mercoledì 25 novembre 2015

Bozza di Statuto definitiva della Città metropolitana

LA SINISTRA VENEZIANA SI CONFRONTA
CON IL SUO PRIMO DOCUMENTO DI LAVORO
Il Consiglio della Città metropolitana di Venezia, convocato il 9 novembre 2015 in Venezia a Palazzo Ca’ Corner, San Marco 2662, ha iniziato alle 15.32 la discussione della Bozza di Statuto definitiva. 
“Abbiamo colto tutti l’importanza - afferma Luigi Brugnaro - di stringere sullo Statuto e dare inizio alla discussione”.
Il Consigliere Nicola Pellicani (Lista Civica F. Casson), rivolgendosi al sindaco metropolitano, e, condividendo il il pensiero dei consiglieri del PD, afferma: “Abbiamo colto lo stimolo nell’ultima seduta: la Bozza definitiva elaborata da lei. Abbiamo prodotto un 1° documento di lavoro che individua una serie di punti su cui apriamo un confronto per alcune modifiche. È il documento più importante per rafforzare il ruolo della Città metropolitana. Non vado ad elencare tutti, punto per punto; vorrei soffermarmi su alcuni. I valori di riferimento sono quelli della Carta dei valori. Io credo, però, che nello Statuto non possiamo rinunciare a introdurre alcuni elementi come trasparenza, pari opportunità, legalità, ambiente. 
Non è necessario introdurre nuovi articoli. Dire questo non solamente per questi valori ispiratori, ma anche per esempio quelli della Città metropolitana in rapporto al contesto europeo. La città metropolitana deve essere inclusiva, sostenibile e intelligente. 
Per la elezione diretta del sindaco va ribadita la volontà. Mantenere la modifica della frammentazione del Comune di Venezia.
L’altra questione fondamentale è quella relativa al Piano strategico che costituisce la missione della Città metropolitana. Accanto a quello previsto dalla legge Delrio, triennale, noi dobbiamo affiancarlo e prevedere un documento strategico con un orizzonte temporale di almeno 10 anni. Noi siamo più per costruire la città nei prossimi 10 - 20 anni. L’idea di città che vogliamo costruire è quella di dare rilevanza con il documento anche allo Statuto. 
Accanto al Piano strategico, un documento strategico in cui individuare strategie e percorso, per una chiarezza interna dello Statuto con le forze vive della città. 
Credo che sia molto importante. Si tratta principalmente di affrontare il ruolo della Conferenza metropolitana per rafforzare il ruolo funzione e coinvolgere i rappresentanti delle Zone omogenee. Inoltre debbono avere rappresentanza interna alla Conferenza i presidenti delle Municipalità che rappresentano parte integrante del territorio per favorire la massima rappresentanza.

Alle 15.48 interviene il consigliere Massimo Sensini, sindaco leghista di Fossalta di Piave: “ Prendo spunto dalle Municipalità: il senso dello Statuto deve andare in altra direzione. Le realtà più piccole non devono essere emarginate, sono già rappresentate. Si rischia di oscurare le opportunità che il territorio periferico debba avere. Altrimenti, se continuiamo a rallentare e premiare le grosse realtà, non è questo lo spirito della Città metropolitana. Proponiamo di invertire le possibilità di gestione dando alle realtà più piccole dei vantaggi. Occorre vedere un modo di operare per problematiche che si propongono.
Mi sento di pretendere la elezione diretta del sindaco. Alcune città metropolitane operano sopra i 3 milioni di abitanti sono libere di scegliere, mentre altre non prevedono l’elezione diretta del sindaco. L’elezione diretta del sindaco debba essere prevista qui subito”.

Alle 16.51 il consigliere Andrea Cereser, sindaco di San Donà di Piave afferma: “Rimane necessità per condivisione di risorse; per essere più competitivi. Il Piano strategico deve essere aggiornato per allinearlo alle strategie dell’Europa per i fondi disponibili. La specificità del Veneto Orientale deve trovare spazio nello Statuto. Le differenze devono costituire punto di forza e deve essere dote, fonte di valori per percorso che deve essere fatto in un Piano strategico metropolitano”.
Alle 15.56 il consigliere Flavio Berton di Scorzè, portavoce del Movimento 5 Stelle, dice: “Ho presentato una mozione in 5 punti allo Statuto. Si tratterebbe di una impostazione sintetica più breve. L’attuale previsione trascura la tutela delle specificità territoriali. Si riscontra un “Venezia centrismo” all’articolo 6.2f e una mancanza di fissazione degli obiettivi. Il quinto punto tratta della elezione diretta del sindaco. Tutto il Consiglio metropolitano si è espresso che manca nella legge Delrio. Si dia mandato al sindaco metropolitano per un’ interfaccia con il governo per modificare le disposizioni.
Il consigliere Giovanni Battista Mestriner, sindaco di Scorzè, interviene alle 16.02 ed afferma: “ Nel documento che ci è stato dato ci sono alcune cose condivisibili: il consiglio nella rappresentazione delle realtà deve fare sintesi; il tema dell’elezione diretta del sindaco. Ringrazio il sindaco Brugnaro per aver proposto una Bozza di Statuto e dare idea vera che dobbiamo fare semplificazione. Il tema importante sia quello che ha sottolineato Il consigliere Cereser, cioè dobbiamo fare discussioni serie. Partiamo dal presupposto dell’eliminazione delle provincie. Troppi livelli di governo: Municipalità, Comune, Provincia, Regione, Stato, Europa. 6 livelli do governo ciascuno con poteri. Si disse: dobbiamo semplificare, razionalizzare. È stato detto: eliminiamo le provincie. Questa sensibilità presente non possiamo fare finta che non ci sia. Si punta a eliminazione provincia, avremo gli stessi livelli di governo. Figuriamoci se aumentiamo i livelli con altri comuni: Marghera, Mestre. Avremo in mezzo altro comune, cioè l’Unione dei comuni che è altro ente con competenze che ha a seconda del suo grado, cioè delle sue forze.
Dobbiamo favorire unione dei comuni c’è scritto. Abbiamo la necessità di favorire unioni se non nascono dal basso Stiamo cenando un altro governo, un altro ente, un altro soggetto con cui confrontarsi”.

