presenti “nella perplessità”  e invita i consiglieri a esaminare “per singolo pezzo” e “valutare  i valori”: “ - evidenzia il consigliere - area entro città: recuperare pezzo di città e migliorare la qualità urbana, è positivo. variazione da direzione a residenziale non è aspetto negativo.  
3° avvio attività lavorativa centro abitato che cambia i connotati; dare impulso a disponibilità residenziale. Se noi potessimo estrapolare questi aspetti positivi e arrivare a chiarezza, potremmo considerare la delibera con valore positivo nel complesso”.

Alle 15.58 Lorenza Lavini di Forza Italia afferma: “Credo, come presidente della V Commissione (urbanistica, edilizia privata, edilizia convenzionata, ambiente e città sostenibile), che noi, al di là della posizione politica, dobbiamo valutare la positività proposta attraverso il prospetto della delibera. I tecnici del Comune hanno vagliato. La rigenerazione dell’area è fondamentale. Siamo di fronte a investitore che ci chiede inversione di destinazione per assumere maggiore validità nel mercato. Se siamo convinti che la riqualificazione e la rivitalizzazione siano il primo aspetto politico, che la delibera sia in linea con il  Sindaco, che la delibera dà senso compiuto alla proposta  per aspetto tecnico, per porre fine a diatriba dei numeri e ad altri aspetti, dare punto fermo a richiesta”.

La consigliera chiede dati  - afferma Ferrazzi - sono depositati presso la Segreteria Generale”.

Alessio De Rossi, capogruppo della Lista Brugnaro Sindaco, afferma: “Volevo chiedere una sospensione per dare ai tecnici la possibilità di una valutazione”.    

Saverio Centenaro di Forza Italia chiede all’assessore Massimiliano De Martin (Urbanistica, Edilizia privata, Edilizia convenzionata, Ambiente, Città sostenibile) di dare tranquillità al Consiglio. 

Alle 16.10 De Martin dice: “Accolgo proposta in merito a risposta chiara, mi servono 15 minuti con i tecnici”. 

La presidente sospende la seduta che riprende alle 16.45

L’assessore si rammarica per non essere riuscito a “sviscerare tutto” in sede di Commissione e che non occorrono “ulteriori commissioni”. De Martin invita l’architetto Ferronato per un ragguaglio sui vari pareri tecnici. 

Ferrazzi esplicita i suoi dati in merito agli oneri attinenti al progetto in discussione. “Io - sostiene il consigliere - ho depositato i dati e le valutazioni che sono state fatte. Vorrei rilevare che la delibera non entra nelle norme”.


De Martin alle 17.00 afferma: “Io penso che sia stato utile questo chiarimento. Non si fanno sconti a nessuno. Pratica di Ufficio Edilizia e non Ufficio urbanistica. Dire che è illegittimo il modo con cui stiamo valutando questa istanza è pesante. Abbiamo bisogno di liquidità e questa è scelta politica dell’Amministrazione. Capire dove fare investimenti”.
   
La dott.ssa Damiano invita i consiglieri alle dichiarazioni di voto sulla delibera. 
Voto contrario per Davide Scano del Movimento 5 Stelle.


Ferrazzi sostiene che “area degradata non lo è” e dire dismissione, “dismissione  non lo è”. 
Si tratta di un “inedito”. Voto contrario”.

Voto Contrario per Sara Visman del Movimento 5 Stelle. 

“Io e Centenaro - afferma Lavini - abbiamo dato valutazione positiva e quindi è confermata. 

Si vota alle 17.20.
Presenti 30, votanti 29, favorevoli 20, contrari 9, astenuti 1. 
Il Consiglio approva.

Immediata eseguibilità: presenti 30, votanti 24, favorevoli 20, contrari 4, astenuti 5, non votanti1.


Francesco Liparulo - Venezia

domenica 27 novembre 2016

Renzi percorre il Bel Paese per far valere la sua politica

LA CITTADINANZA ITALIANA DICE NO
AL DISAGIO SOCIALE E ALLA POVERTA'
C'è bisogno di ridurre puntualmente e intelligentemente la spesa pubblica, per abbattere la tassazione su lavoro e imprese a livelli accettabili. Occorre un piano di massicce alienazioni di patrimonio pubblico, per ridurre l'enorme stock di debito accumulato, e liberare l'economia dalla presenza ingombrante dello Stato – anche nelle sue articolazioni territoriali - della partitocrazia e delle reti di sottogoverno.

Occorre rendere libero e aprire ogni ambito della vita produttiva, perché la competizione è la principale leva di equità ed efficienza. L'economia di mercato e la cultura imprenditoriale devono essere riabilitate: abbiamo bisogno di un capitalismo in cui tutti possano competere, non di una sua variante corrotta asservita agli interessi di pochi.
Occorre rimettere al centro del sistema il cittadino, cui bisogna restituire la libertà di agire ma anche la possibilità di ricevere servizi pubblici efficienti, in un welfare sganciato da apparati rigidi e burocratici. Le diversità territoriali e regionali devono essere valorizzate, per diventare una risorsa e un’opportunità per il Paese.
Le attuali democrazie devono fare i conti con le sfide del mondo globalizzato. Si auspica un diverso rapporto tra individui e società civile, un diverso modo di concepire la dignità della persona e la dignità del suo lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza.
Il riconoscimento eccessivo dato alle regole nei confronti dei contenuti, entra in crisi quando nelle società si neutralizzano i valori fondanti della vita civile. Le democrazie devono risolvere il problema della ridistribuzione dei beni per evitare la scissione dei legami sociali.
Le concezioni individualistiche degli esponenti di governo e dei dirigenti della produttività impediscono di provvedere al bisogno essenziale dei cittadini, cioè il diritto di un lavoro che dà la possibilità di vivere con la propria famiglia in maniera dignitosa.
Gli ordinamenti democratici dello Stato non possono essere soggiogati dal relativismo etico di coloro che non considerano essenziali, per il bene comune della società, i veri valori del popolo italiano che sono la dignità della persona umana che lavora, il mantenimento della sua famiglia, la sussidiarietà nel controllo dell’applicazione delle norme e la solidarietà sociale.
La sopravvivenza stessa della società civile esige il ripristino, a qualsiasi livello produttivo ed economico, dell’etica nel lavoro dell'uomo, cioè la salvaguardia di tutti i suoi diritti.
le.

