UNO STATO CHE APRA SPAZI DI ETICITÀ PER
IL CONTRIBUTO SOCIALE DI OGNI CITTADINO
IL CONTRIBUTO SOCIALE DI OGNI CITTADINO
“L'evoluzione degli Stati democratico-liberali - ha sostenuto Angelo Scola, arcivescovo di
Milano – è andata sempre più mutando l’equilibrio su cui tradizionalmente si reggeva il
potere politico. Il presupposto teorico dell'evoluzione si rifà, nei fatti, al modello francese di
“laicité”. Esso si basa sull'idea di “neutralità” delle istituzioni statuali.
L’idea di “neutralità” non è applicabile alla società civile la cui precedenza lo Stato deve
sempre rispettare, limitandosi a governarla e non pretendendo di gestirla. È necessario
uno Stato che apra spazi in cui ciascun soggetto personale e sociale possa portare il
proprio contributo all’edificazione del bene comune”.
Il grande problema di oggi è: “Chi è l’altro che si affaccia nello spazio pubblico?”, cioè “chi
è l’altro?” nel luogo dell’interesse, dove si usano delle procedure senza i valori.
Nella società democratica libera c’è la tendenza di riportare i valori nel privato perché non
si trova la regola. Se bisogna decidere sui valori non si decide direttamente ma si trovano
procedure neutrali dove non si decide sui contenuti ma si lascia alla procedure trovare
soluzioni. La società ha creato benessere e tenore di vita elevato, cioè le istituzioni libere
democratiche hanno sviluppato saggezza per cui si è sviluppato benessere e pace.
Nel pensiero politico contemporaneo, cioè nelle attuali liberal democrazie, l’aspetto di
come educare il cittadino è omesso. Prevale l’idea di trovare le regole di giustizia, le regole
del gioco che consentono la convergenza degli interessi, come se il buon comportamento
seguisse l’aver tracciato le procedure giuste. Le procedure sono una cosa e il
comportamento è altra cosa.
Il bilanciamento dei poteri nelle liberal democrazie significa che c’è da un lato un
pessimismo antropologico e dall’altro un ottimismo misurato nelle capacità della ragione di
poter dominare la realtà. L’esperienza insegna che il potere cerca di bilanciarsi e tende a
prevaricare, cioè chiede per sé ciò che spetta agli altri.
La prevaricazione dei politici è sempre possibile per cui i tre poteri (esecutivo, legislativo,
giudiziario) devono essere limitati.
In Italia c’è un tentativo di forte dibattito tra classe politica parlamentare e potere
giudiziario.
Nel governo democratico il vettore dell’autorità dovrebbe provenire dal basso, cioè dal
popolo che elegge i suoi rappresentanti, investendoli dell’autorità necessaria al governo
La Repubblica italiana con l’articolo 2 della Costituzione riconosce e garantisce i diritti
inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua
personalità.
Il cittadino, dopo le grandi rivoluzioni politiche in cui ha chiesto la libertà da tutti i legami
che impediscono il suo sviluppo naturale, esige la libertà di partecipazione politica. Nella
piazza pubblica è meno sentita la resistenza al relativismo etico, tramandato dalla
Rivoluzione Francese, e il rapporto civile diventa anche rapporto morale.
La Carta costituzionale è l’evento fondamentale di convivenza: Il popolo italiano si dà la
presente Costituzione in cui sono elencati i diritti e i doveri dei cittadini. Gli articoli
elencano i principi strutturanti della società, i diritti e i doveri fondamentali e l’Ordinamento
della Repubblica (Parlamento, Presidente della Repubblica, Governo, Magistratura,
Regioni, Provincie, Comuni, Garanzie costituzionali).
Nel momento in cui il popolo esercita il suo diritto naturale e inalienabile all’autonomia e
all’autogoverno si pone come sorgente di autorità dal basso e come fondamento di politica
democratica.
Lo Stato ha le sue radici nella società politica, cioè è strumento del corpo politico. Nella
società democratica c’è idea di socialità ascendente, lo Stato emerge come
autoorganizzazione della società. Il fenomeno dello Stato è espressione al servizio di
persone, cioè è parte della società politica e deve curarsi del bene pubblico, inteso come
sicurezza, istruzione e universalità della legge.
L’attuale democrazia deve fare i conti con le sfide del mondo globalizzato. L’azione del
rappresentante del popolo deve mirare alla crescita del bene comune che è fatto di
prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne.
Lo sviluppo economico, derivante dalle idee economicistiche e materialistiche del mercato
globale, dissolve i legami sociali, perché si basa sull'opera degli individui lavoratori,
considerati semplici mezzi di produttività e non come persone, dotate di ragione e di
libertà, cioè soggetti di ogni attività umana.
Il modello dell'utilitarismo, del calcolo economico fine a se stesso, del funzionalismo del
sistema Stato – mercato si concretizza in una corsa alla competizione e al massimo di
produttività, calpestando il valore di fine e di essenza dell’essere umano, cioè la sua libertà
di vivere.
Spetta alla comunità politica mediare tra le necessità funzionali del mercato e la vita
quotidiana delle persone, cioè promuovere i contenuti valoriali nelle decisioni del mondo
produttivo e finanziario.
I valori spirituali del popolo italiano devono essere difesi e tramandati per conservare la
nostra identità e promuovere un futuro per la nostra società civile.
I “valori forti” sono la dignità della persona che lavora, la famiglia, la solidarietà, la
sussidiarietà e l’economia sociale di mercato.
Francesco Liparulo - Venezia
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