domenica 3 febbraio 2013

I leader politici dimenticano i valori primari

IL LAVORO E LA PERSONA
AL  VAGLIO  ELETTORALE

Si dovranno trovare le condizioni per un governo del Paese – ha detto Giorgio Napolitano - che metta a frutto il lavoro del “Governo Monti” le cui decisioni hanno segnato il cammino dal quale l’Italia non potrà discostarsi. Vedremo come si esprimeranno i cittadini e in base al risultato elettorale si troveranno le soluzioni per governare stabilmente il Paese".
“L’impegno comune - per il Presidente della Repubblica – è quello della tutela dei valori primari, quali il lavoro e la persona”. Il compito delle persone investite di potere politico è quello di emanare una legislazione che garantisca un’ordinata convivenza sociale nella vera giustizia, perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa e i giovani aprirsi alle sfide del mondo globalizzato.
"Adesso" c'è recessione in Italia con un debito pubblico che sfiora 2 mila miliardi di euro di cui ogni anno il contribuente deve pagare circa 80 miliardi di interessi. La crisi economico - finanziaria ha portato disoccupazione e povertà per 8 milioni di cittadini italiani. I vecchi partiti rischiano di scomparire, dilaniati da beghe interne. Il popolo è sfiduciato da una politica che non trova soluzioni per affrontare la crisi attuale provocata dalla globalizzazione dei mercati finanziari e commerciali.
In tempi recenti, è avvenuto un equivoco dove “federalismo" è apparso come vertigine scompositiva, cioè si volevano plasmare gli spiriti con l’idea che gli organismi della società politica debbano segmentarsi. Il dispotismo delle maggioranze politiche si è trasformato in demagogia con “l’esaltazione dell’etnos”, cioè preminenza della comunità chiusa o ripiegamento sulla realtà del campanile.
È in atto lo scontro per le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. I vecchi partiti sono dilaniati nel loro interno e nuovi sedicenti leader si confrontano per l'accaparramento delle simpatie degli elettori, sfiduciati da una politica disattenta ai veri bisogni dei cittadini, impegnati a fronteggiare la galoppante disoccupazione e la povertà che colpisce i ceti meno abbienti della società civile. Per l’Istituto nazionale di statistica, l'11% delle famiglie italiane, circa 3 milioni di nuclei familiari, è povero.
La piazza pubblica e i "media" mostrano i leader intenti ad ottenere l’adesione dell’elettorato al loro partito utilizzando il metodo della retorica e della demagogia.
A Bologna il “comico” Beppe Grillo utilizza il caso della banca “Monte dei Paschi di Siena” ed espone agli astanti divertiti una sua vecchia proposta: «Aboliamo le banche e facciamone una unica, pubblica. Porteremo i nostri candidati alle Camere e le apriremo come una scatola di tonno: punteremo la luce sui ladri e li costringeremo a diventare onesti”.
Alla Fiera di Milano Silvio Berlusconi è più convincente di Grillo ed annuncia: “L’IMU, in molti casi, ha assorbito la tredicesima degli Italiani. Se una famiglia ha pagato 1.200 euro riceverà un rimborso di 1.200 sul conto corrente oppure, specie per i pensionati, in contanti agli sportelli delle Poste. Se un pensionato ha pagato 900 euro riavrà un rimborso di 900 euro e così via".
''È magnifico – afferma Mario Monti - Berlusconi ha governato per tanti anni e non ha mantenuto nessuna delle promesse fatte. Non ha mantenuto la promessa di fare la rivoluzione liberale, non ha mantenuto la promessa di ridurre le tasse, in più ha creato molti problemi, tanto è vero che ha dovuto lasciare. Ci prova per la quarta volta. Gli italiani hanno buona memoria".
Rosy Bindi, presidente del PD, dice: "Berlusconi fa solo pericolosissima propaganda elettorale. L'abolizione dell'Ici ci ha portato all'Imu, imposta inventata da Calderoli, la restituzione dell'Imu e la sua abolizione provocherà nuove tasse e nuovi sacrifici”.