L’elettore ha già atto la sua scelta e la esprimerà nell’urna del Referendum: 
NO ALLA MANCANZA DI POLITICHE PER I GIOVANI 
NO ALLA POVERTÀ.
Francesco Liparulo - Venezia

sabato 26 novembre 2016

Contestata la legittimità del delegato di Brugnaro

INTERROGAZIONI RIVOLTE AL SINDACO

TRATTATE DAL VICECAPO DI GABINETTO
Convocazione del Consiglio Comunale in Ca’ Loredan giovedì 24 novembre dalle  13.00 alle 14.00 per trattare le interrogazioni presentate dai consiglieri comunali e rivolte al sindaco e agli assessori.

La dott.ssa Ermelinda Damiano, presidente del Consiglio Comunale di Venezia, invita Derek Donadini, vicecapo di gabinetto di Luigi Brugnaro, in qualità di delegato, a trattare le interrogazioni indirizzate al sindaco.

Davide Scano del Movimento 5 Stelle, in qualità di interrogante, cita il comma 5 dell’articolo 7 del Regolamento Interno del Consiglio Comunale: “L’interrogante non potrà parlare sulla propria interrogazione se non dopo che il Sindaco, o chi per esso, vi abbia dato risposta…”. Il consigliere afferma: “Chi per esso si intende un membro della Giunta e non uno qualsiasi. Presidente, DONADINI chi è? Chieda alla Segreteria Generale la procedura”.

“Vicecapo di Gabinetto - risponde Damiano - e anche nella scorsa Legislatura c’era un delegato”.

“Chiediamo parere - sostiene Scano -  per interrogazioni fatte da membri del Consiglio Comunale verso organi esecutivi. Lo staff politico del sindaco non ha nessuna carica comparabile a “chi per esso”, occorre specificare il soggetto che deve dare la risposta”.

La presidente dice: “Aspettiamo il dott. Vergine (direttore e Vicesegretario generale del Comune), per dare risposta”.

Al dott. Francesco Vergine - risponde Scano - gliel’ho appena chiesto in che veste può parlare Donadini. Per l’articolo 7 parla il sindaco o chi per esso, almeno un membro della Giunta. Donadini non è organo del Comune di Venezia. Gli organi del Comune sono il Sindaco, il Consiglio comunale, la Giunta comunale”. 

Non vedo - afferma il Vicesegretario - un problema di legittimità, aggiungo che che nel passato è già accaduto, il Capo di gabinetto o Vicecapo o un dirigente, delegato in materia, rispondeva in luogo del sindaco”.

Donadini relaziona in merito all’Interrogazione n. 1 del 10 luglio 2015, presentata dal consigliere Casson ed altri con oggetto l’Autorità portuale su transito delle grandi navi da crociera attraverso canale Vittorio Emanuele. Il delegato illustra il progetto del “Tresse Nuovo” per portare le grandi navi da crociera allo scalo in Marittima, senza più attraversare il canale della Giudecca. “Il canale - specifica il vicecapo di gabinetto - sarà profondo 10 metri e mezzo, lungo 1,2 chilometri, largo 90 metri in rettilineo e 120 metri in curva, a tagliare l'isola delle Tresse. Le navi entreranno dal Canale dei Petroli e - quasi raggiunto Porto Marghera - "svolteranno" nel nuovo canale che taglierà in due l'isola delle Tresse, per poi navigare lungo il canale Vittorio Emanuele, parallelamente al Ponte della Libertà, fino in Marittima”. 

L’interrogante Felice Casson è assente e risponde Rocco Fiano della Lista Civica Cassson, firmatario della Interrogazione: “Non ci sentiamo soddisfatti - dice il consigliere - perché abbiamo chiesto l’accesso agli atti del progetto Tresse e non abbiamo avuto possibilità in quanto considerato come “variante” al Progetto preliminare”.

Donadini illustra la risposta all’Interrogazione n.15 del 21 ottobre 2015 presentata da Davide Scano  con oggetto: Illegittimità e inopportunità della nomina fatta alla Presidenza del C.d. A. di VEGA S.c.a.r.l.. “Per le nomine del comparto società controllate - afferma il delegato - le nomine hanno un carattere fiducioso fatte dal sindaco come previsto dal Regolamento delle nomine politiche  del Comune, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 115 del 26 luglio 1999 - Modificato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 18 del 27 febbraio 2012”. 

Non ci sentiamo soddisfatti - replica l’interrogante - in quanto il Consiglio comunale dovrebbe delimitare il potere. Le nomine dovrebbero essere tra persone con capacità dimostrate, non con qualsiasi esperienza, ma uno con esperienza in corrispondenza per l’incarico da conferire. La persona nominata ha un diploma magistrale, svolge l’attività di agente di commercio di prodotti alimentari, attività dignitosa e rispettabile, ma questo nulla ha a che fare con l’attività di VEGA ( Venice Gateway for Science and Technology - Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia). Non ricordo che in questi 16 mesi dalla nomina ci sia stato un intervento qualificato per il Vega; solo cose in merito a gestione condominiale di Vega. E poi, non mi ritengo soddisfatto, il sindaco l’11 giugno del 2015, in sede di ballottaggio, aveva sottoscritto un impegno; ha fatto “carne di porco” per questo impegno. L’impegno di procedura trasparente. Non mi soffermo sugli altri, persone più qualificate di Roberto Ferrara? Non lo sappiamo perché non è stato pubblicato niente ON LINE”.