Alle 16.16 interviene Andrea Ferrazzi (PD): “Io credo, consigliere Mestriner, che la questione sia questa, credo sì semplificare la Città metropolitana. Concordo, la legge Delrio è una pessima legge, però ci consente di partire. Credo semplificare 44 comuni, che non spieghi fusione comuni e Unione comuni portare nella città metropolitana la voce di Uno che parla per 10. Il mio obiettivo è semplificare, intendo in questo modo- Credo che la legge è non riprodurre quello che era prima, cioè una struttura più snella rispetto alla Provincia. Se pensiamo a delegare ai consiglieri metropolitani deleghe di Progetti o temi, si tratta di il ruolo collegiale e unitario. Se facciamo Sportello unico intendo città come piattaforma unica di governo.
Semplificare significa favorire e ridurre anche il numero dei comuni”.

“Sfida importante - dice Andrea Cereser, sindaco di San Donà di Piave - che ci chiedono i cittadini, aspetto da considerare, ci vuole più intelligenza per fare cose semplici con sforzo in più. Aspetto semplice è ottimo punto di partenza . Specifica Sportello unico è esigenza dell’azienda. La realtà è questa: decidere e ora un unico metro metropolitano.sulla semplificazione. 
Ci sono purtroppo cittadini di serie A e cittadini di serie B. Purtroppo, nonostante la Costituzione, i cittadini hanno servizi diversi in funzione dei comuni in cui nascono. L’unione dei comuni si è dimostrata fallimentare, ci può essere opportunità. Con i numeri, il peso della fiscalità, le cose possono funzionare. Se pensiamo a realtà con comuni di 80 mila abitanti dove si m mettono assieme risorse può avere significato. Valutare su numeri e fatti cosa questa realtà può produrre in termini di benefici”.

Alle 16.30 Ferrazzi dice: “Noi dobbiamo chiarire idea che abbiamo di città metropolitana. I consiglieri metropolitani rappresentano tutti i cittadini senza vincolo di mandato. I dea di grande accordo per dare sferzata, catalizzatore di investimenti, sfrutta nuovo ente come strumento che fino ad ora non c’era. Se pensiamo la città metropolitana come sommatoria di comuni, abbiamo sbagliato, c’era già la provincia. 
La città metropolitana non è la Provincia, è altra cosa; nasce dalla consapevolezza della grande competizione tra are metropolitane e nel governare ci vuole consenso comune tra città metropolitane. La città metropolitana rappresenta politicamente il territorio. La competizione ormai è forte; o c’è sistema che funziona oppure non viene l’investitore. Dobbiamo avere il coraggio come classe dirigente per ottenere una città metropolitana competitiva, produrre più ricchezza. La città metropolitana non è la soma di micro interessi dei comuni. dobbiamo tenere insieme capacità di fare programmazione di alto livello”.

Alle 17.05 Luigi Brugnaro chiama Massimo Sensini per presiedere la seduta del Consiglio metropolitano.
Giovanni Mestriner interviene: “Ferrazzi diceva: visione che abbiamo di città metropolitana. Lui vede la sua visione di città metropolitana e pensa che sia l’unica strada da imboccare; dice che la città metropolitana deve servire a creare vantaggi. Non è lo stesso che dire Città metropolitana è un grande comune come la state disegnando voi. È un grande comune, una grande cosa. Una cosa è Scorzè e una cosa è Teglio Veneto. 
Se tema è rendere efficienti gli investimenti,, semplificare il fatto che arrivano investitori discutiamo. Uniformità non è parola magica ma è risposta sbagliata. Trattare stesso metro situazioni diverse è sbagliato. Se città metropolitana da vantaggi è la comunità locale che semplifica. La chiave culturale di lettura, sono d’accordo.
Voi dite: se il Piano strategico non viene accettato dal comune, il comune è escluso. É la chiave che unisce. Processo di consenso non arriva a traguardo perché lo abbiamo deciso noi”.

“Basta fare comizi - replica il consigliere Ferrazzi alle 17.18”.
Francesco Liparulo - Venezia

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