Pier Ferdinando Casini, leader dell’UDC, risponde a Berlusconi: "Sono vent’anni che propone la diminuzione di tasse e spesa pubblica che, invece, sono sempre aumentate. Il Paese non può più essere turlupinato".
La questione del governo del Paese richiede la costituzione di un “Centro di forze dinamico”, costituito da cittadini decisi ad ascoltare il popolo e trovare i rimedi per uscire dalla "perfida crisi" economico - finanziaria in un momento di profonda recessione per l’Italia.
Il “Governo Monti” è riuscito a impedire il tracollo dello Stato, imponendo un regime di rigore alla spesa pubblica e maggiori tasse. Si tratta ora per l’emerito professore della Bocconi di “passare alla fase 2” del Programma di cose da fare, senza compromettere i sacrifici già affrontati dalle imprese e dalle famiglie: “Ho deciso di guidare un movimento di società civica alle prossime elezioni. Ho lanciato un appello alle forze vive della società, di cui c’è una grande presenza in Italia, perché sostengano un'agenda di riforme”.
Il senatore Monti crede “in una grande risposta degli Italiani che hanno voglia di cambiamento” e ritiene di poter “dare un messaggio di speranza agli Italiani”. La sua “salita in politica” è stata determinata dal desiderio di “unire gli Italiani e non dividerli” con il sostegno di Pierferdinando Casini, leader dell'UDC, e di Gianfranco Fini, presidente della Camera dei deputati, che “per primi hanno visto i difetti del bipolarismo”.
Qual è la questione del nostro Paese?
L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più deboli" degli Italiani.
Gli elettori che sono animati da un profondo amore per l’Italia, hanno la necessità di unirsi in una compagine per promuovere una politica riformista, cioè aderente ai bisogni di ragioni di vita e di speranza di ogni uomo o donna per cui valga la pena di vivere. La compagine di Monti, Scelta civica, UDC e FLI, è costituita da cittadini che credono nei valori della persona umana e della sua libertà. Il complesso di forze dalle “spalle larghe”, si rivolge a tutti gli Italiani che vogliono mantenere nel tempo presente i valori che hanno ispirato tutti coloro che ci hanno preceduti nell’amore verso la nostra Patria, resa una e indivisibile dagli Italiani che seppero offrire anche la loro vita per il bene di tutti.
“Siamo in buone mani – ha sostenuto Pier Ferdinando Casini - nelle migliori possibili per guidare il Paese nella drammatica crisi”.
Per il leader dell'UDC, occorre disporre di uomini politici coesi nella loro ferma compattezza per guidare l'Italia con un "Centro dinamico di forze" costituito da persone che credono a un Progetto per il Paese, aperto alla società civile e alle sue forze sociali per cambiare l'Italia. Si tratta di "rilanciare la crescita e lo sviluppo anche con l'abbassamento della pressione fiscale. La prima condizione è quella di limitare le fasce di evasione, operare ulteriori riduzioni alla spesa pubblica, passando dai tagli lineari a quellin selettivi come ha già fatto Monti. Dobbiamo riuscire a dare ossigeno  alle imprese e alle famiglie e abbassare le imposte per le assunzioni dei lavoratori che hanno meno di trent'anni".
Mario Monti ha la capacità di aiutare le famiglie e le imprese italiane per affrontare la “perfida crisi” sociale e produttiva. Le sue parole sono convincenti in quanto il senatore, chiamato dal Capo dello Stato, ha già risolto la crisi finanziaria salvando il "sistema finanziario" nazionale. Il voto dell’elettore per Mario Monti e l’UDC che lo sostiene è foriero di un orizzonte trasparente che si apre al benessere di tutti i cittadini che danno la loro fiducia a rappresentanti del popolo che vogliono impegnarsi per la società civile. Sì alla compagine di Monti.
Il carisma dell'emerito professore della "Bocconi" è noto in Europa e nel mondo. La scelta dell'elettore è ben riposta in Monti e nell'UDC che ha sempre proposto e sostenuto in Parlamento tutte le leggi miranti al benessere sociale della famiglia e dei giovani.
Francesco Liparulo - Venezia

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