Alle 13.58 Donadini risponde all’Interrogazione n.17 datata 28 ottobre 2015 e presentata dal consigliere Scano : Illegittimità ed inopportunità della nomina fatta per il ruolo di Amministratore Unico di AMES S.p.A..

Ripeto - afferma il delegato - le norme corrispondenti ai Consigli di Amministrazione per società controllate come quelle del Vega, la nomina ha carattere fiducioso, conseguentemente ogni contestazione di merito nulla rileva sulla legittimità della nomina per quanto riguarda il conflitto di interessi rilevato. Non rappresenta un conflitto di interessi”.

 “Non mi soffermo - replica Scano - sulla osservazione in materia di nomina. La questione in questo caso è quella del signor Gabriele Senno. Il conflitto di interessi non lo rilevo su Gabriele Senno, ma sul figlio Matteo Senno del Consiglio comunale. Siccome buona parte della manovra di Bilancio implica situazioni per le Partecipate tra cui AMES, è gioco forza che Senno si astiene. Il consigliere Matteo Senno è anche presidente della XI Commissione consiliare (politiche educative e della famiglia, politiche giovanili, sport, educazione alla legalità, tradizioni)  che si occupa proprio di AMES (Azienda Multiservizi Economici Sociali) per quanto riguarda il servizio mense per le Scuole comunali. Trovo che sicuramente questa nomina sia grave sotto i vari parametri. C’è segno  di gratitudine verso il padre che è stato anche consigliere del Comune”. 

“Io - dice alle 14.10 la presidente Damiano - non posso rispondere. Il messaggio è stato lanciato”.

Per l’Interrogazione n. 18 datata 28 ottobre 2015, presentata da Davide Scano con oggetto: Illegittimità ed inopportunità della nomina fatta per il ruolo di Amministratore Unico di VENIS S.p.A. (Venezia Informatica e Sistemi S.p.A.) Sistema Informativo e della Rete di Telecomunicazioni della Città, Donadini afferma: “Anche in merito a questa nomina, ripeto le considerazioni fatte. La nomina fatta rispettando assolutamente i regolamenti”.

Non ci riteniamo affatto soddisfatti - dice Scano - di questa risposta. Nel caso specifico di  Paolo Bettio, la persona, a parte che ha il curriculum adeguato, non contesto la professionalità del Bettio, la cosa che ci preme sottolineare è che è un incarico inopportuno rispetto al ruolo di manager che rivestiva prima in Attiva spa, una delle venti società del gruppo industriale Umana Holding che fa capo proprio a Luigi Brugnaro ed è legato al sindaco da un rapporto di lavoro”.

Anche per l’Interrogazione n. 19, presentata da Scano il 21 ottobre 2015 con oggetto: Illegittimità ed inopportunità delle nomine fatte per il Consiglio di Amministrazione di VEGA Scarl, Donadini ripete quanto sopra citato.  

La nomina del dott. Tommaso Santini - afferma l’interrogante - oltre che come ruolo di consigliere d’Amministrazione, la cosa rilevante è il fatto del suo incarico di Amministratore delegato; non è figura di consigliere normale ma ha ruolo di tipo direttivo, propositivo nei confronti del Consiglio di Amministrazione. Santini presenta curriculum adeguato all’incarico, fin troppo alto come Amministratore delegato. Santini è manager della società Condotte Immobiliare e dal 2001 al 2005 ha lavorato per il gruppo Guaraldo, seguendo proprio i lavori di costruzione del Vega. Il gruppo Condotte ha grandi interessi immobiliari sulle aree limitrofe al Vega. Di chi farà gli interessi: della sua azienda o dell’azienda del Comune? Il conflitto di interessi è palese. Nel caso in cui ci pare, è lui il conflitto personificato”.    

Donadini ripete le stesse motivazioni per l’Interrogazione n. 25 del 24 novembre 2015, presentata da Scano con oggetto: Illegittimità ed inopportunità di alcune nomine fate per gli incarichi negli organi delle società Partecipate.  

L’interrogante dice: “Non ci sentiamo affatto soddisfatti, la risposta è standard; ci sono conflitti di interesse anche in merito ad alcuni consiglieri comunali. Presidente, noi avevamo presentato interrogazioni rispetto a una serie di persone nominate nei vari consigli di Amministrazione. Il sindaco ha utilizzato le nomine delle Partecipate per sistemare persone. Certo erano persone fidate. Sono state scelte persone della lista fucsia ed alcuni non hanno attinenza per i curriculum. A nostro avviso ci sono conflitti di interesse. Il sindaco poteva scegliere altri nomi esterni  alla sua schiera fucsia”.

Alle 14.31 termina la trattazione delle Interrogazioni.


Francesco Liparulo - Venezia  

venerdì 25 novembre 2016

Le maggioranze governative calpestano la libertà del cittadino

DEMOCRATICISMO "STRISCIANTE" IN PARLAMENTO
CON LE IMPOSIZIONI DELLE ATTUALI MAGGIORANZE 
La politica degli interessi ha dimenticato i valori del popolo italiano. I partiti non sono strutturati dal basso e non sono radicati sul territorio; questo denota mancanza di democrazia. Si auspica la reintroduzione della preferenza nella scheda elettorale.

