PER IL BENE COMUNE DEL PAESE
"Non c'è chi non veda – ha detto Giorgio Napolitano – come si stia ora per tornare a una naturale riassunzione da parte delle forze politiche del proprio ruolo, sulla base del consenso che gli elettori accorderanno a ciascuna di esse. In giuoco è il Paese, è il nostro comune futuro, e non solo un fascio di voti per questo o quel partito”. Gli Italiani vogliono una “politica necessaria” per affrontare la crisi. Si tratta di “riconoscere come problemi di tutti quelli che preoccupano le famiglie in difficoltà, quelli che nei giovani suscitano, per effetto della precarietà e incertezza, pesanti interrogativi per il futuro.
L'azione morale di ogni persona si realizza nella costituzione del bene comune, cioè nell'agire sociale attraverso varie forme espressive che sono la famiglia, i gruppi sociali intermedi, le associazioni, le imprese di carattere economico, le città, le regioni, lo stato e la comunità di un popolo. Si tratta di vivere insieme agli altri e di esprimere la propria libertà per un interesse comune in rapporto alla parte di benessere che si può trarre, cioè di esprimere il proprio essere politico, inteso come inclinazione a vivere in società. Questo bisogno di ogni uomo e donna scaturisce dalla “necessità di aprirsi alle comunicazioni della conoscenza e dei rapporti di amicizia” che esigono di relazionarsi con gli altri.
La società civile è una società di persone e l’unità sociale è la persona umana. La sua dignità si promuove soprattutto con la cura della famiglia naturale, considerata cellula vitale di ogni società civile. Questa espressione originaria della socialità umana richiede il rispetto del principio di sussidiarietà, inteso come aiuto economico, istituzionale, legislativo offerto alla famiglia. Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualiste perché la persona e i suoi bisogni devono essere al centro delle attenzioni delle forze politiche.
La richiesta di uno Stato più umano e solidale significa che il mutamento della società spetta alle persone che, chiamate a rappresentare il popolo nelle Istituzioni locali e nazionali, si liberino dalle loro chiusure individualistiche e si aprano per una società vitale i cui membri possano vivere nella costruzione e nella condivisione della “vita buona” per tutti.
I politici devono conoscere i valori umani e morali coinvolti nella realizzazione del benessere sociale, cioè conoscere ed applicare con responsabilità l’aspetto politico della giustizia sociale, dell’amicizia, del rispetto della persona umana dall’inizio del suo concepimento fino alla sua morte naturale. Si tratta di frenare la povertà dilagante e la perdita dei posti di lavoro, garantendo equità sociale ed eliminando le ingiustizie sociali tra chi ha troppo e chi non ha nemmeno il necessario per mantenere la famiglia. Occorre dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
Alle elezioni parlamentari del 24 e 25 febbraio si presenta Mario Monti che guida una compagine di forze politiche, costituita dalla lista “Scelta civica”, dall'UDC di Casini e da FLI di Fini. Scelta civica “raccoglie forze nuove della società civile (provenienti anche da PD e PDL) che si sono impegnate per rinnovare l’Italia. Unione di Centro e Futuro e Libertà esistono già come partiti ed hanno avuto il merito di intuire e denunciare prima di altri la crisi del sistema bipolare, un sistema caratterizzato da un altissimo tasso di scontro personale al limite della brutalità che ha dato scarsissimi risultati al Paese. Un bipolarismo che non ha portato a niente di buono negli ultimi venti anni”. Monti ha carisma ed è diventato il leader di un movimento di uomini e donne decisi a non abbassare la guardia, cioè a impedire che i sacrifici fatti dagli Italiani non svaniscano con la salita in politica dei sostenitori di demagoghi e imbonitori del popolo.
La coalizione “con MONTI per l’Italia”, formata da cittadini che credono nei valori della persona umana e della sua libertà, si rivolge a tutti gli elettori che vogliono mantenere nel tempo presente i valori del popolo italiano che hanno ispirato tutti coloro che ci hanno preceduti nell’amore verso la nostra Patria, resa una e indivisibile da coloro che seppero offrire anche la loro vita per il bene di tutti.
Ogni cittadino, uomo o donna, ha il diritto di essere rispettato, anche se disabile o senza possibilità di lavorare, in quanto persona e soggetto di diritto che possiede dei diritti dovuti dalla sua necessità di esistere in libertà, nell’ambito di una società civile. La fiducia a Monti e all’UDC che sostiene il senatore “in modo coordinato sullo stesso progetto”, con una maggiore attenzione alle politiche sociali e alle necessità dei meno abbienti, è indispensabile per una legislazione di riforme necessarie a dare speranza ai giovani e sicurezza alle famiglie impaurire per la povertà dilagante.
“Dobbiamo incominciare a ragionare per unire - ha sostenuto Pier Ferdinando Casini - perché ho paura di una politica che esaspera le paure e instilla veleni. Compito della politica è di guidare il Paese”. Per il leader dell’Udc, occorre disporre di uomini politici coesi per guidare l’Italia con un “Centro dinamico di forze” aperto alla società civile e alle sue forze sociali per cambiare l’Italia. Si tratta di “rilanciare la crescita e lo sviluppo anche con l’abbassamento della pressione fiscale. La prima condizione è quella di limitare le fasce di evasione, operare ulteriori riduzioni alla spesa pubblica, passando dai tagli lineari a quelli selettivi come ha già fatto Monti. Dobbiamo riuscire a dare ossigeno alle imprese e alle famiglie e abbassare le imposte per le assunzioni dei lavoratori che hanno meno di trent’anni”.
L'azione del rappresentante del popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne. Si tratta per gli esperti dell'economia di dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
Occorre vincere la globalizzazione con un "governo della globalizzazione economica e finanziaria", cioè attuare una economia sociale di mercato e promuovere la solidarietà e la sussidiarietà.
I candidati che sostengono il “Progetto di cose da fare” di Mario Monti sono animati da un profondo amore per l’Italia, hanno la necessità di unirsi per promuovere una politica riformista, cioè aderente ai bisogni di ragioni di vita e di speranza di ogni uomo o donna per cui valga la pena di vivere. Il complesso di forze dei “riformisti”, costituito da cittadini che credono nei valori della persona umana e della sua libertà, si rivolge a tutti gli Italiani che vogliono mantenere nel tempo presente i principi cristiani dei nostri Padri.
L'elettore sa ciò che è bene o male, cioè sa ciò che è giusto o ingiusto e sa scegliere il candidato che si offre per il bene comune, cioè vota per un uomo o donna che vuole offrire il suo tempo e le sue energie per il benessere di tutti i cittadini. Il voto politico è l'atto morale per eccellenza espresso dai cittadini nel giorno delle elezioni perché è atto di libertà e di amicizia civile per la comunità in cui vivono, in quanto foriero di un futuro aperto alla speranza di una “vita buona”, di un benessere che possa appartenere a tutti senza alcuna distinzione. Tutti a votare in piena libertà e con uno spirito aperto alle riforme necessarie alla società civile del nostro tempo: È tempo di recessione e c'è una globalizzazione che ha bisogno di essere governata.
La fiducia dell’elettore è ben riposta in Monti e nell’Udc che ha sempre proposto e sostenuto in Parlamento tutte le leggi miranti al benessere sociale della famiglia e dei giovani.
Francesco Liparulo - Venezia
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