sabato 2 febbraio 2013

Forze coese per vincere la "perfida" crisi

LA LEGISLATURA È CHIUSA
POPOLO PRONTO  AL VOTO

I cittadini sono pronti per le elezioni politiche il 24 e 25 febbraio 2013. “Stiamo passando un guado molto faticoso - ha detto Giorgio Napolitano - per portare l'Italia fuori dal pantano di un soffocante indebitamento pubblico, per giungere a porre lo sviluppo del Paese su fondamenta solide e, in tutti i sensi, più equilibrate, per guadagnare in dinamismo e coesione. Quel che attende gli Italiani, è un'opera di lunga lena. E quello dei prossimi cinque anni è un tempo congruo per intraprendere cambiamenti e riforme di cui ha bisogno innegabile il nostro Paese per posizionarsi con successo nell'Europa e nel mondo di domani. La recessione si prolunga e pesa. Le tendenze all'ulteriore aumento della disoccupazione ci allarmano. Categorica è dunque la necessità di cogliere tutti gli spiragli compatibili col riequilibrio finanziario per rilanciare crescita ed occupazione".
"Il governo la sua parte l'ha fatta - ha detto Mario Monti - mettendo a posto la finanza pubblica, promuovendo le riforme del lavoro e delle pensioni, ma ora tocca alle parti sociali. Si dia voce ai cittadini e si consenta il formarsi di governi in grado di governare e non necessariamente composti da un numero elevatissimo di forze, poi inconciliabili tra loro nell'azione di governo. È giunto il momento di affrontare il tassello fondamentale della produttività del lavoro, abbattendo quello "spread" tra le imprese italiane e i loro concorrenti europei".
C'è l'esigenza, in questo momento di recessione, di uno Stato che riconosca e sostenga le famiglie e le imprese secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di energie singole e di organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo e non degeneri per “le patologie politiche” presenti nella comunità.
I valori fondamentali della società (la persona umana, la famiglia, la sussidiarietà, la solidarietà) passano in secondo luogo nel sistema Stato - mercato che impone le proprie concezioni individualistiche nell’attuale mondo globalizzato, dove le regole del mercato non tengono conto della dignità della persona umana.
Nel mondo del lavoro, anche nei settori in forte sviluppo, conta la competizione e la produttività, cioè l’orientamento culturale è favorevole sempre di più all’individualismo e al “privatismo”, a scapito di coloro che hanno soltanto le proprie braccia per provvedere a se stessi e alle proprie famiglie.
Lo Stato è il primo responsabile di tutta la politica del lavoro, cioè è il datore di lavoro indiretto che deve provvedere all’emanazione delle leggi che disciplinano il settore lavorativo. Le attività delle società produttive, direttamente responsabili perché determinano i contratti e i rapporti di lavoro, esigono una politica che garantisca il rispetto degli inalienabili diritti delle persone.
La giustizia nei rapporti lavoratore - datore di lavoro non solo si attua con una equa remunerazione, ma anche e soprattutto con una legislazione che aiuti le imprese a garantire posti di lavoro per il sostentamento delle famiglie.
La difesa degli interessi esistenziali dei lavoratori in tutti i settori produttivi è resa possibile soltanto da uno Stato che dispone di istituzioni che considerano la persona umana come soggetto del lavoro e non come “merce” per aumentare la ricchezza del Paese.
La responsabilità primaria in una società civile e politica spetta al''autorità politica, intesa come funzione essenziale senza la quale la persona umana non può acquisire il bene comune, indispensabile alla sua vita e a quella di tutta la società civile.
Il compito delle persone, investite di potere politico, è quello di emanare una legislazione che garantisca un'ordinata convivenza sociale nella vera giustizia perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa. La legge civile deve assicurare soprattutto i diritti fondamentali che appartengono alla persona.
Il lavoro è un bene essenziale perché con esso l’uomo realizza se stesso ed espleta la sua libertà nella comunicazione con gli altri per la creazione del bene comune, necessario al benessere materiale e spirituale della società civile. L'operaio ha anche una vita familiare che è un suo diritto e una sua vocazione naturale. La sua attività è condizione per la nascita e il mantenimento della famiglia, ritenuta cellula primordiale di tutta la comunità civile. La perdita del salario del capo famiglia mina alla radice l’unità fondamentale della stessa società.
Il responsabile di questo stato sociale è lo Stato che non salvaguarda la coesione sociale e permette la nascita di una contraddizione tra sviluppo economico e il fondamento della comunità, perché consente l’inversione dei valori che sono alla base della comunità civile. La dignità della persona e della famiglia passa in secondo ordine rispetto alla produzione dei beni economici.
L'esigenza di creare ricchezza e sostenere la competizione nel mondo globalizzato non può tralasciare la preminenza dei valori essenziali e il mantenimento della coesione sociale, cioè non può tralasciare di assicurare il sostentamento e l’esistenza quotidiana della vita dell’uomo, soggetto inalienabile di tutte le attività sociali.
La società politica necessita di uomini e donne che possano dare un senso all’esistenza concreta del cittadino, cioè la cittadinanza ha bisogno di persone che credono a un Progetto per il Paese. Si tratta di votare per i rappresentanti del popolo che credono nei seguenti valori: dignità della persona, centralità della famiglia, libertà, responsabilità, uguaglianza, giustizia sociale, legalità, solidarietà e sussidiarietà. La coalizione del senatore Mario Monti, costituita da Scelta civica, UDC e sostenitori di Fini, si propone in modo coeso e trasparente all’elettorato per costituire in Parlamento un Centro di forze aperto alla trasparenza politica “dalle spalle larghe” per fare le riforme necessarie al popolo italiano, sostenere la competizione in un mondo globalizzato e per vincere la “perfida” crisi che toglie il lavoro ai capifamiglia e lascia i giovani senza prospettive per il futuro. Sì a Monti e all’UDC per una “politica necessaria”. L’elettorato è sempre più convinto a dare la fiducia a Monti e all’UDC.
Francesco Liparulo - Venezia

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