Le liste elettorali fatte a Roma non permettono di risolvere i gravi problemi della crisi economico – finanziaria che crea disoccupazione e toglie il reddito alle famiglie italiane. Nelle associazioni e nelle piazze si grida che il popolo non è più disponibile a votare per uomini e donne calati dall’alto.
Occorre determinare questa prossima scelta del 4 dicembre per la salvaguardia dei valori delle comunità italiane, della vita, della famiglia e della libertà.
NO ALLA LEGGE ELETTORALE “ITALICUM”
SOSTIENI IL REFERENDUM CON IL TUO VOTO
CONTRO LA MODIFICA DELLA NOSTRA COSTITUZIONE
LA TUA SCELTA È DETERMINANTE PER DIRE NO A RENZI
Francesco Liparulo - Venezia

giovedì 24 novembre 2016

Un piccolo partito governa per il beneficio di pochi

IL REFERENDUM È PARTECIPAZIONE DIRETTA
PER L’AUTOGOVERNO DEL POPOLO ITALIANIO
Con la legge elettorale “ITALICUM” una minoranza politica ottiene la maggioranza parlamentare Oggi occorre vincere il "dispotismo" delle minoranze politiche che sfruttano la regola della maggioranza parlamentare, “la regola del numero”, che, imponendo la volontà di alcuni parlamentari, non tiene conto del continuo aumento del distacco tra le persone e lo Stato, dell’impoverimento delle famiglie costrette a mantenere anche i propri figli senza lavoro.
La “regola del numero” in Parlamento e lo “strapotere del governo” soffocano la democrazia, l’autogoverno del popolo italiano.
La decisione politica dipende dal numero, cioè dalla volontà della maggioranza parlamentare. “Contiamo i voti e facciamo decidere ciò che la maggioranza decide”.
La modifica della Costituzione impone che una sola Camera, un piccolo partito possa ottenere con il premio di maggioranza la possibilità di decidere su tutto.
Si è convenuto che sia il Presidente della Repubblica a indicare il premier che con una piccola minoranza politica può ottenere la maggioranza alla Camera dei Deputati e far approvare tutte le leggi che vuole o che gli vengono imposte dagli eminenti uomini che rappresentano i poteri economici e finanziari europei.
Tutte le decisioni sono possibili a condizione che rispettino la regola del numero.
La democrazia diventa semplicemente procedurale, cioè la democrazia diventa insieme di regole e procedure che stabiliscono chi è autorizzato a prendere decisioni collettive e con quali procedure. Questa concezione lascia impliciti i presupposti della democrazia, come governo dal basso a suffragio universale, lascia impliciti i valori e i fini ma lascia imprecisati i contenuti.
Una democrazia procedurale è aperta ad ogni contenuto e comporta la neutralizzazione pubblica dei valori. La democrazia procedurale entra in crisi quando nella società circolano tensioni che lacerano le coscienze delle persone.
La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento. La politica raggiunge il suo fine più profondo quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza nei rapporti sociali.
Partecipare al Referendum confermativo del 4 dicembre e ad ogni competizione politica è un modo concreto per non disertare la scena pubblica.
La mancanza di lavoro è la prima urgenza del nostro Paese. Se non si riuscirà a trovare una risposta concreta a questa emergenza il rischio è di sacrificare tutti i prodotti italiani e i relativi posti di lavoro.
Partecipare è dovere irrevocabile, specie se si vuole evitare che i potentati economici e finanziari possano dettare le loro leggi di produzione.
Occorre determinare questa prossima scelta del 4 dicembre per la salvaguardia dei valori delle comunità italiane, della vita, della famiglia e della libertà.
NO ALLA LEGGE ELETTORALE “ITALICUM”
SOSTIENI IL REFERENDUM CON IL TUO VOTO
CONTRO LA MODIFICA DELLA NOSTRA COSTITUZIONE
LA TUA SCELTA È DETERMINANTE PER DIRE NO A RENZI
Francesco Liparulo - Venezia

Il salario dei lavoratori è fondamento di ogni società civile

MINACCIATA L’UNITÀ FONDAMENTALE DELLA SOCIETÀ
LA POVERTÀ DILAGA E I GIOVANI FUGGONO ALL’ESTERO
La responsabilità primaria in una società civile e politica spetta all'autorità politica, intesa come funzione essenziale senza la quale la persona umana non può acquisire il bene comune, indispensabile alla sua vita e a quella di tutta la società civile.

Il compito delle persone, investite di potere politico, è quello di emanare una legislazione che garantisca un'ordinata convivenza sociale nella vera giustizia perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa. La legge civile deve assicurare soprattutto i diritti fondamentali che appartengono alla persona. 

Il lavoro è un bene essenziale perché con esso l’uomo realizza se stesso ed espleta la sua libertà nella comunicazione con gli altri per la creazione del bene comune, necessario al benessere materiale e spirituale della società civile. L'operaio ha anche una vita familiare che è un suo diritto e una sua vocazione naturale. La sua attività è condizione per la nascita e il mantenimento della famiglia, ritenuta cellula primordiale di tutta la comunità civile. La perdita del salario del capo famiglia mina alla radice l'unità fondamentale della stessa società.

L'esigenza di creare ricchezza e sostenere la competizione nel mondo globalizzato non può tralasciare la preminenza dei valori essenziali e il mantenimento della coesione sociale, cioè non può tralasciare di assicurare il sostentamento e l’esistenza quotidiana della vita dell’uomo, soggetto inalienabile di tutte le attività sociali.

Il valore del lavoro umano, che è tale perché caratteristica essenziale di ogni persona e bene fondante di ogni sviluppo sociale, non può essere calpestato per finalità non rispondenti ai veri bisogni primari dei cittadini. 

Il benessere materiale perde significato se non si dà importanza alla dignità del lavoro, cioè la società civile si disgrega e perde coesione se l’attività che genera ricchezza non è protetta da norme che assicurino l’esistenza del lavoratore e della sua famiglia.

Francesco Liparulo - Venezia

Il PD renziano cambia la Costituzione a vantaggio di pochi

SI TOGLIE AI CITTADINI LA ELEZIONE DIRETTA E
NON CI SONO REGOLE PER INIZIATIVE POPOLARI
Il Referendum costituzionale che andremo a votare il 4 dicembre è un referendum confermativo, e questo significa che non ci sarà quorum: non c’è bisogno di una soglia minima di votanti. A vincere il referendum sarà semplicemente l’opzione più votata tra “sì” e “no” alla conferma della legge per la riforma costituzionale che abolisce il Senato elettivo e riforma il Titolo V della Costituzione.

