martedì 12 febbraio 2013

Il “bene comune” del popolo

IL VOTO PER LA PERSONA UMANA
ATTO  MORALE  PER  ECCELLENZA

I “testimoni del popolo”, animati da un profondo amore per l’Italia, hanno la necessità di unirsi per promuovere una politica riformista, cioè aderente ai bisogni di ragioni di vita e di speranza di ogni uomo o donna per cui valga la pena di vivere. Il “Partito dei riformisti”, costituito da cittadini che credono nei valori della persona umana e della sua libertà, si rivolge a tutti gli Italiani che vogliono mantenere nel tempo presente i principi cristiani che hanno ispirato tutti coloro che ci hanno preceduti nell’amore verso la nostra Patria, resa una e indivisibile da coloro che seppero offrire anche la loro vita per il bene di tutti. Ogni cittadino ha il diritto di essere rispettato, cioè ha una sua dignità in quanto persona e soggetto di diritto che possiede dei diritti dovuti dalla sua necessità di esistere in libertà, nell’ambito di una società in cui si impegna per il bene comune.
Ogni uomo o donna ha in sé un sapere che concerne ciò che deve fare. In questo sapere c’è una morale che scaturisce dalla coscienza di come bisogna fare perché la sua opera sia ben fatta. La morale, insita in ogni persona, è conoscenza di libertà.
L'essere umano con l'intelligenza entra nella sua volontà e decide dei suoi atti con le sue virtù, cioè con le sue capacità di essere prudente, giusto, forte e temperante. Queste sue doti, acquisite con l’esperienza, gli permettono di discernere il bene dal male e di “agire in modo da evitare rischi inutili a sé e agli altri”.
L'atto morale appartiene al mondo della libertà, cioè al mondo delle relazioni tra le persone. La radice della libertà è la libera scelta, insita nella natura ragionevole di ogni essere umano, che gli permette di governare la sua vita e di badare a se stesso, cioè di agire come essere morale.
Ogni persona, bisognosa di vivere insieme agli altri e di esprimere la sua libertà per un interesse comune in rapporto alla parte di benessere che ne trae, esprime il suo essere politico, inteso come inclinazione a vivere in società. Questo bisogno scaturisce dalla sua “necessità di aprirsi alle comunicazioni della conoscenza e dei rapporti di amicizia” che esigono di relazionarsi con gli altri.
La società civile è una società di persone e l’unità sociale è la persona umana. Il bene della società, cioè il bene di tutte le persone, è tale se giova alle persone individuali. La persona umana e il bene comune sono in una relazione di “dipendenza reciproca”.
Il bene comumne della città salvaguarda la persona umana soltanto se è subordinato a tutto ciò che appartiene alla sua libertà di esistere e di relazionarsi con le altre persone.
Nella vita sociale vi è una tendenza ad assoggettare la persona, a diminuirla, considerandola come un semplice individuo materiale, cioè privo delle sue aspirazioni di libertà e di amicizia. Questo conflitto richiede una soluzione dinamica perché la società si evolve nel tempo sotto la spinta delle istanze di libertà e di aderenza alle necessità del tempo presente. Questa spinta tende a realizzare progressivamente l’aspirazione di ogni uomo o donna a essere trattato come persona.
La società politica ha il compito di sviluppare le condizioni di ambiente che portino tutte le persone a un grado di vita materiale, intellettuale e morale necessario al bene e alla pace di tutti i cittadini.
La comunità civile richiede di essere ordinata al "bene comune temporale" che è materiale, intellettuale e morale perché mira al bene della persona umana. Questo ideale richiede che la politica, l’economia, le soluzioni sociali e l’azione dello Stato soddisfino il principio di sussidiarietà.
Ci si domanda come è possibile una società più umana di fronte alla situazione del mondo presente con tutte le minacce di degradazione. Il male sembra trionfare agli occhi di tutti di fronte al degrado sociale e alle atrocità che appaiono sugli schermi televisivi o sulla stampa quotidiana e periodica.
Lo stato di pace, di benessere e di giustizia sociale dipende dalla coesione tra le persone, cioè dalla forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società, fatta di ciò che esprimono le persone che si aprono agli altri con generosità, anche a costo del sacrificio, inteso come impegno di sé al servizio degli altri.
Soltanto coloro che "permettono la coesistenza e il dialogo" delle persone creano una società civile che si conserva nel tempo, perché lottano per la giustizia, l’amicizia civica e la fede nell’essere umano che sono la forza che la fa vivere.
Il “Testimoni del popolo” evidenziano la situazione dell’Italia che vive una fase particolarmente convulsa della vita democratica e chiamano tutti, uomini e donne, giovani e meno giovani, ad unirsi per l'avvenire di tutto il popolo italiano impegnato a lottare contro “lo statalismo, la partitocrazia e lo sperpero del denaro pubblico”.
È auspicata da Benedetto XVI “una nuova generazione di uomini e donne capaci di promuovere non tanto interessi di parte, ma il bene comune”. Il bene comune del popolo, inteso come “vita buona”, cioè conforme alle esigenze e alla dignità della natura umana che esige una vita moralmente giusta e felice, è il fine della politica. Questo bene deve fluire su ogni membro della comunità civile. Per il Papa, la crisi economica nasce – “dall'assenza di un solido fondamento etico” per cui “imprescindibile la ricerca del bene comune e la tutela della dignità umana”. “Sono tempi difficili – ha detto Francesco Moraglia, patriarca di Venezia – nei quali dobbiamo ritovare l'essenziale, riscoprire il senso del lavoro, dell'equità, della giustizia, delle relazioni umane. Chi ha fatto esperienza bisognerebbe che continuasse a contribuire con il bagaglio che si è fatto ma che avesse la lungimiranza di lanciare volti nuovi. Il volto nuovo, se è stato preparato e aiutato anche da chi ha deciso di cedere il passo, fa instaurare un meccanismo virtuoso anche nell’agire politico”.
I valori cristiani del popolo italiano (dignità della persona, famiglia, solidarietà e sussidiarietà) sono indispensabili ad una valida democrazia, perché “promuovono un sentimento della vita” ancorato alla centralità dell’uomo e permettono una “convivenza ordinata e feconda”. Gli Italiani con la loro ragione e volontà sapranno attingere alla loro fede nel progresso interno della vita e della loro storia, alla forza della loro libertà, posta al centro della cittadinanza, quale apertura di fini e senso del loro futuro per superare le difficoltà del vivere quotidiano.
L'elettore sa ciò che è bene o male, cioè sa ciò che è giusto o ingiusto e sa scegliere il candidato che si offre per il bene comune, cioè vota per un uomo o donna che vuole offrire il suo tempo e le sue energie per il benessere di tutti i cittadini. Il voto politico è l'atto morale per eccellenza espresso dai cittadini nel giorno delle elezioni perché è atto di libertà e di amicizia civile per la comunità in cui vivono, in quanto foriero di un futuro aperto alla speranza di una “vita buona”, di un benessere che possa appartenere a tutti senza alcuna distinzione. Tutti a votare in piena libertà e con uno spirito aperto alle riforme necessarie alla società civile del nostro tempo: È tempo di recessione e c'è una globalizzazione che ha bisogno di essere governata.
Francesco Liparulo - Venezia

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