martedì 5 febbraio 2013

Il primato dell’economia reale


UN  PAESE  CON  PIÙ  OCCUPAZIONE
E REDDITO GIUSTO PER LE FAMIGLIE

La crisi delle famiglie, il dramma occupazionale che colpisce i giovani, l’aumento del lavoro sommerso e la crescente sfiducia nelle istituzioni – sostiene Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc – rappresentano emergenze preoccupanti su cui tutti i partiti sono chiamati a fare la loro parte nel futuro governo del Paese”. Si tratta per l’Udc di lavorare ed esercitare un ruolo di responsabilità per il bene dell’Italia, guardando avanti perché con le speculazioni internazionali il Paese ha bisogno del concorso di tutti.
Si chiede di ritrovare il primato dell'economia reale su quella finanziaria, mettendo a frutto la ricchezza familiare, riducendo la spesa pubblica corrente e la pressione fiscale. Si tratta di far crescere l'economia con più occupazione e con maggiore reddito disponibile per le famiglie. I maggiori consumi dei lavoratori creerebbero riduzione del deficit pubblico. I pilastri del popolo italiano rimangono “il senso della famiglia, il gusto per la qualità della vita, la tradizione religiosa e l’amore per il bello”.
Sono convinto – ha sostenuto Pier Ferdinando Casini - che Monti darà risposte chiare e noi dobbiamo aiutarlo per costituire in Parlamento un complesso di forze credibili per trovare convergenze. Monti sa che il problema è la crescita e sa che è da affrontare in modo equilibrato". La coalizione di Monti, sostenuta dall'Udc e da Fli intende attuare la crescita in un quadro di equità sociale per “dare ai nostri figli un futuro concreto di dignità e speranza”.
Si tratta per gli esperti dell’economia di dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L'applicazione del principio di sussidiarietà significa che lo Stato non deve togliere alla famiglia quei compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantirle il suo sostegno, assicurando l’aiuto di cui ha bisogno per assumere le sue responsabilità. La solidità del nucleo familiare è risorsa per la qualità della convivenza sociale.
La disoccupazione e la povertà crescono in modo considerevole e lo squilibrio tra Nord e Sud si accentua sempre di più.
Il bene comune del popolo, inteso come vita buona, cioè conforme alle esigenze e alla dignità della natura umana che esige una vita moralmente giusta e felice, è il fine della politica. Questo bene deve rifluire su ogni membro della comunità civile.
La politica è considerata giusta se realizza il bene comune, cioè se crea prosperità materiale quale presupposto per l’elevazione spirituale dell’esistenza umana. Il bene comune è tale se tutta la comunità è coesa nella giustizia e nell’amicizia civica che sono le forze conservative della società.
L'attività dei rappresentanti del popolo non deve essere fondata sull’avidità, la gelosia, l’egoismo, l’orgoglio e l’astuzia, ma sui bisogni più intimi della vita delle persone e dell’esigenza della pace, dell’energie morali e spirituali dell’uomo.
Il superamento degli egoismi, cioè il trionfo della giustizia sociale, costituisce il fine dell’agire politico che diventa leva che trasforma l’ingiusto in giusto. L'azione coraggiosa del testimone del popolo non è semplice sopportazione, cioè non è calma imperturbabile, ma è provocazione che mira ad eliminare gli ostacoli della vita dei cittadini per la pace e la riconciliazione sociale.
La vita democratica dovrebbe essere un’organizzazione razionale di libertà eticamente e umanamente fondata. L'esigenza di libertà tende a realizzare progressivamente nella vita sociale l’aspirazione dell’uomo a essere trattato nel tutto sociale come una persona e questa aspirazione è un’espressione di un ideale attuabile soltanto con lo sviluppo del diritto, di un senso sacro della giustizia, dell’onore e con lo sviluppo dell’amicizia civica.
La società politica è destinata allo sviluppo delle condizioni di ambiente che portano la moltitudine a un grado di vita materiale, intellettuale e morale conveniente al bene e alla pace del tutto sociale.
Si tratta di realizzare una democrazia nella quale i cittadini non abbiano solo diritto di suffragio, ma si trovino impegnati in modo attivo nella vita politica del Paese. Lo Stato sia strumento a servizio della comunità civile, cioè lo Stato proporzionerà il suo modo di agire in rapporto ai valori della comunità.
Se si vuole proporre una coalizione di riformisti per la nazione occorre raggruppare tutti coloro che vorranno dedicarsi a una certa concezione di democrazia da perseguire e dei mezzi idonei per il conseguimento della “vita buona”.
I valori del popolo italiano (dignità della persona umana, famiglia, solidarietà, sussidiarietà), devono penetrare la cultura e promuovere il benessere della comunità civile.
“L’Udc è il pilastro fondante della coalizione a sostegno di Monti - ha detto Antonio De Poli, numero 2 al Senato della lista Monti in Veneto - per aprire la strada a un governo di responsabilità, forte e credibile. Noi saremo il cuore e l’anima popolare della nuova classe dirigente”.
La società civile necessita di uomini e donne che possano dare un senso all’esistenza concreta del cittadino, cioè la cittadinanza ha bisogno di persone che credono a un Progetto per il Paese. Si tratta di raggruppare tutti coloro che credono nei seguenti valori: dignità della persona, centralità della famiglia, libertà, responsabilità, uguaglianza, giustizia sociale, legalità, solidarietà e sussidiarietà.
Il voto dell’elettore per i candidati dell’Udc è ben riposto perché si tratta di inviare in Parlamento dei testimoni del popolo che promuoveranno le leggi necessarie per far uscire le famiglie dalla paura della povertà e aprire ai giovani un orizzonte trasparente per un’occupazione sicura. Sì a Monti e all’Udc.
Francesco Liparulo - Venezia

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