“Nella eventualità della conferma referendaria del “si” - ha sostenuto Marco Mancini, docente di Istituzioni di Diritto pubblico Università Ca’ Foscari Venezia - ci sarà il superamento del bicameralismo egualitario paritario delle 2 Camere, cioè avremo un bicameralismo differenziato con camere che hanno funzioni e ruoli diversi ”.
Il Senato, costituito in maggioranza da sindaci e politici non eletti dai cittadini, non potrà opporsi alle leggi volute da una piccola minoranza che ha ottenuto il premio di maggioranza con le nuove leggi. 

Dalla riforma del Titolo V della Costituzione è scaturita la “legge elettorale italiana del 2015, denominata ufficialmente legge 6 maggio 2015, n. 52 e comunemente nota come Italicum.
La legge prevede un sistema proporzionale a doppio turno a correzione maggioritaria, con premio di maggioranza, soglia di sbarramento e 100 collegi plurinominali con capilista "bloccati".

Nadia Urbinati, docente di Teoria Politica Columbia University, per la ragione del “no”, ha affermato: “Questa riforma della Costituzione ci propone un bicameralismo pasticciato, un Senato con elezione indiretta di 95 elementi. 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica e gli altri sono rappresentanti dei territori, non sono nominati da noi
Occorre fare qualcosa di non pasticciato e tornare a dar voce ai cittadini. 
Non è vero che muta solo la 2^ parte della Costituzione, ma muta anche la 1^ parte”.

Questa revisione fu lanciata dal segretario del Partito Democratico ad una assemblea di Confindustria il 3 febbraio 2014, non tramite richiesta elettorale o richiesta popolare. Questo è il nocciolo della riforma. Il resto adattato. Si toglie ai cittadini la elezione diretta e la si offre ai Consiglieri regionali che eleggeranno loro stessi, 73 - 74 consiglieri regionali rappresentanti istituzionali e poi 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica che non rappresentano più nessuno”.

È sbilanciamento - ha sostenuto Nadia Urbinati - verso il Potere Esecutivo. Perché i senatori futuri, pur non avendo funzione legislativa, hanno l’immunità? Con la riforma il Potere legislativo è in posizione di grado inferiore rispetto al Potere Esecutivo. Se si vuole dare il potere legislativo all’Esecutivo è bilanciamento deformato per preminenza dell’Esecutivo, cioè della Maggioranza. Si premia la minoranza come se fosse maggioranza”.

Viene limitata profondamente la decretazione d’urgenza. Si prevede che il governo possa chiedere alla Camera di deliberare entro 70 giorni leggi attinenti al suo programma. Il governo che esce vincente dall’elezione ha il dovere di far approvare al Parlamento il programma”.

Con la riforma costituzionale, voluta dai politici che sostengono Renzi, il Parlamento è indebolito, è occasione perduta che si poteva cogliere con il bicameralismo. Poteva esserci più controllo. Non ci sono regole giuridiche efficaci per le iniziative popolari”.


Bisogna che la Revisione della Costituzione sia scritta bene altrimenti nasce contenzioso tra Regione e Stato per l’elenco delle materie di competenza. La conflittualità viene dal fatto che c’è un elenco. Lo Stato dice: “Questo è mio” e la Regione dice “Questo è mio”. 
La presenza di clausole di supremazia porta perplessità.

Con lo stravolgimento della Costituzione manca riferimento al cittadino in quanto ci sono tante persone nominate (Città metropolitane), non c’è momento elettorale. Aumenta il settore tecnico burocratico e aumenta attività amministrativa rispetto al cittadino”.

AL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE VOTARE NO.

Il voto consapevole è foriero di prosperità se manifesta la volontà di dire NO allo stravolgimento della Costituzione della Repubblica italiana. 

Il popolo ha scelto la democrazia rappresentativa. 

Il Corpo politico dice NO al governo renziano che vuole cambiare le regole del gioco a vantaggio di pochi e non tenere conto dei veri bisogni di tutti gli uomini e ledono della cittadinanza italiana. 

La tua scelta al Referendum è NO al dilagare della povertà e NO alla mancanza di politiche indispensabili per i lavoratori e i giovani.


Francesco Liparulo - Venezia

mercoledì 23 novembre 2016

Il PD renziano manifesta prevaricazione insostenibile

IL REFERENDUM È PARTECIPAZIONE DIRETTA
PER L’AUTOGOVERNO DEL POPOLO ITALIANIO
Con la legge elettorale “ITALICUM” una minoranza politica ottiene la maggioranza parlamentare Oggi occorre vincere il "dispotismo" delle minoranze politiche che sfruttano la regola della maggioranza parlamentare, “la regola del numero”, che, imponendo la volontà di alcuni parlamentari, non tiene conto del continuo aumento del distacco tra le persone e lo Stato, dell’impoverimento delle famiglie costrette a mantenere anche i propri figli senza lavoro.

La “regola del numero” in Parlamento e lo “strapotere del governo” soffocano la democrazia, l’autogoverno del popolo italiano.
La decisione politica dipende dal numero, cioè dalla volontà della maggioranza parlamentare. “Contiamo i voti e facciamo decidere ciò che la maggioranza decide”.

La modifica della Costituzione impone che una sola Camera, un piccolo partito possa ottenere con il premio di maggioranza la possibilità di decidere su tutto.

Si è convenuto che sia il Presidente della Repubblica a indicare il premier che con una piccola minoranza politica può ottenere la maggioranza alla Camera dei Deputati e far approvare tutte le leggi che vuole o che gli vengono imposte dagli eminenti uomini che rappresentano i poteri economici e finanziari europei.

