lunedì 18 febbraio 2013

Elettori per i “valori forti” del popolo


CENTRO DI FORZE DINAMICO
PER  UNA  SOCIETÀ  ATTENTA

Mario Monti crede “in una grande risposta degli Italiani che hanno voglia di cambiamento” e ritiene di poter “dare un messaggio di speranza agli Italiani”. La sua “salita in politica” è stata determinata dal desiderio di “unire gli Italiani e non dividerli” con il sostegno di Pierferdinando Casini, leader dell’UDC, e di Gianfranco Fini, presidente della Camera dei deputati, che “per primi hanno visto i difetti del bipolarismo”.
Qual è la questione del nostro Paese?
L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più deboli" degli Italiani.
C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che “riconosca e sostenga” la persona umana secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che possa conservarsi nel tempo. Si tratta di riaffermare e realizzare per la nostra “società attenta ed esigente” i “valori forti” del popolo italiano che sono “dignità della persona che lavora, famiglia, solidarietà, sussidiarietà, economia sociale di mercato” per far fronte all’impoverimento delle famiglie, alla crescente disaffezione verso la politica, al peggioramento delle prospettive di stabilità per il lavoro dei giovani e all’ingiustizia sociale che permette a pochi di vivere nell’abbondanza e a molti di indebitarsi per fronteggiare la “perfida crisi”.
Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell'uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale.
Le soluzioni già adottate dei problemi dell’attuale mondo economico e finanziario globalizzato minano la concezione cristiana dell'uomo e del suo destino, perché sono basate sull’idea che l’uomo non è il soggetto delle attività umane, ma un oggetto manipolabile per qualsiasi scopo utilitaristico e individualistico.
Lo Stato deve provvedere a migliorare le infrastrutture, a sostenere la ricerca scientifica e a regolamentare il mercato, producendo normative finanziarie e creando maggiore equilibrio tra domanda e offerta nell’ambito del territorio nazionale. Si tratta di frenare la povertà dilagante e la perdita dei posti di lavoro, garantendo equità sociale ed eliminando le ingiustizie sociali tra chi ha troppo e chi non ha nemmeno il necessario per mantenere la famiglia.
La “cellula vitale” della società, la famiglia naturale, costituita dall’amore di un uomo e una donna che attraverso la procreazione dei loro figli tramandano i valori del loro popolo, è minacciata dalla pressione degli interessi utilitaristici che non considerano il valore e la dignità dell’essere umano. Questa espressione originaria della società umana richiede il rispetto del principio di sussidiarietà, inteso come aiuto economico, istituzionale, legislativo offerto alla famiglia. Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualiste perché la persona e i suoi bisogni devono essere al centro delle attenzioni delle Autorità politiche.
Si avverte la necessità di costruire un Centro coeso “di molte forze politiche” di ispirazione popolare, liberale, cristiana e sociale. La politica degli interessi ha dimenticato i valori del popolo italiano.
La democrazia è un sistema politico e la comunità civile ha esigenza di ritrovare la propria identità attraverso l’azione di politici che sappiano promuovere il benessere sociale per tutti. I valori del popolo italiano tra cui in primo luogo quello della persona e del lavoro devono essere difesi per conservare la nostra identità.
La globalizzazione si governa promuovendo occupazione che dà prosperità, garantendo l'equità che elimina le ingiustizie sociali e armonizzando la sostenibilità per le prossime generazioni. Soltanto l'intervento dello Stato può compendiare l'azione degli investitori mondiali in modo da attrarre i capitali con una giusta ed equa regolamentazione finanziaria e commerciale per promuovere occupazione e progresso per tutta la cittadinanza, cioè attuare un'economia sociale di mercato e promuovere la solidarietà e la sussidiarietà.
Occorre costituire in Parlamento un’unità di intenti, uno schieramento compatto e coeso. L’uomo giusto è Mario Monti. La fiducia riposta in lui dal Presidente della Repubblica ha già dato risultati positivi restituendo all’Italia, in ambito europeo e nel contesto mondiale, quella credibilità, indispensabile per evitare l’allontanamento dal nostro territorio degli investimenti, necessari per dare alla produttività nazionale quella spinta vitale per esistere nella globalizzazione dei mercati e delle finanze.
Ciò che impedisce la crescita per gli esperti di economia, per chi fa impresa e per i lavoratori è la mancanza di volontà politica. Occorre che il Parlamento si impegni per utilizzare tutte le risorse del Paese al fine di superare l'attuale crisi sociale e produttiva. Si tratta di legiferare per quello che interessa alla società civile, cioè adottare tutte le misure politiche con provvedimenti mirati a rilanciare l'economia sociale di mercato. I cittadini che amano la libertà e vogliono che le Istituzioni provvedano alla loro vita quotidiana, basata sul lavoro, la famiglia e i figli, vogliono un rilancio dell’occupazione e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Oggi in politica c’è già chi è in grado di governare l’Italia, cioè in grado di ricevere il consenso delle forze politiche responsabili per costituire in Parlamento un complesso di forze “dalle spalle larghe” per attuare quella “politica necessaria” per far riemergere dall’apnea una nazione che, per gli egoismi e i fini utilitaristici di alcuni politici, ha rischiato di uscire dalla fiducia dei Paesi più competitivi dell’Europa.
“Ho deciso di guidare un movimento di società civica alle prossime elezioni – ha detto Mario Monti il 23 gennaio all'apertura del summit del World Economic Forum, tenutosi in Svizzera a Davos – perché vedo la necessità di una nuova forma politica che vada oltre le vecchie coalizioni tradizionali. Ho lanciato un appello alle forze vive della società, di cui c’è una grande presenza in Italia, perché sostengano un’agenda di riforme. Non ho e non avrò niente in comune con questa coalizione di sinistra”.
Il complesso di forze dell’emerito professore della Bocconi è sostenuto dall’Udc che agisce “in modo coordinato sullo stesso progetto” di Monti con una maggiore attenzione alle politiche sociali e alle necessità dei meno abbienti per uscire dalla “perfida crisi”.
I cittadini danno la loro fiducia a Monti e Udc. Sì.
Francesco Liparulo - Venezia

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