Tutte le decisioni sono possibili a condizione che rispettino la regola del numero.

La democrazia diventa semplicemente procedurale, cioè la democrazia diventa insieme di regole e procedure che stabiliscono chi è autorizzato a prendere decisioni collettive e con quali procedure. Questa concezione lascia impliciti i presupposti della democrazia, come governo dal basso a suffragio universale, lascia impliciti i valori e i fini ma lascia imprecisati i contenuti. 
Una democrazia procedurale è aperta ad ogni contenuto e comporta la neutralizzazione pubblica dei valori. La democrazia procedurale entra in crisi quando nella società circolano tensioni che lacerano le coscienze delle persone.

La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento. La politica raggiunge il suo fine più profondo quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza nei rapporti sociali.

Partecipare al Referendum è un modo concreto per non disertare la scena pubblica.

La mancanza di lavoro è la prima urgenza del nostro Paese. Se non si riuscirà a trovare una risposta concreta a questa emergenza il rischio è di sacrificare tutti i prodotti italiani e i relativi posti di lavoro.

Partecipare è dovere irrevocabile, specie se si vuole evitare che i potentati economici e finanziari possano dettare le loro leggi di produzione.

Occorre determinare questa prossima scelta per la salvaguardia dei valori delle comunità italiane, della vita, della famiglia e della libertà.


NO ALLA LEGGE ELETTORALE “ITALICUM” 
AL REFERENDUM CON LA TUA SCELTA SIGNIFICATIVA DEL NO 
CONTRO LA DEFORMAZIONE DELLA COSTITUZIONE NO SULLA SCHEDA

Francesco Liparulo - Venezia 

Il 4 dicembre vota NO all'inquietudine politica prodotta da Renzi

IL POPOLO SOFFOCA SENZA L’ETICA SOCIALE
Nella società politica sono ancora presenti le “male bestie” indicate da Luigi Sturzo, cioè lo statalismo che è contro la libertà, la partitocrazia che è contro l’uguaglianza, l’abuso del denaro pubblico che è contro la giustizia.

La morale non può essere ignorata dagli amministratori pubblici, cioè l’etica deve stare dentro la politica, perché l’etica sociale è l’anima della politica che permette al popolo di respirare una “vita buona”.
Illegalità, corruzione e malaffare - ha detto Luigi Giampaolino, già presidente della Corte dei Conti – sono notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente alla luce”.
Il ruolo della giustizia è quello di eliminare le ingiustizie sociali che creano odio e risentimenti tra chi gode di benefici e chi non dispone nemmeno dell’essenziale per vivere. Allarmano i dati statistici: l’Italia continua a decrescere del - 2,4% e la recessione, secondo l’ultimo rapporto di Confindustria, “si sta confermando lunga e profonda”. Più di 2 milioni di giovani senza occupazione. Negli ultimi 4 anni i nuovi poveri sono aumentati del 14%, percentuale che nel Sud (secondo la Caritas) arriva al 74%.
Il bene comune del popolo, inteso come “vita buona”, cioè conforme alle esigenze e alla dignità della natura umana che esige una vita moralmente giusta e felice, è il fine della politica. Questo bene deve fluire su ogni membro della comunità civile. La crisi economica nasce – “dall’assenza di un solido fondamento etico” per cui “imprescindibile la ricerca del bene comune e la tutela della dignità umana”.
L’attività degli amministratori pubblici non deve essere fondata sull’avidità, la gelosia, l’egoismo, l’orgoglio e l’astuzia, ma sui bisogni più intimi della vita delle persone e dell’esigenza della pace sociale, dell’energie morali e spirituali dei cittadini. Il superamento degli egoismi, cioè il trionfo della giustizia sociale costituisce il fine dell’agire politico che trasforma l’ingiusto in giusto.
La politica sarà considerata giusta se realizza il compimento del bene comune, cioè se crea prosperità materiale quale presupposto per l’elevazione spirituale dell’esistenza umana.
Il compito delle persone investite di potere politico è quello di emanare una legislazione che garantisca un’ordinata convivenza sociale nella vera giustizia perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa. La società politica necessita di uomini e donne che possano dare un senso all’esistenza concreta del cittadino che è soprattutto aspirazione alla libertà di realizzarsi nell’ambito di una società civile.
Si rivendica una discussione dentro il Parlamento italiano per una maggiore aderenza alle istanze del popolo, cioè risolvere i problemi legati alla perdita dei posti di lavoro e quelli del precariato giovanile che sembrano non aver spazio nelle proposte del potere esecutivo.
La politica dovrebbe essere capace di dare risposte ai bisogni economici dei lavoratori e delle loro famiglie, di garantire la legalità e i diritti civili, cioè dovrebbe essere vero motore di riforme istituzionali equilibrate e condivise.
Francesco Liparulo - Venezia

Per l’indigenza diffusa vota NO al Referendum

LA DEMOCRAZIA ITALIANA È ORA A RISCHIO
CON LA MODIFICA COSTITUZIONALE RENZIANA
La realizzazione del compimento della democrazia nell’ordine sociale e politico non è pienamente soddisfatto con l’esistenza di uomini e donne che vivono nella precarietà e nell’indigenza perché l’economia è stata fondata sulla produttività del denaro e l’egoismo di alcuni politici.

La parola democrazia deve designare un modo di vivere la vita quotidiana e la vita politica.
Si tratta di acquisire una vera cittadinanza per tutte le persone che vivono sul territorio nazionale, cioè ragionare sui “problemi umani complessi e affrontarli utilizzando il metodo della “concertazione” che significa “mettersi insieme” per risolvere i problemi dei lavoratori, dei giovani e delle famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese per il sostentamento dei figli.

I sostenitori del "Bene comune" sono chiamati a "mantenere desta la sensibilità" per il riconoscimento dei diritti e della dignità di ogni uomo o donna, di fronte ai vecchi politici che hanno piegato la propria ragione "all'attrattiva dell'utilità individualistica" a danno delle persone che costituiscono la comunità civile.
Occorre vincere la corruzione, la partitocrazia ed eliminare lo sperpero del denaro pubblico per il trionfo della giustizia sociale.
Si tratta di raggruppare tutti coloro che vorranno dedicarsi a una certa concezione di democrazia da perseguire e dei mezzi idonei per il conseguimento dell'onestà nell'impiego del pubblico denaro.
AL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE VOTARE NO.
Il voto consapevole è foriero di prosperità se manifesta la volontà di dire NO allo stravolgimento della Costituzione della Repubblica italiana.
Il popolo ha scelto la democrazia rappresentativa.
Il Corpo politico dice NO al governo renziano che vuole cambiare le regole del gioco a vantaggio di pochi e non tenere conto dei veri bisogni di tutti gli uomini e ledono della cittadinanza italiana.
La tua scelta al Referendum è NO al dilagare della povertà e NO alla mancanza di politiche indispensabili per i lavoratori e i giovani.
Francesco Liparulo - Venezia

domenica 20 novembre 2016

NO alla modifica della Costituzione per gli interessi delle lobby

IL 4 DICEMBRE SI VOTA IL REFERENDUM CONTERMATIVO
Il Referendum costituzionale che andremo a votare il 4 dicembre è un referendum confermativo, e questo significa che non ci sarà quorum: non c’è bisogno di una soglia minima di votanti. A vincere il referendum sarà semplicemente l’opzione più votata tra “sì” e “no” alla conferma della legge per la riforma costituzionale che abolisce il Senato elettivo e riforma il Titolo V della Costituzione.

Nella eventualità della conferma referendaria del “si” - ha sostenuto Marco Mancini, docente di Istituzioni di Diritto pubblico Università Ca’ Foscari Venezia - ci sarà il superamento del bicameralismo egualitario paritario delle 2 Camere, cioè avremo un bicameralismo differenziato con camere che hanno funzioni e ruoli diversi ”.
Il Senato, costituito in maggioranza da sindaci e politici non eletti dai cittadini, non potrà opporsi alle leggi volute da una piccola minoranza che ha ottenuto il premio di maggioranza con le nuove leggi. 

Dalla riforma del Titolo V della Costituzione è scaturita la “legge elettorale italiana del 2015, denominata ufficialmente legge 6 maggio 2015, n. 52 e comunemente nota come Italicum.
La legge prevede un sistema proporzionale a doppio turno a correzione maggioritaria, con premio di maggioranza, soglia di sbarramento e 100 collegi plurinominali con capilista "bloccati".

Nadia Urbinati, docente di Teoria Politica Columbia University, per la ragione del “no”, ha affermato: “Questa riforma della Costituzione ci propone un bicameralismo pasticciato, un Senato con elezione indiretta di 95 elementi. 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica e gli altri sono rappresentanti dei territori, non sono nominati da noi. 
Occorre fare qualcosa di non pasticciato e tornare a dar voce ai cittadini
Non è vero che muta solo la 2^ parte della Costituzione, ma muta anche la 1^ parte”.

Questa revisione fu lanciata dal segretario del Partito Democratico ad una assemblea di Confindustria il 3 febbraio 2014, non tramite richiesta elettorale o richiesta popolare. Questo è il nocciolo della riforma. Il resto adattato. Si toglie ai cittadini la elezione diretta e la si offre ai Consiglieri regionali che eleggeranno loro stessi, 73 - 74 consiglieri regionali rappresentanti istituzionali e poi 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica che non rappresentano più nessuno”.

È sbilanciamento - ha sostenuto Nadia Urbinati - verso il Potere Esecutivo. Perché i senatori futuri, pur non avendo funzione legislativa, hanno l’immunità? Con la riforma il Potere legislativo è in posizione di grado inferiore rispetto al Potere Esecutivo. Se si vuole dare il potere legislativo all’Esecutivo è bilanciamento deformato per preminenza dell’Esecutivo, cioè della Maggioranza. Si premia la minoranza come se fosse maggioranza”.

Viene limitata profondamente la decretazione d’urgenza. Si prevede che il governo possa chiedere alla Camera di deliberare entro 70 giorni leggi attinenti al suo programma. Il governo che esce vincente dall’elezione ha il dovere di far approvare al Parlamento il programma”.

Con la riforma costituzionale, voluta dai politici che sostengono Renzi, il Parlamento è indebolito, è occasione perduta che si poteva cogliere con il bicameralismo. Poteva esserci più controllo. Non ci sono regole giuridiche efficaci per le iniziative popolari”.


Bisogna che la Revisione della Costituzione sia scritta bene altrimenti nasce contenzioso tra Regione e Stato per l’elenco delle materie di competenza. La conflittualità viene dal fatto che c’è un elenco. Lo Stato dice: “Questo è mio” e la Regione dice “Questo è mio”
La presenza di clausole di supremazia porta perplessità.

Con lo stravolgimento della Costituzione manca riferimento al cittadino in quanto ci sono tante persone nominate (Città metropolitane), non c’è momento elettorale. Aumenta il settore tecnico burocratico e aumenta attività amministrativa rispetto al cittadino”.

AL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE VOTARE NO.

Il voto consapevole è foriero di prosperità se manifesta la volontà di dire NO allo stravolgimento della Costituzione della Repubblica italiana. 

Il popolo ha scelto la democrazia rappresentativa

Il Corpo politico dice NO al governo renziano che vuole cambiare le regole del gioco a vantaggio di pochi e non tenere conto dei veri bisogni di tutti gli uomini e ledono della cittadinanza italiana. 

La tua scelta al Referendum è NO al dilagare della povertà e NO alla mancanza di politiche indispensabili per i lavoratori e i giovani.


Francesco Liparulo - Venezia 

La Democrazia è soffocata con il SI renziano

IL REFERENDUM È PARTECIPAZIONE DIRETTA
PER L’AUTOGOVERNO DEL POPOLO ITALIANIO
Con la legge elettorale “ITALICUM” una minoranza politica ottiene la maggioranza parlamentare.

Oggi occorre vincere il "dispotismo" delle minoranze politiche che sfruttano la regola della maggioranza parlamentare, “la regola del numero”, che, imponendo la volontà di alcuni parlamentari, non tiene conto del continuo aumento del distacco tra le persone e lo Stato, dell’impoverimento delle famiglie costrette a mantenere anche i propri figli senza lavoro.

La “regola del numero” in Parlamento e lo “strapotere del governo” soffocano la democrazia, l’autogoverno del popolo italiano.

La decisione politica dipende dal numero, cioè dalla volontà della maggioranza parlamentare. “Contiamo i voti e facciamo decidere ciò che la maggioranza decide”.

La modifica della Costituzione impone che una sola Camera, un piccolo partito possa ottenere con il premio di maggioranza la possibilità di decidere su tutto.

Si è convenuto che sia il Presidente della Repubblica a indicare il premier che con una piccola minoranza politica può ottenere la maggioranza alla Camera dei Deputati e far approvare tutte le leggi che vuole o che gli vengono imposte dagli eminenti uomini che rappresentano i poteri economici e finanziari europei.

Tutte le decisioni sono possibili a condizione che rispettino la regola del numero.
La democrazia diventa semplicemente procedurale, cioè la democrazia diventa insieme di regole e procedure che stabiliscono chi è autorizzato a prendere decisioni collettive e con quali procedure. Questa concezione lascia impliciti i presupposti della democrazia, come governo dal basso a suffragio universale, lascia impliciti i valori e i fini ma lascia imprecisati i contenuti. 
Una democrazia procedurale è aperta ad ogni contenuto e comporta la neutralizzazione pubblica dei valori. La democrazia procedurale entra in crisi quando nella società circolano tensioni che lacerano le coscienze delle persone.


La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento. La politica raggiunge il suo fine più profondo quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza nei rapporti sociali.

Partecipare al Referendum è un modo concreto per non disertare la scena pubblica.

La mancanza di lavoro è la prima urgenza del nostro Paese. Se non si riuscirà a trovare una risposta concreta a questa emergenza il rischio è di sacrificare tutti i prodotti italiani e i relativi posti di lavoro.

Partecipare è dovere irrevocabile, specie se si vuole evitare che i potentati economici e finanziari possano dettare le loro leggi di produzione.

Occorre determinare questa prossima scelta per la salvaguardia dei valori delle comunità italiane, della vita, della famiglia e della libertà.

NO ALLA LEGGE ELETTORALE “ITALICUM” 
SOSTIENI IL REFERENDUM CON IL TUO VOTO 

CONTRO LA DEFORMAZIONE DELLA COSTITUZIONE VOTA NO

Disagio per il disprezzo della dignità del cittadino

MALVERSAZIONI E CORRUZIONE
RADICE DI INGIUSTIZIE SOCIALI
“Illegalità, corruzione e malaffare – ha detto Luigi Giampaolino, già presidente della Corte di Conti – sono notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce. Il denaro pubblico va maneggiato con cura, chi lo usa ne deve rendere conto”. 

Si avverte disagio di fronte al disprezzo pratico della persona umana e della sua dignità. 

L’emblema della condizione economica – politica di oggi è costituito dalla presenza di Stati deboli, mercati forti e finanze fortissime. Si assiste a un intreccio tra sfera economica, mediale e politica per cui occorrono nuove forme di azione politica capaci di bilanciare il potere dei mercati entro gli spazi della globalizzazione. Il potere del mercato finanziario è transnazionale e influisce sulle decisioni dei governi nazionali. 

La globalizzazione dell’economia richiede un governo dell’economia che appare oggi mancare agli occhi di tutti. Nel mercato globale mancano Istituzioni politiche ed economiche efficaci per mettere in atto o far rispettare le regole della convivenza pacifica dei popoli. 

Insofferenza e protesta scaturiscono dai cittadini che vedono minacciata la loro esistenza sociale. La vita sociale richiede che la famiglia abbia un ruolo pubblico nella comunità perché è il perno di giunzione essenziale tra la persona la società e lo Stato. Il suo carattere originario, antecedente allo Stato, richiede la promozione della sua funzione da parte delle Istituzioni. 

Preoccupanti sono i dati del Rapporto annuale dell’Istituto di statistica: il 41,9% degli italiani di età compresa tra i 25 e i 34 anni vive ancora in casa con i genitori (nel 1993 era solo del 33,2%). Il 45% della fascia 25-34 anni dichiara di non poter andare via di casa, perché non in grado di mantenersi economicamente, pagare un affitto o accedere a un mutuo per acquistare un’abitazione. Ci sono 2 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non cercano lavoro.

Si auspicano meno vincoli sul mercato del lavoro, in campo energetico e sulla ricerca.

Al Paese occorre una legge elettorale che consenta nuove elezioni per eliminare l’evidente scollamento dei cittadini dalla politica e per ridare slancio e capacità innovativa al sistema politico e istituzionale. 

Occorre saper rispondere ai bisogni dei meno abbienti e dei malati; riequilibrare aree produttive, abitative e aree verdi fruibili; garantire trasporti senza inquinamento; garantire servizi sostenibili per gas, acqua, energia e raccolta rifiuti. 

I valori del popolo italiano tra cui in primo luogo quello della persona e del lavoro devono essere difesi per conservare la nostra identità e promuovere un futuro per la nostra società civile.

AL REFERENDUM del 4 DICEMBRE VOTA NO


Francesco Liparulo - Venezia